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La promessa di Mac: Harmony Collezione
La promessa di Mac: Harmony Collezione
La promessa di Mac: Harmony Collezione
E-book148 pagine2 ore

La promessa di Mac: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Consigliata da un'amica, Linda Carr affronta un lungo viaggio fino in Canada per chiedere a Mac Sullivan, ex poliziotto di gran talento, di aiutarla a rintracciare la nipotina. In un primo momento lui rifiuta perché intende dedicarsi alla stesura del suo libro di criminologia, ma poi accetta. Dopo una giornata trascorsa a raccontare ognuno del proprio passato, Linda e Mac si lasciano andare e cedono alla passione. Che ne sarà, ora, della promessa di Mac?

LinguaItaliano
Data di uscita9 feb 2015
ISBN9788858930922
La promessa di Mac: Harmony Collezione
Autore

Catherine Spencer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La promessa di Mac - Catherine Spencer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    MacKenzie’s Promise

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2002 Catherine Spencer

    Traduzione di Loretta Marsilli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-092-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Il giorno in cui sua sorella fu ricoverata nel reparto di psichiatria del Lion’s Gate Hospital, Linda Carr decise di prendere in mano la situazione. La piccina era scomparsa ormai da diverse settimane e la polizia non sapeva ancora quale pista seguire. Rimanere a guardare senza fare nulla, mentre June affondava sempre più nel suo mare di psicofarmaci, era semplicemente impensabile.

    Non che biasimasse sua sorella. Lei stessa aveva trascorso più di una notte insonne da quando la bambina era sparita, e non osava neanche immaginare che cosa doveva essere per una mamma sapere che la creatura che ha appena messo al mondo è stata rapita dalla nursery dell’ospedale... niente meno che dal padre!

    A pensarci bene, non era poi così stupefacente che Kirk Thayer fosse ricorso a una misura tanto estrema. Dal giorno in cui June gli aveva comunicato di aspettare un bambino, lui si era dimostrato assolutamente privo di autocontrollo per tutto quanto la riguardava. Ragion per cui lei si era rifiutata di sposarlo. Ma che arrivasse al punto di rapire la piccina e sparire senza lasciare traccia...

    «La troverò e la riporterò a casa» aveva promesso Linda a sua sorella, quando era andata a farle visita in ospedale, il giorno successivo al suo ricovero. «Tu cerca solo di recuperare le forze. Penserò io a tutto il resto.»

    «E che cosa pensi di fare?» le chiese la sua amica Melissa quella sera, mentre cenavano nel loro ristorante preferito. «Il fatto che tu sia un’ottima cuoca non ti qualifica come investigatore privato. La polizia ha confermato che Thayer ha lasciato Vancouver il giorno stesso in cui ha rapito la bambina. È presumibile che sia tornato negli Stati Uniti. A quest’ora potrebbe essere dovunque, e considerato che è un tipo poco attendibile, credo che dovrai rivolgerti a un professionista per rintracciarlo.»

    «Mmh...» Linda scosse la testa con veemenza. «Non un professionista, il professionista. E devo ringraziare te, se l’ho trovato. Ricordi l’articolo che spedisti quando seguivo quello stage a Roma... quello su quello strano poliziotto che ha rinunciato all’incarico perché non sopportava tutte le lungaggini burocratiche della polizia?»

    Melissa la guardò, incredula. «Ti scongiuro, dimmi che non stai parlando del detective Sullivan.»

    «Proprio lui. Vive in splendida solitudine sulla costa dell’Oregon. Ho intenzione di contattarlo.»

    «Non farlo, da’ retta a me. Non risponderà alle tue telefonate e non vorrà aiutarti. Quell’uomo è più ostinato di un mulo. Non hai idea di quanta fatica ho fatto per realizzare quell’intervista. Sarebbe stato più semplice ottenere un colloquio privato con la regina Elisabetta.»

    «Non mi interessa. Sullivan è il numero uno quando si tratta di rintracciare persone scomparse... secondo il tuo articolo è una specie di chiaroveggente. Se sarà necessario, mi accamperò nel giardino di casa sua, così dovrà scavalcarmi tutte le volte che esce. Non posso starmene con le mani in mano, mentre mia sorella si consuma dal dolore.»

    «Ti capisco. L’ultima volta che l’ho vista, quasi quasi non la riconoscevo. È pelle e ossa. E quegli occhi...!» Melissa ispezionò il suo bicchiere di vino e trasse un sospiro. «Allora, che posso fare per te?»

    «Dimmi dove posso trovare questo Sullivan.»

    «Mac Sullivan abita sulla spiaggia di Trillium Cove, fra Bandon e Coos Bay. È una zona molto esclusiva. A noi ci guardavano come lebbrosi... A ogni modo, quando troverai Sullivan, cerca di non dimostrarti troppo precipitosa.»

    «Perché no? Questa è un’emergenza!»

    «Trillium Cove non è Roma o Parigi... e neanche Vancouver. Da queste parti va tutto a rilento e Mac Sullivan ha i suoi ritmi. In questo momento sta scrivendo un saggio sui diversi profili criminali e non ama essere disturbato, anche se ha ammesso di collaborare con la polizia, ma molto molto di rado.»

    «Farà un’eccezione quando saprà di cosa si tratta. Deve farla.»

    Melissa prese una forchettata di pasta, scuotendo energicamente la testa. «Lui non deve fare nulla. Come ti ho già detto, è un uomo che adora vivere libero e indisturbato.»

    «Non si tirerà indietro quando saprà quanto sono disposta a pagarlo» replicò Linda prontamente.

    Melissa scosse di nuovo la testa. «È anche ricco sfondato. No, ragazza mia. Se vuoi che si interessi al tuo caso, dovrai adottare un metodo più subdolo ed essere molto persuasiva... se capisci cosa intendo.»

    Linda la guardò, indignata. «Spero tu non stia insinuando che dovrei cercare di sedurlo

    «Io non sarei andata giù così pesante, ma visto che l’hai detto tu...sì, in un certo senso.»

    «Escluso! Non mi abbasserò mai a un simile...»

    «Sto dicendo che dovresti fare leva sul suo narcisismo» la interruppe Melissa. «Tutto qui.»

    «No!» replicò Linda. «A parte tutto, non posso permettermi di perdere tempo in questo genere di giochetti.»

    Melissa addolcì il tono. «Ascolta, Linda, so benissimo che non è così che ti comporti normalmente. Sei la persona più retta e onesta che abbia mai conosciuto... fin troppo, a volte. Ma questa non è una circostanza normale. Quello che è successa alla tua famiglia è una cosa spaventosa. Quel farabutto di Kirk Thayer va assicurato alla giustizia.»

    Linda rifletté qualche secondo, poi trasse un profondo sospiro. «Temo che tu abbia ragione. «Se l’adulazione è l’unico sistema per tirare Mac Sullivan dalla mia parte, allora sta’ sicura che lo liscerò fino a farlo brillare.»

    «Ti auguro buona fortuna. Perché, credimi, ne hai bisogno.»

    Nonostante fosse agosto, l’oceano era freddo. Tanto che Mac indossava la muta per uscire con la tavola da surf. Lo faceva regolarmente, tutte le mattine, con qualunque tempo. Aveva bisogno di immergersi nell’acqua gelida per sgombrare la mente dalle ragnatele della notte e prepararsi a una nuova giornata di lavoro. Un migliaio di parole come minimo entro le quattro del pomeriggio. Millecinquecento, se aveva fortuna. Senza contare le ricerche, né le pagine di appunti che riempiva prima di buttar giù un capitolo.

    Quella mattina fare surf aveva richiesto la sua massima concentrazione, ragion per cui non si era reso conto che una persona aveva invaso il suo tratto di spiaggia finché, mentre usciva dall’acqua con la tavola sotto il braccio, non le era finito praticamente addosso.

    Abbagliato dal riflesso del sole sul mare, capì dalla voce che si trattava di una donna. «Ehi! Stia attento con quel coso! Per poco non mi ha staccato la testa!»

    «Un rischio che avrebbe potuto evitare se fosse stata più cauta» replicò Mac. «Questa è una proprietà privata, signora.»

    «E da cosa avrei dovuto capirlo?»

    Lui fece un cenno con la testa in direzione dei cartelli inchiodati ai tronchi dei pini che limitavano la sua proprietà. «Non sa leggere?»

    «Mi avevano avvisato che lei non era molto socievole» replicò Linda, indignata. «Ma non credevo che fosse tanto rozzo.»

    «Be’, ora che lo sa, perché non torna da dov’è venuta e mi lascia grugnire in santa pace?»

    Lei chinò lo sguardo sulle proprie dita intrecciate. «Mi scusi se ho sconfinato. Non ho notato i cartelli.»

    «Non capisco come abbia fatto a non accorgersene. Sono bene in vista.»

    «Be’, in realtà stavo guardando lei. È bravissimo con la tavola da surf.»

    «Così dicono.»

    Linda arrossì. «Non mi fraintenda... Non le sto facendo la corte.»

    «Sì, invece. Solo che non le riesce molto bene. Perché non mi dice subito cosa vuole, e la finiamo con questa pagliacciata?»

    «Ho bisogno del suo aiuto. La bambina di mia sorella è stata rapita dal padre, e lei è fuori di sé.»

    Mac trattenne un sospiro e si voltò a guardare il mare, preferendo il suo eterno tumulto all’infinita miseria umana che continuava a perseguitarlo nonostante gli sforzi che faceva per cercare di allontanarla da sé. «Stia tranquilla: tornerà a casa appena si renderà conto che ha bisogno di un cambio di pannolino.»

    «No» replicò Linda. «Lei non capisce. Non è il marito di mia sorella. Non vivono insieme. Quell’uomo ha rapito la piccina quasi due mesi fa, quando aveva soltanto un giorno, e da allora nessuna sa niente di lui.»

    Oh, Gesù! «Avreste dovuto chiamare subito la polizia.»

    «È quello che abbiamo fatto» replicò Linda in tono angosciato. «Ma sono passate sette settimane, signor Sullivan, e non hanno ancora concluso niente.»

    «E che cosa la fa pensare che io possa fare meglio?»

    «La sua fama garantisce per lei.»

    Mac distolse nuovamente lo sguardo, incapace di sostenere l’infondata speranza che leggeva nei suoi grandi occhi chiari. Poche cose riuscivano ancora a turbarlo, ma una bambina sparita, una neonata sottratta alle braccia della madre da suo padre, per di più, toccava un punto debole del suo animo. Un uomo capace di una simile nefandezza meritava di essere impiccato!

    «Non si è informata bene» le disse senza tradire alcuna emozione. «Altrimenti saprebbe che mi sono ritirato dal servizio attivo tre anni fa. Le suggerisco quindi di rivolgersi a un investigatore privato.»

    «Io voglio lei.»

    «Allora sta perdendo tempo. Io non posso aiutarla.»

    «Non può... o non vuole?»

    Mac si voltò di scatto. «Mi stia a sentire, signorina...»

    «Carr» disse lei. «Linda Carr. E la mia nipotina si chiama

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