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La danza del cuore: Harmony Collezione
La danza del cuore: Harmony Collezione
La danza del cuore: Harmony Collezione
E-book164 pagine3 ore

La danza del cuore: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Risanare il patrimonio di famiglia è l'unica cosa che conta davvero per Matteo Rossini, ricco banchiere italiano, e l'incontro con l'affascinante ballerina Ruby Martin dovrebbe essere solo una breve parentesi di passione prima di tornare a immergersi nel suo mondo. Ma le cose non andranno esattamente come lui si aspetta.

Quando Ruby scopre di aspettare un bambino è sconvolta: questa gravidanza può mettere fine alla sua carriera e a tutto ciò per cui ha lavorato duramente. La danza per lei è sempre stato un luogo dove rifugiarsi, un modo per esprimere se stessa. Ma col fuoco della passione che arde ancora tra loro, sarà in grado di ignorare la sua attrazione per Matteo?
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2019
ISBN9788830507623
La danza del cuore: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    La danza del cuore - Bella Frances

    successivo.

    1

    Venerdì pomeriggio. Il momento migliore in assoluto. La settimana lavorativa volgeva al termine e il divertimento poteva cominciare. E grazie alle ottime notizie appena ricevute, Matteo Rossini sapeva che sarebbe stata una bella serata.

    Scese dall'auto, allentò il nodo della cravatta e salì i gradini dell'aereo privato per l'ultimo compito della giornata, il breve volo da Roma a Londra, con la consueta telefonata al direttore esecutivo, la signora Rossini. Sua madre.

    Attraversò la cabina e si sedette alla scrivania, pronto per la consueta birra del venerdì. Non era lì.

    Lasciò cadere la ventiquattrore sulla sedia vuota e si guardò intorno. Nessuna traccia nemmeno del suo assistente, David. Strano. Ormai il loro era un programma consolidato. Alla birra seguiva la telefonata, un po' d'acqua, poi alcune flessioni, una doccia e un cambio d'abito. A Londra li attendeva una macchina e, a volte, una donna. Non quella sera, però. Quella sera aveva in programma una serata tra uomini, l'incontro di boxe. Prima però aveva una notizia da dare.

    Digitò il numero di telefono, tamburellando le dita sul piano del tavolo e guardandosi nuovamente intorno alla ricerca di David. Dov'era finito?

    Sentì il suono di una birra che veniva aperta alle sue spalle e si voltò. Notò prima le gambe, poi il vestito rosso. Non poteva certo trattarsi di David. Aggrottò la fronte e diede le spalle alla visione, mentre la bottiglia veniva posta accanto a lui. Qualcuno avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni.

    «Ehi, sono io.»

    «Matteo! Bene. Stavo per chiamarti.»

    «Ho alcune notizie.»

    «Davvero? Prima tu, allora.»

    Il battito del suo cuore accelerò. Era il momento che aspettava. «Arcuri ha finalmente deciso di vendere. E abbiamo il primo diritto d'opzione.» Giocherellò con la bottiglia di birra, in attesa della risposta di sua madre.

    «Davvero? Dopo tutto questo tempo? È una notizia davvero incredibile.»

    Matteo strinse le dita intorno al collo della bottiglia. Lo era.

    «Come l'hai scoperto?»

    «Non è stato difficile. Mi è giunta una voce all'orecchio e ho fatto qualche ricerca. Si dice che ne abbia abbastanza. Vuole ritirarsi e noi siamo la sua unica chance.»

    Lasciò che quella frase rimanesse sospesa nell'aria tra loro. Anche a quella distanza riusciva a immaginare il misto di angoscia e speranza sul viso della madre.

    «Ne sei proprio sicuro?»

    Esitò. Non aveva senso mentire. «Siamo gli unici ufficialmente in gara. Ho sentito che Claudio ha intenzione di fare una mossa, ma la sua reputazione ha raggiunto anche la Svizzera. Ti assicuro che non ha alcuna possibilità.»

    «Matty, non voglio che ti lasci prendere la mano.»

    «Mamma, sai che è la nostra occasione. Claudio se n'è andato con metà dei nostri clienti ed è arrivato il momento di riprenderceli. Fonderci con Arcuri ci renderà invincibili. Posso farcela. Te l'assicuro.»

    «È solo che non voglio tu perda la testa come tuo padre, Matty. Non ne vale la pena. Niente è tanto importante.»

    Sospirò, allentando la presa sulla bottiglia. Sapeva come la pensava e non poteva biasimarla, ma era la loro unica possibilità.

    «Non posso lasciar stare, lo sai» disse piano. «Dobbiamo farlo. Per papà. Non possiamo permettere che Claudio abbia la meglio un'altra volta.»

    Attese una risposta, ma nell'aereo cadde il silenzio. La immaginò corrugare la fronte e aggrottare le sopracciglia, due identiche linee sottili che esprimevano tutto il suo senso di perdita e angoscia. Lo sguardo che la caratterizzava da anni.

    «Hai ragione. Non possiamo permettere che accada» la sentì mormorare alla fine. «Non possiamo lasciare che ci calpesti di nuovo.»

    «Esatto» sospirò lui.

    «Ma devi promettermi che, se dovesse tentare un tiro mancino, ti ritirerai, Matteo. Promettimelo. Non sopporterei di perdere mio figlio, dopo mio marito.»

    L'immagine del padre accasciato sul cruscotto della macchina gli attraversò la mente e serrò la mascella con gelida determinazione. Si sarebbe vendicato di Claudio. Un giorno.

    Il dolore nella voce di sua madre lo colpì come una pugnalata al cuore. Ma Coral Rossini era la donna più forte che avesse mai conosciuto. Il semplice fatto che potessero pronunciare il nome Claudio in una conversazione era la testimonianza di quanta strada avessero fatto.

    Avevano sempre considerato quell'uomo parte della famiglia. Era il migliore amico di suo padre, il suo avvocato, il suo socio fidato. E gliel'aveva fatta sotto il naso. Li aveva traditi ed era fuggito, facendola franca. E gettando un'ombra oscura sulle loro esistenze.

    L'unica cosa che potevano fare, ora, era cercare di salvare la Banca Rossini, la banca privata che da più di duecento anni serviva tutti gli uomini più ricchi d'Italia.

    «Non succederà niente, ci riprenderemo solo quel che è nostro. Anche se non dovessimo acquisire tutti i clienti di Arcuri, supereremmo comunque Claudio. Ed è questo quello che conta, no?»

    L'aereo incontrò una turbolenza e Matteo osservò distrattamente la spessa nuvola grigia che avvolgeva la campagna italiana. Neanche il temporale avrebbe rovinato il suo buonumore. Non quando all'orizzonte brillava un arcobaleno tanto luminoso. Aveva sognato per anni di poter restituire a sua madre quello che le spettava.

    «E il nome? Potremmo dover cambiare il nome della banca. Ci hai pensato?»

    «Se servirà, cambierò il nome in BAR. Banca Arcuri Rossini. Che ne dici?»

    «Oh, Matty...»

    Avvertì la nota malinconica nella voce della madre. La banca esisteva da generazioni ed era rispettata in tutto il mondo, cambiarne il nome sarebbe pesato anche a lui. Ma era una questione di sopravvivenza.»

    «Non vorrei doverlo fare, ma se è l'unico modo... Abbiamo davvero una possibilità, vero?»

    Matteo alzò gli occhi mentre la donna in rosso lo superava, il raso del vestito che catturava la luce a ogni passo lento e costante. Il suo sguardo si concentrò di nuovo su quelle gambe che, doveva ammettere, non erano niente male. E il modo in cui la gonna scivolava delicatamente sugli eleganti polpacci a ogni passo scatenava in lui un'intensa risposta. Una risposta sgradita.

    «Matty?»

    «Abbiamo un'ottima possibilità» rispose concentrandosi. «Nessun'altra banca può vantare la nostra etica professionale e il nostro rispetto dei valori. Claudio ha trasformato la sua banca in un altro call center incentrato sulle vendite. Non ha nulla di sicuro o onesto. Siamo unici. Secondi solo ad Arcuri in termini di statura morale.»

    «Lo so. Dobbiamo solo sperare che statura morale e onestà siano ciò che gli interessa.»

    «È una questione di affinità. E il fatto di non esserci ancora quotati in borsa ci dà un grosso vantaggio su Claudio, qualunque cifra possa offrire. Ne sono sicuro. Sono così sicuro da essere pronto a scommettere che otterrò un invito nella villa di Arcuri, per la regata del Cordon D'Or. Intendo iniziare da lì.»

    Un bicchiere di cristallo pieno d'acqua fu posato accanto a lui e i suoi occhi si posarono su dita affusolate ed eleganti, braccia lunghe e snelle lasciate scoperte dall'abito rosso senza spalline. E il sorriso di un angelo.

    «Grazie» disse, voltandosi a guardarla mentre si allontanava. Fu un errore. Pelle candida, curve delicate e figura sottile. Era bellissima.

    Era troppo occupato per permettersi distrazioni. A che gioco stava giocando David?

    «Un buon inizio, certo. Ma Arcuri è l'ultimo della vecchia guardia. Faremo meglio ad assicurarci di essere impeccabili. Al minimo accenno di scandalo si tirerà indietro e noi avremo perso la nostra occasione.»

    «Non ci sarà più alcuno scandalo. Te lo assicuro.»

    Rimpiangeva amaramente il fatto che ce ne fosse stato uno. E con un pessimo tempismo. La sua immagine pubblica non era mai stata un problema, almeno non fino a quando la sua ex più recente, Lady Faye, aveva iniziato a rilasciare interviste riguardo alla loro separazione. A un tratto si era ritrovato a essere un viscido playboy che distruggeva la vita di ogni donna che incontrava, abbindolandola con promesse di matrimonio per poi scaricarla malamente.

    Nulla di più lontano dalla verità. Non aveva mai promesso niente al di là del primo appuntamento e tutte le sue ex fidanzate avrebbero potuto testimoniarlo.

    Nel corso degli anni aveva sviluppato una seria fobia nei confronti delle relazioni stabili, la migliore malattia di cui potesse soffrire un ricco scapolo. L'unica relazione seria che potesse concepire era quella con il lavoro. Non prendeva mai impegni che non fosse sicuro di poter mantenere ed era più che sicuro che non avrebbe mai amato nessuna donna come il suo primo amore, Sophie.

    Aveva perso il padre, aveva perso la propria strada e poi aveva perso lei. Non ci sarebbero più state perdite. Non si sarebbe mai più reso tanto vulnerabile.

    «Vorrei che avessi permesso a David di occuparsene. Avremmo almeno potuto limitare i danni.»

    «Non è nel mio stile. Mi rifiuto di giocare al gioco di quei patetici avvoltoi. Non mi lascerò coinvolgere. Faye era malata. È l'unica spiegazione. Si è convinta di qualcosa che non era reale e quando le cose non sono andate nel modo in cui sperava, si è rivolta alla stampa. A nessuno sarebbe importato nulla di questa storia, se non fosse stato per i suoi legami con la nobiltà, e intervenire con la mia versione della storia non avrebbe fatto che peggiorare la situazione.»

    «Lo so. Ma poiché hai rifiutato di rilasciare qualsiasi dichiarazione, molti hanno iniziato a considerarti una specie di mostro. Odio che le persone possano pensare male di te, quando io ti conosco per quello che sei davvero. Leggere quelle cose mi ha sconvolto.»

    «Fai come me, non leggere nulla.»

    La sentì sospirare e capì di averla ferita. Per lui era facile scrollare le spalle e ignorare le voci. Non avrebbe potuto importargli meno di ciò che pensava di lui un gruppo di perfetti sconosciuti. La considerava una preoccupazione ridicola. Ma sua madre era diversa. Le importava. Profondamente. Di lui e della banca. E di tutti gli altri. Le importava troppo.

    «Mi dispiace, mamma. Non posso tornare indietro. Ma la cosa si sgonfierà in fretta e la gente troverà qualcun altro con cui prendersela.»

    La donna in rosso si era allungata a riporre alcune tovaglie in un armadietto. Le sue braccia erano esili e candide come gigli, i suoi movimenti aggraziati ed eleganti. Si voltò a guardarlo, gli occhi scuri timidi e incerti. Conosceva quello sguardo. Sapeva a cosa avrebbe potuto portare...

    «Aspetta un attimo.» Si diresse verso la cabina letto dall'altro lato del velivolo e chiuse la porta. «Hai sentito David? Non è qui e c'è una donna sconosciuta al suo posto. Non è da lui mandare un sostituto senza avvisare...»

    «Ah, credo tu ti riferisca a Ruby. Cosa ne pensi? Non è adorabile?»

    La nota di eccitazione nella voce della madre lo mise subito in allarme. «Senza dubbio» rispose, «ma speravo che David fosse qui. Cosa sta succedendo?»

    «Non ti arrabbiare, Matty. Sono piena di impegni e avevo bisogno che David finisse il lavoro con la nuova agenzia pubblicitaria. Nessuno conosce la nostra attività meglio di lui.»

    «Hai approfittato del tuo ruolo e mi hai lasciato con una novellina?»

    «Sono stata subito colpita da Ruby» disse lei, ignorandolo. «È una ragazza che impara in fretta, penso che andrete d'accordo. E riavrai David lunedì.»

    La madre gli nascondeva qualcosa. Ne era certo.

    «Sai che indossa un abito da cocktail? Un abito molto bello, certo, ma non esattamente adatto al lavoro. C'è qualcos'altro che hai dimenticato di dirmi?»

    Come il mese precedente, quando si era ricordata di avvisarlo che avrebbe dovuto fare un discorso alla serata internazionale dedicata alle donne nel mondo della finanza solo un'ora prima che la cena avesse inizio. O quando aveva dovuto consegnare un premio in un asilo che sponsorizzavano, dopo una nottata trascorsa al casinò. Stava diventando un'abitudine per sua madre chiedergli quei piccoli favori all'ultimo minuto, da quando aveva iniziato a

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