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Onde di passione: Harmony Collezione
Onde di passione: Harmony Collezione
Onde di passione: Harmony Collezione
E-book151 pagine1 ora

Onde di passione: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Tara Lyndon è sicura di aver organizzato tutto alla perfezione, per godersi una vacanza in solitudine nella stupenda casa al mare dei genitori. Arrivata sul posto, però, nota uno yacht ancorato al molo della sua proprietà. Come se non bastasse, l'affascinante proprietario sa molte cose di lei e non ha alcuna intenzione di andarsene. Quando Adam Barnard osa invitarla a cena, lei accetta nella speranza che sia il prezzo da pagare per toglierselo di torno. In realtà Tara scopre che lui sta...
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2016
ISBN9788858956311
Onde di passione: Harmony Collezione
Autore

Sara Craven

E' nata nel Devon ed è cresciuta in mezzo ai libri, in una casa nei pressi del mare. Ora vive nel Somerset.

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    Anteprima del libro

    Onde di passione - Sara Craven

    successivo.

    1

    Quando l'interfono suonò, Tara Lyndon rispose senza spostare lo sguardo dal monitor.

    «Janet?» Il tono era gentile ma sbrigativo. «Mi sembrava di avere detto che non volevo essere disturbata.»

    «Mi dispiace, signorina Lyndon, ma c'è sua sorella in linea e non è facile respingerla.»

    Non lo sapessi, pensò Tara, immaginando il motivo della telefonata di Becky.

    «Va bene, Janet, passamela.»

    «Tesoro?» risuonò la voce all'altro capo dell'apparecchio. «Come stai? Non è una giornata splendida, mia cara?»

    «Che stiamo bene entrambe, lo sappiamo. Becky, ho un sacco di lavoro da sbrigare. Mi dici velocemente cosa vuoi, per favore?»

    «Chiamavo solo per avere notizie per il fine settimana. Non mi ricordo bene com'eravamo rimaste d'accordo.»

    Pinocchio, pensò Tara, il naso ti starà crescendo ancora.

    «Non c'è molto da confondersi. Mi hai invitato a Hartside e io ti ho detto che non sarei potuta venire» rammentò in modo succinto.

    «Ma io ho insistito affinché ci ripensassi» ribatté l'altra. «Allora, l'hai fatto?»

    Tara chiuse gli occhi. «Becky, sei molto gentile, ma ho da fare.»

    «Non dirmelo. Andrai a Düsseldorf ad intervistare qualcuno che potrebbe essere perfetto per un lavoro a Tokyo.»

    «No. Parto per una vacanza. Voglio riposarmi.» Si toccò il naso per vedere se si stava allungando.

    «Ma potresti farlo qui. Se il tempo si mantiene bello potremmo usare la piscina. I bambini continuano a chiedermi dove sei.»

    «Assurdo. Se Giles ed Emma mi vedessero non mi riconoscerebbero nemmeno.»

    «È proprio questo il punto. Sei così presa dalla carriera che nessuno di noi ti vede mai. E con mamma e papà all'altro capo del mondo, mi manchi, sorellina.»

    Il tono era abbastanza convincente, così carico di pathos. Tara avrebbe anche potuto crederci. Ma sapeva che a Hartside la sorella regnava quasi come una regina e che se si annoiava era solo perché lo voleva.

    Interpretando il silenzio della sorella come un segno di cedimento, Becky insistette. «Tesoro, sono secoli che non vieni. Di certo potresti dedicarmi un paio di giorni.»

    «E se lo facessi, mi giuri che non avresti da propormi un altro sfortunato come potenziale marito?»

    «Oh, per l'amor del cielo! Ormai sei una causa persa. È da molto che mi sono arresa.»

    «Becky.»

    «Sei così sospettosa.»

    «E ne ho tutte le ragioni. E va bene; chi è questa volta?» domandò Tara in tono rassegnato.

    «Ma è possibile che non possa invitare un vicino a bere qualcosa, senza che tu sospetti che si tratta di una cospirazione?»

    «Chi è?»

    Becky sospirò. «Si è appena trasferito al Glebe Cottage, quella casetta carina vicino alla chiesa. È un avvocato, avrà circa trentacinque anni ed è molto attraente.»

    «E non è sposato? Che cosa c'è sotto?»

    «Niente. Sono molto gentili.»

    «Sono?»

    Becky esitò. «Be', al momento vive con la madre. Lo sta aiutando a sistemarsi.»

    «Oh, Signore! Ha trent'anni suonati e vive ancora con la mamma?»

    «Assolutamente no. È una sistemazione temporanea. Lei ha una casa sua ed è disperata perché lui non ha ancora trovato la donna giusta.»

    «Ne sono certa. Probabilmente ha già organizzato tutto per avvelenarla.»

    «Non credo proprio che il lavoro che fai ti faccia bene. Sei diventata così cinica...»

    «Di certo mi ha insegnato a distinguere la vera faccia delle persone. Comunque sia, mi dispiace, ma non ho intenzione di cambiare programma. Trascorrerò il fine settimana in completo relax.»

    «Da sola, suppongo.»

    C'era qualcosa in quella domanda che la irritava.

    «Non necessariamente.»

    «Vuoi dire che hai davvero incontrato qualcuno? Raccontami tutto.»

    «No. Non c'è niente da dire. Non ancora.»

    «Peste. Devi darmi una traccia. È alto o basso? Bruno o biondo? Bello? Ricco? Gentile?»

    «No comment

    «Ma è affascinante, vero? Ed è giovane?»

    «È un peccato che l'Inquisizione Spagnola non esista più. Avresti potuto inserirti ai massimi livelli, Becky.»

    «Ma è naturale che la cosa mi interessi. Hai idea di quanto tempo sia passato dall'ultima volta che hai avuto una relazione?»

    «Lo so benissimo. E so anche il perché.»

    «Be', è tempo che ti butti tutto dietro alle spalle. Sono secoli che ti ripeto che non tutti gli uomini sono dei bastardi. Spero che questo fine settimana farai dei progressi.»

    «Oh, questo penso di potertelo garantire. Ora devo andare, Becky. Devo finire una relazione.»

    «E non hai nessun indizio da darmi sul tuo nuovo amico? Così posso descriverlo ad Harry.»

    «Digli che è solo l'inizio. Capirà!»

    «Immagino di sì.»

    Quando riagganciò il telefono, Tara stava ridendo, anche se in fondo la cosa non era poi così divertente. Avrebbe dovuto essere sincera, ammettere che avrebbe trascorso la vacanza da sola, e che diavolo!

    Ma il fatto che Becky avesse supposto la verità l'aveva mandata su tutte le furie. Becky non doveva intromettersi, non poteva pensare di pianificarle la vita continuando a organizzare incontri con uomini che non le piacevano affatto. Tuttavia era stupido farle credere che ci fosse qualcuno nella sua vita. Sapeva che la sorella non si sarebbe arresa, che avrebbe indagato. Per fortuna non poteva sapere dove stava andando. Meglio che pensasse che si sarebbe trattato di una vacanza al sole, bevendo sangria e facendo sesso, come era solita fare con Jack.

    A quel pensiero, istintivamente la mente si bloccò, come per difendersi dal dolore. Ma non c'era rimedio.

    Per una cosa Becky aveva ragione: era trascorso abbastanza tempo. Forse ora una nuova relazione l'avrebbe aiutata a dimenticare, a liberarsi del passato doloroso.

    Ma come un cane ferito, si era tenuta lontana dal pericolo, cercando di sostituire Jack col lavoro. E forse ora era troppo tardi.

    Allontanò svogliatamente la poltrona dalla scrivania, si alzò e si mosse verso la finestra, osservando la vista che offriva sui palazzi del centro. Erano quasi tutti sedi di uffici. Ecco cosa contava, si disse. Era una cacciatrice di teste, socia di una delle più importanti agenzie di selezione del personale. Era troppo impegnata per avere una vita privata e stava bene così.

    Mentre si spostava scorse il suo riflesso sul vetro di una finestra e si fermò. Scrutò ciò che ogni giorno dava per scontato: i capelli di media lunghezza, che appoggiavano a malapena sulle spalle, la camicetta di seta, abbottonata fino al collo e la gonna scura al ginocchio. Impeccabile, lineare ed efficiente.

    Era un'immagine che aveva ricercato a lungo e che ora trovava vagamente insoddisfacente. Oh, accidenti, sbottò fra sé, devi avere bisogno di una vacanza più di quanto pensi!

    Si sedette nuovamente, applicandosi con forzato, rinnovato vigore alla stesura della relazione, rileggendo velocemente quello che aveva scritto.

    Tom Fortescue era un uomo ben qualificato e fortemente motivato, e tuttavia...

    Tara scosse la testa. Il suo solito sesto senso era stranamente in allarme e lei non capiva perché.

    Non c'erano lacune significative nel suo curriculum e nel colloquio le aveva fatto una buona impressione. Non aveva niente a cui aggrapparsi, se non il proprio intuito. Ed era proprio quello a suggerirle di non raccomandare il signor Fortescue per quel posto, ben pagato, alla Bearcroft Holdings, per il quale sembrava adatto.

    I suoi dubbi erano lì; nero su bianco sulla sua relazione. Apparentemente si trattava di una presentazione professionale e spassionata, ma Tara sapeva che lasciava trasparire una certa insoddisfazione nei confronti del candidato. Sospirò e salvò il file sul dischetto.

    La decisione finale sarebbe spettata ai suoi soci e in un certo senso era felice che non sarebbe stata là a dover giustificare le sue riserve. Quell'uomo era furbo e ambizioso e si era rivolto alla Marchant Southern appositamente per ottenere quel posto alla Bearcroft. Tara era convinta che pensasse di esserci riuscito.

    Comunque, al suo ritorno le acque avrebbero già dovuto essersi calmate e il signor Fortescue avrebbe potuto rivolgersi a un'altra agenzia per il suo avanzamento di carriera.

    Estrasse il dischetto dal computer e uscì per darlo a Janet. Alla vista della sagoma che si profilava accanto al tavolo della sua segretaria, sussultò.

    «Salve.» Era Tom Fortescue. Mentre pronunciava quella parola si mosse verso di lei. «Mi trovavo in zona e mi chiedevo se avesse voglia di pranzare con me. Che ne dice?»

    Ha la pulce nell'orecchio, pensò cinicamente Tara. Era certa di non avergli mai dato l'impressione di volere uscire con lui. Ma questo non l'aveva trattenuto dall'invitarla. Senza dubbio, desiderava influenzare il suo giudizio, con quella richiesta.

    Un po' troppo scontato, ragazzo mio, borbottò fra sé, conscia di avere in mano il dischetto che lo squalificava.

    Rispose con un sorriso di circostanza. «Mi spiace, oggi pomeriggio parto e ho ancora delle cose da fare. Pranzerò con dei panini.»

    «Dispiace anche a me, ma sono certo che ci saranno altre occasioni.»

    Quando avrai inghiottito il rospo, pensò Tara, mentre lo accompagnava verso l'ascensore chiacchierando civilmente con lui.

    Era troppo sicuro di sé. E come si permetteva di pensare che lei sarebbe uscita con lui?

    Janet invece aveva l'aria sognante.

    «Che carino! Gli ho detto che aveva da fare e ha risposto che era felice di aspettare» commentò quando se ne fu andato.

    «Spero per lui che la pazienza non gli manchi» rispose Tara cinicamente, mentre le consegnava il dischetto. «Per favore, in mia assenza, firma tu le lettere per me, Jan. Ah, e guarda che quella relazione è riservata. Fa' in modo che giunga solo ai soci. Comunque non prima della riunione di martedì mattina.»

    «Sarà fatto.» Janet le sorrise. «A che ora parte?»

    «Vorrei farcela per le due. Devo ancora sistemare un po' di cose.» Tara lasciò uscire un sospiro.

    «Va in qualche bel posto?» le chiese Janet.

    «Spero di sì» sussurrò Tara. «E vuoi sapere qual è la cosa migliore?»

    «Cosa?»

    «Niente telefono.» Rise e tornò nel suo ufficio.

    «Detergenti» mormorò Tara guardando gli oggetti contenuti nella scatola, «per pulire ottone e argento, il forno, detersivo liquido e guanti di gomma.» Annuì e sistemò alcuni stracci intorno ai contenitori nella scatola, per tenerli saldi. «Okay.»

    Melusine era salita sul tavolo per osservare meglio i preparativi. Le accarezzò il pelo morbido. «Tu vieni con me. Sempre che riesca a metterti nella tua cesta.»

    Melusine preferiva viaggiare sul sedile davanti, accanto al conducente, godendo

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