Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Costretti dal cuore: Harmony Collezione
Costretti dal cuore: Harmony Collezione
Costretti dal cuore: Harmony Collezione
E-book145 pagine2 ore

Costretti dal cuore: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Una porta che si chiude, con le chiavi lasciate nella serratura esterna. E due persone, che non si sopportano, rimangono per ore vicine. Troppo vicine...
Un curioso contrattempo costringe Maggie Trent a trascorrere forzatamente alcune ore accanto a un uomo che non sopporta. Con il passare dei minuti, però, scopre che Jack McKinnon, aitante imprenditore immobiliare, non è poi tanto odioso. Così, una volta usciti da quella imbarazzante situazione, non riesce più a toglierselo dalla mente, e decide di trascorrere con lui una settimana indimenticabile. Purtroppo, però, il sogno sembra destinato a finire: dal passato di Jack, infatti, emerge qualcosa, o qualcuno, che lo porta a interrompere la storia con Maggie, anche se i suoi occhi tradiscono chiaramente i suoi sentimenti.
LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2020
ISBN9788830522305
Costretti dal cuore: Harmony Collezione
Autore

Lindsay Armstrong

Dicono che l'Africa resti per sempre nel cuore di chi vi è nato... Lindsay Armstrong è nata in Sud Africa ed è cresciuta con tre ambizioni ben precise: diventare una scrittrice, vedere il mondo e diventare guardia forestale. Non è riuscita a realizzare il suo ultimo obiettivo, ma l'amore per la natura selvaggia e per l'Africa non l'ha mai abbandonata.

Leggi altro di Lindsay Armstrong

Autori correlati

Correlato a Costretti dal cuore

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Costretti dal cuore

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Costretti dal cuore - Lindsay Armstrong

    Copertina. «Costretti dal cuore» di Armstrong Lindsay

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Rich Man’s Virgin

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Lindsay Armstrong

    Traduzione di Cornelia Scotti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-230-5

    Frontespizio. «Costretti dal cuore» di Armstrong Lindsay

    Prologo

    Per la maggior parte del tempo le conversazioni tra Maggie Trent e Jack McKinnon erano davvero strane e lei, dopo lunghe elucubrazioni, era arrivata alla conclusione che ciò dipendeva dalla natura stessa della loro relazione.

    Una relazione che era, a dir poco, complessa.

    Il loro primo incontro era stato frutto di una coincidenza. Il secondo si era rivelato un fallimento totale. Il terzo incontro, almeno secondo Jack, era il chiaro segno che Maggie era testarda e capricciosa come solo una ragazzina ricca e viziata può essere.

    Dopo quella volta si erano lasciati, ben decisi ad andare ognuno per la propria strada.

    Invece ecco che, a meno di un anno di distanza, Maggie stava iniziando una di quelle assurde conversazioni, su un argomento di un certo spessore... I progressi del loro bambino di due mesi che tutti, sin dal primo vagito, avevano chiamato Trent/McKinnon. Naturalmente la barra non si pronunciava, per cui il suono era la semplice unione dei due cognomi dei genitori.

    In ogni caso, il succo della conversazione era questo.

    «È proprio un bambino da manuale» disse una sera Maggie, con espressione seria.

    «Sei sicura di non averlo scambiato per un bambolotto?» rispose Jack.

    «Certo che no. Il fatto è che fa tutto secondo le tabelle. È stupefacente.»

    Jack corrugò la fronte. «Ha solo otto settimane. Come fai a dire una cosa simile?»

    Maggie era seduta accanto alla culla dove dormiva Trent McKinnon. Lei, in quel momento, aveva un aspetto ancora più seducente del solito e non dipendeva dai pantaloni bianchi attillati e dalla camicetta verde chiaro. E neppure dai lunghi capelli biondo scuro raccolti in una coda di cavallo e fermati da un nastro dello stesso verde dei suoi occhi.

    No, era la maternità a renderla tanto bella.

    «Adesso proverò a spiegartelo» continuò, rivolta verso Jack. «Per prima cosa si è adattato ai ritmi di quattro ore senza alcuna difficoltà. Poi fa bellissimi ruttini e dorme quasi sempre tra una poppata e l’altra, proprio come c’è scritto sul libro. Alle due del pomeriggio, dopo che ha finito di mangiare, è ben disposto verso un po’ di conversazione, a modo suo, e non disdegna una breve passeggiata. Attualmente dorme per otto ore tra le dieci di sera e le sei della mattina.»

    «C’è qualcosa che fa, che non è contemplato dal manuale?» domandò Jack con una smorfia. «Così ha un non so che di mostruoso.»

    Maggie pensò per alcuni istanti. «Detesta farsi lavare i capelli. La cosa lo mette sempre in una terribile agitazione. Non che questo non sia previsto nel manuale. Il capitolo relativo è chiaro: ad alcuni bambini non piace proprio farsi lavare.»

    «Che fa? Grida come un ossesso?»

    «Altroché. A parte ciò, non c’è nulla che faccia in modo sbagliato.»

    «Di cosa ti preoccupi, allora?»

    Maggie fissò il figlioletto addormentato con espressione adorante. «Non riesco a non pensare a come inorridirebbe nel sapere che la sua è una situazione oltremodo irregolare.» Alzò gli occhi, e incrociò lo sguardo di Jack.

    «Ti riferisci al fatto che è nato al di fuori del matrimonio?» domandò lui con espressione stranamente dura. «La scelta è stata tua, Maggie.»

    Lei inclinò la testa. «Questo è accaduto prima. Da allora sono successe molte cose» gli rispose con pacatezza. «Non sapevo cosa volesse dire avere un figlio tutto mio. E non capivo neppure quali fossero i diritti di un bambino.»

    1

    Maggie Trent vendeva case.

    Nessun membro della sua famiglia, né amico, aveva mai dimostrato molto entusiasmo all’idea, sino a quando non si era saputo che una certa Mary Donaldson, nativa della Tasmania, si era fidanzata con il Principe Federico di Danimarca, e che lei aveva lavorato per una società immobiliare.

    Da quell’istante, tutti avevano iniziato a considerare Maggie in modo diverso. Quasi che anche per lei ci fosse un uomo dal sangue blu dietro l’angolo!

    Non che Maggie ne avesse bisogno. La sua era una delle famiglie più ricche d’Australia e lei era una bella ragazza bionda di ventitré anni, dall’aspetto decisamente molto curato. Anzi, se avesse voluto, ne avrebbe trovati a decine, di principi da sposare.

    Il fatto era che a Maggie piaceva il suo lavoro. Aveva uno spiccato senso degli affari e la particolare abilità di saper capire esattamente quale proprietà sarebbe piaciuta alle persone che aveva davanti. Senza contare che, grazie alla sua laurea in architettura e a un innato senso artistico, riusciva a vedere le potenzialità anche in case che, di primo acchito, lasciavano molto a desiderare. Secondo Maggie, nessuna casa era invendibile.

    In quel momento, la sua vita era fonte di grandi soddisfazioni. Guadagnava bene grazie al boom immobiliare, e si divertiva a fare il suo lavoro. Insomma, Maggie Trent non pensava affatto al matrimonio, anche se c’era un ragazzo che continuava a porle la fatidica domanda.

    In realtà lei aveva due obiettivi principali: aprire un’agenzia immobiliare tutta sua, dimostrando così di essere una donna in gamba, e non farsi mai mettere i piedi in testa da un uomo. Entrambi questi suoi progetti dipendevano dal difficile rapporto che aveva con suo padre, un uomo ricco e potente, il quale riteneva con arroganza che vendere case fosse un lavoro da poco e che lei stesse solo sprecando il suo tempo.

    Col senno di poi, Maggie arrivò a capire che la scarsa opinione che aveva allora di Jack McKinnon, un altro ricco e potente imprenditore edile, dipendeva unicamente dal giudizio che si era costruita negli anni su suo padre. Peccato non avere saputo prima a quali drammatiche conclusioni avrebbero portato quelle considerazioni!

    Tutto ebbe inizio una domenica pomeriggio di sole.

    Lei e Tim Mitchell, il giovane dentista col quale usciva da parecchio tempo, erano seduti a un tavolo in riva al mare e stavano sorseggiando dell’ottimo caffè e ascoltando un’orchestrina jazz dal vivo. Intorno a loro c’era una variopinta folla di giovani che chiacchieravano allegramente.

    La sua relazione con Tim si poteva definire rilassata. Insieme facevano un mucchio di cose, ma Maggie era molto abile a evitare di oltrepassare con lui la sottile linea che divideva un’ottima amicizia da una relazione sentimentale. Benché a Tim la situazione non andasse granché a genio, faceva buon viso a cattivo gioco.

    «Chi è quello?» domandò Maggie con noncuranza. Si sentiva serena e soddisfatta. Proprio quella mattina aveva venduto una casa dalla quale avrebbe ricavato una discreta provvigione.

    Tim si girò nella direzione che lei indicava e il viso gli si illuminò di piacere.

    «È Jack McKinnon» le disse. «Sai, l’imprenditore...»

    Maggie fissò il nuovo arrivato. Ne aveva sentito parlare, ma era la prima volta che lo vedeva da vicino. Jack McKinnon era miliardario e, tra le altre cose, dirigeva la società che stava costruendo in quella che lei considerava la sua zona. L’interno della Costa D’oro.

    Maggie infatti disapprovava il genere di costruzioni che caratterizzavano l’attività prevalente di Jack McKinnon. Si trattava di casette a schiera che stavano lentamente soppiantando le piccole fattorie disseminate nella zona rurale non lontana da Brisbane.

    Purtroppo, a discolpa dell’imprenditore, c’era il fatto che la richiesta di abitazioni in quella zona si era fatta più incalzante. A rendere appetibili quel genere di case c’erano la vicinanza sia con il mare sia con la capitale, che così era facilmente raggiungibile dai pendolari che preferivano vivere in campagna e spostarsi ogni giorno per andare al lavoro.

    Nonostante quella scusante, Jack McKinnon non le piaceva neppure un po’. In fondo stava ammucchiando una fortuna con quella che, agli occhi di Maggie, era pura e semplice speculazione.

    «Lo conosci?» domandò a Tim mentre Jack McKinnon e i suoi compagni, due donne e un uomo, si sedevano a un tavolo poco lontano dal loro.

    «Abbiamo frequentato la stessa scuola. Lui è più vecchio di me di qualche anno. Da allora ci siamo incontrati solo un paio di volte. È uno che ha fatto parecchia strada» aggiunse Tim con orgoglio.

    Maggie fu sul punto di commentare la cosa sarcasticamente, ma si trattenne. Tim era un compagno ideale, e non era il caso mettersi a discutere su di un argomento che nemmeno le interessava in modo particolare.

    Anche se, a essere sincera con se stessa, provava un certo fascino nei confronti di quell’uomo dai corti capelli castani e dal fisico snello e possente. Senza neppure rendersene conto, il suo sguardo continuava a rivolgersi verso Jack McKinnon, per ammirare il modo sobrio e sportivo col quale era vestito. Un paio di jeans, una maglietta bianca, un maglioncino di cotone blu e un paio di mocassini di camoscio.

    Da quell’uomo sprigionava una tale aura di dinamismo ed energia, che Maggie trovava più facile immaginarselo impegnato in una faticosa attività sportiva, piuttosto che a dirigere un’impresa costruttrice.

    Maggie continuò a fissare lo sconosciuto quasi inconsciamente, con quei pensieri nella testa, e così accadde che, quando lui girò la testa dalla sua parte, i loro sguardi si incontrarono.

    Le guance di Maggie si colorarono di rosso e Jack McKinnon inarcò un sopracciglio, ironico. Nemmeno allora le riuscì di distogliere lo sguardo, e il rossore aumentò.

    Intanto Jack si era accorto della presenza di Tim accanto a Maggie e gli aveva fatto cenno di raggiungerlo.

    Tim acconsentì con evidente piacere e Maggie non trovò il coraggio di ribattere, anche se avrebbe davvero preferito non accettare quell’invito.

    La compagnia si rivelò piuttosto piacevole e la conversazione iniziò a scorrere fluida, resa divertente dai racconti della piccola crociera di pesca che avevano appena concluso Jack e i suoi ospiti.

    Durante la mezz’ora che seguì, Maggie scoprì con sorpresa che il suo rivale in affari era spiritoso e capace di rendere esilaranti le situazioni più normali.

    «Maggie Trent» disse lui a un certo punto dopo averle puntato addosso un paio di intensi occhi grigi. «Sei figlia di David Trent?»

    Lei esitò. «Sì» si limitò a rispondere poi.

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1