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Erotica vendetta
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E-book183 pagine2 ore

Erotica vendetta

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Info su questo ebook

La scrittrice Melissa Sanders non riesce a credere a quello che ha combinato: ha passato una notte di fuoco con uno sconosciuto, Tony Bond che però è suo marito! Sicuramente la sera prima ha bevuto troppo, ma trovarsi con una fede al dito da lei non se lo sarebbe mai aspettato. L'unica soluzione è scappare lontano da lì.

... se tutti ne trovano beneficio.

Dopo due anni Melissa non ha ancora dimenticato quella notte incandescente, tanto da scriverci un libro e dedicarlo proprio al marito. I guai cominciano quando Tony ricompare pronto a vendicarsi di Melissa, utilizzando i consigli contenuti nel manuale. Melissa non sa se ucciderlo o baciarlo.
LinguaItaliano
Data di uscita9 gen 2017
ISBN9788858959978
Erotica vendetta
Autore

Suzanne Forster

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Erotica vendetta - Suzanne Forster

    successivo.

    1

    Ogni donna è come una gattina, anche se solo nella sua mente. Trovate quella gattina in voi e lasciatela andare. - da 101 modi di farsi implorare da un uomo.

    «E va bene, sono all'antica» ammise Melissa Sanders portandosi alle labbra il suo cocktail al rum. «Aspetto solo di sposarmi. E allora, sparami!»

    Melissa fu colpita agli occhi da un getto d'acqua fredda.

    «Ehi, stavo scherzando!» gridò. Accecata, girò intorno al tavolo a tentoni alla ricerca di un tovagliolo, mentre le sue tre amiche si sbellicavano dalle risate. Riuscì a sorridere nonostante l'acqua che le sgocciolava dal naso.

    Ma appena la vista le si fu schiarita, fissò la sua vecchia amica Kathy Crawford con aria perplessa. Aveva sorpreso Kath a frugare nella sua sacca, ma non si era aspettata che ne togliesse la pistola ad acqua e la tenesse per autodifesa. «Che cos'è questo attacco?»

    Kath la sfidò con un sorriso. «Sposa pure quel tipo, se proprio devi. Non puoi, però, non fare sesso con quell'uomo stupendo, Melissa. Hai perso la scommessa.»

    «Se riesci a trovarlo, lo farò mio proprio su questo tavolo. Siete soddisfatte?»

    «Sì» risposero loro all'unisono.

    «Be', vergognatevi.» Melissa finse di essere occupata a togliere il rum dal suo prendisole molto pudico. Era tutta la sera che le amiche la tormentavano in merito alla sua vita sessuale. Era inesistente, perciò avevano deciso di farne la loro crociata. Cercavano di accasarla e a quello scopo si erano rivolte a quasi tutti gli uomini presenti nel ristorante per implorarli a sposarla, almeno per una notte.

    Ormai Melissa si era abituata ai loro scherzi. Loro quattro erano amiche dall'infanzia e al momento si trovavano a Cancún per il loro viaggio annuale di fuga dalla civiltà.

    Melissa, quella sera, era stata colta alla sprovvista da un cameriere, semplicemente stupendo, di nome Antonio che le si era inginocchiato davanti per chiederla in moglie. Si era sentita morire. D'accordo, anche compiaciuta. Naturalmente, Antonio sapeva che lei non sarebbe andata a letto con nessuno se non dopo il matrimonio e aveva accettato volentieri la sfida. Era anche possibile che fosse stato convinto dalle sue amiche, ma il modo in cui le aveva baciato la mano, indugiando per un lungo momento, l'aveva messa in subbuglio.

    Fortunatamente per lei, Antonio le aveva lasciato la mano e poi era scomparso con un inchino. Probabile che lo avesse preso per uno scherzo divertente, ma Melissa stava ancora cercando di ricomporsi. Ora sapeva che cosa provava un gelato alla crema mentre si scioglieva sotto una cascata di cioccolata calda.

    L'aveva sorpresa quasi quanto la prima volta che si erano visti. Le ragazze non ne sapevano niente, ma Antonio era andato in suo aiuto tre mattine prima mentre camminava a piedi nudi sulla spiaggia. Stava guardando il mare, forse con un'aria un po' melanconica, e aveva visto uno sconosciuto venire nella sua direzione. Portava un'ampia camicia bianca, un grembiule da macellaio annodato in vita e sembrava un uomo che avesse una missione importante da svolgere. Non aveva idea di quale compito si trattasse fino a quando lui l'aveva raggiunta e l'aveva avvertita che era stato avvistato uno squalo. La sua voce sensuale le risuonava ancora nella mente...

    «Non entri in acqua per nessun motivo. È pericoloso» le aveva detto.

    Lui era pericoloso, si rese conto. Quella bocca, quegli occhi neri incandescenti. Le bastava guardarlo per sciogliersi. Probabilmente sarebbe stata più al sicuro con gli squali.

    «Grazie» aveva detto, rendendosi conto che l'aveva presa per la mano per allontanarla dall'acqua.

    «Che cosa stava cercando qui?»

    Per qualche strana ragione, lei aveva sentito il bisogno di confessargli la verità. «La mia vita.»

    L'espressione di Antonio le aveva tolto il respiro. Rivelava un desiderio di protezione e qualcosa di troppo rapido per poterlo definire. Poi le aveva lasciato la mano.

    «Non cerchi troppo a lungo, potrebbe lasciarsela sfuggire» le aveva suggerito.

    Il mattino dopo si erano rivisti e lei gli aveva chiesto che cosa avesse voluto dire. Lui si era limitato a sorridere e a complimentarsi per i suoi bei piedi. Avrebbe dovuto camminare sempre scalza.

    «Melissa, stai di nuovo sognando a occhi aperti?»

    Melissa alzò lo sguardo e vide tre paia di occhi fissi su di lei. «Sto pulendomi.» Finì di asciugarsi la faccia, sorseggiò il poco cocktail rimastole e segnalò al cameriere che ne voleva un altro.

    Il cameriere non era Antonio.

    L'incantevole ristorantino sul litorale era ormai al completo. I clienti del sabato sera si erano riversati sul patio circondato da bouganvillea viola, che dava su un'insenatura tranquilla, ed era lì che avrebbero cenato dopo gli aperitivi, ma avevano l'impressione che per Melissa ci fosse solo una voce nel menù: stallone in camera.

    «Mi avete sentito dire di sì» continuò lei con un accenno di impudenza, poi si guardò intorno per assicurarsi che Antonio se ne fosse andato davvero. «Siete tutte testimoni. Se non si fosse spaventato, avrei anche potuto sposarlo. Ehi, solo per una notte? Perché no?»

    Le amiche sbuffarono e lei si finse offesa. «Dubitate di me? Pensate che non farei niente di tanto folle?»

    Kath si alzò e fece un brindisi. «Alla vergine vestale che non bacerebbe mai un uomo privo di preservativo.»

    Le altre due si unirono al brindisi e Melissa, per quanto avesse voglia di protestare, non riuscì a farlo. La conoscevano bene, soprattutto Kath. Erano cresciute insieme e avevano frequentato le stesse scuole, anche se lei aveva perso un anno per una malattia infantile. Probabilmente era per quello che le ragazze erano protettive nei suoi confronti e a volte la facevano sentire la più piccola del gruppo.

    Lei e Kath si erano sempre dette tutto e lo facevano tuttora. Melissa era al corrente di tutte le relazioni dell'amica, sapeva che nei suoi ventotto anni era andata a letto esattamente con cinque uomini, contando anche un'avventura di una sola notte. E Kath sapeva che invece lei non ne aveva avute affatto.

    Be', una c'era stata, ma era diverso. Melissa aveva pensato di sposare Roger Dodger Boswell e lui aveva accettato di aspettare. Tuttavia, una volta fidanzati ufficialmente, Roger aveva obiettato che potevano anche scoprire di non essere sessualmente compatibili e alla fine era riuscito a convincerla a fare il grande passo. Un vero disastro. Melissa era nervosa e niente era andato per il verso giusto. Il giorno dopo, lui l'aveva piantata e naturalmente lei si era assunta tutta la colpa. Ma l'uomo giusto avrebbe aspettato, no? O sarebbe stato almeno comprensivo?

    Si era ostinatamente aggrappata a quella nozione, ma da allora non c'era stato nessun uomo giusto né tantomeno sesso. Possibile che una donna celibe scoppiasse come un impianto idraulico intasato?

    Anche le altre avevano alzato il bicchiere, ma Melissa non voleva essere compatita per la sua mancanza di vita amorosa.

    «Datemi almeno il beneficio del dubbio. Potrei essere una vera sgualdrina.»

    «Ma certo!» Pat Stafford brindò. Pat era la bella del gruppo, bionda e snella era stata la ragazza pom-pon del liceo ed era tuttora stupenda.

    «Secondo gli standard giornalistici, sei già una star in quel campo» la rassicurò Kath. «Che ne dici di tutti quegli articoli piccanti che scrivi per Women Only

    Melissa trasalì per l'accenno alla sua vita segreta come autrice di articoli destinati alle donne su come raggiungere l'appagamento sessuale. D'accordo, alcuni erano decisamente osé, ma tutto ciò che scriveva veniva dritto dalla sua vita immaginaria insoddisfatta. C'erano donne che fingevano l'orgasmo, lei fingeva il sesso nel suo insieme. Se Antonio avesse parlato sul serio, probabilmente sarebbe scappata come un coniglio spaventato. E cominciava a essere stanca di sentirsi un'impostora.

    Naturalmente, lui non aveva parlato sul serio. Era solo uno stupido scherzo, ma le piaceva pensare che fosse disposto ad arrivare a tanto per una sola notte con lei. In realtà, era sempre stata una delle sue fantasie preferite. Si era sempre chiesta come sarebbe stato avere un uomo forte e virile pronto a tutto pur di poter soddisfare i propri desideri libidinosi con lei. E Antonio era forte e virile, a modo suo. E di certo aveva dei desideri libidinosi. Altrimenti lei non si sarebbe illanguidita al solo pensiero.

    Renée Tyler, il maschiaccio del gruppo, si intromise per esporre un'idea brillante. «Lasciamo perdere gli uomini. Andiamo ad abbuffarci di cioccolato. È comunque meglio del sesso.»

    «Senti, senti!» Quattro bicchieri vennero alzati.

    Per fortuna, quello di Melissa era vuoto. Un altro drink e si sarebbe ubriacata. Già non riusciva a trovare lo scialle di seta e con il calar del sole cominciava a fare fresco.

    «Sento già il sapore di una torta al formaggio» le incalzò Renée. «Vámonos, señoritas

    «Un attimo.» Melissa si accucciò a guardare sotto il tavolo. Dove diavolo era finito lo scialle?

    «Melissa» sussurrò Kath dandole un colpetto.

    «Che cosa vuoi?»

    «Guarda chi c'è! Pssst, Melissa.»

    Qualcuno strillò e lei batté la testa contro il sotto del tavolo. Un momento dopo, mentre sbirciava sopra il ripiano, vide che era tornato il cameriere. Non quello con il drink che lei aveva ordinato, ma Antonio. Si era messo una camicia bianca da smoking e dei pantaloni neri ed era accompagnato da un altro uomo che aveva l'aria di essere... un prete?

    Antonio le sorrise e lei prese in considerazione l'idea di tornare sotto il tavolo. Ma le amiche stavano seguendo ogni sua mossa.

    «Ciao, Melissa» la salutò lui pronunciando il suo nome perfettamente.

    Lei contraccambiò con un cenno della mano. «Ciao» riuscì a dire. Perché aveva l'impressione che il pavimento si inclinasse? Cancún si trovava forse in una zona sismica?

    «Lui è Padre Domenici. Si è offerto di aiutarci.»

    «Aiutarci a far che cosa?» chiese lei in un sussurro.

    «A sposarci, naturalmente.»

    Melissa cercò di mettersi in piedi, certa di non farcela. Doveva essere uno scherzo organizzato dalle amiche. Il prete aveva una rassomiglianza sospetta con l'uomo più anziano che le aveva scortate al tavolo al loro arrivo.

    Antonio tese la mano. «Padre, stasera questa donna stupenda e io saremo una cosa sola.»

    Che fosse uno scherzo o meno, Melissa era atterrita. E anche incantata. Antonio l'aiutò ad alzarsi e poi le fece omaggio di una rosa rossa. E le porse anche un delicato velo di pizzo bianco per la testa.

    «Per Melissa, la risposta ai sogni di un uomo» le mormorò.

    Sogno, certo. Dal ristorante arrivarono le note di un complesso di mariachi e lei poté sentire le amiche che mormoravano in sottofondo, ma non capì che cosa stessero dicendo. La statura di Antonio la costrinse a rovesciare la testa all'indietro per guardarlo in faccia, il che le diede le vertigini. O era colpa dei mocambo?

    Quella fu la sua prima occasione di guardarlo bene. Dagli occhi neri pieni di sentimento alla bocca sensuale. Kath lo avrebbe definito uno schianto e lei non aveva dubbi che le sue amiche sarebbero state più che felici di essere al suo posto. Ma Antonio aveva scelto lei. E non le importava conoscerne la ragione.

    Dopo un momento, si rese conto che Antonio la portava via dal tavolo e lei lo stava seguendo, mano nella mano. E non aveva alcuna voglia di fermarlo. Al contrario, aveva la sensazione di poter andare ovunque con quell'uomo, di poter fare qualsiasi cosa. Come era possibile?

    Si guardò alle spalle e sorrise nervosamente alle amiche.

    «Dove state andando?» chiese Kath.

    «Alla missione» rispose Antonio.

    «Alla missione» ripeté Melissa. «Ho perso la scommessa, ricordi?»

    «Ma non puoi sposarlo» ribatté Renée. «Ci vuole la licenza e...»

    «Basta che ci sia lei» la interruppe Antonio con voce determinata. «Avete chiesto a tutti gli uomini presenti di sposarla e renderla donna» continuò rivolto alle ragazze sbalordite. «Ma non è per questo che l'ho chiesta in moglie. Per qualche ragione, nessuna di voi riesce a capirlo, ma lei è una donna... una donna bella e desiderabile che qualunque uomo dal sangue caldo vorrebbe... e io la voglio.»

    Le amiche rimasero a bocca aperta.

    Melissa era confusa come tutti gli altri, forse non era uno scherzo. Guardò le amiche e soffocò una risatina isterica. Sembravano non sapere che cosa fare, e neanche lei lo sapeva. Avevano scommesso di riuscire a trovare un bell'uomo disposto a sposarla per una notte. Be', lui era bello e voleva sposarla. Anche se la ragione le sfuggiva.

    Ma aveva aspettato tutta la vita di provare ciò che provava in quel momento.

    D'un tratto capì che una donna poteva lasciarsi trasportare da un impulso irragionevole. Era di quello che scriveva nei suoi articoli, ma non aveva mai sognato di poterlo sperimentare in prima persona.

    Melissa aprì gli occhi. Ricordò vagamente di essere un po' brilla e di avere bisogno di coricarsi per un secondo, ma non si trattava di quello. Era forse svenuta? Tutti quei mocambo al rum dovevano averla stesa.

    Scostò la testa dalla spalla dell'uomo al suo fianco. «Antonio?»

    Lui era sveglio e la stava guardando come se non facesse altro da ore. Melissa si sforzò di ricordare i dettagli. C'era stata una cerimonia nuziale in una piccola missione messicana, dove nessuno parlava inglese, cosa che al momento non l'aveva preoccupata. Antonio le aveva infilato al dito un delicato anello di filigrana d'oro e dopo lei aveva firmato un foglio scritto

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