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La fantasia del milionario: Harmony Collezione
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La fantasia del milionario: Harmony Collezione
E-book158 pagine5 ore

La fantasia del milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Hanno condiviso una fantastica notte di passione, per questo il magnate Lewis Goode non può cancellare l'affascinante Madeline Holland dalla sua mente. Fortuna vuole che una recente acquisizione societaria lo ha resto il suo capo diretto.

Lewis se lo aspettava. Madeline preferisce dimettersi piuttosto che far credere alla gente di aver raggiunto la cima dormendo col suo superiore. Per cui lui dovrà usare ogni trucco dell'arte della negoziazione, oltre al suo fascino smisurato, per tenerla in camera di consiglio e, soprattutto, in camera da letto.

LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2013
ISBN9788858915851
La fantasia del milionario: Harmony Collezione
Autore

Jan Colley

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La fantasia del milionario - Jan Colley

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Billionaire’s Favorite Fantasy

    Silhouette Desire

    © 2008 Jan Colley

    Traduzione di Silvana Mancuso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-585-1

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «È con grande piacere che vi presento Madeline Holland, la nostra nuova direttrice operativa, che lavorerà nella sede a Sydney.»

    Intanto che l’applauso educato si affievoliva, il presidente dell’assemblea sbirciò verso di lei oltre gli occhiali. «La prego, ci dica qualcosa di sé, cara. So che ha lavorato per diversi anni alla Global Hospitality...»

    Madeline ricambiò il sorriso, si lisciò la gonna rosso borgogna e fece per alzarsi.

    La porta si aprì all’improvviso, sbattendo rumorosamente. Tutti gli occhi si voltarono di scatto verso l’intruso. Accanto a sé, Madeline sentì la sua migliore amica irrigidirsi, pronta ad alzarsi. Kay era la direttrice dei tre hotel Premier a Queenstown, Nuova Zelanda, quindi anche la sicurezza era di sua competenza.

    Gli stipiti della porta facevano da cornice a un uomo alto e snello, vestito in modo impeccabile, con una pila di cartelle lucide tra le mani. Alzata per metà, Madeline lo guardò e le si strinse la gola. Oh, Signore, era lui! La sua fantasia della notte precedente.

    Un’ondata di adrenalina le attraversò il corpo. Il sorriso le si congelò sulle labbra mentre guardava i capelli castano chiaro, il profilo della barba lungo la mascella, e il labbro superiore profondamente marcato. Chiuse gli occhi, ricordando quelli verde acqua e ipnotici di lui, scuri per la passione, che adesso per fortuna erano nascosti dagli occhiali da sole.

    No, no, no...

    Trattenne il respiro con un gemito strozzato e si risedette, pregando che il pavimento la divorasse. Sapeva già chi fosse? Aveva pensato di fare irruzione in quell’assemblea perfino la notte precedente, mentre lei si dimenava tra le sue braccia?

    Madeline si fece piccola sulla sedia.

    L’uomo diede un’occhiata rapida ai presenti ed entrò nella stanza.

    «Buon pomeriggio, signore e signori. Sono Lewis Goode.» E iniziò a distribuire cartelle, mentre Madeline era intenta a tenere basso lo sguardo. L’avrebbe riconosciuta? Le avrebbe sorriso, compiaciuto per averla vista senza vestiti, inibizioni né coerenza? Il cuore le martellò nella gabbia toracica.

    Conclusa la distribuzione, andò a porgere la mano al presidente dell’assemblea, il quale gli fece un ampio sorriso, e si sedette.

    Lewis Goode si tolse gli occhiali, riponendoli nel taschino interno della giacca, sollevò la testa e osservò i presenti. «Alcuni di voi mi conosceranno.»

    Sorrise brevemente alle sei persone sedute accanto a lui su entrambi i lati, in gran parte membri del consiglio di amministrazione. Poi spostò lo sguardo sul resto del comitato direttivo.

    Madeline sprofondò ulteriormente, le dita strette sul bordo del tavolo per paura di perdere il sangue freddo e scappare. Non sarebbe dovuta essere lì, dato che non faceva parte del comitato. Neanche Kay, ma lei aveva organizzato la conferenza annuale a Queenstown e aveva chiesto di poter partecipare e presentare Madeline come nuovo membro del personale.

    «Per quelli che non mi conoscono» disse l’uomo, «adesso sono io l’azionista di maggioranza e il nuovo amministratore delegato del Gruppo Premier Hotel

    Dalla metà di tavolo in cui era seduta Madeline, si levò un gemito collettivo, ma l’altra metà non sembrò sorpresa. Madeline, tuttavia, trattenne l’istinto di coprirsi la bocca con la mano per paura di gemere forte.

    Era andata a letto con il nuovo capo.

    «Ieri mattina» proseguì Lewis, «la commissione australiana di regolamentazione e controllo ha approvato l’acquisizione della società intrapresa da me un anno fa. Ringrazio quelli tra di voi che mi hanno sostenuto. Per chi non lo ha fatto...» Fece una pausa sinistra mentre i convenuti lanciavano sguardi furtivi in fondo al tavolo. «... non c’è nulla che ammiri di più della fedeltà... nei miei confronti. Se non potete impegnarvi in tal senso, dovete solo manifestare la vostra posizione e garantirò un equo trattamento di fine rapporto.»

    Tutti gli occhi studiarono attentamente i volti implacabili dei membri del consiglio di amministrazione.

    «Come per qualsiasi acquisizione, ci sarà un periodo di transizione» proseguì. «Ci saranno revisioni dei conti, e tutti i dirigenti dovranno ricandidarsi per il loro ruolo.»

    Kay si voltò verso l’amica con uno sguardo pieno di scuse e costernazione. Kay non lo sapeva, ma, più che scusarsi per averla convinta a lasciare un lavoro perfetto e candidarsi per quel nuovo impiego, era involontariamente responsabile di aver fornito il magico scenario della notte precedente.

    Ma allora era sembrato misteriosamente giusto...

    «Tranne l’uomo che ho sostituito, Jacques de Vries, il cui contratto è terminato con effetto immediato» proseguì Lewis. Un altro gemito si sollevò dall’as-semblea. Jacques de Vries era un’icona, il fondatore di quella grande società alberghiera. «E...» Fece una pausa e guardò dritto Madeline, facendola piombare nel panico. «... Madeline Holland che, come stabilito, assumerà la posizione di direttrice operativa per l’Australia e la Nuova Zelanda.»

    Madeline liberò il respiro con un soffio e distolse lo sguardo. L’espressione cupa di Kay si alleggerì parecchio, evidentemente sollevata per non aver convinto l’amica a ritornare nell’emisfero australe, dopo essere stata via per dodici anni, solo per essere licenziata.

    Madeline invidiava l’ignoranza di Kay. Si chiese, sull’orlo delle lacrime, come avrebbe fatto a superare quello che era successo.

    Le si rivoltò di nuovo lo stomaco quando si accorse che Lewis la stava ancora guardando. Tiratemi fuori di qui, supplicò in silenzio.

    Lewis sorrise in modo impercettibile, come se le leggesse nel pensiero. «La sua fama nelle attività operative e nell’amministrazione la precede, signorina Holland. Il suo primo compito sarà trasferire la sede della Premier da Singapore a Sydney. Attendo di lavorare a stretto contatto con lei al riguardo.»

    Kay le diede una gomitata e sorrise, ma Madeline era ancora intontita dalla forza di quello sguardo, dal sorriso, dall’accento posto su stretto contatto, e dal fatto che si fosse appena tradito. La sua fama la precede... quindi sapeva esattamente chi lei fosse, la notte scorsa.

    In qualche modo riuscì ad abbozzare qualcosa di simile a un sorriso, ma la confusione e una rabbia che bruciava lenta consumarono presto il senso di panico.

    Infine, Lewis distolse lo sguardo dal suo viso rosso. «Attendo di conoscervi in questi giorni, durante la conferenza annuale in questa parte meravigliosa della Nuova Zelanda. Ma adesso vorrei parlare con il consiglio di amministrazione, quindi se volete scusarci...»

    Seguì un trambusto di sedie e mormorii, mentre chi non faceva parte del consiglio si alzava e raccoglieva documenti e valigette. Madeline tenne bassa la testa e si costrinse a non correre verso la porta. Per fortuna, una volta fuori, Kay fu distratta da diversi colleghi, ed ebbe così la possibilità di riaversi e ricomporsi.

    I delegati si affollarono intorno a Kay. «Lo sapevi?» le chiesero.

    Kay scosse la testa. «Ho sentito delle voci, ma credo che nessuno se lo aspettasse così presto.»

    Madeline si appoggiò al muro, la conversazione le scivolava addosso. Tutti volevano sapere come fosse possibile e, ancora di più, come mai il potente Jacques de Vries avesse permesso che ciò accadesse.

    A Madeline non gliene poteva fregare di meno dell’ex amministratore delegato. Voleva sapere che cosa aveva pensato quello nuovo quando se l’era portata a letto la notte prima. Spontanea, la sua mente la bombardò di immagini di muscoli tonici e nervi sotto la pelle abbronzata, la sensazione di lui profondamente dentro di lei, le labbra schiuse in una smorfia estatica.

    Si strinse contro il muro, i capezzoli si inturgidirono al ricordo. Ventotto anni e stava attaccata al muro, piena di vergogna e insignificante. Fu trasportata indietro di dodici anni a un altro episodio analogo, quello che l’aveva spinta a lasciare la madre, gli amici e la città natale. Madeline aveva lavorato in modo instancabile per cancellare la ragazza insicura e inibita che era stata. E pensava di esserci riuscita.

    Oh, perché aveva lasciato che Lewis la seducesse?

    Kay si allontanò dal gruppo e si voltò verso di lei. «Ho bisogno di bere qualcosa» mormorò. «Nel mio ufficio o al bar?»

    Madeline si allontanò dal muro. «Ufficio.» Qualsiasi luogo, pensò, lontano dalla gente.

    «Mi dispiace, tesoro. Non lo avevo previsto.» Kay si fermò davanti alla scrivania della sua segretaria e guardò Madeline. «Va bene uno Chardonnay?»

    Madeline annuì e Kay chiese di far portare una bottiglia e due bicchieri dal bar.

    Proseguirono per l’ufficio di Kay.

    «Avrei dovuto avvertirti di questa possibilità.»

    Madeline scrollò le spalle. Come poteva non essere grata alla sua vecchia compagna di scuola? Mentre lei si era data da fare a scalare la vetta della carriera aziendale, era stata Kay a tenere d’occhio sua madre, a informarla dell’Alzheimer, e a convincerla a candidarsi per un lavoro più vicino a casa. Si era perfino occupata del trasferimento della madre in una casa di cura.

    Kay sprofondò dietro la sua scrivania e le indicò di sedersi. «Sinceramente pensavo, come tutti, che Jacques fosse troppo forte per lasciare che accadesse una cosa simile. Ha fondato la società, sai.» Kay prese il cellulare e, svelta, cominciò a digitare un messaggio. «Ovviamente il consiglio era di un altro parere.»

    Madeline non conosceva l’ex amministratore, ma il suo nome era leggenda nell’industria alberghiera. Il gruppo Premier era in gran parte australiano, ma erano sorti alcuni hotel negli Stati Uniti, dove la sua vecchia società, la Global Hospitality, aveva sede.

    Il viso di Kay si illuminò. «Devi sentirti sollevata per non doverti ricandidare. Mi chiedo se sia lo stesso per i direttori regionali.»

    «Me lo chiedo anch’io» mormorò Madeline, distratta. «Parlami di Lewis Goode.» Dopotutto, ne sapeva davvero poco, tranne il desiderio evidente che gli aveva visto negli occhi mentre la spogliava lentamente, il calore della pelle quando lo aveva toccato. Le mani e la bocca esperte... «Ho sentito il nome, credo...» Non la notte scorsa. «... ma non mi ero resa conto che avesse a che fare con l’industria alberghiera.»

    «Infatti, per quanto ne so io.» Kay indicò vagamente il tavolino dietro Madeline, dove teneva una pila di riviste professionali. Madeline ne sfogliò un paio.

    Il cuore le batté forte quando il volto bello e tenebroso di Lewis Goode la guardò dal secondo giornale. Chiaramente leggeva le pubblicazioni professionali sbagliate. Il viso era indimenticabile.

    «Possiede diverse società, in particolare la Pacific Star Airlines» proseguì l’amica. «L’ha comprata per una manciata di spiccioli cinque anni fa e adesso è la

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