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Lauren (eLit): eLit
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E-book216 pagine2 ore

Lauren (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Alle spalle ha due matrimoni disastrosi, e due obiettivi per il futuro: trovare un uomo di cui innamorarsi davvero e occuparsi dei cavalli, la sua vera passione. Così Lauren decide di abbandonare la carriera di attrice di Hollywood e tornare a Winding River approfittando dell'invito di Karen, una delle Calamity Janes. Il suo arrivo, però, viene intralciato da Wade Owens, il nuovo aiutante del ranch. Costretto suo malgrado a riconoscere il talento di quella donna, quando scopre che in realtà è una celebre diva si sente tradito e lascia il lavoro. Ma quando la rivede in sella a un cavallo, con i capelli al vento, capisce che sfuggire al proprio destino è inutile... Serie "Calamity Janes" - Vol. 5

LinguaItaliano
Data di uscita30 dic 2014
ISBN9788858932933
Lauren (eLit): eLit
Autore

Sherryl Woods

With her roots firmly planted in the South, Sherryl Woods has written many of her more than 100 books in that distinctive setting, whether in her home state of Virginia, her adopted state, Florida, or her much-adored South Carolina. Sherryl is best known for her ability to creating endearing small town communities and families. She is the New York Times and USA Today bestselling author of over 75 romances for Silhouette Desire and Special Edition.

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    Anteprima del libro

    Lauren (eLit) - Sherryl Woods

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Wrangling the Redhead

    Silhouette Special Edition

    © 2001 Sherryl Woods

    Traduzione di Daniela Mento

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-293-3

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Il chirurgo plastico, una celebrità a Hollywood, sembrava particolarmente soddisfatto della simulazione al computer con cui aveva dimostrato quanto potesse essere efficace un lifting alla pelle del viso.

    «Un piccolo taglio qui» aggiunse indicando il contorno degli occhi della famosa attrice che era venuta nel suo studio per consultarlo, «un altro qui» continuò indicandole il mento, «e la pelle risulterà più tirata e il suo aspetto più giovane. Le prometto dieci anni in meno dopo l’intervento.»

    Poco più di un’adolescente, insomma, pensò Lauren Winters. Sembrava che per una donna, e peggio ancora per un’attrice, perfino essere alla soglia dei trent’anni significasse la vecchiaia. Erano molte le sue colleghe nel mondo del cinema che ricorrevano al chirurgo plastico quando erano ancora ragazzine.

    Ma lei perché ci era andata? Non aveva la minima intenzione di cambiare genere e di dedicarsi ai film per ragazzi. Le andavano benissimo i ruoli di donna innamorata con cui aveva sbancato i botteghini di tutto il mondo. La commedia sentimentale era il genere che le si addiceva e che l’aveva fatta diventare una stella. Allora perché aveva sentito l’impulso di chiedere il consiglio di quell’artista del bisturi?

    Il suo secondo divorzio, rifletté. La colpa era tutta del senso di inadeguatezza, dell’infelicità e dell’autocommiserazione che erano seguiti al secondo fallimento amoroso della sua vita.

    Due divorzi erano pochi, secondo lo standard di Hollywood, ma per lei significavano il disastro. La gente non si sposava sei o sette volte di seguito nel piccolo paese del Wyoming in cui era nata e cresciuta. A Winding River ci si sposava per rimanere insieme tutta la vita e, ingenuamente, anche lei aveva creduto che sarebbe stato così, quando i suoi due mariti l’avevano portata all’altare.

    Benché il matrimonio dei suoi genitori non fosse stato felice, aveva sperato che la sua vita sentimentale sarebbe stato diversa. E dopo il primo, terribile errore, si era illusa che la seconda volta sarebbe potuta essere quella giusta.

    Non era stato così, accidenti a Steve! Non lo era stato per niente.

    La sua vita le era sembrata all’improvviso triste e vuota. Che cosa contava l’Oscar che aveva vinto? Era una donna insoddisfatta e infelice, che invidiava le commesse dei grandi magazzini che uscivano il sabato sera con il loro fidanzato e che sognavano dei bambini e una bella famiglia. Proprio come lei, ma loro avevano certamente molte più possibilità di realizzare quel sogno. Chi le avesse sposate, le avrebbe amate per quello che erano, non per la loro fama o il loro denaro.

    Lauren aveva guadagnato più soldi di quanti fosse mai riuscita a immaginare nei suoi sogni di bambina. Non sapeva più come spenderli, si era comperata tutto quello che aveva voluto e adesso non aveva più desideri. Non poteva nemmeno darne ai suoi genitori, che da lei non avrebbero accettato un centesimo. I loro rapporti non erano facili.

    Lauren aveva faticato parecchio a convincerli a vendere il loro ranch e a trasferirsi in Arizona, nella casa che aveva fatto costruire apposta per loro, eppure tutte le volte che telefonava a suo padre lo sentiva lamentarsi, come se gli avesse fatto un dispetto con quel regalo.

    Si sentiva infelice, eppure la sua fotografia appariva ogni settimana sulla copertina di un giornale diverso. In genere proprio il tipo di riviste che i suoi genitori o gli abitanti di Winding River non leggevano mai.

    Anche i suoi film non dovevano essere molto visti da quelle parti. La gente del Wyoming non andava spesso al cinema e, di solito, preferiva vedere un bel western piuttosto che una commedia sentimentale. I passatempi, al suo paese, non andavano mai oltre a un hamburger nella tavola calda di Stella o a quattro salti all’Heartbreak, il locale di Laramie dove si poteva ballare e conoscere qualcuno che veniva da fuori.

    Naturalmente tutti i suoi compaesani si dicevano orgogliosi di lei, quando tornava di tanto in tanto a casa. Ma Lauren aveva la netta impressione che sapessero solo in maniera molto generica che cosa facesse a Hollywood e fino a che punto fosse ricca e famosa.

    Nel mondo del cinema, avere successo significava soprattutto essere in grado di portare via la parte a un’attrice rivale. Lei ci era riuscita molte volte, ma senza la soddisfazione che sembravano provare le altre sue colleghe, che erano sempre a caccia di registi.

    Lei, invece, li trovava quasi tutti noiosi e non sopportava i giornalisti, che la assediavano, ma cui raramente concedeva un’intervista. Parlare di se stessa la imbarazzava. A Hollywood non era riuscita a farsi un amico o un’amica sinceri, in compenso molti la invidiavano e sarebbero stati felici se il suo prossimo film si fosse rivelato un fiasco.

    Non era quello l’ambiente in cui avrebbe voluto vivere per il resto della vita. A Winding River la gente era sincera. Non c’erano invidie, tutti erano pronti a darsi una mano, a rallegrarsi per il bene e a rattristarsi per il male che capitava agli altri. A Hollywood le sembrava di essere in esilio.

    Di tutti i personaggi che aveva recitato sullo schermo, nessuno le era piaciuto come la persona reale che era stata ai tempi della scuola: Lauren Winters, la studentessa modello, la ragazza di cui tutti si potevano fidare, l’amica del cuore.

    Dov’erano andati a finire quei giorni felici? Forse spariti nel nulla, da quando lei e quasi tutte le altre Calamity Janes erano partite per cercare fortuna? Gina era andata in Europa per studiare e diventare una grande cuoca, poi aveva aperto a New York un ristorante dove si ritrovavano tutte le celebrità. Emma si era trasferita a Denver ed era uno dei migliori avvocati d’America. Cassie viveva con suo figlio e Karen mandava avanti il suo ranch con il marito, poco lontano da Winding River.

    Se soltanto avesse potuto fare girare all’indietro le lancette dell’orologio e tornare a casa, essere di nuovo quella di una volta... Qualche giorno prima le era arrivato un invito dalla sua vecchia scuola, per la riunione annuale degli ex studenti. Non c’era mai andata negli ultimi dieci anni, ma stavolta aveva proprio voglia di rivedere le Calamity Janes e di parlare con loro dei vecchi tempi. Come sarebbe stato bello ritrovarsi, ricordare gli scherzi terribili che avevano giocato a tutti quanti!

    Cassie, Gina, Karen, Emma e Lauren, di nuovo insieme, come se quei lunghi anni non fossero mai trascorsi.

    Voleva ritrovare loro, ma soprattutto la vecchia Lauren di un tempo. Adesso che aveva realizzato i sogni per i quali era partita da Winding River, desiderava tornare alla realtà. E la realtà non era Hollywood. Non era il medico che aveva davanti, che le voleva togliere dieci anni con qualche colpo di bisturi e che avrebbe pagato profumatamente.

    «Allora, chiamiamo il mio assistente?»

    Lauren trasalì, sorpresa. «Il suo assistente? Perché?»

    Ovviamente non aveva sentito una parola di quello che lui aveva detto negli ultimi cinque minuti.

    «Per prenotare l’operazione, è naturale. Dovrò controllare la mia agenda, spostare qualcuno dei miei impegni. Lei non immagina nemmeno quanta gente voglia rifarsi il viso, di questi tempi.»

    «Lo immagino, invece» ribatté pensierosa.

    «Ho prenotazioni per mesi, ma per lei farò un’eccezione. La prossima settimana le andrebbe bene?» le propose, rivolgendole un sorriso impeccabile. Era convinto di farle un favore e pensava che sarebbe stata una grande pubblicità per lui avere anche Lauren Winters fra i suoi famosi clienti.

    «La settima prossima devo tornare a casa» gli rispose.

    «A casa?»

    «A Winding River, nel Wyoming. È lì che sono nata.»

    «Capisco. Allora possiamo rimandare alla settimana seguente.»

    «Direi che forse sarebbe meglio rimandare di molti anni.»

    «Molti anni? Signora Winters, il suo viso...»

    «Il mio viso mi piace così com’è.»

    Il chirurgo era esterrefatto. «Ma il suo pubblico, i produttori...»

    «A Winding River non ci sono produttori. La gente mi accetta come sono e i cavalli non badano all’età di chi portano in sella.»

    «Lei poi tornerà a Hollywood...»

    Sì, purtroppo sarebbe dovuta tornarci, pensò Lauren uscendo dallo studio del medico. Ma forse non ci sarebbe rimasta per sempre.

    1

    Anche quel lunedì sera le Calamity Janes si sarebbero riunite nella cucina di Karen per chiacchierare come ai vecchi tempi.

    Da quando Karen si era risposata, dopo la morte del primo marito, e si era trasferita nel ranch del suo nuovo compagno, Grady Blackhawk, ogni lunedì sera lei, Cassie, Gina ed Emma si ritrovavano insieme. Lauren, quando poteva, veniva da Hollywood per stare un po’ con loro.

    Erano passati circa due anni dalla riunione scolastica che aveva cambiato la loro vita. Cassie si era sposata con Cole Davis, il padre di suo figlio. Gina aveva venduto il suo ristorante a Manhattan e sposato Rafe, brillante avvocato di New York che si era trasferito a Winding River per starle vicino. Anche Emma aveva lasciato Denver per l’amore di Ford Hamilton, il proprietario e direttore del giornale locale e suo recente marito. Karen, rimasta vedova, aveva ritrovato la felicità accanto a Grady Blackhawk.

    Tutto sembrava cambiato per loro, ma non per Lauren.

    Il tempo passava e ancora lei non si decideva. Un film, poi un altro film, e doveva sempre essere l’ultimo. Non ne poteva più ma non era ancora riuscita a mettere la parola fine alla sua carriera d’attrice.

    Eppure in quei due anni si era sentita felice soltanto a Winding River. Dopo la morte di Caleb era rimasta a lungo vicina a Karen, che aveva aiutato a mandare avanti il ranch e, quando l’amica si era risposata, era stata spesso ospite nella nuova casa. Stare con loro, occuparsi dei cavalli la rendeva tranquilla e serena. Ripartiva per Hollywood ogni volta più triste di dover lasciare quel paradiso.

    Anche quel lunedì aveva viaggiato per ore, prima con il suo aereo personale e poi in auto da Winding River, pur di potere stare un po’ con le sue amiche.

    Quando parcheggiò l’auto davanti al ranch di Grady, le sembrò di essere davvero ritornata a casa.

    Scendendo dall’auto inspirò profondamente il profumo del vento che veniva dalle montagne. Come aveva potuto commettere la sciocchezza di andarsene?

    Stava per bussare alla porta della cucina di Karen, quando sentì giungere dall’interno le voci delle altre Calamity Janes, come loro cinque erano soprannominate ai tempi della scuola.

    «Non è felice. Vi ripeto che non lo è affatto. Conosco Lauren meglio di me stessa e se va avanti in questo modo finirà per ammalarsi. Non può continuare a vivere a Hollywood. È un posto che ormai detesta.»

    Era stata Karen a parlare. E aveva davvero ragione, nessuno la conosceva meglio di lei.

    Lauren entrò senza bussare.

    «Vi sorprendo ancora una volta a parlarmi alle spalle?» esordì lei, rimproverando le amiche.

    «Non stavo parlando alle tue spalle. Te l’ho detto un sacco di volte, anche in faccia. Non puoi continuare così.» Karen si alzò e l’abbracciò. «Sono stanca di ripetertelo.»

    «E allora perché non la smetti?»

    L’insistenza di Karen aveva finito per complicare la situazione, invece che facilitarla. A volte Lauren si chiedeva se non fosse troppo influenzata dalla sua amica.

    «Karen ti vuole bene. Come tutte noi» intervenne Emma.

    «Sappiamo che non sei felice a Hollywood. Allora perché non torni e basta?» aggiunse Gina.

    «Tanto sei sempre qui» concluse Cassie. «Non che ci dispiaccia, anzi. Ma è come se cercassi di tenere il piede in due staffe. Finirai per cadere da cavallo.»

    «Lauren non cadrebbe mai da cavallo» scherzò Karen. «Grady dice che nessuno sa stare in sella come lei, nemmeno un indiano. E mio marito se ne intende.»

    «Per forza. Lui è un indiano» borbottò Lauren, scocciata.

    «Siediti. Vuoi del caffè caldo? L’ho appena preparato. E qui ci sono i biscotti di Gina» le offrì la padrona di casa.

    «Il profumo si sentiva da fuori. Santo cielo, Gina! Faresti un successo a Los Angeles, vendendo biscotti come questi.»

    «Ho già fatto successo a New York e mi è bastato.»

    Nessuna di loro era stata più felice altrove che a Winding River. Solo quella consapevolezza sarebbe dovuta essere sufficiente per convincere Lauren che il suo posto era lì, a casa, non in California. Eppure esitava ancora.

    «Come vanno le cose a Hollywood?» le chiesero le amiche.

    «Come al solito. Una noia mortale.»

    «Se ti annoi tanto, perché non rimani un po’ con noi?» le propose Karen. «Sai che c’è sempre una camera per te, qui al ranch. Grady sarebbe felice se tu restassi.»

    Il marito di Karen era molto simpatico a Lauren, come del resto gli altri mariti delle Calamity Janes. Erano uomini che non la guardavano come se fosse un’apparizione divina. E lei non sopportava più di essere al centro dell’attenzione. Perfino se si fermava a fare benzina, in California, la gente si assiepava intorno alla sua auto e le chiedeva l’autografo. O se andava al supermercato o al cinema. Se entrava in un negozio tutti si voltavano verso di lei e continuavano a fissarla come se stessero assistendo a un film e non si trovassero in presenza di una persona reale. Qualcuno la chiamava per nome e le dava del tu, altri si comportavano come se la conoscessero da sempre e potessero permettersi qualunque confidenza.

    A volte, non riuscendo più a sopportare quello stato di isolamento, si mascherava da persona comune. Toglieva le lenti a contatto, copriva con un paio di occhiali i suoi

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