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Passioneterapia: Harmony Destiny
Passioneterapia: Harmony Destiny
Passioneterapia: Harmony Destiny
E-book148 pagine1 ora

Passioneterapia: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Il dottor Luke Walker, tenace e tenebroso, non ha peli sulla lingua, ma questa sua spontaneità gli ha procurato una sorta di punizione da parte dell'ospedale per cui lavora. Ogni settimana dovrà prestare servizio presso la clinica naturista diretta da Faith McDowell.

Gli scontri tra Faith e Luke sembrano inevitabili, dato che hanno opinioni opposte sui metodi di cura. Ma pare che dal punto di vista dell'attrazione parlino proprio la stessa lingua. Sarà merito dell'aromaterapia.

LinguaItaliano
Data di uscita9 ott 2015
ISBN9788858940730
Passioneterapia: Harmony Destiny
Autore

Jill Shalvis

JILL SHALVIS è una scrittrice che ha fatto del rosa malizioso e seducente la sua bandiera. Donna eclettica e vivace, sa dimostrarlo pienamente in ogni suo libro.

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    Anteprima del libro

    Passioneterapia - Jill Shalvis

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Luke

    Harlequin Temptation

    © 2003 Jill Shalvis

    Traduzione di Elisabetta Elefante

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-073-0

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Erano mezzo nude, sguazzavano tra le onde a pochi metri di distanza e Luke Walker... sbadigliava!

    Era esausto. Stava tirando troppo la corda, doveva ammetterlo. Alle sue spalle, la splendida villa abbarbicata sulla scogliera di Malibu. Davanti a lui, due splendide ragazze in topless.

    E dentro di lui... una stanchezza immane.

    Ma nemmeno il sonno poteva aiutarlo. Non oggi. Ogni volta che chiudeva gli occhi, tornava indietro nel tempo. Era successo solo il giorno prima...

    Il sangue gli imbrattava le mani e il camice mentre, in ginocchio sulla barella spinta da due portantini, restava chino sul corpicino immobile di quel bambino di sei anni. La barella percorreva il corridoio di chirurgia e lui urlava ordini ai suoi subalterni, tamponando la ferita del piccino e pregando un Dio che forse era troppo distratto per sentirlo.

    «Perché non vai a fare un tuffo con quelle due splendide donne?»

    Riconoscendo la voce dal forte accento latinoamericano, Luke grugnì e riaprì gli occhi. Carmen DeCosta credeva di conoscerlo talmente bene da sentirsi in diritto di usare con lui quel tono da mamma chioccia.

    «Non cominciare. Ero venuto in spiaggia solo per prendere una boccata d’aria.»

    «Dovresti farlo più spesso.» Il massiccio donnone dai lucenti capelli scuri e la pelle olivastra si lasciò cadere accanto a lui sulla sabbia. Stava trascurando le faccende di casa per venirgli a offrire i suoi saggi consigli. Non era una novità. Gli faceva quasi da madre, da quando la sua era passata a miglior vita.

    Ma Luke non sapeva che farsene, di una madre. Non ne aveva mai avuto bisogno.

    Guardò un cavallone che si apprestava a infrangersi sulla riva, ma davanti a sé rivide soltanto il viso corrucciato di Leo Atkinson, del South Village Medical Center. Luke era il responsabile del Pronto Soccorso ma Leo, oltre a essere primario di chirurgia, era a capo di tutti i responsabili di reparto; faceva parte del consiglio di amministrazione dell’ospedale, perciò aveva molto più potere. Il che a Luke non dispiaceva affatto: a lui interessava solo curare la gente, non diventare uno di quei leccapiedi che bazzicano nella politica.

    Hai esagerato, Luke, lo aveva ammonito Leo. Ne va di mezzo l’immagine di tutto l’ospedale, perciò adesso dobbiamo correre ai ripari se non vuoi rischiare di perdere il posto e di vederti sbattere in faccia le porte di tutti gli altri ospedali della contea.

    Leo si era riferito all’uscita infelice di Luke, che aveva criticato l’apparato burocratico del policlinico quando aveva saputo dei fondi stanziati a favore della Healing Waters Clinic, un posto in cui veniva praticata una medicina tutt’altro che convenzionale.

    Il commento era trapelato, la stampa lo aveva riportato sul Los Angeles Times e il proprietario della clinica aveva contattato il consiglio di amministrazione del South Village, minacciando denunce ed esposti.

    Devi ritrattare tutto e chiedere scusa.

    Facile a dirsi. Un po’ meno a farsi. Per Luke le cose erano bianche o nere. Non c’erano tonalità di grigio, di mezzo.

    La Healing Waters Clinic operava nel settore, per lui nebuloso, dell’aromaterapia, della massoterapia, della omeopatia... e cretinate del genere. Perciò Luke giudicava assurda la decisione del consiglio di finanziare certe iniziative quando l’ospedale era costretto a mandare via i pazienti che non potevano pagare per motivi di budget.

    «Diciamo le cose come stanno» aveva aggiunto Leo. «I pazienti ti adorano, ma tutti quanti i colleghi, il personale infermieristico, i membri del consiglio ti trovano insopportabile. E sono d’accordo con loro. Senza offesa, ma il tuo modo di relazionarti con gli altri non ha nulla da invidiare a un orso musone che si è appena svegliato dal letargo. Be’, vedi di darti una regolata, Luke. Cambia atteggiamento altrimenti, bravo o non bravo, rischi di finire in mezzo a una strada. Per rimediare al guaio che hai combinato, lavorerai gratis alla Healing Waters Clinic tutti i sabato mattina per i prossimi tre mesi.»

    Luke aveva strabuzzato gli occhi. «Perché non mi radiate dall’albo? Sarebbe meno doloroso.»

    Leo aveva riso, dandogli una pacca sulla spalla. «Stampati un bel sorriso in faccia e ricordati che questa è la tua ultima possibilità di dimostrare a tutti che in fondo in fondo sei un simpaticone.»

    Un simpaticone... Bah. Per la verità, l’opinione che gli altri avevano di lui gli interessava poco o niente.

    «La vista non è male.» Carmen stava ancora guardando le due ragazze in topless.

    Luke alzò le spalle, indifferente.

    «Quanti pazienti hai salvato oggi?»

    Lui sospirò. «Parecchi.»

    «E anche qualche bella ragazza, immagino. Qualcuna che non ti dispiacerebbe invitare a cena fuori...»

    «Perché me lo chiedi?»

    «Perché una di loro è passata a lasciarti dei biscotti. Devi aver fatto colpo su di lei, dottore.»

    Luke si riempì le narici di aria salmastra ed esalò un respiro lento.

    «Non ti interessa sapere chi? Aspetta che ti rinfresco la memoria: bionda, alta, carina...» Carmen si aprì le mani a coppa davanti ai seni. «Ben equipaggiata.» Luke continuò a respirare. «Mi stai ascoltando?»

    «Preferirei essere sordo.»

    «Hai capito o no di chi sto parlando?»

    Lucy Cosine. Luke le aveva suturato una ferita sulla fronte tre giorni prima, quando lei non si era fermata a un semaforo rosso e si era scontrata con un furgoncino. Non avendo la cintura, era stata sbalzata sul parabrezza, che aveva sfondato con la fronte, appunto. Ventotto anni, ricca e a caccia di un marito. Preferibilmente un professionista affermato. Parole di lei, non sue.

    Peccato che Luke non fosse in vendita. «E li hai assaggiati? I biscotti, intendo.»

    «Sarà, ma i miei sono meglio.» Le due ragazze, dopo essersi cosparse di olio abbronzante, si stesero sulla sabbia proprio davanti a lui. «Certo che ce la stanno mettendo tutta, quelle due. Puoi almeno degnarle di uno sguardo, no?» Carmen lo studiò con occhio critico. «Possibile che non riesca a trovarti uno straccio di ragazza?» Nessuna risposta. «L’amore è un ottimo antidoto contro lo stress.»

    «Non mi va di parlare di sesso.»

    «E chi ha parlato di sesso? Io ho detto amore.» La voce di Carmen assunse un’intonazione maliziosa. «Ma in effetti, anche il sesso funziona.»

    Una risata piena fuoriuscì dalle labbra di Luke, che non riuscì a trattenersi. «Riesci a farmi ridere anche quando sono di cattivo umore, Carmen.»

    «Meglio così.» La donna si sporse a baciargli una guancia. «Io voglio vederti felice, Luke.»

    «Ma io sono felice.»

    «No. Per essere felice un uomo ha bisogno di una donna da cui tornare, ogni sera. Di una persona capace di riscaldargli il cuore... e il letto. E non necessariamente in quest’ordine.»

    Una donna nel suo letto?, si chiese Luke. A pensarci bene, non gli sarebbe dispiaciuto trovarcene una, anche ogni sera. Ma il suo cuore, no. Non poteva darlo a nessuno. Non quando aveva votato la sua vita a una professione che lo assorbiva completamente.

    E poi, quale donna al mondo sarebbe stata così stupida da legarsi a un medico che non aveva niente da darle? Turni massacranti, orari disumani, reperibilità notturne e festive... Ci mancavano solo i sabato mattina dei prossimi tre mesi, in cui avrebbe dovuto lavorare gratis in quella clinica per fuori di testa.

    Roba da chiodi!

    Avrebbe dovuto dare ascolto al suo oroscopo, che aveva previsto una giornata negativa e restarsene sotto le coperte.

    Ma Faith McDowell non era mai stata il tipo da starsene a oziare a letto. Nemmeno quando le girava storta.

    Muovendosi come un automa, aprì il rubinetto della doccia, sintonizzò la radio e accese una candela al gelsomino che l’avrebbe aiutata a tirarsi un po’ su.

    Si insaponò, cantando a pieni polmoni, perché cantare aiuta a scaricare le tensioni e a smuovere l’energia interiore. Funzionò per non più di sessanta secondi, cioè il tempo necessario al suo cervello per svegliarsi e mettere a fuoco la realtà.

    Una realtà indigesta. Quella settimana, Faith aveva dovuto ridurre drasticamente il suo stipendio come direttore della Healing Waters Clinic. Il che significava che, per un po’, avrebbe dovuto tirare la cinghia.

    Ma perlomeno la clinica era ancora aperta. L’aveva inaugurata dodici mesi prima, dopo aver sgobbato per quattro anni come infermiera in un Pronto Soccorso di San Diego.

    In quei quattro anni, Faith aveva visto ogni tipo di sofferenza e si era convinta che la medicina tradizionale non facesse abbastanza per i pazienti. In Pronto Soccorso però avevano riso tutti della sua convinzione che la medicina naturale insieme all’omeopatia potesse fare miracoli: di fronte a

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