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Segretaria o fidanzata: Harmony Collezione
Segretaria o fidanzata: Harmony Collezione
Segretaria o fidanzata: Harmony Collezione
E-book155 pagine1 ora

Segretaria o fidanzata: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Look austero, capelli raccolti e un bel paio di occhiali calati sul naso... insomma, la classica segretaria personale. Kit McGuire ha volutamente celato al suo capo la propria bellezza grazie a questa abile finzione, ma quando lui le propone di trascorrere un weekend d'affari nel Worcestershire è costretta dalle circostanze ad apparire in tutto il proprio splendore. Ora il problema è che l'affascinante Marcus Maitland le ha chiesto addirittura di fingersi la sua fidanzata, per studiare meglio gli altri ospiti. Una volta accortosi di come lei è in realtà, Marcus sarebbe felice di trasformare la trasferta in qualcosa di più di una semplice questione d'affari, ma lei non è intenzionata a diventare l'ennesima segretaria sedotta e abbandonata dal proprio capo.

LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788858941492
Segretaria o fidanzata: Harmony Collezione
Autore

Carole Mortimer

Carole Mortimer nació en Inglaterra, la menor de tres hermanos. Empezó a escribir en 1978, y hasta ahora ha escrito más de ciento setenta libros para Harlequin. Carole tiene seis hijos: Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David y Peter. Estoy felizmente casada con Peter padre; somos mejores amigos y amantes, lo que probablemente sea la mejor receta para una relación de éxito. Vivimos en una zona preciosa de Inglaterra".

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    Anteprima del libro

    Segretaria o fidanzata - Carole Mortimer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Very Personal Assistant

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Carole Mortimer

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-149-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Vorrei tanto strangolarla con una delle sue collane di brillanti!»

    Kit alzò lo sguardo, trasalendo dentro di sé quando la porta dell’ufficio sbatté con violenza tale da far tremare la parete. Dentro di sé, perché l’aspetto esteriore doveva mantenersi quello dell’assistente sempre calma ed efficiente.

    Inarcò un sopracciglio quando il capo, Marcus Maitland, attraversò a passo di marcia la stanza dirigendosi al proprio ufficio, il viso splendido atteggiato in un’espressione cupa e furibonda.

    «Non voglio essere disturbato!» ringhiò aprendo la porta dell’ufficio. «Da nessuno» aggiunse deciso, sbattendo la porta alle proprie spalle con uguale violenza.

    Kit trasse un profondo respiro e si voltò verso Lewis Grant, il legale della Maitland Enterprise che stava entrando.

    «Mi sembra di capire che l’incontro con Angus Gerrard non sia andato proprio come previsto» mormorò tranquilla.

    «Purtroppo...» Lewis fece una smorfia sedendosi sul bordo della scrivania di Kit, lo sguardo indifferente rivolto alla porta di comunicazione appena sbattuta praticamente sulle loro facce. Era un giovane intorno ai trent’anni, alto e biondo.

    Marcus e Lewis si erano incontrati con Angus Gerrard poco prima, convinti che l’acquisizione del suo impero editoriale fosse ormai una pura formalità, una semplice firma da apporre in calce al contratto. Ma, dal comportamento di Marcus quando era rientrato, Kit aveva la netta sensazione che non si fosse trattato affatto di una semplice formalità.

    «Niente concernente l’aspetto legale, mi auguro...» Dopo sei mesi di esperienza come assistente di Marcus, Kit sapeva perfettamente che il capo non ammetteva incompetenza da parte dei collaboratori.

    Non che lo biasimasse; un multimilionario, interessato in numerose compagnie con attività diversificate, non aveva tempo da sprecare per rimediare agli errori altrui.

    «No, grazie a Dio!» Lewis si lasciò andare a un sorriso timido.

    «E... la donna che vorrebbe strangolare con la sua stessa collana sarebbe...» ipotizzò Kit.

    Lewis annuì. «Catherine Grainger.»

    Proprio la persona alla quale, aveva intuito, si riferiva Marcus.

    Pareva che si fosse creata una sorta di competitività tra la Maitland Enterprise e la Grainger International, di cui Catherine era la maggiore azionista e il presidente. Nel corso dei sei mesi durante i quali Kit era alle dipendenze di Marcus, questa era la terza volta che i due colossi si erano scontrati su un’acquisizione.

    Kit sorrise. «Cos’è successo questa volta?»

    Lewis scrollò le spalle.

    «Ha lavorato sott’acqua. Angus Gerrard ha firmato con lei il contratto ieri.»

    «Accidenti!» si lasciò sfuggire Kit.

    «Accidenti, sì!» fece eco Lewis, lo sguardo sempre fisso sulla porta che Marcus aveva sbattuto qualche minuto prima. «Sai, Marcus sostiene che è la terza volta che si verifica negli ultimi mesi.»

    Kit lo fissò dubbiosa, mentre il concetto si faceva strada nella sua mente.

    «Probabilmente è solo un caso.» Lewis sminuì l’affermazione mentre si alzava. «Non ha senso che resti qui, tanto vale che torni nel mio ufficio dove almeno posso strappare le bozze del contratto.» Raccolse la ventiquattr’ore e si avviò lungo il corridoio.

    Kit lo guardò allontanarsi con la fronte aggrottata. Sicuramente era una pura coincidenza... in caso contrario era in gioco l’integrità dei più stretti collaboratori di Marcus. Lei inclusa.

    «Sogna a occhi aperti, signorina McGuire?» indagò una voce femminile. «Significa che Marcus non è ancora tornato?» aggiunse Andrea Revel mentre entrava nell’ufficio di Kit senza farsi annunciare, portando con sé l’aroma del costoso profumo.

    Kit mantenne deliberatamente l’espressione vaga, ben sapendo che non era colpa di nessuno se quella donna si era introdotta di prepotenza. Andrea era la più recente conquista della serie infinita di donne di Marcus Maitland, e riteneva di essere al di sopra di qualsiasi norma quando si trattava di Marcus.

    Era dotata di una bellezza straordinaria, con i capelli di oro pallido, gli immensi occhi verdi e una figura che non si poteva fare a meno di ammirare, anche perché indossava d’abitudine creazioni all’ultima moda. Come responsabile degli acquisti per uno dei negozi di moda più in della città, Andrea non aveva nessun problema per quanto riguardava l’abbigliamento.

    Ma Andrea era anche la donna più acida che Kit avesse mai conosciuto. O, almeno, lo era quando Marcus non si trovava nelle vicinanze. In sua presenza s’imponeva di esibire una vulnerabilità e una dolcezza tipicamente femminili.

    In ogni caso, Kit non raccolse la battuta velenosa. «Per la verità è tornato...»

    «Oh, bene.» Andrea sorrise raggiante esibendo denti bianchissimi al di sotto del rossetto carico, intonato al mini abito che indossava, e si diresse verso la porta di comunicazione.

    «Ma non vuole essere disturbato» aggiunse decisa Kit alzandosi.

    Andrea la guardò con sufficienza. «Non vale certo per me» affermò sicura, posando la mano sulla maniglia. «Se ne vada!» ringhiò mentre Kit cercava di frapporsi tra lei e la porta. «Prende troppo seriamente le sue responsabilità, per quanto mi riguarda» aggiunse aspra. «Anzi, l’ho fatto presente a Marcus in diverse occasioni.»

    Kit si eresse in tutta la propria altezza e abbassò lo sguardo su Andrea, mentre traeva un profondo respiro per soffocare la risposta tagliente che le era salita alle labbra. Andrea sarebbe sparita dalla vita di Marcus nel giro di qualche mese, ma nel frattempo doveva cercare di essere cortese con lei.

    «Non mi pare che abbia influito sul mio impiego» disse alla fine con tono sereno, anche se non riuscì a celare del tutto il risentimento. «Mi informo se il signor Maitland intende riceverla» continuò aprendo la porta dell’ufficio di Marcus e richiudendosela immediatamente alle spalle. Non c’era niente di personale in quel comportamento; dopotutto, faceva parte del suo lavoro.

    Forse non era stato il modo migliore di gestire Andrea Revel, rifletté Kit quando Marcus alzò la testa e la guardò seccato per l’intrusione.

    Marcus, trentanove anni, era l’uomo più affascinante che Kit avesse mai conosciuto, con quei capelli colore della notte e gli occhi azzurri dallo sguardo profondo. Il naso diritto, le labbra perfette, il mento squadrato e determinato. Tuttavia, Kit s’impose di guardarlo con impassibilità professionale.

    Angie Dwyer, la precedente assistente di Marcus, l’aveva messa in guardia quando si era presentata per il colloquio di lavoro sette mesi prima. La cosa peggiore che potesse capitarle, l’aveva avvertita, era di innamorarsi di Marcus che non era mai emotivamente coinvolto in una relazione. Relazioni che, per la precisione, non duravano più di un paio di mesi.

    Tenendo presente le circostanze che l’avevano costretta a lasciare l’impiego precedente, il capo riteneva normale andare a letto con le dipendenti, Kit non aveva nessuna intenzione di innamorarsi di Marcus... finché non l’aveva conosciuto. A quel punto si era convinta che nessuna donna, nel raggio di venti miglia, avrebbe potuto evitare di essere attratta da lui.

    Marcus Maitland aveva un fisico notevole, ma altre doti lo rendevano irresistibile. Tanto per citarne una, quando non era furibondo come quella mattina, riusciva a incantare anche i cuori più aridi; inoltre il successo gli aveva conferito una sicurezza di sé che lo faceva emergere di un palmo tra tutti gli altri.

    In una parola, Marcus Maitland era fantastico!

    Ma Kit si era imposta di non lasciar mai trasparire l’opinione che aveva di lui.

    Inoltre, facendo tesoro del consiglio di Angie Dwyer, cercava di smorzare il proprio fascino, quando era in ufficio: costringendo in una crocchia la splendida chioma color oro spento; riducendo al minimo il trucco; lasciando da parte le lenti a contatto a favore di un paio di occhiali spessi che sminuivano la bellezza degli occhi grigi e indossando abiti praticamente informi, la gonna lunga fino al ginocchio e le scarpe senza tacco.

    Non c’era nessuna possibilità, si era detta guardandosi allo specchio la mattina del primo giorno di lavoro, che un uomo ritenesse che facesse parte dei suoi compiti scaldargli il letto!

    Aveva sprecato troppo tempo svicolando intorno alla scrivania nel tentativo di evitare gli approcci indesiderati del principale per rischiare di ripetere l’esperienza.

    Anche se, per la verità, una volta conosciuto Marcus Maitland non ne era più tanto sicura...

    Tuttavia, si era attenuta a quanto si era imposta.

    Ma ancora qualche conversazione del tipo di quella che si era svolta con Andrea Revel poco prima, e avrebbe deciso di gettare al vento ogni precauzione e...

    No, non l’avrebbe mai fatto, decise. Le piaceva quel lavoro, i colleghi erano simpatici e, soprattutto, aveva bisogno di lavorare.

    Eppure... sarebbe stato carino se almeno una volta Marcus avesse visto il suo aspetto quando non era in ufficio: i capelli sciolti, niente occhiali a velare la luminosità dei suoi occhi, un paio di jeans che aderivano perfettamente a...

    «Allora?» ringhiò Marcus tamburellando le

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