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La maschera del playboy: Harmony Collezione
La maschera del playboy: Harmony Collezione
La maschera del playboy: Harmony Collezione
E-book172 pagine2 ore

La maschera del playboy: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Seduto al tavolo da gioco del Q Virtus, Narciso Valentino ha finalmente la possibilità di distruggere una volta e per tutte il suo nemico di sempre, ma gli basta uno sguardo alle generose curve della hostess che è stata incaricata di provvedere a ogni sua esigenza per decidere che quella sera si dedicherà a un altro tipo di soddisfazione...

Ruby Trevelli ha viaggiato per mezzo mondo per convincere Narciso a corrisponderle la somma che le deve, non per donargli il proprio corpo. Tuttavia, quando scopre l'uomo tormentato e dal cuore generoso che si nasconde dietro la maschera dell'indolente playboy si trova a dover combattere contro una tentazione per lei sconosciuta.

Miniserie "Q Virtus" - Vol. 1/3
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2016
ISBN9788858947395
La maschera del playboy: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La maschera del playboy - Maya Blake

    successivo.

    1

    New York

    Narciso Valentino fissò incerto la scatola che gli era appena stata consegnata. Larga e piatta, di pelle, bordata da una cordicella di velluto, era chiusa con una borchia di oro puro a forma di ferro di cavallo.

    Di solito guardandola avrebbe provato piacere, e un senso di anticipazione. Purtroppo la noia che sembrava aver assunto residenza stabile nella sua esistenza ormai da un mese, cioè da quando aveva compiuto trent'anni, pareva averlo privato della capacità di gioire.

    Lucia, l'ultima in ordine cronologico delle sue amanti, lo aveva accusato di essersi trasformato in un tedioso uomo di mezz'età prima di uscire teatralmente dalla sua vita due settimane prima.

    Un sorriso gli incurvò le labbra. Aveva festeggiato la fine della loro storia con un weekend ad Aspen in compagnia di amici, tutti maschi, e si era concesso una piccola consolazione con un'istruttrice di sci norvegese molto entusiasta e disponibile.

    La noia però era tornata troppo presto.

    Si alzò dalla poltrona posta dietro la scrivania e si avvicinò alla finestra dell'ufficio che offriva una vista spettacolare di New York.

    Una città che in parte gli apparteneva, pensò.

    Il denaro era sexy. Il denaro era sinonimo di potere. E L'Alchimista di Wall Street, come i giornalisti amavano definirlo, si era meritato la sua fetta di sesso e di potere.

    L'opportunità di godere di due delle sue cose preferite adesso era contenuta nella scatola che era appoggiata sulla scrivania.

    Una scatola che però era ancora chiusa dopo un'ora dalla sua consegna.

    Scosse la testa, tornò a sedersi e sganciò la borchia.

    La maschera che risplendeva sul fondo di velluto nero era davvero splendida. D'argento con bordature di onice, tempestata di cristalli Swarovski, perfetta nei dettagli e nel complicato disegno, era opera di una mano attenta e diligente. Lui valutava molto l'attenzione e la diligenza. Erano le due qualità che lo avevano reso un milionario a diciotto anni, e multimilionario a venticinque.

    Grazie alla sua enorme ricchezza, aveva ottenuto l'ammissione al Q Virtus, il club per gentiluomini più esclusivo del mondo, la cui riunione trimestrale era il motivo dell'invio della maschera.

    Sollevò la maschera, ne esaminò l'interno di velluto che conteneva il microchip di sicurezza e dove era inciso il suo soprannome, L'Alchimista, e il luogo dove si sarebbe svolta la riunione, il Q Virtus di Macao.

    Fece scorrere le dita sulla lucida superficie, sperando di provare un minimo di eccitazione.

    Nulla. Sospirando, rimise la maschera al suo posto e spostò l'attenzione sul secondo oggetto contenuto nella scatola.

    La lista.

    Zeus, lo pseudonimo che usava il capo del circolo, forniva sempre una lista di chi avrebbe aderito alla riunione. Lui aveva scelto di non intervenire alle ultime due poiché aveva già concluso affari milionari con la maggior parte dei più importanti partecipanti.

    Distrattamente scorse l'elenco con lo sguardo e arrivato al quarto nome finalmente avvertì l'eccitazione, anche se di un tipo diverso, pericoloso.

    Giacomo Valentino... Caro papà. Il fattore decisivo di scelta.

    Rimise la lista nella scatola e accese il computer per poi richiamare la cartella che conteneva le informazioni su suo padre. Il rapporto che l'investigatore privato gli inviava regolarmente ogni settimana affermava che il vecchio si era già abbastanza ripreso dopo il colpo che lui gli aveva sferrato tre mesi prima.

    Ripreso abbastanza, ma non del tutto. Svelto, cominciò a esaminare i resoconti degli ultimi investimenti finanziari fatti da suo padre. Certo, non s'illudeva di avere in quel modo un vantaggio, sapeva che il vecchio seguiva nello stesso modo gli andamenti della sua carriera. D'altra parte, la partita non sarebbe stata tanto interessante se i benefici fossero stati destinati a uno solo dei giocatori, decise. Tuttavia non poteva negare di essere molto soddisfatto per aver vinto le ultime tre mani.

    Spense il computer, ripose la maschera in cassaforte e indossò la giacca. Avrebbe comunicato la sua adesione a Zeus più tardi quella stessa mattina, pensò, non appena avesse approntato un piano per mettere in ginocchio suo padre, e questa volta per sempre.

    Internet era un luogo insidioso, ragionò Ruby Trevelli mentre, seduta sul divano, fissava il monitor del laptop che aveva in grembo. Ma era anche uno strumento essenziale per rintracciare un maledetto figlio di buona donna. Che fosse costretta a cercare online una soluzione al suo problema la irritava e frustrava in ugual maniera, poiché era uno dei suoi punti fermi evitare di avere qualsiasi cosa a che fare con i social media. L'unica volta che aveva stupidamente inserito il suo nome in un motore di ricerca, il volume di false informazioni sul suo conto che aveva reperito l'aveva distolta dal riprovarci di nuovo.

    E aveva scoperto anche abbastanza sul conto dei suoi genitori da segnarla a vita, se non fosse stata già segnata.

    Quella sera però non aveva scelta, perché nonostante le decine di telefonate, ogni suo tentativo di parlare con un dirigente della Narciso Media Corporation era fallito miseramente. Diavolo, aveva già sprecato un'ora del suo tempo solo per capire che il proprietario della NMC era un plurimilionario trentenne che si chiamava Narciso Valentino.

    Scosse la testa. Che razza di persone potevano imporre al proprio figlio un nome come Narciso?, si chiese. Era come invitare bande di bulletti a infierire sul povero bambino. D'altro canto, un nome così bizzarro aveva favorito la sua ricerca.

    Però... Però le pagine da esaminare erano davvero centinaia. Rifiutando di accettare l'impossibilità di trovare una soluzione per la sua precaria situazione finanziaria, digitò la successiva domanda.

    Dove sarà Narciso Valentino stasera?

    Il motore di ricerca le fornì immediatamente la home page di una popolare rivista scandalistica, una che lei aveva incrociato sulla sua strada già quando, a dieci anni, aveva ricevuto in dono il suo primo computer e aveva visto le foto dei suoi genitori in prima pagina. Nei quattordici anni che erano passati da allora, aveva evitato accuratamente di leggere quel periodico, così come adesso evitava accuratamente i suoi genitori.

    Incredibile quanto fosse stato facile trovarlo, ragionò qualche secondo dopo, leggendo la lista di celebrità che annunciavano tranquillamente i loro spostamenti per la serata. Accanto al nome di Narciso Valentino era indicato quello di un locale notturno cubano situato a Manhattan, il Riga.

    Lanciò uno sguardo all'orologio appeso alla parete. Sbrigandosi, poteva essere lì entro un'ora, pensò, il cuore che le martellava nel petto. Detestava i confronti almeno quanto i suoi genitori li adoravano, ma dopo settimane trascorse a caccia di una soluzione, non le restava davvero altra scelta.

    Lei aveva usato tutti i suoi risparmi, e contato sul premio vinto partecipando a un reality show prodotto dalla NMC, per mettere insieme la somma necessaria a entrare in società con Simon Whittaker e aprire un ristorante, il Dolce Italia. Ma ora il suo sodalizio con Simon, proprietario del venticinque per cento dell'attività, apparteneva al passato.

    Strinse i pugni ricordando il loro ultimo, sgradevole litigio. Scoprire che l'uomo per cui aveva iniziato a provare profondi sentimenti era già sposato con un figlio in arrivo era stato di per sé abbastanza sconvolgente, ma poi Simon aveva tentato di convincerla ad andare a letto con lui nonostante il fatto che avesse una moglie. Lui si era limitato a sorridere per la sua reazione indignata ma lei, grazie all'esempio dei suoi genitori, conosceva bene le conseguenze dell'infedeltà e lo aveva tagliato fuori dalla sua vita senza alcuna esitazione.

    Naturalmente, questo significava che il peso economico per il Dolce Italia adesso ricadeva solo sulle sue spalle. Da qui la sua necessità di contattare Narciso Valentino. Doveva costringerlo a onorare la promessa fatta dalla sua azienda.

    In fin dei conti, un contratto era un contratto...

    Una limousine nera e scintillante stava parcheggiando davanti al club quando infine Ruby svoltò l'angolo, dopo un tragitto in metropolitana durato il doppio del tempo previsto a causa del ritardo del treno.

    In bilico sui sandali dal tacco altissimo, lanciò uno sguardo all'orologio che portava al polso e si affrettò verso l'ingresso del Riga.

    Mentre camminava a testa bassa per scansare le pozzanghere lasciate da uno degli improvvisi acquazzoni tipici del mese di aprile, una risata maschile attrasse la sua attenzione.

    Un buttafuori grande e grosso aveva rimosso il cordone rosso per far passare due uomini, entrambi molto alti, che erano usciti dalla sala Vip in compagnia di un paio di donne stupende. Il primo uomo era abbastanza bello da meritarsi un secondo sguardo, ma fu il secondo a lasciarla addirittura senza fiato.

    Capelli neri come l'ala di un corvo, ondulati sulla nuca e tanto lunghi da sfiorare il colletto della camicia. Sopracciglia arcuate, naso dritto e labbra piene che promettevano un tipo di piacere peccaminoso, o almeno quello che lei immaginava fosse un piacere peccaminoso.

    E a giudicare dall'espressione determinata dipinta sul suo viso, quel tizio era abituato a onorare sempre le sue promesse.

    «Ehi, signorina. Pensa di entrare, o preferisce trascorrere la serata lì dov'è?»

    La domanda del buttafuori la sottrasse alla sua contemplazione, ma solo per pochi istanti. Subito si girò per guardare di nuovo l'uomo, che ormai si stava allontanando permettendole soltanto un'ultima occhiata al suo profilo perfetto.

    La bocca improvvisamente arsa, Ruby si strinse nel soprabito come per sedare i brividi che le correvano lungo la schiena, e lo seguì con lo sguardo.

    La sventola bionda al suo fianco gli rivolse un brillante sorriso. L'uomo spostò la mano che fino ad allora le aveva appoggiato sulla schiena verso le natiche, ne palpeggiò una, poi la aiutò a salire nella limousine. Prese posto a sua volta, aspettò che l'altra coppia li raggiungesse e un secondo dopo la berlina si avviò lungo la strada.

    Anche quando la lussuosa vettura fu inghiottita dal traffico serale, Ruby rimase a fissare a lungo il punto in cui era sparita, preda della sgradevole sensazione di essere arrivata troppo tardi.

    «Mi scusi, potrebbe dirmi chi è il tizio che è salito per primo nella limousine?» chiese al buttafuori.

    Il gorilla le scoccò un'occhiata incredula.

    «Certo, ovviamente non può dirmelo» riprese lei. «Rispettiamo la privacy dei ricchi, giusto?»

    «Giusto» replicò l'omone. «Ora, entra o va via?»

    «Entro» rispose prontamente Ruby, anche se il sospetto di aver mancato per poco Narciso Valentino stava diventando sempre più forte.

    «Oh, perfetto. Fatto» commentò il buttafuori dopo averle impresso sul polso un timbro. «Lo mostri al bar. Il primo drink è offerto dalla casa» precisò, strizzandole l'occhio.

    Ruby annuì poi, sorridendo, varcò la soglia. Se la sua ipotesi era sbagliata e Narciso Valentino si trovava ancora nel locale, almeno avrebbe potuto sorseggiare un fantastico cocktail analcolico mentre lo cercava, pensò.

    Aveva lavorato in club simili durante gli anni dell'università, sapeva quanto fossero costose le consumazioni. Ecco perché, un'ora dopo, ingoiò l'ultima goccia del suo ormai tiepido Tiffany Blue mentre si arrendeva al fatto che l'uomo che aveva visto salire nella limousine era Narciso Valentino.

    Rassegnata, si guardò intorno in cerca di un posto dove appoggiare il bicchiere, e allora sentì delle voci.

    «Ne sei certa?»

    «Sì che lo sono. Narciso ci sarà.»

    Ruby s'immobilizzò, poi si girò verso uno dei tanti salottini delimitati da corde amaranto che li segnalavano come aree riservate ai VIP. Due donne fasciate in abiti scintillanti e risplendenti di gioielli probabilmente falsi sorseggiavano champagne sedute su un divanetto.

    La decenza la induceva a non origliare, ma la disperazione la inchiodò al pavimento.

    «Come fai a saperlo? Non c'era alle due ultime riunioni» sottolineò la bionda.

    «Te l'ho detto, l'ho sentito mentre lo comunicava al tizio che era con lui stasera» replicò la sua amica dai capelli rosso fiammanti. «Se riuscirò ad avere un ingaggio come Petite Q, potrebbe essere la mia occasione.»

    «Come? Ti vestirai da clown nella speranza di farti notare da lui?»

    «Sai, a volte

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