Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Un occasione per Chance (eLit): eLit
Un occasione per Chance (eLit): eLit
Un occasione per Chance (eLit): eLit
E-book158 pagine2 ore

Un occasione per Chance (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Tiffany Albright è la figlia di un noto senatore di Washington e lavora a sua volta in campo politico. Stanca di una vita troppo regolare, decide di allontanarsi dalla sua città per concedersi una piccola trasgressione e... perché no?... anche una piccola avventura, se con uno sconosciuto ancora meglio. Così, giunta a Savannah, incontra un giovane che attira subito la sua attenzione: vedendolo suonare il sax, lo crede un artista di strada, ma non sa che dietro quella maschera...
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2017
ISBN9788858978962
Un occasione per Chance (eLit): eLit

Correlato a Un occasione per Chance (eLit)

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Un occasione per Chance (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Un occasione per Chance (eLit) - Darlene Gardner

    successivo.

    1

    Era una serata illuminata dalla luna, pulsante di vita per la folla festante che gremiva le vie e apparentemente piena di promesse.

    Tiffany Albright osservò un giovanotto tirare indietro la testa e ululare alla luna per poi tornare a unirsi ad altri due studenti universitari che esibivano orgogliosamente lo stemma della loro residenza studentesca e stringevano in mano dei bicchieri di plastica pieni di birra verde.

    Tiffany passò il proprio braccio destro sotto a quello sinistro di Susie Dolinger e tirò un sospiro di pura delizia.

    «Farti visita la settimana della festa di San Patrizio è stata la cosa migliore che abbia fatto da un pezzo a questa parte» affermò Tiffany.

    Susie dribblò una coppia che si era fermata davanti a loro per scambiarsi un bacio appassionato e corrugò la fronte, cosa che non rientrava fra le sue espressioni tipiche. Con i suoi riccioli biondi, le fossette marcate e il carattere allegro, solitamente ricordava a Tiffany una Shirley Temple cresciuta.

    «Non ne sarei proprio così sicura, mia cara Tiffany. Quando ti ho detto che saresti dovuta venire a Savannah, di certo non intendevo adesso. Sarò molto impegnata questo finesettimana per poter trascorrere molto tempo con te e inoltre...»

    La voce le svanì di colpo e Tiffany le lanciò un'occhiata incuriosita. Susie, che era stata la sua migliore amica al liceo e lo era rimasta fino a quando il Dipartimento di Stato non aveva trasferito suo padre e il resto della famiglia in Australia, era tornata nella sua natia Savannah tre anni prima. Da allora, aveva invitato Tiffany a farle visita non meno di una dozzina di volte.

    «Inoltre cosa?» le chiese Tiffany.

    Susie sospirò. «Pensavo ti sarebbe piaciuta la Savannah tranquilla e assonnata.» Indicò la gente festosa e schiamazzante attorno a loro con un ampio gesto del braccio. «Non questa.»

    Con la pavimentazione fatta con i ciottoli che un tempo avevano costituito la zavorra dei velieri, la storica River Street ospitava ormai ristoranti, pub, alberghi e negozi per turisti in quelli che nell'Ottocento erano stati gli uffici e i magazzini per il commercio del cotone. Una varietà di piccoli spazi verdi e aree attrezzate di panchine lungo la via consentiva di godere comodamente della vista del fiume Savannah e delle enormi barche che entravano e uscivano dal porto in continuazione.

    Susie le aveva detto che la strada che stavano percorrendo non era mai tranquilla, e quel giorno non costituiva certo un'eccezione. Era giovedì sera, ventiquattro ore esatte prima che avesse inizio il weekend di festa, ma la folla era già così numerosa da ricordare quella che si radunava a Times Square per l'ultimo dell'anno.

    «Che cosa c'è di male in questa Savannah?» domandò Tiffany, mentre le passavano accanto due ventenni che si tenevano reciprocamente un braccio attorno al collo cantando una libera interpretazione di When Irish Eyes Are Smiling.

    «Oh, assolutamente niente. Lavoro per l'Ufficio del Turismo, l'avevi dimenticato?» fu la replica non priva di una certa ironia. «Ma non posso fare a meno di pensare che preferiresti la Savannah tipica del resto dell'anno.» Vale a dire, la tipica cittadina del Sud, assonnata e noiosa.

    «E perché mai dovrei?» Tiffany cercò di mantenere un tono scanzonato. Ci provò veramente.

    Susie le diede una stretta al braccio. «Non fare l'offesa con me. Era un complimento. Intendevo solo dire che la città impazzirà letteralmente questo finesettimana e tu sei così... così conservatrice.»

    «Non lo sono per niente!»

    «Sei figlia di un politico vecchio stampo dello Iowa, che è nel Congresso da più di vent'anni.»

    «Questo prova soltanto che il conservatore è mio padre, non io.»

    «Vivi a Washington, D.C., lavori al Campidoglio come lobbista e vai a cene da mille dollari a botta. Se non sei conservatrice tu, allora non so distinguere un'azalea da una magnolia.»

    Tiffany sfilò il braccio da sotto quello di Susie e incrociò le braccia sul petto mentre camminava. Le faceva male che, fra tanta gente, proprio Susie la giudicasse così. Possibile che Susie non si fosse mai resa conto, mentre frequentavano insieme l'esclusiva scuola privata di Washington, che lei le aveva gravitato attorno proprio perché sapeva come movimentare l'atmosfera?

    «Non ti è mai passato per la testa che potrei essere stanca di quel genere di vita?» le domandò Tiffany. «Che potrei essere pronta per sfogarmi e scatenarmi un po'?»

    Un ragazzino i cui genitori non erano in vista soffiò in una trombetta di plastica con quanto fiato aveva in gola mentre passava accanto a loro. Tiffany fece un balzo a quel rumore, trattenendo a stento un gridolino.

    Susie sghignazzò. «No, nemmeno per un istante.»

    «Solo perché reagisco in modo normale a degli schiamazzi improvvisi, non hai il diritto di...»

    «Non è questo. È tutto il resto» la interruppe Susie. «Per esempio, è perfino il modo in cui ti vesti.»

    «Ehi, se non l'hai notato, sono vestita di verde anch'io, come tutti quanti!»

    «Pensi veramente che una donna intenzionata a far baldoria si metterebbe un esclusivo tailleur pantalone verde smeraldo fatto su misura per lei?»

    «Ho dei problemi a trovare dei vestiti già pronti» si giustificò Tiffany. «Si dà il caso che sono alta un metro e settantotto.»

    «Si tratta di una stima conservatrice, o è la tua statura effettiva?» chiese Susie.

    Tiffany accennò a fare l'offesa, ma poi la sua amica scoppiò a ridere e questo contribuì a farle prendere la cosa per quello che era, vale a dire una battuta. In effetti, rise a sua volta e riprese sottobraccio Susie.

    «Okay, okay. Posso anche non essere l'anticonformista per antonomasia, ma ho paura che avrei potuto combinare qualcosa di molto spiacevole se non avessi lasciato Washington.»

    «Come per esempio dire a qualcuno che non ti piaceva la sua cravatta?»

    «No, piuttosto stritolare le dita al primo politico che si fosse trovato a darmi la mano mollemente rivolgendomi un sorriso di circostanza. Oppure rovesciare il mio drink addosso a un avvocato che avesse cominciato a tessere le proprie lodi. Ma, in tal caso, mi sarei ritrovata ben presto con la mano indolenzita per tutte le strette date, oltre che spossata a furia di fare la spola con il bar per farmi riempire nuovamente il bicchiere.»

    «Ma dai, non può essere poi tanto male.»

    Tiffany sollevò il viso di fronte alla leggera brezza che si era levata e che era più che gradita dopo il caldo delle ore diurne, anche se portava con sé un vago profumo di birra. Sebbene fosse solamente marzo, durante la giornata la temperatura aveva toccato i trenta gradi e non era ancora scesa al di sotto dei venticinque.

    «Ultimamente, è anche peggio. Mi sento come... intrappolata. Mia madre ha cominciato a cercare di affibbiarmi qualunque pallone gonfiato che abbia una buona posizione in città.»

    Susie storse il naso sbarazzino. «Insomma, è decisa a incastrarti, o sbaglio?»

    «No, non sbagli. Il fatto è che io non ne voglio proprio sapere di gente che non si allenterebbe la cravatta nemmeno se si trovasse nel bel mezzo del calore bestiale degli inferi e che non si stanca mai di parlare di sé. Purtroppo, pare che il target scelto da mia madre sia il classico tipo dall'aspetto inamidato capace di farti morire di noia parlandoti del suo lavoro o della sua denuncia dei redditi.»

    Susie ridacchiò.

    «Quello che mi ci vorrebbe sarebbe un tipo come il tuo Kyle» ammise Tiffany. «Uno che non è fatto per giacca e cravatta. Voglio dire, Kyle è un fotografo freelance. Lui sì che è anticonformista, non trovi?»

    «Oh, puoi dirlo forte.»

    «Non mi servirebbe per tanto tempo» disse Tiffany, pensierosa, lasciando correre l'immaginazione. «Mi basterebbe averlo per il weekend.»

    «Scusa se te lo faccio notare, tesoro.» La voce di Susie era pacata, però i suoi occhi si erano spalancati inorriditi. «Ma Kyle è già impegnato.»

    «Non stavo parlando di Kyle in particolare, sciocca» replicò Tiffany, dandole un paio di colpetti sul braccio e ridendo divertita. «Lui è pazzo di te, e questo non è un mistero. No, io stavo parlando di un qualche esemplare di maschio che abbia voglia di spassarsela un po' con cui potrei trascorrere un weekend memorabile.»

    «Ti prego, dimmi che non è al sesso che ti stai riferendo!» esclamò Susie, continuando a sfoderare un'espressione sbigottita.

    Tiffany considerò la cosa per un attimo. Per ventisette anni aveva recitato la parte della brava ragazza, facendo bene sia a scuola sia nella carriera, adempiendo gli infiniti obblighi sociali richiesti in primo luogo alla figlia di un membro del Congresso e quindi a una lobbista, e comportandosi come se il suo piccolo mondo ristretto fosse tutto ciò di cui aveva bisogno.

    Ormai temeva quasi che avrebbe dovuto passare tutta la vita in abiti da lavoro, sorridendo a uomini monotoni fino a quando la faccia non le avesse fatto male.

    «Sicuro» disse lentamente Tiffany. «Perché non dovrei riferirmi al sesso?»

    «Perché...» Per un momento, Susie rimase senza parole, cosa inconsueta per lei. «Perché non sei quel genere di ragazza.»

    «Forse, invece, lo sono» replicò Tiffany, scuotendo spavaldamente i lunghi capelli scuri. All'improvviso, aveva la strana sensazione di non sapere esattamente che ruolo aveva nel mondo. «Come posso sapere ciò che mi piace e ciò che non mi piace, se prima non lo provo?»

    «Ma... ma...» farfugliò Susie. «Non devi necessariamente provare qualcosa per sapere che non fa per te. Prendiamo il paracadutismo acrobatico. Non ti basta alzare lo sguardo verso un aeroplano per capire che non ti andrebbe affatto ti buttarti giù da lì?»

    «Magari a me piacerebbe l'ebbrezza del salto nel vuoto» affermò Tiffany.

    «No, non ti piacerebbe» la contraddisse Susie.

    «Magari stavo parlando dell'ebbrezza di un tuffo fra le lenzuola in compagnia di qualcuno, piuttosto che di un salto fra le nuvole da sola.»

    Susie scrollò il capo biondo. «Non sei seria. Lo so. Non sei pronta per una relazione impegnativa.»

    «Io non voglio una relazione fissa» disse con decisione Tiffany. «Voglio un'avventura. Mi accontento anche di una toccata e fuga.»

    Da qualche parte, qualcuno in mezzo alla folla lanciò un urlo che sembrò squarciare l'aria notturna. Tiffany reclinò la testa come aveva visto fare poco prima al giovanotto che avevano incrociato, ma non riuscì a ululare a sua volta alla luna. In compenso, ridacchiò scioccamente.

    «Tu sei diventata matta» disse Susie.

    «Era ora che lo diventassi.» Tiffany avvertì una scarica di adrenalina attraverso le vene. Sì, si sarebbe concessa un'avventura. Era un'idea meravigliosa.

    «È un'idea terribile» commentò Susie. «Non puoi prendere un uomo qualsiasi dalla strada e avere un'avventura con lui.»

    «Non è quello che hai fatto anche tu con Kyle?» le domandò Tiffany.

    Susie, che aveva una delicata carnagione chiara, arrossì leggermente. «Non avrei mai dovuto raccontarti quella storia. E comunque non ci siamo incontrati per strada. Ci siamo conosciuti in un bar.»

    «Forse è proprio in un bar che incontrerò il mio fugace flirt» disse felice Tiffany. «Savannah ha un sacco di bar, non è così?»

    «Non scordarti che ha anche la sua buona dose di ubriachi, specialmente nel periodo della festa di San Patrizio.»

    «Non temere. Non ho intenzione di rimorchiare un ubriaco» sottolineò lei. «Cara mia, sceglierò un tipo meraviglioso. Ho un istinto straordinario, quando si tratta di giudicare la gente.»

    Susie consultò l'orologio, quindi lanciò un'occhiata preoccupata a Tiffany e sospirò.

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1