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Inganno e perdono: Harmony Collezione
Inganno e perdono: Harmony Collezione
Inganno e perdono: Harmony Collezione
E-book151 pagine2 ore

Inganno e perdono: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Quello che credeva essere un matrimonio perfetto sembra trasformarsi, improvvisamente, in un inaspettato inganno.

Madeleine Ryan non avrebbe mai immaginato di sposare un uomo ricco, tantomeno uno bello e sexy come Dimitri Kouvaris. Ma dopo un corteggiamento lampo e tre fantastici mesi di idillio matrimoniale, Maddie scopre che l'unica ragione per cui Dimitri l'ha voluta al suo fianco è avere un erede. Decisa a fuggire dall'umiliante menzogna in cui è caduta, Maddie si convince a chiedere il divorzio. Dimitri, però, non è d'accordo: la vuole al proprio fianco, e nel proprio letto, fino a quando non avranno il tanto sospirato erede. Quello che Madeleine non ha capito è che c'è un altro motivo per cui lui non può lasciarla andare.
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2019
ISBN9788830504264
Inganno e perdono: Harmony Collezione
Autore

Diana Hamilton

Prolifica autrice inglese, adora la bellissima villa in stile Tudor in cui vive con il marito.

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    Anteprima del libro

    Inganno e perdono - Diana Hamilton

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Kouvaris Marriage

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Diana Hamilton

    Traduzione di Carla Maria De Bello

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-426-4

    Prologo

    Fatto!

    Maddie Ryan si drizzò, accaldata e sudata sotto il sole che ardeva nel cielo ceruleo, e appoggiò sui fianchi le mani sporche. Ogni foglia, ogni singolo bocciolo era perfetto e i vasi di terracotta deliziosamente sistemati lungo il perimetro del cortile ad arcate. L’antica fontana di pietra che campeggiava al centro della scena era stata restaurata e rimessa in funzione e ora sprigionava argentei getti che guizzavano verso l’alto per poi ricadere nella vasca poco profonda, creando un affascinante gioco di suoni acquatici.

    Tutto era pronto per la festa che si sarebbe tenuta la sera stessa e il suo primo, importante incarico come architetto di giardini assolto con successo. Un incarico che le era stato affidato da Amanda, la sua migliore amica dai tempi della scuola.

    Ripensando a lei, Maddie sorrise. La loro era un’amicizia improbabile, o per lo meno questa era l’opinione di tutti, il maschiaccio e la delicata bellezza bionda. Eppure aveva sempre funzionato. Finito il college, Amanda aveva intrapreso la carriera di modella e uno stile di vita davvero allettante, ma Maddie, che si era invece dedicata agli studi di botanica, non era mai stata invidiosa del suo successo, bensì sinceramente felice per lei, soprattutto quando si era innamorata e sposata con un magnate greco incredibilmente ricco e potente.

    Poi, tre mesi dopo il matrimonio, l’amica le aveva telefonato. «Che ne diresti di un lavoretto estivo generosamente ricompensato? Cristos ha acquistato una villa meravigliosa alle porte di Atene. La casa è perfetta, ma i giardini sono un vero disastro, specialmente il cortile... Allora, accetti l’incarico?» la incitò entusiasta. «Cristos ha detto che i soldi non sono un problema... Farebbe qualsiasi cosa per me» aggiunse poi con un sospiro. «Non è come molti uomini greci... lui tratta le donne come esseri pensanti.»

    Il giorno seguente Maddie sarebbe tornata in Inghilterra con un consistente assegno, un’abbronzatura da fare invidia, un fascio di allegri ricordi e la speranza che sua madre avesse ricevuto almeno un paio di risposte all’annuncio che lei stessa aveva fatto pubblicare sul giornale locale prima di partire.

    Voltandosi per gettare un’ultima occhiata al sistema di irrigazione discretamente celato tra i vasi, Maddie si accorse che la porta di legno che dava adito al boschetto di limoni era rimasta aperta. Sporse in fuori il labbro inferiore e soffiò via i riccioli color caramello che si stavano attaccando alle folte ciglia, poi lanciò uno sguardo all’uomo che bighellonava indisturbato nel giardino.

    Come lei, era vestito in modo informale; probabilmente si trattava di uno del posto in cerca di un lavoro saltuario ma, al contrario degli adolescenti che aveva assunto perché la aiutassero con i lavori pesanti, questo uomo sembrava avere sui trentacinque anni.

    Disoccupato, magari con una moglie e una nidiata di figlia a carico... Stava cercando un impiego che gli permettesse di raggranellare qualcosa? Peccato... Con un aspetto simile non sarebbe mai rimasto senza lavoro, se avesse scelto di fare il modello: alto, moro e affascinante, con un viso che sembrava fatto apposta per conquistare l’intera popolazione femminile del pianeta. I lineamenti erano decisi e la bocca possedeva il giusto accenno di sensualità, riconobbe Maddie tra sé e sé. In più, notò mentre lui si avvicinava, due intriganti occhi castano dorato erano orlati da scure ciglia peccaminosamente lunghe.

    Quando se lo trovò di fronte, la ragazza dovette reprimere una fastidiosa contrazione che le stringeva la gola mentre, con genuina sincerità, gli porgeva le sue scuse. «Mi dispiace, ma il lavoro è terminato. Non assumiamo più nessuno.»

    «Davvero?» Non sembrava affatto deluso; piuttosto le rivolse un elettrizzante sorriso, poi inarcò un sopracciglio con aria enigmatica. «E tu sei...?»

    «Maddie Ryan. Architetto d’interni e giardini.» Sua madre l’aveva battezzata Madeleine perché, dopo aver dato alla luce tre scalmanati maschietti, aveva desiderato con tutta se stessa una figlia da poter vestire con abitini graziosi e da crescere in maniera ultra femminile. Ma Madeleine non si era mai presentata con il suo vero nome: lei era Mad, al massimo Maddie, e ricordava ancora nitidamente quando, all’età di tre o quattro anni, sua madre aveva tentato invano di farle indossare un vestito rosa coi volants per la sua festa di compleanno. Era diventata rigida come una tavola di legno e aveva iniziato a urlare che non avrebbe mai messo niente del genere.

    Maddie adorava i suoi genitori e addirittura idolatrava i fratelli maggiori; aveva sempre lottato per dimostrare che poteva fare le stesse cose che facevano loro, dall’arrampicarsi sugli alberi a pescare le trote con le mani, fino a remare su una zattera in mezzo al lago che si trovava sulla tenuta in cui il padre lavorava come addetto capo agli scavi nel terreno. Alla fine sua madre si era rassegnata ad avere un altro maschiaccio, con il viso cosparso di lentiggini, i vestiti perennemente sporchi, i riccioli indomabili e una miriade di cerotti a ornarle le gambe da puledro, ma si era scoperta ad amarla più di quanto avesse creduto possibile.

    «Così sei inglese?» Quei sensuali occhi castani vagarono sul suo corpo e lei, annuendo, si sentì mancare. In ventidue anni nessun uomo le aveva fatto un simile effetto e quell’insolita e pungente sensazione di intimità la fece irrigidire.

    «Parli la mia lingua?» le chiese con voce roca; poi posò lo sguardo sulla bocca generosa di Maddie la quale, con le labbra dischiuse, si stava interrogando sul perché le avesse fatto una simile domanda.

    La sua voce attraente implicava più della semplice cortesia. «Mi domandavo come facessi a dare ordini ai tuoi dipendenti.»

    «Ah...» Maddie si rilassò. Era una semplice domanda amichevole e lei si poteva comportare in maniera altrettanto amichevole senza alcun problema. Aveva sempre avuto tantissimi amici maschi, sia a scuola sia nel paese in cui viveva, ma mai un vero fidanzato. Nessuno di quei ragazzi la considerava realmente una donna, piuttosto la trattavano come una di loro: le confidavano ogni pensiero, discutevano con lei di svariati argomenti, ma quando arrivava il momento di avere una storia d’amore, preferivano rivolgere la propria attenzione alle ragazze che riuscivano sempre a sorridere scioccamente e in modo affettato.

    «No, non conosco il greco. Ho imparato soltanto qualche parola dagli abitanti del posto» rispose con un sorriso, «ma temo che non siano i termini più adatti da usare in pubblico! Nikos, il giardiniere che lavora per Cristos, parla inglese in modo fluente e traduce per me ai colleghi.»

    La voce di Maddie si affievolì quando, turbata, si accorse che l’uomo non sembrava affatto prestare ascolto a quella strana conversazione. Le aveva forse domandato la prima cosa che gli era passata nella sua splendida testa, solo per farla parlare? Perché adesso era di nuovo assorto in un attento e imbarazzante inventario del formoso corpo di lei, gli occhi fissi sulla pelle liscia delle cosce proprio sopra l’orlo sgualcito dei pantaloncini.

    Stringendo le ginocchia fino a farle toccare, Maddie si difese dal perverso istinto di divaricarle e appoggiare i propri fianchi al corpo possente di lui. Così, nel tentativo di apparire schiva, gli domandò con un tono che non riconobbe affatto come proprio: «Hai bisogno di qualcosa? Posso aiutarti?».

    Per tutta risposta, lui le si avvicinò ulteriormente. Le sue ampie spalle si sollevarono in modo quasi impercettibile, mentre la pelle abbronzata risplendeva come seta e Maddie non poté non domandarsi come sarebbe stato sentirla sotto le dita.

    Non disse nulla, ma il silenzio che scivolò tra di loro e il sorriso che le rivolse la fecero tremare. Mai nessuno le aveva procurato simili sensazioni. Poi, quando le scostò delicatamente una ciocca di capelli dalla fronte umida, Maddie quasi si sentì mancare.

    «Credo che dovresti metterti un po’ all’ombra. Sei accaldata... molto accaldata» le sussurrò ironico. «Ci vediamo in giro.»

    Desiderosa soltanto di sfuggire a quella imbarazzante presenza, Maddie si diresse verso la porta che conduceva all’interno della villa. La sua pelle pizzicava ancora, proprio nel punto in cui lui l’aveva sfiorata e percepiva chiari segnali di risposta lungo l’intera spina dorsale.

    Tipico uomo greco, riconobbe irritata. La maggior parte di coloro che aveva incontrato in città si erano rivelati molto simili. Incapaci di smettere di pavoneggiarsi di fronte a una donna. Ma Maddie, che non aveva mai avuto intenzione di flirtare, non aveva fatto fatica a ignorarli; eppure con quest’uomo era stato diverso. Lui era riuscito a farla sentire a disagio... forse era stata un’eccezionale dose di carisma a renderlo irresistibile, ma era ovvio che si comportasse allo stesso modo con qualunque donna avesse deciso di sedurre.

    Irritata con se stessa per la piega che stavano prendendo i propri pensieri, la ragazza uscì dai vestiti e scivolò sotto la doccia, determinata a togliersi dalla testa quello sconosciuto.

    O almeno ci provò. Con scarso successo, riconobbe con non poco fastidio.

    La festa stava riscuotendo quella sorta di successo che solo enormi quantità di denaro riescono a sortire. Ospiti ultra affascinanti si aggiravano intorno al generoso buffet allestito al centro del cortile, congratulandosi per l’atmosfera romantica conferita dalle illuminazioni strategicamente disposte, dalle piante che Maddie aveva scelto e dal profumo del gelsomino che si aggrappava alle colonne del porticato. E, proprio perché Amanda e Cristos si erano premurati di far sapere a chiunque chi fosse l’artefice di tanta bellezza, Maddie teneva le dita incrociate nella speranza che gli ospiti si ricordassero di lei nell’eventualità di un lavoro futuro.

    Amanda la raggiunse nel luogo appartato in cui si era rifugiata per riprendere fiato dopo aver risposto a infinite domande di carattere orticolturale.

    «Sta andando tutto alla perfezione. Tutti sono rimasti incantati... non si sa mai, potrebbero affidarti qualche incarico...»

    «Speriamo!» le sorrise Maddie compiaciuta. «Mi piacerebbe tornare a lavorare in questi luoghi, me ne sono innamorata! E non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi dato una simile opportunità.»

    «E a chi altro avrei dovuto darla?» le domandò Amanda con un’espressione carica di affetto. «Segui il mio consiglio: se qualcuno dovesse farti una proposta di lavoro, pretendi una lauta ricompensa. Tutta questa gente proviene dall’alta borghesia... i soldi escono loro dalle orecchie e sono abituati a pagare cifre esorbitanti. Offri loro un prezzo basso e scapperanno veloci come il vento.»

    «Stai tranquilla, mi ricorderò del tuo cinismo!» Maddie bevve un sorso di vino, mentre i suoi vivaci occhi blu correvano tra gli ospiti fino a soffermarsi sulle donne che discutevano in tono sommesso dei rispettivi gioielli e del prezzo degli abiti firmati che avevano indosso. Quando si era vestita per il

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