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La verità all'altare: Harmony Destiny
La verità all'altare: Harmony Destiny
La verità all'altare: Harmony Destiny
E-book166 pagine2 ore

La verità all'altare: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Sotto il sole della Florida i Garrison gestiscono un impero fondato sul lusso e sul divertimento, ma sanno che il loro è un potere fragile e che l'amore è l'unica debolezza che non si possono concedere.

Adam Garrison ha bisogno di una moglie, bella, di classe e rispettabile, e ne ha bisogno adesso! Lauryn Lowes lavora per lui e sembra perfetta per quel ruolo. Sexy e intelligente, con un solo tocco sa fargli dimenticare qualsiasi altra donna. E la sua fama di playboy diventa solo un ricordo.

Lauryn non può credere di avere appena accettato la proposta del suo capo, ma quello sembra l'unico modo per scoprire la verità sul proprio passato. La vita matrimoniale con Adam, inoltre, si preannuncia decisamente più stuzzicante del previsto.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2019
ISBN9788858997345
La verità all'altare: Harmony Destiny
Autore

Emilie Rose

Confessa che il suo amore per i romanzi rosa risale a quando aveva dodici anni e sorprendeva sua madre a nasconderli ogni volta che lei entrava nella stanza.

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    Anteprima del libro

    La verità all'altare - Emilie Rose

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Secrets of the Tycoon’s Bride

    Silhouette Desire

    © 2007 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-734-5

    1

    Lauryn Lowes sarebbe stata una moglie perfetta perché lui non l’amava e non ne era nemmeno attratto.

    Accidenti, Adam Garrison si rese conto di conoscerla a malapena.

    Le loro riunioni bisettimanali, da quando lei aveva cominciato a lavorare per lui sette mesi prima, non avevano mai lasciato spazio per uno scambio di confidenze di tipo più personale. Lauryn lavorava di giorno, quando il club era chiuso, e lui lavorava di sera, quando l’Estate era aperto. Sapeva ben poco di lei, a parte quello che aveva letto sulla sua domanda di assunzione.

    Un colpo alla porta annunciò la donna in questione. «Voleva vedermi?»

    «Entra, Lauryn. Chiudi la porta e accomodati.»

    Lei ubbidì e si sedette in punta alla sedia per i visitatori, di fronte alla scrivania.

    Secondo l’opinione del suo avvocato, che era anche il suo migliore amico e del cui giudizio Adam si fidava, Lauryn era la candidata perfetta per il ruolo di moglie.

    Adam si appoggiò allo schienale della poltrona e la studiò.

    Lauryn non era brutta. Semmai, scialba. Senza trucco. Capelli biondo chiaro che portava sempre raccolti in uno chignon. Una lavoratrice intelligente e non priva di spirito di iniziativa. Altrimenti non l’avrebbe mai assunta per occuparsi dei libri contabili del suo night club.

    «Qualcosa non va? Non è il giorno della nostra consueta riunione.» Lauryn spinse sul dorso del naso gli occhiali dalla montatura di tartaruga, quindi, con le dita affusolate e prive di anelli, lisciò la gonna del suo anonimo tailleur blu.

    Prima di allora, Adam non aveva mai notato le sue mani. D’altronde, non aveva mai immaginato di esserne toccato. In modo intimo. Le unghie, corte e prive di smalto, erano ben diverse dagli artigli laccati preferiti dalla maggior parte delle donne della sua vita.

    Oltre a una manicure, avrebbe avuto bisogno di un nuovo guardaroba. Altrimenti, nessuno avrebbe creduto che lui l’aveva scelta preferendola a tutte le fotomodelle, indossatrici e celebrità che frequentavano il suo locale o il suo letto.

    Aveva i suoi gusti, in fatto di donne. Soltanto, non erano del tipo che gli occorreva per quell’incarico. Agli occhi del consiglio godeva già fama di playboy, perciò le donne con cui si accompagnava di solito non avrebbero favorito la sua causa. Lauryn era l’opposto della ragazza mondana. Se aveva frequentato qualcuno negli ultimi mesi, nessuno del personale ne era al corrente. Si era informato, con discrezione, naturalmente.

    Lauryn si agitò sulla sedia, ricordandogli che non aveva risposto alla sua domanda. C’era un’altra cosa che aveva sempre ammirato in lei. Sapeva tacere.

    «No, niente, Lauryn. Anzi, vorrei offrirti un aumento e, in un certo senso, una promozione.» Adam sottolineò le parole con quello che si augurava fosse un sorriso rassicurante. Se per lei o per se stesso, non avrebbe saputo dirlo.

    Eccome se ne aveva, di dubbi, sul proprio piano. Aveva soltanto trent’anni e gli piaceva essere single. Tra l’essere stato testimone del matrimonio tutt’altro che perfetto dei suoi genitori e il fatto di occupare un posto di prima fila nel safari notturno al club, non aveva mai preso in considerazione l’idea di sposarsi, ma adesso non vedeva altra via d’uscita per raggiungere il suo obiettivo.

    Voleva una quota più grossa nelle attività della famiglia e c’era un unico modo per ottenerla, a parte uccidere i suoi due fratelli maggiori. Doveva conquistarsi il loro rispetto. Suo padre era morto all’improvviso in giugno ed erano già al primo di novembre senza che Parker e Stephen gli avessero concesso maggiori responsabilità nella Garrison, Inc. perché non lo prendevano sul serio. Adam aveva lo stomaco chiuso per la frustrazione.

    Lauryn aggrottò la fronte. «Sono confusa. Sono l’unica contabile dell’Estate. Come posso avere una promozione? Sta pensando di assumere un’assistente per me? Perché le assicuro, signor Garrison, che sono perfettamente in grado di svolgere il lavoro da sola.»

    «Adam» la corresse lui, non per la prima volta. Quando erano insieme, lei non riusciva mai a rilassarsi, anzi, sembrava sempre sulle spine, e lui non era mai riuscito a capire per quale motivo. Era abituato a suscitare simpatia nella gente, soprattutto nelle donne, tanto che più di un critico aveva attribuito la popolarità dell’Estate al suo fascino.

    Certo, non aveva mai tentato di affascinare Lauryn Lowes. Era una dipendente, per cui costituiva un limite invalicabile. Che ora si apprestava a varcare.

    «Il presidente della Camera di Commercio di Miami va in pensione quest’anno. Come forse avrai sentito dire, si tratta di un gruppo molto conservatore.»

    Lei annuì.

    «Da anni, sono un membro attivo, ma il consiglio non è disposto a prendere in considerazione l’idea che uno scapolo, soprattutto uno che dirige uno scandaloso night club a South Beach, ne assuma la direzione, per quanto qualificato sia.»

    «Sta dicendo che vuole candidarsi per la presidenza?»

    Il tono sorpreso della sua voce fu come sale su una ferita aperta. «Sì. E l’unico modo per avere una possibilità è di diventare l’uomo affidabile e responsabile che risponde ai loro requisiti. Non intendo rinunciare all’Estate. Ciò significa che devo procurarmi una moglie.»

    Lauryn era sempre più confusa. «E io che cosa c’entro?»

    «Tu sei la candidata perfetta.»

    Lei ammiccò una volta, due, tre. «Per diventare sua moglie

    «Sì.»

    Lauryn si irrigidì ancor più del solito. «Io... io... Sta scherzando. Giusto?»

    Belle labbra, notò Adam. Rosa pallido. Niente rossetto. Nessun trattamento al botulino.

    Naturale. Ecco il termine appropriato. Lauryn era una donna al naturale.

    Peccato che quell’aspetto andasse cambiato.

    «No.» Adam si protese in avanti ed estrasse la pratica relativa a quella fusione da un mucchio di carte. «Brandon Washington, hai già conosciuto il mio avvocato, ha redatto i documenti necessari. Ti pagherò cinquecentomila dollari all’anno per due anni, oltre a una somma ragionevole con cui vivere. Al termine dei due anni, divorzieremo senza fare scalpore. Stipuleremo un contratto prematrimoniale. Quello che è tuo resta tuo, compresi i regali che ti farò. Quello che è mio resta mio.»

    Spinse le carte sulla scrivania verso di lei. Lauryn non le toccò. «Puoi sottoporle all’esame del tuo avvocato.»

    Stringendo le mani sui braccioli della sedia, lei le guardò come avrebbe guardato un alligatore affamato. «Si aspetta davvero che io accetti questa... proposta?»

    «Sarai pagata un milione di dollari per non fare niente per due anni. Perché non dovresti accettare?»

    «Perché non l’amo?»

    Un po’ sorpreso dalla sua riluttanza, Adam si strinse nelle spalle. Gli venivano in mente diverse decine di donne che avrebbero afferrato la palla al balzo, però non erano adatte al suo scopo.

    «Nemmeno io ti amo, ma è un’unione vantaggiosa per tutti e due. Ti trasferirai nel mio loft e io provvederò a comprarti un’auto nuova. Magari una Mercedes o una Volvo station wagon. Dobbiamo dare l’impressione che intendiamo metter su famiglia al più presto.»

    Sgranando gli occhi, lei soffocò un’esclamazione. «Metter su famiglia?»

    «Non lo faremo, naturalmente, ma dobbiamo recitare la parte.»

    «La parte?» ripeté Lauryn.

    Adam, che l’aveva sempre apprezzata per la rapidità con cui afferrava anche i minimi particolari, controllò l’impazienza. «Quella di una coppia felice, stabile e radicata nella comunità.»

    Lauryn scrollò il capo, incredula. «Mi dispiace. Il mio cervello si rifiuta di collaborare. Mi sta chiedendo seriamente di sposarla?»

    «Sì.»

    «Signor Garrison... Adam...» Le sue labbra si incurvarono in un sorriso fugace e chiaramente forzato. «Non sono la donna adatta a questo... ruolo.»

    «Io credo che tu lo sia. Sei equilibrata, socievole e tradizionalista. Sei esattamente la persona di cui ho bisogno, Lauryn.»

    Benché i suoi complimenti l’avessero fatta arrossire, non contribuirono ad attenuare la rigidità della sua spina dorsale. Mordendosi il labbro inferiore, lei si alzò in piedi, serrando le mani a pugno.

    «Sono molto lusingata dalla tua, ehm... proposta, ma temo di doverla rifiutare.»

    «Lauryn...»

    Lei trasalì e aggrottò la fronte. «Il mio rifiuto non mi costerà il posto di lavoro, vero?»

    «No di certo. Mi prendi per uno stupido? Tuttavia, se mi sposi, sarai troppo occupata a frequentare le occasioni mondane di South Beach per lavorare qui quaranta ore alla settimana.»

    Adam girò intorno alla scrivania e si fermò a non più di mezzo metro da lei. Per la prima volta ne notò il profumo. Lei odorava come i fiori delle piante rampicanti che crescevano sul patio del suo vicino di casa. «Considerala una vacanza pagata di due anni. Viziata, coccolata, una vita nella bambagia...»

    «Ma io amo il mio lavoro. Spiacente... no, grazie. Troverai senz’altro qualcun’altra disposta a...»

    «Non voglio nessun’altra. Voglio te.»

    Lauryn trasalì al tono autoritario della sua voce e sollevò una mano per aggiustarsi gli occhiali sul dorso del naso. Adam gliela bloccò, stringendola tra le dita. Il contatto fece scoccare una scintilla. Lui ne attribuì la colpa alla consapevolezza che stava violando il confine impiegata/datore di lavoro.

    Con l’altra mano le tolse gli occhiali. Aveva uno straordinario paio di occhi. Di un verde più chiaro di quello delle olive. Più scuro dell’erba. Dell’esatta sfumatura dell’acqua al largo della costa di Miami.

    Il battito del suo cuore accelerò e la bocca gli si inumidì.

    A causa della posta in gioco, si disse.

    Non era sicuramente attratto da quella sbiadita contabile. Ma non provarne repulsione era un bene, considerando...

    «Sarei un buon marito.» La voce gli uscì più roca di quanto volesse. Si schiarì la gola prima di continuare. «Ti assicuro che rimarrai soddisfatta.»

    Lei sgranò gli occhi con un secondo di ritardo. «Stai dicendo che dormiremmo insieme?»

    «Forse non proprio. Io amo il mio spazio. Ho uno studio che possiamo trasformare in camera da letto per te. Ma, per le apparenze, il nostro deve sembrare un matrimonio normale da tutti i punti di vista.»

    «E immagino che ti aspetti di fare sesso. Con me.» Lauryn non dava l’impressione di essere entusiasta e lui si sentì punto nell’orgoglio. Era bravo a letto, dannazione. Aveva perfezionato la sua tecnica da quando aveva sedici anni. E non lasciava mai una donna insoddisfatta.

    «Decisamente. Staremo insieme due anni. Sarebbe un’astinenza troppo lunga. D’altra parte, l’infedeltà annullerebbe lo scopo dell’unione, dimostrando che sono inaffidabile.»

    Lauryn rimase a bocca aperta per dieci secondi almeno, quindi liberò la mano con uno strattone, recuperò gli occhiali e indietreggiò verso la porta. «No. Non posso. Non lo farò, mai.»

    Lo stava respingendo? Quando mai era stato respinto da una donna? Di solito, gli bastava inarcare un sopracciglio e la prescelta si precipitava a fare tutto quello che lui chiedeva e voleva.

    Doveva far cambiare idea a Lauryn. Assolutamente. Era la donna giusta per quel ruolo, abbastanza intelligente per ricoprirlo. Inoltre, gli mancava il tempo per cercare un’altra candidata.

    «Proponi tu un prezzo, Lauryn.»

    «Non ho un prezzo, io. E credo sia meglio che me ne vada.»

    «Ti chiamerò domani.»

    «Non farlo. Non chiamarmi. Non per parlare di questo argomento.»

    Le cose non stavano andando per il verso giusto. «Oltre al denaro, pensa ai vantaggi...»

    «Di vendere il mio corpo?»

    «Di essere mia moglie. Di essere una dei Garrison di Miami. Ti si apriranno tutte le porte.»

    Lei soffocò un’esclamazione di disgusto. «Non mi interessa entrare a far parte della crema della società che frequenta i night club. Non sono nemmeno sveglia, quando aprono i battenti.»

    Inclinò la testa

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