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Scommessa greca: Harmony Collezione
Scommessa greca: Harmony Collezione
Scommessa greca: Harmony Collezione
E-book176 pagine2 ore

Scommessa greca: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Centomila sterline...

I soldi non sono un problema per il magnate greco Dimitri Karegas. Il problema è lei, Jasmine Douglas, la sola che conosca l'abisso da cui è riuscito a fuggire. E adesso che è costretta a mettere all'asta la cosa più preziosa che possiede, lui è l'unico in grado di aiutarla.



Aggiudicata al migliore offerente!

Jasmine non è più la ragazza docile che ricorda, ma una donna che lo odia a morte, nonostante l'innegabile attrazione che li lega. Ora starà a lui riuscire a trasformare quella rabbia in bruciante passione in grado di riscaldare il suo letto.
LinguaItaliano
Data di uscita19 gen 2018
ISBN9788858976180
Scommessa greca: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Scommessa greca - Tara Pammi

    successivo.

    1

    «Ho una proposta per te, Jasmine, che ti permetterà di ripagare il debito di tuo fratello in un anno.»

    Nella morsa gelida della paura, Jasmine Douglas si sforzò di fissare i freddi occhi verdi di Noah King.

    L'orrenda realtà della sua vita l'aveva abituata a un certo tipo di proposta...

    I clienti del club di Noah, dove lavorava, erano convinti che il suo corpo poco vestito, che roteava intorno a un palo, fosse in vendita.

    Ma non lo era e non lo sarebbe mai stato.

    Aveva seppellito da poco suo fratello quando aveva scoperto gli ingenti debiti che aveva accumulato, proprio con Noah King, proprietario di tre casinò clandestini mascherati da night club e innumerevoli attività a dir poco illecite. Il disperato bisogno di ripagare quell'orribile personaggio e di sopravvivere la spingeva ogni sera a salire sul palco.

    Ma le parole di Noah le fecero gelare il sangue nelle vene. «Non ho saltato un solo pagamento, Noah» riuscì a dire.

    «Sì, ma sono gocce nel mare. E non hai nemmeno qualche proprietà da poter vendere.»

    Lei sentì la pelle bruciare, nel vasto e soffocante magazzino dove aveva sede il quartier generale dell'impero di Noah. Quella mattina presto, due ceffi si erano presentati a casa sua e molto educatamente l'avevano accompagnata lì, per incontrare il capo.

    Mentre il sudore freddo le correva lungo la schiena, Jasmine capì di essere stata un'idiota a pensare che Noah King potesse essere innocuo.

    «Quindi sono prigioniera?» gli chiese, prima di riuscire a frenare la lingua.

    Noah non fece una piega. Sbucciò un'arancia e gliene offrì un po'. «Fino a quando non troveremo una soluzione soddisfacente, sì.»

    Jasmine provò l'istinto di voltarsi e scappare. Niente l'avrebbe spaventata a morte più di quelle due parole... soluzione soddisfacente.

    Perché? Oh, cielo, perché Andrew non aveva pensato a che cosa avrebbe portato quel debito, un giorno? Come aveva potuto lasciarla sola a combattere contro quell'uomo pericoloso e spietato?

    Come aveva potuto, dopo tutte le promesse che le aveva fatto, lasciarla in una situazione ben peggiore di quella in cui si erano sempre dibattuti?

    Era in balia di quell'uomo da cinque anni, come una mosca nella tela del ragno, e più cercava di liberarsi, più restava invischiata.

    Sull'onda di quei pensieri, arrivò il senso di colpa. Rivide il viso di Andrew, i suoi occhi fervidi, la sua espressione dolce. Un nodo le strinse la gola.

    Un giorno o l'altro usciremo da questa fogna, Jas. Aspetta e vedrai. Ti tirerò fuori di qui.

    Suo fratello voleva solo darle il meglio, voleva solo cambiare la loro vita. Per anni si era preso cura di lei.

    Senza un'istruzione decente, caricato del peso di una madre alcolizzata e della responsabilità per Jas, non aveva trovato altro modo per uscire da quell'inferno che tentare la fortuna nella casa da gioco di Noah.

    Non era colpa sua se era rimasto ucciso in un incidente d'auto a soli ventinove anni. Non era colpa sua se tutte le persone sulle quali avevano contato li avevano delusi.

    E in quel momento, come se fosse una spina piantata nel cuore, un fantasma che aveva relegato in un angolo buio della coscienza, le tornò in mente Dimitri.

    Dimitri Karegas, figlioccio di Giannis Katrakis, magnate dell'industria dei tessuti e playboy di fama internazionale. Collezionista di costosi giocattoli come yacht, moto Bugatti e splendide donne.

    Dimitri, che era cresciuto con loro nelle strade malfamate di Londra, quando il padre era fallito; a cui Andrew aveva fatto da scudo contro la violenza dell'uomo, ormai alcolizzato. Dimitri, che Andrew aveva sempre trattato come un fratello. Dimitri, che si era rifiutato di aiutare un vecchio amico nei guai, mentre lui viveva come un nababbo. Dimitri, che al funerale di Andrew, offrendole dei soldi, l'aveva guardata con tanto freddo distacco che lei aveva rifiutato.

    Dimitri, di cui Jas aveva seguito la scalata al successo, con una specie di ossessione.

    Pensare ad Andrew la indeboliva. Pensare all'uomo che forse avrebbe potuto salvarlo era di sicuro un inutile spreco di energie.

    Le sembrava di aver ingoiato una manciata di schegge di vetro. «Quanto devo?»

    «Trentamila sterline. Andando avanti così ti ci vorrebbero almeno dieci anni per estinguere il debito. Ma se aggiungi al menu qualcosa di più... personale, potresti farcela. Hai un grande successo, Jasmine, e ho ricevuto offerte su offerte...»

    Le parole di Noah le arrivarono come un'eco lontana, come se stesse accadendo a qualcun altro, come se la sua mente si rifiutasse di assorbirle. Un sudore gelido le imperlò la fronte. Il pesante odore di chiuso che impregnava il magazzino le toglieva il fiato.

    Poteva solo pensare che si trovava a un passo dal vendere se stessa. Era questo che Noah aveva deciso per lei, e se non ne fosse uscita subito, non sarebbe mai più riuscita a farlo.

    Ma come? Le bruciavano i polmoni per lo sforzo di respirare e le tremavano le ginocchia.

    «... e a meno che qualcuno non si offra di accollarsi il tuo debito, non hai nessuna speranza.»

    Era così. Le serviva qualcuno che pagasse il suo debito, che la comprasse da Noah.

    E quel qualcuno poteva essere solo Dimitri.

    No, si ribellò la sua parte orgogliosa. Se gli avesse chiesto aiuto, lui avrebbe saputo com'era caduta in basso. Lui avrebbe...

    Meglio vendersi a un diavolo conosciuto che a un estraneo, le ricordò la sua parte razionale.

    Ma nemmeno Dimitri con tutto il suo potere avrebbe potuto toglierla facilmente dalle grinfie di Noah King. Non dopo aver voltato le spalle a quella vita e a tutto ciò che comportava. Non quando era diventato un debosciato, che passava le giornate a gingillarsi sul suo yacht e le notti con donne pronte a fare qualunque cosa volesse.

    Jasmine doveva lanciargli un'esca, sperando che abboccasse all'amo. Non osava pensare alle conseguenze, se lui non l'avesse fatto.

    Le tornò in mente un trafiletto che aveva letto sul giornale, qualche giorno prima. A quel punto non le rimaneva nulla da perdere e aveva tutto da guadagnare.

    «Metto all'asta la mia verginità.» Quelle parole le bruciarono le labbra. «Dammi la possibilità di saldarti il debito in una volta.»

    Un silenzio assordante riempì lo stanzone. Sentiva dieci paia di occhi fissi su di lei. Sostenne lo sguardo di Noah, grata che almeno nel suo non ci fosse la lascivia di cui era solitamente bersaglio.

    Ma Noah era un uomo d'affari. La sua silenziosa occhiata d'apprezzamento le diede qualche speranza. Aspettò la risposta trattenendo il respiro.

    «Tu pensi che qualcuno ti comprerebbe?» le chiese con un lampo negli occhi. Jasmine si sentì sollevata. Se non altro aveva attirato la sua attenzione.

    «Sì» disse lei, cercando di mostrarsi fiduciosa. «Dammi una settimana» aggiunse, disperata.

    «Tre giorni» rispose Noah, alla fine.

    Un cenno della testa e uno dei suoi scagnozzi la riportò nella stanza in cui era stata rinchiusa.

    Jasmine cominciò a tremare dalla testa ai piedi, ma non poteva lasciarsi andare proprio ora. Accese il cellulare e selezionò il contatto che non aveva mai cancellato. Erano passati anni e probabilmente quel numero non era più attivo.

    O forse non le avrebbe risposto comunque.

    Ricacciò le lacrime. Deve funzionare!

    Cancellò e riscrisse il testo più volte con le dita tremanti e un nodo allo stomaco. Poi premette Invia e si accasciò sul pavimento.

    Mentre infilava la camicia sgualcita, Dimitri Karegas lanciò un'occhiata alla bionda, stesa in posa provocante tra le sue lenzuola.

    «Torna a letto, caro...» miagolò.

    Negli ultimi mesi aveva lavorato come un pazzo, cercando di rimediare ai danni che il suo socio e amico, Stavros, aveva causato alle azioni della Katrakis Textiles con il suo strano comportamento. In aggiunta, era finalmente riuscito ad acquistare un night club al quale faceva la posta da tempo.

    All'inaugurazione del locale aveva conosciuto la bionda. Il suo nuovo giocattolo.

    Era disponibile, sfrenata e aveva una lingua tagliente... tutto quello che gli piaceva in una donna. Ma soprattutto, non riempiva il silenzio con chiacchiere inutili e non faceva accenni a una possibile relazione.

    Quando la bionda si tirò su appoggiandosi ai cuscini, il lenzuolo scivolò scoprendole una coscia. Dimitri provò un vago accenno di eccitazione, come uno squalo che avesse sentito l'odore del sangue.

    Nient'altro. Com'era accaduto molto spesso, negli ultimi dieci anni.

    Lavorava, collezionava costosissimi giocattoli e dormiva con belle donne, ma questo gli procurava solo reazioni effimere. Era come se galleggiasse sulla sua vita, incapace di scendere oltre la superficie.

    Era come se tutto ciò che si era spento in lui negli anni in cui aveva vissuto alla giornata non potesse più essere riacceso.

    Anche aiutare Anya, che era diventata un'amica, era stato solo il frammento di un'altra vita. Quella in cui una notte aveva salvato sua madre.

    Una risata squillante lo strappò dalle sue fastidiose elucubrazioni. Ah, già! Leah e Stavros si erano autoinvitati a pranzo sul suo yacht.

    Dimitri si guardò intorno, trovò i jeans e li infilò.

    Gli era sempre piaciuta la nipote del suo padrino. Quando Leah e Stavros si erano finalmente messi insieme, Dimitri era stato molto contento, anche perché i drammi che avevano vissuto prima di prendere quella decisione avevano rischiato di far colare a picco la Katrakis Textiles. Ultimamente, però, si sentiva a disagio, in loro compagnia.

    Sapeva benissimo da dove veniva quel disagio, ma non l'avrebbe ammesso per nessuna ragione al mondo. E avrebbe ignorato anche l'immancabile sguardo di disapprovazione di Stavros.

    Dimitri aveva solo tre anni meno di lui, ma Stavros continuava a trattarlo come il teppista sedicenne che Giannis, il loro padrino, aveva accolto nella sua casa.

    «Sbrigati ad andare» disse alla bionda, uscendo.

    Non appena mise piede sul ponte, Leah corse ad abbracciarlo. «È bello vederti, Dimitri!»

    Il familiare contatto con quel corpo snello gli procurò un brivido scioccante, come se si fosse aperta una voragine di emozioni nel vuoto che albergava dentro di lui. Il suo viso doveva averlo tradito, perché Stavros lo fissò in modo strano.

    Da quando Stavros si era arreso all'immenso amore che provava per Leah, sapeva quanto Dimitri si sentisse vuoto.

    «Ti preferivo prima...» borbottò Dimitri.

    Leah li guardò, confusa. «Cosa...?»

    «Niente...» le rispose Stavros.

    Dimitri sentì sciogliersi la tensione ed entrò nella modalità playboy impenitente, che gli era abituale.

    Fece accomodare Leah e ordinò di servire il pranzo. «Cosa vi ha spinti a lasciare il nido d'amore, una settimana prima del matrimonio?» si informò.

    Leah sospirò. «Vorrei che mi portassi all'altare. Giannis non c'è più e tu significhi tanto per me.»

    «Quante altre volte dovrò portarti all'altare?» scherzò Dimitri, felice che glielo avesse chiesto.

    Leah guardò Stavros con occhi adoranti e intrecciò le dita con le sue. «Solo questa.»

    Dopo una vita di doveri e rigide regole, Stavros aveva finalmente trovato la felicità con Leah.

    Ma... era una punta d'invidia, quella?

    Dimitri sostenne lo sguardo del suo amico. Per nessuna ragione avrebbe lasciato trapelare ciò che provava. «Ne sarò felice, Leah.»

    Un trillo gli annunciò l'arrivo di un SMS. Guardò lo strano numero sul display e aprì il messaggio.

    Ho bisogno di aiuto, Dimitri. Parla con Noah. Fallo per Andrew.

    Un brivido gelido gli corse lungo la spina dorsale.

    Immagini e sensazioni lo assalirono con ferocia... la rabbia di suo padre ubriaco, il viso stanco di sua madre, il proprio senso d'impotenza, vicoli fetidi con cassonetti ricolmi di spazzatura, scazzottate e nasi rotti, i singhiozzi tra le braccia di Andrew che lo teneva stretto e una ragazzina con gli occhi enormi, due laghi scuri sul visino ovale...

    Jasmine...

    Maledizione, è di Jasmine...

    La fitta allo stomaco fu così acuta e improvvisa che Dimitri si alzò soffocando un gemito, attanagliato da una violenta emozione che non provava da anni.

    Noah... Noah King... L'uomo che regnava sulla malavita di Londra, gestendo un vero impero di malaffare. Usura, estorsioni, droga, night club, prostitute, protettori... Non c'era uno sporco affare in cui Noah King non avesse le mani in pasta.

    E Jasmine c'era cascata in mezzo.

    Una mano morbida gli si posò sul braccio, strappandolo da quell'incubo a occhi aperti. Leah lo fissava con un'aria scioccata.

    Stavros si avvicinò, guardandolo preoccupato. «Dimitri, di chi è quel messaggio?»

    «Jasmine.» Solo pronunciare quel nome gli fece accelerare il cuore. Come se stesse riaprendo una porta che aveva chiuso sulla notte più terribile della sua vita. Come se il vuoto che aveva dentro fosse stato invaso da una spirale di emozioni impazzite.

    «La sorella di Andrew?» Stavros capì al volo.

    «Sì, è nei guai» disse, rastrellandosi furiosamente i capelli con una mano. Aveva un disperato bisogno di fracassare

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