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Tentazione proibita: Harmony Collezione
Tentazione proibita: Harmony Collezione
Tentazione proibita: Harmony Collezione
E-book169 pagine2 ore

Tentazione proibita: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'amore è una debolezza in cui il milionario Lucien Fox non ha alcuna intenzione di indulgere, ma la deliziosa Audrey Merrington mette alla prova il suo leggendario autocontrollo. A causa della storia travagliata delle loro due famiglie, Audrey è decisamente off-limits per lui, e forse è anche per questo che la sua innocente sensualità rappresenta un richiamo irresistibile per il cinico Lucien.

Tuttavia, quando si trovano a dover far fronte comune per impedire ai rispettivi genitori di unirsi per la terza volta in matrimonio, la loro reciproca attrazione diventa troppo forte da combattere. Lucien però ha una soluzione a questo problema, soluzione che prevede una resa incondizionata.
LinguaItaliano
Data di uscita19 apr 2019
ISBN9788858996317
Tentazione proibita: Harmony Collezione
Autore

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Tentazione proibita - Melanie Milburne

    successivo.

    1

    Audrey osservò l'invito alle nozze di sua madre come fosse uno scarafaggio accanto alla tazza da tè e al piattino di porcellana con il pane tostato per la colazione. «Farei qualsiasi cosa per non dover presenziare a questo matrimonio. E intendo dire qualsiasi

    Rosie, la sua coinquilina, scivolò a sedere sulla sedia all'altro capo del tavolo, le rubò una fettina di pane e cominciò a sgranocchiarlo. «Damigella d'onore per la terza volta, eh? Complimenti!»

    «Sì» sospirò Audrey. «Fare da damigella per tre volte sarebbe già tremendo di per sé, ma se ci aggiungi che si tratta sempre di un matrimonio di mia madre, e tutti con Harlan Fox... Credevo che a questo punto avesse imparato la lezione.»

    «Già, immagino che questo complichi un po' le cose...» Rosie storse la bocca in una smorfia eloquente, come a dire: Felice di non essere al tuo posto.

    «Non so perché mia madre non abbia fatto tesoro dei due sbagli precedenti.» Audrey girò e rigirò il cucchiaino nel tè creando un vortice simile a quello che sentiva nello stomaco. «Come si fa a sposare lo stesso uomo per tre volte? Non ce la faccio a sopportare un altro dei loro divorzi tempestosi, pieni di veleni e colpi bassi e soprattutto per niente riservati.» Il cucchiaino ricadde rumorosamente sul piattino. «Questo è il guaio di essere la figlia di una celebre star delle soap opera. Niente di ciò che fa mia madre sfugge mai all'attenzione della gente. Niente. Che sia buono o cattivo, o soltanto terribilmente imbarazzante, finisce sbattuto a tutta pagina sulle riviste di gossip, su social e web, dove viene letto e commentato da milioni di persone.»

    «Già, me ne sono fatta un'idea quando si è sparsa la notizia del flirt tra tua madre e un giovane cameraman sul set della sua ultima soap» disse Rosie. «Incredibile come, pur avendo una figlia di venticinque anni, riesca ancora a rimorchiare dei bei ragazzi con uno schiocco di dita.»

    «Sì. E come se non bastasse, Harlan Fox è ancora più famoso di lei.» Accigliata, Audrey spinse via tazza e piattino. «Che cosa ci troverà poi in un maturo chitarrista heavy metal?»

    «Be', al momento Harlan e gli altri della band si stanno rimettendo in sesto per riprendere il tour mondiale.» Era chiaro che Rosie aveva letto avidamente le pagine di gossip.

    Audrey alzò gli occhi al cielo. «Un progetto che sembra essersi arenato, visto che due su quattro si stanno tuttora disintossicando per problemi di dipendenza da alcol e droga.»

    Rosie si leccò una goccia di marmellata di lamponi dal polpastrello. «E dimmi, sarà il favoloso figlio di Harlan, Lucien Fox, a fargli da testimone anche stavolta?»

    Audrey sobbalzò come se la sedia le fosse esplosa di colpo sotto al sedere. Sentir nominare Lucien era sufficiente a farle irrigidire la mascella finché i suoi molari indolenziti non chiedevano pietà. Prese la tazza e versò l'avanzo del tè nel lavandino, sognando di gettarlo sul viso incredibilmente bello di Lucien.

    «Sì.» Sputò la parola come un semino di limone.

    «Buffo come voi due non siate mai andati d'accordo» commentò Rosie. «Eppure avete un sacco di cose in comune... Entrambi siete cresciuti all'ombra di un genitore famoso. E siete stati fratellastri a intermittenza – ora sì, ora no – per gli ultimi... quanti anni sono ormai?»

    Audrey voltò le spalle al lavandino e si aggrappò con forza allo schienale della sedia. «Sei. Però non succederà di nuovo. No e no. Questo terzo matrimonio non si farà.»

    Le sopracciglia di Rosie si sollevarono fino a sfiorare la frangetta. «E come farai? Pensi forse di convincerli a cambiare idea?»

    Audrey mollò la sedia, prese il cellulare dal tavolo e controllò i messaggi. Ancora nessuna risposta da parte di sua madre. Dannazione. «Appena li avrò scovati, ho intenzione di fargli un bel discorsetto. Arriverò persino a ricattarli, se ci sarò costretta. Ma devo impedirgli di sposarsi. Devo.»

    Rose si accigliò. «Scovati? Si sono forse nascosti? E perché?»

    «Hanno staccato il telefonino. E i loro rispettivi agenti, a quanto pare, non hanno la minima idea di dove siano finiti.»

    «E tu, invece, sì?»

    «Mmh... no.» Audrey tamburellò le dita sulla custodia del cellulare. «Però ho un sospetto e comincerò da quello.»

    «Hai domandato a Lucien se ne sa qualcosa, o non vi rivolgete ancora la parola dall'ultimo divorzio dei vostri genitori? Quanti anni sono passati, in questo caso?»

    «Tre. Negli ultimi sei mia madre e Harlan si sono presi, sposati, lasciati e hanno divorziato in un festival ininterrotto di amore e odio che imperversa sui giornali di tutto il mondo. Non ne posso più. Non permetterò che accada di nuovo. Possono andare a letto insieme, se proprio vogliono, ma un altro matrimonio è fuori discussione. Escluso. ESCLUSO.»

    Rosie la osservò come fosse una strana creatura in cattività. «Wow. Sei davvero allergica alle nozze, vero? Non desideri sposarti anche tu, un giorno?»

    «Oh no. Non ci penso affatto.» Audrey era consapevole di parlare come una vecchia zitella impettita di un romanzo dell'Ottocento, ma non gliene importava niente. Detestava i matrimoni. Con la D maiuscola. Vedere un abito bianco le dava il voltastomaco. Forse non li avrebbe odiati così tanto, se non fosse stata costretta ad assistere a tutti quelli di sua madre.

    Prima di Harlan Fox, Sibella Merrington aveva collezionato altri tre mariti. E nessuno di loro era suo padre. Audrey non aveva la minima idea di chi fosse, e a quanto pare nemmeno sua madre, per quanto Sibella avesse ristretto le possibilità a tre soli uomini.

    Forse era fissata con il numero tre.

    «Non hai risposto alla mia domanda» sottolineò Rosie. «Ti parli con Lucien o no?»

    «No.»

    «Forse dovresti ripensarci. Non puoi saperlo, magari potrebbe rivelarsi un prezioso alleato nella tua missione per impedire che suo padre e tua madre si risposino.»

    Audrey grugnì di scherno. «Il giorno in cui rivolgerò la parola a quell'idiota arrogante e pieno di sé l'inferno diventerà una fabbrica di ghiaccio.»

    «Perché lo disprezzi tanto? Che ti ha fatto mai?»

    Audrey agguantò il soprabito appeso al gancio dietro la porta e se lo mise sulle spalle, togliendosi i capelli da sotto il colletto. «Non mi va di discuterne. Non lo sopporto e basta, tutto qui.»

    Le sopracciglia di Rosie s'inarcarono di nuovo verso l'alto. La ragazza si sporse in avanti, gli occhi che brillavano di curiosità. «Dai, non ci avrà mica provato con te?»

    Di colpo le guance di Audrey scottarono così tanto che avrebbe potuto tostarci sopra altre fette di pane. A nessun costo avrebbe confessato che era stata lei a provarci con Lucien.

    E che era stata respinta.

    Una verità mortificante, imbarazzante, devastante per il suo ego. Ma sì, era proprio stata respinta.

    Senza appello.

    Non una ma due volte.

    La prima a diciotto anni e l'altra a ventuno. E sempre al ricevimento per le nozze tra sua madre e il padre di Lucien. Un'altra buona ragione per impedire il tris di quella cerimonia.

    Niente più rinfreschi.

    Niente più champagne.

    Niente più avances fuori luogo a Lucien Fox.

    Oh santo cielo, perché, perché, perché aveva cercato di baciarlo? Era partita con l'intenzione di dargli un semplice bacetto sulla guancia per dimostrargli quanto sapeva essere sofisticata e disinvolta. Ma chissà come aveva sbagliato mira. Le sue labbra si erano spostate. O forse erano state quelle di Lucien. Che importanza aveva? Le loro bocche si erano quasi toccate. E mai nessun uomo le si era avvicinato tanto.

    Lucien però si era ritratto di scatto, come se avesse del veleno sulle labbra.

    La stessa cosa era accaduta al matrimonio numero due. Audrey era determinata a mostrarsi indifferente. Come se niente potesse turbarla. Come se il loro quasi-bacio non ci fosse mai stato. Per dimostrargli che non le aveva fatto il minimo effetto. Dopo qualche bicchiere di champagne aveva trovato il coraggio di buttarsi sulla pista da ballo. Passando accanto a Lucien non era riuscita a trattenersi. Voleva soltanto mandargli un bacio leggero, senza nemmeno sfiorarlo. Ma qualcuno alle sue spalle l'aveva spinta e così gli era finita addosso. Per non cadere si era aggrappata alla sua camicia. E lui, per sorreggerla, le aveva messo le mani sui fianchi.

    E in quell'istante infinitesimale, quando il frastuono del ricevimento si era annullato e sembrava che intorno a loro non ci fosse più nessuno... Audrey aveva creduto che Lucien stesse per baciarla, perciò...

    Oddio, detestava ripensarci pure adesso.

    ... perciò si era alzata sulle punte, aveva chiuso gli occhi e aveva aspettato che la baciasse.

    Aveva aspettato. E aspettato.

    Ma ovviamente lui non l'aveva fatto.

    E anche se era piuttosto brilla in entrambe le occasioni e se una parte di lei riconosceva che Lucien aveva compiuto un gesto nobile, respingendo le sue goffe profferte, l'altra parte, quella più femminile e insicura, si chiedeva tuttora se nessun uomo sarebbe mai stato attratto da lei. Se avrebbe mai desiderato baciarla, o addirittura fare l'amore con lei.

    Perché Audrey aveva venticinque anni ed era ancora vergine. Non era più uscita con un ragazzo da quando era poco più che un'adolescente. Non che non glielo avessero chiesto qualche volta, ma aveva sempre rifiutato, perché non era sicura che i suoi pretendenti volessero davvero rimanere con lei. O se nascondessero invece altre mire.

    Il suo primo appuntamento, a sedici anni, si era rivelato un disastro. Una catastrofe che le aveva annientato l'amor proprio. Era stata invitata solo perché sua madre era Sibella Merrington, la diva delle soap opera. Non aveva niente a che vedere con lei o con il fatto che quel ragazzo la trovasse attraente o simpatica.

    Era sempre stato così.

    Audrey prese le chiavi e la sacca da viaggio che aveva preparato. «Parto per il fine settimana.»

    Gli occhi di Rosie luccicavano come decorazioni di un albero di Natale. «Posso sapere dove stai andando o è un segreto di Stato?»

    Non che Audrey non si fidasse della sua coinquilina, ma persino una ragazza semplice come Rosie era sensibile alla celebrità di sua madre. «Mi spiace, non posso dirtelo. Devo tenere la stampa lontana da me, a ogni costo. Con mamma e Harlan che si nascondono chissà dove, la prima persona che i paparazzi verranno a cercare sarò proprio io.»

    Ti prego, Signore, non di nuovo, pregò Audrey dentro di sé. L'ultima volta i giornalisti l'avevano braccata senza tregua, non riuscendo a trovare Sibella. Senza immaginare che si era rifugiata nell'appartamentino modesto di sua figlia. Dove era rimasta per tre settimane. Durante le quali era andata tre volte in overdose da farmaci. Non così grave da dover essere portata in ospedale. Ma quanto bastava perché Audrey potesse impedirle di risposare Harlan Fox.

    Lui e la sua vita dissoluta.

    «E Lucien?»

    «Che c'entra Lucien?» Persino pronunciare il suo nome la faceva rabbrividire fino alla nuca, come se un migliaio di formiche stessero marciando lungo la sua spina dorsale.

    «Se volesse sapere dove ti trovi?»

    «Non succederà. E comunque ha il mio numero memorizzato.»

    Non che lo avesse mai usato, negli ultimi tre anni. E nemmeno negli ultimi sei. Perché poi avrebbe dovuto? Lei non era certo il suo tipo. Lucien apprezzava le donne alte, bionde e sofisticate. Donne che non bevevano troppo champagne quando si sentivano agitate, insicure e fuori posto.

    «Accipicchia, sei addirittura tra i contatti privilegiati nella rubrica di Lucien Fox. Che fortuna...» Rosie aveva un'aria sognante. «Quanto vorrei avere il suo numero privato. Immagino che tu non...»

    Audrey scosse la testa. «Sarebbe una perdita di tempo, credimi. Non esce con ragazze semplici e noiose come noi. Frequenta soltanto supermodelle taglia trentotto.»

    Rosie sospirò. «Già, come quella con cui esce ormai da parecchie settimane, Viviana Prestonward.»

    Lo stomaco di Audrey fece una giravolta. «Ah sì?» La voce suonò un po' stridula. Provò a schiarirsi la gola. «Ehm... Voglio dire... sì, certo, lo so.»

    «Viviana è un vero schianto.» L'espressione di Rosie tradiva un quarto di malinconia e tre quarti di invidia. «Ho visto una foto di loro due a un ballo di beneficenza, il mese scorso. Pare che stiano per fidanzarsi ufficialmente. Alcune ragazze hanno proprio tutte le fortune: oltre a essere bellissime si accaparrano anche gli uomini migliori.»

    «Non definirei Lucien Fox

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