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L impossibilità di essere tua
L impossibilità di essere tua
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E-book171 pagine2 ore

L impossibilità di essere tua

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Info su questo ebook

Dopo una traumatica esperienza matrimoniale durata due soli giorni, la bellissima Helen si è chiusa in se stessa e rifiuta di vivere. Soprattutto, da allora nutre una irresistibile avversione per gli uomini, ma il celebre e affascinante attore Luke Masters ha deciso di abbattere ogni resistenza e farle ritrovare l'amore fra le sue braccia. Helen è una donna difficile e rivangare il passato è per lei un inferno doloroso che mette a dura prova la virilità, la sicurezza e addirittura la salute di Luke. Eppure, proprio mentre sembrano volersi distruggere a vicenda, tra loro, lentamente, si fa strada un nuovo sentimento...
LinguaItaliano
Data di uscita14 mar 2016
ISBN9788858949757
L impossibilità di essere tua
Autore

Carole Mortimer

Zu den produktivsten und bekanntesten Autoren von Romanzen zählt die Britin Carole Mortimer. Im Alter von 18 Jahren veröffentlichte sie ihren ersten Liebesroman, inzwischen gibt es über 150 Romane von der Autorin. Der Stil der Autorin ist unverkennbar, er zeichnet sich durch brillante Charaktere sowie romantisch verwobene Geschichten aus. Weltweit hat sie sich in die Herzen vieler Leserinnen geschrieben. Nach der Schule begann Carole Mortimer eine Ausbildung zur Krankenschwester, musste die Ausbildung allerdings aufgrund eines Rückenleidens nach einem Jahr abbrechen. Danach arbeitete bei einer bekannten Papierfirma in der Computerabteilung. Zu diesem Zeitpunkt schrieb sie ihren ersten Liebesroman, das Manuskript wurde abgelehnt, da es zu kurz war und die Handlung nicht den Ansprüchen des Verlags genügte. Bevor sie einen zweiten Versuch wagte, schmollte sie nach eigenen Angaben erst einmal zwei Jahre. Das zweite Manuskript wurde dann allerdings angenommen, und es war der Beginn ihrer erfolgreichen Karriere als Autorin von modernen Liebesromanen. Sie selbst sagt, dass sie jeden Augenblick des Beginns ihrer Karriere genossen hat, sie war die jüngste Autorin des Verlags Mills & Boon. Carole Mortimer macht das Schreiben viel Freude, sie möchte gern mindestens weitere zwanzig Jahre für ihre Leserinnen schreiben. Geboren wurde Carole Mortimer 1960 in Ost-England, und zwar in einem winzigen Dorf. Sie sagt, das Dorf sei so klein, dass, sollte der Fahrer beim Durchfahren einmal zwinkern, er den Ort vollkommen übersehen könnte. Ihre Eltern leben immer noch in ihrem Geburtshaus, ihre Brüder wohnen in der Nähe der Eltern. Verheiratet ist sie mit Peter, ihr Mann brachte zwei Kinder mit in die Ehe, sie leben in einem wunderschönen Teil Englands. Die beiden haben vier Söhne, zusammen sind es sechs Kinder, zwischen dem ältesten und jüngsten bestehen 22 Jahre Altersunterschied. Außerdem haben sie einen Kleintierzoo sowie einen Hund, der zur Hälfte von einem Kojoten abstammt und den die Familie aus Kanada mitbrachte.

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    Anteprima del libro

    L impossibilità di essere tua - Carole Mortimer

    successivo.

    1

    «Oh, andiamo, Helen!» disse Jenny con tono d'incoraggiamento. «Non vorrai che ci vada da sola!»

    I lunghi capelli biondi incorniciavano un viso acqua e sapone illuminato da due grandi occhi verdi.

    «Non ho voglia di uscire, Jenny. È tutta la settimana che te lo ripeto» rispose la cugina.

    Jenny fece il suo irresistibile broncio.

    «Ma io contavo su di te. Una ragazza non va mai da sola a questo tipo di feste: penserebbero tutti che sono a caccia di un uomo.»

    «È la verità, no?» disse ridendo Helen.

    «Che cosa c'entra! Agli uomini piace credere di essere loro a prendere l'iniziativa.»

    «Non sono dell'umore adatto per affrontare una serata come questa. E poi non ho niente da mettermi.»

    Jenny guardò la cugina: era smagrita in viso, aveva gli zigomi esageratamente sporgenti e la sua bocca delicata non sorrideva più da molto tempo. Helen era di una bellezza fragile, con i capelli neri e ondulati che le coprivano le spalle, gli intensi occhi viola che facevano nascere negli uomini il desiderio di svelarne il mistero, il corpo sottile e sinuoso. Nessuno, però, era ancora riuscito a penetrare dietro quella facciata un po' distante: Helen era cortese con tutti, ma restava chiusa in se stessa. Era così da quando, due anni prima, aveva perso Michael. Ma non poteva andare avanti per sempre!

    Jenny la obbligò ad alzarsi e la trascinò in camera.

    «Qui c'è tutto quello che ti serve. Prendi pure uno dei miei vestiti.»

    «Figurati!» rispose Helen con aria scherzosa. «La maggior parte è come minimo audace.»

    «Già» disse l'altra con un sorriso soddisfatto.

    In piedi davanti all'armadio di Helen, Jenny passò in rassegna il suo guardaroba, ma alla fine arricciò il naso.

    «Non c'è niente di adatto a una festa come quella di stasera» disse.

    Helen, seduta sul letto, la guardava fare con indifferenza. Dividevano quell'appartamento da due anni, e l'innata gaiezza di Jenny riusciva di solito a far superare a Helen le crisi depressive in cui piombava di tanto in tanto.

    «Lo sapevo, non è un problema. Ora ci penso io.»

    La cugina aveva ventisette anni, cinque più di lei, e viveva intensamente una vita senza troppi moralismi. Le aveva anche trovato un lavoro in un'agenzia di viaggi.

    Helen sarebbe volentieri rimasta a casa, dato che poteva vivere benissimo con i soldi che le venivano da Michael, ma secondo Jenny era una soluzione anacronistica: ormai tutti, anche i ricchi, hanno un lavoro.

    Così Helen andava all'agenzia cinque giorni alla settimana, dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio. Il suo lavoro le piaceva e le dava una certa soddisfazione, ma non le sarebbe mancato se avesse dovuto abbandonarlo.

    «A sentire te, dev'essere più o meno un'orgia.»

    Jenny sorrise.

    «Verso l'alba probabilmente lo sarà, ma io me ne sarò già andata da un pezzo, spero con Matt.»

    «Matthew Jarvis! Chissà che cosa ci trovi.»

    «È sexy da morire» rispose Jenny senza la minima esitazione.

    «Ecco, sempre il sesso.»

    «Non ho parlato di sesso, ho solo detto che è sexy. Non ci vedo niente di male. D'altronde il sesso non è una cosa spiacevole.»

    Helen arrossì.

    «Non sono la persona più adatta a giudicare.»

    «Hai ragione anche tu. Ecco quello che ti ci vuole!» disse Jenny prendendo un abito dal suo armadio e mettendolo davanti a Helen. «Perfetto. Contrasta con i capelli.»

    Lei abbassò gli occhi sul tessuto di seta e dovette convenire che la cugina aveva ragione: il giallo ocra del vestito armonizzava perfettamente con il nero dei suoi capelli. Ma scosse ugualmente la testa.

    «I tuoi vestiti non mi stanno, lo sai. Mi sono stretti sul petto.»

    Jenny ammise malinconicamente che era vero: più magra di lei di vita e di fianchi, Helen aveva un seno molto ben sviluppato.

    «Però il tessuto è piuttosto elastico» le disse. «Allora, vieni o no?»

    Helen stava per acconsentire, ma obiettò: «Ho i capelli in disordine».

    «Fatti uno shampoo. Hai due ore di tempo. E non discutere!» aggiunse Jenny vedendo che la cugina stava per protestare. «Tu vieni con me, punto e basta.»

    «Che cosa farò quando te ne andrai con Matt?»

    «Vedremo. Non è neanche detto che usciremo insieme.»

    «Sono sicura che ti andrà bene. Ma io non ho nessuna intenzione di assistere all'orgia!»

    Dalla porta aperta del bagno, dove la cugina si stava lavando i capelli, Jenny scoppiò in una risata.

    Helen si avvolse l'asciugamano intorno alla testa e fece una smorfia.

    «Comunque con me non c'è niente da fare.»

    «Ci saranno molte facce nuove» disse Jenny. «È la prima volta che vado a una festa di Luke Masters.»

    «Luke Masters? Il vero? L'unico?»

    «Perché, ce ne sono altri? Credevo di avertelo detto.»

    «No, e so anche perché non me l'avevi detto. Quel tipo è un vizioso, uno che corre dietro a tutte le donne.»

    «Lo so. È fantastico, non trovi? Non vedo l'ora di conoscerlo!»

    «Sei sicura che la festa non sarà spinta fin dall'inizio? Ho sentito dire che...»

    «Anch'io. È tutta la settimana che pregusto l'avvenimento!»

    «Sei incorreggibile, Jenny! Mi chiedo come hai fatto a lasciarti trascinare da quella banda di pazzi.»

    «È Brent che me li ha presentati.»

    Brent Shaw era il produttore televisivo per il quale Jenny lavorava e che le aveva fatto conoscere Matthew Jarvis, un altro produttore.

    «La cosa non mi sorprende. È anche lui un depravato, come tutti i suoi amici.»

    «Non è vero. Con me è molto corretto. Sa bene che non diventerò mai la sua amante. Asciugati i capelli, adesso. Io intanto faccio il bagno. Nel frattempo puoi farti le unghie.»

    «Credevo di dovermi asciugare i capelli.» «Sì, prima quelli, poi le unghie» disse Jenny sparendo nella stanza da bagno.

    Helen obbedì. Ci aveva fatto il callo, ormai, e comunque era molto più semplice assecondarla che discutere. Si truccò leggermente, ma la sola nota di colore erano gli occhi, simili a due vellutate viole del pensiero. Come aveva previsto, il vestito era molto stretto sul petto e la scollatura profonda le lasciava un po' troppo scoperta la pelle delicata.

    «Sei una bomba!» esclamò Jenny uscendo dal bagno. «Girati, fatti vedere di schiena.»

    «È troppo stretto» disse Helen girando su se stessa. Spalancò tanto d'occhi vedendo come si era vestita la cugina: indossava una specie di tunica greca che a malapena la copriva. «Non vorrai uscire così?» le disse in un soffio.

    «Carino, vero?» rispose Jenny con un sorriso sfrontato.

    «A me ha fatto venire in mente un'altra parola. Chissà per chi ci prenderanno!»

    «Neanche per sogno, vedrai. Saremo ancora le più vestite, in confronto a certa gente.»

    Quando arrivarono alla festa, Helen dovette riconoscere che Jenny aveva ragione: la maggior parte delle donne era seminuda. Lei, imbarazzatissima, cercò di mescolarsi alla folla.

    Non aveva ancora visto il padrone di casa, e probabilmente non l'avrebbe neanche incontrato, con tutta quella gente chiassosa che riempiva il lussuoso appartamento. Accettò con gratitudine il bicchiere che le venne offerto e andò a rifugiarsi in un angolo, mentre qualche coppia cercava di farsi largo per ballare.

    «Che serata!» disse Jenny piena di eccitazione, frugando con gli occhi nella marea di facce

    «Trovi?» rispose ironicamente Helen.

    «Mi sto divertendo da matti. Hai visto Luke Masters da qualche parte?»

    «Non ci ho fatto caso. Perché?»

    «Ma perché è stupendo!»

    «Questa è la tua opinione personale.»

    «Non ti piace?» chiese incredula Jenny.

    «Sì, mi piace» disse Helen stringendosi nelle spalle, «ma penso che sia un po' esagerato.»

    «Non capisco.»

    «È troppo alto, troppo atletico, troppo bello.»

    «Troppo sexy?» aggiunse Jenny con un sorriso malizioso.

    «Anche quello.»

    «Ma è un attore famoso!»

    «Gli conviene, con tutti i soldi che guadagna. Leggevo su una rivista, la settimana scorsa, che gli hanno offerto non so quanti milioni di sterline per il suo prossimo film. Nessuno al mondo può valere tutto quel denaro!»

    «Se avessi uno o due milioni, uno come Luke Masters me lo comprerei!»

    «Non si compra l'uomo, ma il suo talento.»

    «Oh, comprerei anche quello!»

    «Sei impossibile!» disse Helen con una risata.

    «Se questo ti fa ridere, ne sono ben contenta. Non sei molto allegra in questo periodo.»

    Lei ridivenne seria di colpo.

    «Non ho molte ragioni per ridere.»

    «Per via di Michael?»

    «Esatto» disse lei bruscamente. «Guarda laggiù! Mi sembra che ci sia il tuo idolo.»

    Indicò vagamente in fondo alla sala, dove c'era Luke Masters. Jenny seguì la direzione del suo sguardo.

    «Devo assolutamente farmi presentare. Vado a chiamare Brent. Vieni?»

    «No, grazie. Non ho voglia di stare lì a sentire tutto il bene che pensa di se stesso.»

    «Non è detto che sia vanitoso!»

    «Scommettiamo che lo è?»

    «No!» disse Jenny ridendo. «Matt e Brent dicono che è meraviglioso.»

    «Spiacente di deluderti, ma per me non è una grande referenza.»

    «Come vuoi» disse Jenny con un'alzata di spalle. «Allora rimani qui? Torno subito.»

    Helen guardò divertita la cugina, che cercava di convincere il suo capo a presentarla al loro ospite. Sorrise quando la vide far bella mostra di sé davanti a lui.

    Luke l'ascoltava pazientemente, ma non sembrava che Jenny facesse molti progressi. Poi lui alzò gli occhi castani incontrando quelli violetti di Helen, da una parte all'altra della stanza piena di fumo. Lei abbassò le palpebre e si girò dall'altra parte: quello sguardo insolente l'aveva giudicata, spogliata.

    Un attimo dopo notò con sollievo che lui era tutto preso dal chiacchiericcio di Jenny. Almeno lei si stava divertendo.

    Helen era pensierosa: Luke l'aveva guardata come se l'avesse trovata attraente, e lei non provava una sensazione così da molto tempo. Sapeva di essere carina, almeno per chi apprezzava le donne fragili con i capelli scuri, ma sotto lo sguardo attento di Luke si era sentita molto desiderabile.

    Lui era da quindici anni sulla cresta dell'onda nel mondo del cinema e del teatro. Recitava e girava film in continuazione, e tutti erano concordi nel dire che aveva un grandissimo talento. Helen l'aveva visto di recente in televisione, quasi irriconoscibile, nel ruolo di un pazzo scarmigliato e urlante. Quella sera invece era il prototipo del maschio virile, vestito di nero dalla testa ai piedi.

    Quasi tutte le donne presenti gli facevano la corte, e in effetti non si poteva che trovarlo affascinante, con i capelli biondi naturali, forse un po' troppo lunghi, la bocca ben disegnata e sensuale e il modo di muoversi quasi felino del suo corpo solido e ben modellato. A parte lei, Helen, qualunque altra ospite sarebbe stata felice di essere la sua compagna per quella notte, eppure lui sembrava solo.

    Per quello che ne sapeva Helen, aveva trentaquattro anni e non era mai stato sposato. Lo guardò corteggiare Jenny e un'altra ragazza. Niente di strano, pensò, se aveva deciso di restare libero: perché sposare una donna, quando se ne potevano avere cento, mille?

    «Ti diverti?»

    Helen alzò lo sguardo su Matthew Jarvis e gli sorrise.

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