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Matrimonio a ogni costo: Harmony Collezione
Matrimonio a ogni costo: Harmony Collezione
Matrimonio a ogni costo: Harmony Collezione
E-book151 pagine2 ore

Matrimonio a ogni costo: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Per impedire che la vita di sua sorella sia rovinata da uno scandalo mediatico, il milionario Raffaele di Mancini è costretto a sposare l'esuberante Vivi Mardas. Peccato, però, che lei sia di tutt'altro parere: davanti al suo categorico rifiuto, Raffaele rimane attonito. Possibile che qualcuno - soprattutto una donna - sia in grado di dirgli di no?

Il carismatico tycoon ha intenzione di far valere le proprie ragioni, anche a costo di sfruttare a suo vantaggio l'attrazione che c'è tra loro. Vivi sarà sua, in un modo o nell'altro, e dopo una notte di fuoco lui sa di avere vinto la battaglia. E il cuore di Vivi.
LinguaItaliano
Data di uscita19 giu 2020
ISBN9788830516113
Matrimonio a ogni costo: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Matrimonio a ogni costo - Lynne Graham

    successivo.

    1

    Stamboulas Fotakis era di pessimo umore mentre studiava il dossier che aveva davanti a sé sulla scrivania. Accanto ce n'era un altro relativo a Raffaele di Mancini.

    Raffaele di Mancini era la bestia nera di sua nipote Vivi, l'uomo che le aveva fatto del male senza alcun motivo.

    Un altro bastardo, pensò irritato aprendo il faldone e osservando il profilo perfettamente cesellato della sua vittima.

    Be', aveva già risolto i problemi di Winnie, un'altra sua nipote, anche se non con gli esiti che si era aspettato dal momento che aveva deciso di restare sposata con il padre di suo figlio.

    Vivi aveva un temperamento focoso e sarebbe stata di certo meno docile di sua sorella. Avevano avuto un'accesa discussione durante la festa per i suoi settantacinque anni, una novità assoluta per lui.

    Essendo un uomo ricco e influente era abituato a gente che faceva esattamente quello che diceva e ordinava. Ma non Vivi, che invece non aveva paura di suo nonno e che non si faceva problemi a esprimere la sua opinione. E suo malgrado lui la rispettava per quella forza di carattere.

    Per sua fortuna Vivi detestava Raffaele di Mancini per il modo in cui aveva distrutto la sua vita. Due anni prima aveva rovinato la sua reputazione per tutelare quella della sua sorellina volubile coinvolta nello stesso scandalo.

    Vivi era stata accusata non solo di essere una prostituta, ma anche di avere indotto Arianna a spogliarsi davanti a una telecamera e a proporsi come escort presso una finta agenzia di modelle.

    No, era pressoché impossibile che Vivi s'innamorasse di Raffaele di Mancini, tuttavia, tra i tre potenziali mariti che aveva selezionato per salvare la reputazione di sua nipote, questo era innegabilmente il più pericoloso e misterioso.

    Raffaele, banchiere milionario e noto filantropo, discendeva da una famiglia aristocratica che risaliva addirittura al X secolo. Aveva la fama di essere un genio della finanza e conduceva una vita discreta. Non era mai in cerca di pubblicità.

    Tutto questo rendeva ancora più difficile capire il motivo per cui di Mancini era venuto meno alla sua rinomata discrezione per accusare Vivi di essere una escort senza avere la benché minima prova.

    Con ogni probabilità aveva voluto proteggere sua sorella Arianna dalla trappola in cui erano ingenuamente incappate le due giovani ragazze.

    Ma che importanza aveva ormai, quando il danno era stato fatto?, si chiese Stam. Il problema era che di Mancini era troppo intelligente per essere incastrato con i soliti sistemi e troppo ricco e virtuoso per essere ricattato.

    Ecco perché si era visto costretto a escogitare un altro mezzo di persuasione che disprezzava con tutto se stesso, specialmente dal momento che il file rivelava che di Mancini aveva trascorso anni a proteggere la sorella ribelle dai suoi errori e dalle inevitabili conseguenze.

    Era encomiabile che si fosse dato così da fare per una ragazza che era soltanto la sua sorellastra, nonché la figlia di una matrigna tossicodipendente.

    A ogni modo, quell'uomo si meritava di pagare per quello che aveva fatto alla povera Vivi, rifletté con determinazione.

    Raffaele di Mancini era a disagio. Non sapeva perché, cosa che lo innervosiva. Inoltre non c'era niente che non andasse nel suo mondo. La sua vita procedeva come una macchina da guerra fin dal momento in cui si svegliava al mattino, alle sei, a quello in cui andava a dormire nel suo letto con le lenzuola di seta.

    Era tutto tranquillo anche all'interno della famiglia. Sua sorella Arianna, per anni fonte di preoccupazione, si era calmata ed era sul punto di convolare a nozze con un uomo rispettabile con il quale conviveva a Firenze. Insomma, non aveva preoccupazioni o problemi da affrontare e gestire.

    Si trovava a Londra per una conferenza ed era rimasto sorpreso di essere stato invitato a un incontro con Stamboulas Fotakis nella sua residenza londinese.

    Fotakis era uno degli uomini più ricchi del mondo, tuttavia non lo aveva mai conosciuto di persona ed era curioso di scoprire il motivo di quell'invito e di trovarsi faccia a faccia con un uomo su cui erano stati scritti tanti articoli e libri. E anche se metà di quelle storie era falsa, ciò che rimaneva faceva di Stamboulas Fotakis una leggenda.

    Raffaele si passò impaziente le dita nei suoi folti capelli neri e controllò l'ora sul suo orologio d'oro. Aspettare era una novità. Era cresciuto convinto che la buona educazione fosse parte integrante di una pratica corretta negli affari. Aggrottò la fronte, gli occhi scuri colmi d'irritazione. Fotakis era in ritardo e lui era già pronto a tornarsene a casa, stanco dopo una giornata passata a rispondere a stupide domande e a socializzare.

    Aveva davvero un grado di tolleranza molto basso per gli sciocchi.

    Definito un genio, era una persona impaziente, estremamente organizzata e felice solo quando riusciva a seguire un programma preciso e dettagliato.

    Una bellissima bionda lo raggiunse nella sala d'attesa e lo accompagnò a un ascensore, cercando di conversare e flirtare al contempo con lui.

    Esasperato da tutto quello sbattere di ciglia e sguardi ammiccanti, Raffaele si irrigidì comportandosi più come un uomo pronto a schiacciare una mosca. Le donne lo assillavano di continuo e la cosa lo irritava. Se quell'assistente personale avesse lavorato per lui l'avrebbe licenziata subito.

    Nella sua vita le donne avevano il loro posto. Raffaele aveva gli stessi impulsi sessuali dei trentenni suoi coetanei, tuttavia era più discreto della maggior parte dei suoi colleghi maschi. Sceglieva le sue amanti con attenzione e nessuna delle sue relazioni durava più di qualche settimana. E c'era un buon motivo. Aveva ormai capito che più tempo trascorreva con una donna più questa diventava appiccicosa, ambiziosa e indiscreta. E siccome non aveva alcuna intenzione di sposarsi prima dei quaranta si godeva il sesso senza complicazioni.

    Raffaele fu fatto accomodare in un ufficio tutto rivestito di legno dall'aspetto vittoriano.

    Un'altra porta si aprì e un uomo con la barba e i capelli bianchi entrò. Si avvicinò alla scrivania e subito sollevò una cartelletta porgendogliela.

    «Signor di Mancini» esordì Stam Fotakis.

    «Signor Fotakis» rispose Raffaele, sconcertato da quella mancanza di convenevoli, benché avesse davvero poco tempo da perdere. Prese il documento e si accomodò sulla sedia che gli venne indicata.

    «Mi dica cosa ne pensa» lo invitò Stam.

    Raffaele scorse lentamente il file dettagliato con un crescente senso di orrore nel trovarsi davanti tutti gli errori commessi da Arianna. Deglutì sbalordito per quel dossier sulle passate attività di sua sorella.

    «Cos'ha intenzione di fare con queste informazioni?» gli chiese con il tono più civile possibile perché era davvero arrabbiato e la collera era un'emozione che sperimentava raramente, tuttavia sapeva bene che doveva controllarsi.

    «Questo dipende da lei. Verranno passate alla stampa solo se mi scontenterà» ribatté tranquillo Stam.

    «Questa è una minaccia inaccettabile. Non mi pare che mia sorella le abbia mai fatto alcun male.»

    «Mi permetta di spiegarle la connessione» gli disse gelido Stam. «È la storia di due giovani donne, una nata in un contesto privilegiato e di grande ricchezza... sua sorella.»

    «E l'altra?» lo sollecitò lui impaziente.

    «L'altra nata in circostanze molto diverse, cresciuta senza alcun vantaggio, tuttavia grande lavoratrice, educata e rispettabile... mia nipote.»

    «Sua nipote?» ripeté Raffaele, cercando freneticamente di elaborare cosa potesse volere da lui Stam Fotakis da minacciarlo in quel modo.

    «Vivien Mardas, meglio conosciuta come Vivi. Per qualche tempo lei è stata amica di sua sorella.»

    Raffaele si irrigidì. «Me la ricordo. È un membro della sua famiglia?»

    «Sì» rispose Stam altrettanto rigido. «E sono molto protettivo nei confronti di mia nipote come lo è lei con sua sorella, pertanto determinato a correggere le ingiustizie che ha subito.»

    Lui rimase in silenzio, anche se dentro di sé ribolliva di rabbia. Quando l'aveva conosciuta, Vivi non sapeva di avere un nonno ricco e potente. Evidentemente, dopo quella scoperta, aveva mentito sulla parte meno rispettabile del suo passato nel tentativo di coprirla.

    «Ingiustizie?»

    «Ha rovinato la sua reputazione definendola una prostituta. Quella storia è ancora disponibile online per chiunque ne sia interessato. Da allora Vivi non è più riuscita a trovare un lavoro all'altezza delle sue abilità e competenze. Ha sofferto moltissimo, i suoi amici le hanno voltato le spalle ed è stata obbligata a cambiare cognome per nascondere quell'imbarazzante passato. Adesso è conosciuta come Vivien Fox.»

    Raffaele annuì. Quella storia strappalacrime sulle sofferenze di Vivi non lo aveva colpito per nulla. Ovviamente lui non era un vecchio nonno disposto a credere soltanto il meglio della nipote, ragionò. Lui era un uomo freddo, logico, critico e sospettoso, specialmente quando si trattava dell'innocenza di una donna. Doveva ancora conoscerne una davvero innocente.

    In effetti ricordava Vivi molto bene. Capelli setosi che brillavano come il rame alla luce del sole. Era alta, bella e naturalmente elegante qualunque cosa indossasse, persino i jeans. Pelle di porcellana e occhi di un blu acceso che somigliavano a un cielo italiano estivo.

    E rammentava altrettanto bene quanto fosse stato prossimo a soccombere alla sua furbizia, benché non avesse nulla di ciò che si aspettava e che gli piaceva in una donna. Era riuscito a scappare e non si pentiva minimamente di ciò che aveva detto e che poteva aver offeso Stam Fotakis.

    Ma a quanto pareva, il fatto di averlo offeso avrebbe potuto danneggiare la sua sorellina. Ed era quello che sarebbe successo ad Arianna se quel dossier fosse stato consegnato alla stampa perché la famiglia del suo fidanzato era molto convenzionale e avrebbe fatto pressione affinché la lasciasse, al che Arianna avrebbe ripreso a comportarsi in maniera imprevedibile.

    «Non capisco cosa vuole da me, tuttavia non posso credere che voglia fare del male a un'altra donna innocente. Arianna è nata con seri problemi.»

    Stam sollevò una mano per interromperlo. «So che è nata assuefatta alla droga e che non sa controllare i suoi impulsi. So anche che non è particolarmente brillante e che si fida troppo degli sconosciuti, ma non è una mia responsabilità, bensì sua» puntualizzò. «Come risarcimento voglio che sposi Vivi e che le dia il suo illustre cognome.»

    «Sposarla?» esclamò lui incredulo prima di serrare la mascella e ricacciare indietro un commento poco adeguato riguardo alla tanta declamata innocenza di sua nipote.

    «È più che sufficiente la cerimonia e un'adeguata pubblicità per garantirle il suo posto in società» continuò Stam in tono piatto, come se stesse parlando del tempo. «Non voglio altro. Vi separerete il giorno stesso delle nozze cui seguirà il divorzio. Non sarà necessario alcun accordo finanziario. Mi pare una richiesta modesta.»

    «Modesta?» sbottò Raffaele sempre più basito.

    «Sì. Dovrebbe essermi grato che l'uso temporaneo del suo cognome è tutto quello che chiedo in cambio di quel dossier, che avrebbe effetti catastrofici sui progetti

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