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Un dono speciale (eLit): eLit
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E-book95 pagine1 ora

Un dono speciale (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Inizio XIX secolo - Il Capitano Jeremiah Faulk non sa cosa fare ora che la guerra è finita e a lui non è rimasta altro che la sua stessa vita. Oltretutto il Natale si avvicina e il calore di una famiglia e di un amore si sente ancora di più. Ci vorrebbe un dono speciale...
LinguaItaliano
Data di uscita30 nov 2017
ISBN9788858979037
Un dono speciale (eLit): eLit
Autore

Carla Kelly

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Un dono speciale (eLit) - Carla Kelly

    successivo.

    1

    In ventidue anni di guerra per mare, il capitano Jeremiah Faulk si era concesso dei momenti di introspezione solo per scrivere il proprio diario. Mentre camminava sulla Spartan quasi vuota, la sua fregata e la sua casa per otto di quegli anni, iniziò a lasciarsi andare: la pace era forse l'avvenimento peggiore della sua carriera in Marina?, si chiedeva mentre si trovava per l'ultima volta sul cassero di poppa a guardare l'equipaggio ridotto al minimo mentre spostava i grandi cannoni. La nave non è più mia e io non ho più una casa, pensò.

    Allora fece un gesto impensabile e appoggiò gli avambracci alla ringhiera del cassero, mentre osservava i cannoni che venivano sollevati dal ponte. Sapeva di essere un capitano duro, ma sapeva anche che era stata la sua indomabile forza di volontà a tenere la nave e l'equipaggio a galla in tanti momenti carichi di tensione in cui altri comandanti avrebbero vacillato. Tuttavia, non era stato pronto ad affrontare ciò che era accaduto in precedenza quel giorno, prima che i suoi uomini, a bordo delle scialuppe e delle lance, andassero verso riva e verso un mondo sconosciuto.

    Non era stato pronto a vederli riunirsi intorno a lui esultanti mentre il nostromo gli si avvicinava con un orologio da parte dell'equipaggio. Dio solo sapeva dove avessero trovato il denaro per un tale regalo o anche l'occasione per comprarlo. Avrebbe custodito gelosamente quel ricordo come non aveva mai fatto con nessun altro oggetto nella sua vita. Era il dono di uomini che aveva punito severamente, incitato, strigliato e anche lodato, persuaso e incoraggiato. Sapeva che lo chiamavano Il vecchio. Forse sospettavano che li considerasse come un padre farebbe con i propri figli. Almeno avevano avuto l'accortezza di ignorare le lacrime nei suoi occhi, la stessa accortezza che aveva avuto lui nell'ignorare le loro.

    «Capitano?»

    Le braccia ancora appoggiate alla ringhiera, si girò per guardare l'ufficiale di rotta. L'uomo sembrava incerto e Faulk si chiese se si sentisse male. Quindi notò la direzione dello sguardo dell'ufficiale e si raddrizzò. «Sì, Mr. Benedict?» chiese, cercando di sembrare abbastanza gelido da scoraggiare ogni commento sulla posizione sconveniente che aveva assunto prima.

    «Mi chiedevo, signore...» iniziò l'ufficiale, poi si fermò perché il mondo doveva essersi fermato, se il suo capitano non aveva rispettato a tal punto la disciplina.

    «Sto bene, Mr. Benedict.» Poteva ammettere di sentirsi smarrito? Forse. «Be', confesso di provare un certo sgomento. È difficile lasciarla.»

    L'ufficiale annuì.

    «Dovremmo essere felici, sapete» disse Faulk mentre metteva a repentaglio la propria reputazione di fronte all'ufficiale di rotta, assumendo nuovamente la sua posizione informale appoggiato alla ringhiera. «Questo sarà il vostro primo Natale in famiglia dopo quanti anni?»

    «Troppi per ricordarsi, capitano» disse Benedict. «Mia moglie mi ha spedito una lettera ieri.» Sospirò. «Dice che la nostra casa sarà piena di parenti che vorranno vedermi.»

    Sospirò di nuovo, con maggiore slancio, e Faulk dovette girare la testa per nascondere un sorriso. Provava un senso di affinità nei confronti del suo irritabile ufficiale di rotta.

    «Non siete esattamente entusiasta, dico bene?» osservò Faulk.

    I due uomini si scambiarono uno sguardo d'intesa. Tuttavia, pensò Jeremiah, sarebbe arrivato il momento in cui tutti gli ospiti sarebbero andati via o a letto e Mr. e Mrs. Benedict sarebbero rimasti soli. Faulk augurò loro in silenzio la gioia dello stare insieme e una felice vita di coppia. Per quanto lo riguardava, sarebbe andato al Drake di Plymouth. Dopodiché non aveva idee. Avrebbe potuto trovare a pagamento, senza alcuno sforzo, quello che Benedict aveva gratuitamente, ma non voleva – almeno per il momento – sacrificare il proprio denaro per una prostituta. Era passato più di un anno dall'ultima volta che aveva toccato una donna e lo sapeva il cielo quanto ci aveva pensato, ma dubitava che la sua prestazione sarebbe stata soddisfacente, soprattutto per come si sentiva in quel momento.

    «Alloggerete al Drake, signore?»

    «Sì.»

    «E poi?»

    «Non lo so, Mr. Benedict.»

    D'un tratto sperò che l'ufficiale di rotta se ne andasse, perché sapeva cosa sarebbe successo. Fatti forza, Miah, pensò.

    «Signore, sareste il benvenuto a casa mia per la cena di Natale.»

    Sapeva che era vero; i Benedict erano la gentilezza fatta persona. Eppure sarebbe arrivato il momento dei saluti e si sarebbe trovato fuori, su una strada, di ritorno a un albergo o – nei tempi andati – alla sua fregata. Sarebbe solo servito a ricordargli quanto era solo e che, ora, non aveva neanche una casa.

    «Vi prego di ringraziare Mrs. Benedict per la gentilezza nei miei confronti, ma penso proprio che stavolta resterò al Drake» disse.

    «Molto bene, capitano» affermò Benedict. Rimase ancora sul cassero di poppa. Si schiarì la voce. «Con il vostro permesso, signore.»

    Faulk sapeva che avrebbe stupito l'ufficiale di rotta, tuttavia gli si avvicinò. «Stringiamoci la mano, David» mormorò, violando completamente l'etichetta navale con un nome di battesimo. «Siete stato il miglior ufficiale che abbia mai prestato servizio su una nave.»

    Dirlo era più facile di quanto avesse immaginato, forse perché erano parole sincere.

    Evitarono di guardarsi negli occhi.

    Un'ora più tardi toccò a Faulk lasciare la Spartan; ora non c'era più bisogno di un capitano. Non c'erano più i cannoni da caricare, non era più necessario attraversare il ponte, non c'erano più porti francesi e spagnoli da assediare. Il piccolo equipaggio avrebbe eliminato il marciume dal legno e bruciato lo zolfo nella stiva per scacciare i topi.

    Forse la Spartan sarebbe stata riequipaggiata o venduta a qualche mercante, oppure addirittura smantellata come uno scarto. Nel primo caso, sarebbe solo stato geloso del suo nuovo capitano; nel secondo, non avrebbe voluto sapere nulla.

    Il suo bagaglio era già stato portato a terra, al Drake. Meglio togliersi il pensiero, si disse Jeremiah, soprattutto ora che la notte scendeva così presto. Con il giornale di bordo infilato sotto il braccio, si guardò intorno per l'ultima volta e al fischio del nostromo si calò lungo la fiancata della Spartan, in una scialuppa che oscillava sulle onde, pronta a portarlo a Devonport con una breve attraversata. Una volta messo piede sulla terraferma, non sarebbe stato più possibile tornare sul mare che era stato la sua casa.

    Fu colpito per la prima volta da quella che era la nuova situazione a terra quando sbirciò dentro la sala da gioco del Drake, teatro, negli ultimi vent'anni, di quello che ogni ufficiale chiamava il whist infinito. La sala era vuota. Non si fermò perché gli dava la strana sensazione di essere in una tomba.

    Temeva che la cena quella sera al Drake sarebbe stata a base di fiele e assenzio, considerando il suo umore nero, ma Mrs. Fillion si era proprio data da fare. L'arrosto era tenero, le patate cucinate come piacevano a lui.

    Mangiò da solo e in silenzio, cosa che non era certo fuori dall'ordinario. Nonostante la stanza fosse quasi vuota, ebbe modo di notare due giovani nella sala da pranzo, probabilmente fratello e sorella, ma che sembravano arrabbiati l'uno con l'altro. In mancanza di qualcosa di

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