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Cuore contro cuore (eLit): eLit
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E-book152 pagine2 ore

Cuore contro cuore (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Sono quattro amiche e hanno stretto un patto: alla larga dagli uomini! Chi sarà la prossima a infrangerlo?

Jessica Barnes sta vivendo un momento decisivo per la sua carriera. O guadagnerà una promozione che la porterà alla vicepresidenza dell'azienda per cui lavora, oppure perderà tutto. Sulla scena, infatti, è appena comparso Adam Taylor, di professione consulente per gli esuberi di personale. In poche parole, Adam ha la facoltà di decidere del futuro lavorativo di Jessica. Per lei è una specie di incubo: come può trovare attraente, persino simpatico un uomo che forse la licenzierà? Per lui è una specie di sogno: se fosse per lui il futuro di Jessica sarebbe al suo fianco, come sua moglie!



Mai dire lo voglio:

1) Cuore contro cuore

2) Carezze, ricatti e bugie

3) L'amore corre in rete

4) Le regole di Cassandra
LinguaItaliano
Data di uscita31 gen 2017
ISBN9788858966020
Cuore contro cuore (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Cuore contro cuore (eLit) - Kathleen O'reilly

    successivo.

    1

    Jessica Barnes studiò attentamente la sposa. Era perfetta.

    Anche il pomeriggio primaverile, insolitamente caldo e splendente per Chicago, era perfetto. Senza considerare la prodigiosa tenuta dei fiori e l'impeccabile esecuzione dei musicisti.

    Non c'era niente di peggio che assistere alla realizzazione di una bella favola per sentirsi a terra, pensò Jessica. «Credete che Annie abbia messo su peso dai tempi del college?»

    A una certa distanza dal gazebo traboccante di fiori che ospitava gli sposi, le quattro amiche scossero la testa, poi Mickey fornì una delle sue solite risposte pratiche. «Sono tutte quelle stupide balze romantiche.»

    Jessica guardò il proprio tubino blu senza fronzoli e fu contenta della scelta.

    Beth sospirò profondamente, gli occhi fissi sulla sposa. «Lui è così bello in abito scuro. Il mio Kenny non è mai stato così elegante.» Kenny era l'ex marito di Beth, un ex che a tutte loro non era mai piaciuto troppo. Ma, per rispetto, non glielo avevano mai detto apertamente.

    Cassandra, quella che più di tutte non confessava mai le proprie debolezze, si osservò le unghie. Dieci ovali perfetti tinti di rosso scuro. «Una volta mi ha chiesto di uscire con lui ai tempi del college.»

    «Kenny ti ha chiesto di uscire con lui?» chiese Beth sbarrando gli occhioni azzurri.

    Cassandra sospirò. «No. Charles, lo sposo

    «Lei sembra felice» intervenne Mickey per depistare l'attenzione dall'argomento Kenny.

    Beth ingoiò un pezzo di torta e si leccò le briciole dalle dita. «Altroché! È radiosa.»

    Seguì qualche attimo di geloso silenzio.

    «Be', chi ha bisogno dell'amore?» disse infine Cassandra buttando giù un altro sorso di champagne.

    «Io» rispose Beth senza mai distogliere gli occhi dalla coppia.

    Con un certo impeto Jessica pescò l'oliva nel bicchiere di Martini. Era un discorso che avevano affrontato già molte volte. «No, Beth, non è vero. Sei una single. Hai la tua indipendenza. Puoi stare sveglia fino a tarda notte, lasciar ammonticchiare i panni nel cesto e uscire da sola ogni volta che ti pare. Che vuoi di più dalla vita?» Morse con foga l'oliva.

    Beth piagnucolò. «A volte mi sento sola.»

    «Prenditi un gatto» le suggerì Mickey.

    Jessica scosse la testa. «Oh, no, per favore! Mia zia Clarisse ci ha lasciato dieci gatti quando è morta. È stata un'impresa sistemarli tutti.»

    Mickey si sollevò gli occhiali scuri dal naso e studiò di nuovo la sposa. Erano tutte andate al college con Annie Summers e ora, sei mesi dopo la laurea, Annie era la prima a sposarsi. La seconda, in realtà, se si contava il matrimonio lampo di Beth, durato soltanto due settimane. «Credo che il bianco non le si addica» notò con espressione critica.

    «Ho sentito che andranno ai Caraibi per la luna di miele» aggiunse Beth con aria sognante.

    «È un tale cliché!» sbuffò Cassandra.

    «Io voglio andare sulle Montagne Rocciose per la mia luna di miele» continuò Beth.

    «Perché non ci vai da sola?» le chiese Cassandra.

    Beth guardò l'amica come se fosse un marziano. «Se ci andassi da sola, dove andrei, poi, in luna di miele?»

    Jessica osservò Beth. Era così ingenua! Credeva davvero che le lune di miele facessero parte delle garanzie della vita. Lei, al contrario, era molto più realistica. Non c'erano garanzie, se non per quello che ci si procurava da soli.

    «E se non dovessi più risposarti?» la incalzò Cassandra col suo solito cinismo.

    «Cassandra, non spaventarla» la riprese Jessica per evitare una scenata.

    «Non ha bisogno di un uomo» insistette Cassandra.

    Jessica alzò gli occhi al cielo. «Bella predica per una che ha un appuntamento ogni sabato sera.»

    Cassandra sollevò il mento. «Che c'entra? Potrei comunque restare single per tutta la vita.»

    Mickey sollevò una mano. «Anch'io.»

    Beth rimase immobile. «Non io. Io voglio sposarmi.»

    Jessica sollevò il bicchiere. «Alla nostra felice condizione di donne libere. Cibo spazzatura e film strappalacrime à go-go. Stringiamo un patto. Il patto delle single per sempre. Mai dire lo voglio.»

    Mickey e Cassandra fecero tintinnare i bicchieri.

    Beth capì di essere in minoranza. Dopo un lungo attimo di silenzio, si unì alle amiche. «Okay.»

    Certo, il matrimonio veniva spesso sopravvalutato, ma Jessica era conscia del fatto che erano single da così tanto tempo che era più facile attaccare l'istituzione matrimoniale che riconoscere un fallimento. Jessica odiava fallire.

    «Il matrimonio non è altro che la sottomissione di una donna a un uomo. Se qualcuno cercasse di farlo con me, lo ammazzerei.» Mickey era una studiosa e non aveva mai incontrato un uomo con il suo stesso quoziente di intelligenza.

    Jessica puntò un'altra oliva. «Però, alcuni vantaggi ci sono. Con la nuova politica economica, sposarsi comporta un certo sgravio fiscale. E suppongo che se il mio lui sapesse cucinare, potrei anche pensarci» disse sarcastica.

    «Magari potresti permetterti la Porsche» continuò Beth guadagnandosi un sorriso radioso da parte di Jessica.

    «Ecco. Hai detto la parola magica. Adesso Jessica va in estasi» intervenne Mickey ridendo.

    Jessica continuò a sorridere. Altri due anni e l'auto dei suoi sogni sarebbe finalmente stata sua. Se poi avesse ricevuto la tanto sospirata promozione a vice presidente della Hard-Wire, l'azienda informatica che aveva praticamente aiutato a crescere, i mesi necessari per averla sarebbero scesi a nove. Tuttavia, l'azione malefica di Adam Taylor poteva mandare all'aria tutti i suoi piani. La probabile fusione della compagnia che l'uomo stava curando per la JCN la rendeva nervosa e insicura. Ma soprattutto la faceva starnutire. Al solo pensiero, il naso cominciò a pruderle, poi produsse un sonoro starnuto.

    Jessica si soffiò il naso. «Estasi? Oh, non tutte abbiamo il talento di Cassandra.»

    Cassandra sorrise trionfante. «Basterebbe che faceste un po' di esercizio.»

    Mickey sventolò una mano languida. «Io aborro l'esercizio. Forse, con un buon personal trainer...»

    «Che ne dici di quello?» chiese Cassandra indicando un uomo all'altro capo del giardino.

    Jessica, Mickey e Beth si voltarono a guardare. Mickey e Beth emisero un breve fischio di ammirazione. Jessica strinse i pugni.

    Era lui. Adam Taylor. Alto, incredibilmente bello e, peggio di tutto, con una mente brillante e affilata. Certo, una mente affilata come l'ascia di un boia!

    Non si sarebbe dovuta sorprendere di vederlo. Lo sposo lavorava nella sua stessa azienda, dopotutto.

    La vita non era giusta, pensò poi con rabbia. Il lavoro era un inferno da quando era arrivato lui. Adam Taylor era un consulente ed era stato ingaggiato dalla potente multinazionale JCN per stilare un report sulle possibilità di ottimizzazione dei costi della Hard-Wire in vista di una fusione. Un esperto di produttività aziendale, in pratica. E, anche se la definizione non sembrava così minacciosa, non cancellava la sua reale funzione di tagliatore di teste del personale.

    In quel momento lui si voltò e la vide, rivolgendole un ammirato sguardo grigioverde. Jessica rimase impassibile, contenta di indossare impenetrabili occhiali da sole scuri che la facevano sembrare calma e controllata.

    Se solo il naso non avesse cominciato a pruderle, facendola starnutire. Due volte.

    Quando sollevò la testa dopo essersi soffiata il naso, le amiche stavano ancora fissando l'uomo, e Jessica si sentì in dovere di illuminarle sulla sua identità. «È perfetto, sempre che vi piacciano i tipi spietati.»

    «Lo conosci?» chiese Mickey.

    «È Adam Taylor» bofonchiò lei, ricordando di aver raccontato loro orride storie su Adam Taylor il Boia, ma di non averlo mai descritto fisicamente. Il solo fatto di considerarlo attraente le sembrava un tradimento alle proprie ambizioni. Adam era il suo nemico numero uno.

    «Ti desidera» sentenziò Cassandra.

    «Se lo sogna» rispose Jessica, riluttante ad ammettere di fare lei stessa dei sogni su Adam Taylor.

    «Scommetto che se gli sorridi, si avvicinerà» intervenne Beth infervorata.

    «Non se me ne vado prima.»

    «Jessica, Jessica... non ti ho mai vista fare così la codarda» la stuzzicò Cassandra.

    Quello era un colpo basso, ma non abbastanza da distrarre Jessica dalle sue intenzioni. «Avevo già deciso di andarmene prima di vederlo.»

    Mickey inarcò un sopracciglio. «Per questo siamo venute tutte con una sola auto?»

    Era sconfitta. Tre contro uno. «Non dovreste essere mie amiche?»

    «Le amiche non ti lasciano fare la figura della vigliacca» intervenne Cassandra spingendola nella direzione del suo peggior incubo. E del suo sogno più proibito.

    «Non può essere poi così male. Ha un sorriso sincero» notò Beth con il suo solito candore.

    «Sì, certo. Vallo a dire alla Nonna di Cappuccetto Rosso.»

    «Ma dai. Che male ti può fare?» chiese Mickey con la sua abituale praticità.

    Jessica morse un'altra oliva e si raddrizzò gli occhiali da sole. Meglio non chiederselo.

    Charles era un pallone gonfiato, ma Adam aveva imparato a fare il diplomatico in tanti anni di consulenza. Lui e il collega avevano lavorato insieme alla fusione Symtheson-Hardwick producendo un totale di cinquecentotrentasette licenziamenti e un risultato di cinque milioni di dollari di incremento della redditività in cinque anni. La società di consulenza aziendale per cui lavoravano entrambi, la Kirney, Markham and Williams, lo considerava un lavoro eccellente.

    Per la maggior parte del tempo, Adam non si preoccupava delle conseguenze del suo lavoro. Era un consulente. Irrompeva sulla scena, analizzava la situazione, dava consigli e spariva. Era bravo in quello che faceva e la vita lo premiava.

    Sorseggiò lo champagne e si guardò intorno in cerca di una birra. Non gli era mai piaciuto lo champagne, ma ne prendeva sempre un bicchiere nelle occasioni importanti. Ovviamente, la maggior parte finiva in una pianta.

    Quando Charles lo vide e gli fece cenno di avvicinarsi, Adam si avviò verso la coppia con un sorriso stampato in viso. La felicità di entrambi lo fece sentire leggermente invidioso. Abbassando la guardia per qualche attimo pensò alla sua casa in Alabama. La sua casa vuota. Chiuse gli occhi e contò fino a dieci. Prima ancora di aver finito l'esercizio, il professionista che era in lui aveva già ripreso il sopravvento.

    Diede una pacca alla spalla del collega. «Sei un uomo fortunato» si complimentò in tono sincero.

    Charles abbracciò la sposa. «Lo so e, grazie alle leggi di questo stato, è tutta mia.»

    Annie arrossì e stampò un soffice bacio sulla guancia del marito.

    Charles sollevò il bicchiere. «Che tu possa trovare la mia stessa felicità» augurò ad Adam. Poi, prendendolo da parte, assunse un tono più professionale. «Come procede con la Hard-Wire? Ho sentito dire che ci sono grandi opportunità di ottimizzazione dei costi.»

    Traduzione: possibilità di tagli al personale fino al quindici per cento.

    «Troppo presto per dirlo» commentò Adam.

    Traduzione: è esattamente quello che penso. Anche fino

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