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La figlia del milionario
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E-book187 pagine2 ore

La figlia del milionario

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Info su questo ebook

Jethro Calder è un ricco uomo d'affari dedito solo al lavoro che scopre dopo anni di avere una figlia. Lexi Malone è colei che ha cresciuto la bambina e ora vorrebbe adottarla, ma per farlo ha bisogno del consenso di Jethro. L'uomo prima di acconsentire decide di verificare di persona la capacità di Lexi di essere una buona madre, e i tre iniziano così una convivenza "forzata".
Ma vivere sotto lo stesso tetto di un affascinante scapolo non è certo cosa facile, soprattutto se succede di innamorarsene...
LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2021
ISBN9788830532182
La figlia del milionario
Autore

Teresa Carpenter

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La figlia del milionario - Teresa Carpenter

    1

    Lexi Malone si accorse che le tremava la mano mentre ripassava il contorno delle labbra con la matita del trucco. Incontrò il proprio sguardo nello specchio dorato della sala da bagno delle signore e negli occhi vide riflessa tutta la sua agitazione.

    «Per Jazi» sussurrò, rimettendo il cappuccio alla matita.

    Bastò quello a calmare il tremore. E gran parte del nervosismo. Avrebbe fatto qualunque cosa per riprendersi la figlioccia di ventitré mesi. Anche avvicinare un uomo in un lussuoso ristorante per scoprire se era lui il padre della piccola. Quella sera lei era in missione.

    Nel teatro dove aveva lavorato come ballerina incontrava uomini strani di continuo. Aveva imparato a gestirli da tempo. Ovviamente, il Golden Link era un rispettabile club privato del Golden Cuff Casino e quindi gli agenti della sicurezza erano pronti a intervenire se la situazione le fosse sfuggita di mano.

    Lì, invece, gli agenti della sicurezza lavoravano per Jethro Calder, amministratore delegato della Pinnacle Group e proprietario del ristorante in cui si trovava. Il Beacon era un locale in cui eleganza classica e modernità si mescolavano alla perfezione. E si trovava nel Pinnacle Casino e Hotel dove Calder aveva un attico privato.

    Lexi era in procinto di affrontare uno squalo. Ma non aveva scelta. Poteva darsi che fosse lui il padre di Jazi e quindi l'unica persona in grado di garantirle la custodia della bimba.

    Aveva fatto le sue ricerche quando aveva capito quale poteva essere il legame tra i due. Calder, uno dei Fantastici Quattro che avevano reso la Pinnacle un'azienda leader nel mondo dei giochi digitali, era conosciuto come il Predatore. Erano pochi quelli che uscivano indenni da uno scontro con lui.

    Scapolo incallito, aveva dichiarato in un'intervista che non intendeva farsi una famiglia. Dal lavoro traeva gratificazioni che non avrebbe mai trovato in un rapporto sentimentale, quindi perché andare a inguaiarsi?

    Lexi si augurava che fosse davvero convinto di quello che aveva detto perché il futuro suo e della piccola erano nelle mani di quell'uomo. Ma aveva bisogno di conferme prima di fargli la sua proposta. Doveva vedere di persona la sua voglia, quel segno distintivo che avrebbe spazzato via ogni dubbio.

    «Perciò, smettila di tergiversare» mormorò alla propria immagine riflessa, l'espressione severa, guadagnandosi un'occhiata piena di sospetto dalla donna che era accanto a lei nel bagno. Le sorrise, ma quella mise via il rossetto e uscì senza contraccambiare.

    «Grandioso, Lexi, ora spaventi la gente» sospirò. Poi si gettò oltre le spalle la lunga chioma rosso scuro, drizzò la schiena e uscì a sua volta.

    «Per Jazi» si ripeté.

    Per una bizzarra combinazione quello era il giorno del compleanno di Alliyah. Pregando che le portasse fortuna, Lexi si avviò verso il bar, una sala arredata in pelle scura, legno lucido e cristallo scintillante. Anche Alliyah, sua migliore amica e madre di Jazi, era una ballerina. Ma a differenza di lei, arrotondava facendo la escort. Quando uomini come Calder avevano bisogno di una donna per un evento o simili, contattavano l'agenzia, e Alliyah passava una notte costosa in qualche posto alla moda e di lusso, racimolando dei bei bigliettoni per comprarsi borse, vestiti e roba simile. Il sesso non faceva parte del servizio, ma a volte Alliyah aveva rapporti con i clienti. Jazi era il risultato di una di quelle volte. Non appena aveva scoperto di essere incinta, però, aveva mollato l'agenzia. Purtroppo non aveva idea di chi fosse il padre o, più probabilmente, non voleva condividere la bimba. Comunque fosse, aveva tenuto la bocca chiusa, anche con lei che era la sua migliore amica. Così, quando era morta in un incidente d'auto, la piccola era stata data in affidamento. Un sistema che Alliyah avrebbe detestato, visto che aveva passato l'infanzia in un orfanotrofio.

    Lexi pensò che forse avrebbe dovuto esser grata a sua madre per averle risparmiato quell'esperienza. In realtà, da bambina, le sarebbe piaciuto essere un po' trascurata. Invece, ogni momento della sua giornata era stato programmato e pieno. Esercizi, lezioni, esercizi, pasti calibrati, esercizi, lezioni... Il tutto sotto l'attenta supervisione di sua madre.

    Oh, sì, avrebbe pagato oro per poter stare un po' da sola.

    Ma questo era successo secoli prima. Ora quello che le interessava era ottenere la custodia di Jazi e Jethro Calder era l'uomo che poteva permetterglielo.

    Eccolo lì, seduto all'estremità opposta del bancone, con uno smoking di sartoria che enfatizzava l'ampiezza delle spalle ed esaltava il fisico alto, atletico. L'espressione torva teneva tutti alla larga, compreso il barista.

    Uno squalo che sorveglia il suo territorio.

    I capelli erano scurissimi, quasi neri. Gli occhi scuri e penetranti, di un colore impossibile da definirsi da quella distanza. I lineamenti erano un po' troppo spigolosi per poter esser considerati classici, ma lo rendevano ancora più affascinante.

    Fingendo noncuranza, Lexi lo studiò nello specchio mentre si avvicinava al bancone. «Un Dirty Manhattan, per favore» ordinò. Poi trattenne il respiro. Il cocktail che aveva ordinato era il segnale per Calder che era lei la donna mandata dalla Excursions, la donna che stava aspettando.

    Dopo aver letto l'articolo con l'intervista a Calder, Lexi aveva contattato Sally Easton, la proprietaria della Excursions. Si erano incontrate diverse volte quando Alliyah lavorava per l'agenzia, e Sally, più di una volta, aveva cercato di reclutare anche lei. Lexi aveva provato a parlare direttamente con Calder, spiegando alla segretaria che doveva discutere con lui di una questione importante, ma era stata dirottata su un dirigente minore. Perciò si era rivolta a Sally che, però, non volendo rovinare il rapporto di affari con Calder, l'aveva subito liquidata. Quella sera, tuttavia, Sally l'aveva chiamata per avvertirla che la ragazza che doveva vedersi con lui aveva dovuto annullare l'appuntamento e aveva offerto a lei l'opportunità di incontrarsi con Calder.

    «Posso offrirglielo?»

    Un uomo abbastanza vecchio per essere suo padre scivolò sullo sgabello accanto al suo e invase il suo spazio.

    Lexi resistette all'impulso di scostarsi di scatto. Perché un abitino corto doveva far perdere agli uomini ogni senso dell'adeguatezza?

    Prima che potesse rifiutare in modo educato ma fermo, un braccio si insinuò tra loro e una voce profonda dichiarò: «La signorina è con me».

    Poi Jethro Calder le porse la mano, aiutandola ad alzarsi.

    «È in ritardo» disse.

    Lexi si raggelò. Poi si impose di rilassarsi. Doveva osservarlo, cercando di scorgere la voglia sul polso che avrebbe confermato il suo legame con Jazi. Doveva conoscerlo meglio prima di ritirarsi di nuovo nell'ombra a progettare la sua prossima mossa.

    «Giusto in tempo in effetti.»

    Lo sguardo le corse allo specchio, per accertarsi che nessuno capisse che era un'imbrogliona. Per fortuna nessuno stava prestando loro attenzione, a parte una brunetta dall'aria familiare, incantevole ma di una decina d'anni più vecchia di Calder, che aveva trentacinque anni.

    «Non me la bevo, Calder» protestò l'anziano pretendente. «A te piacciono giovanissime. E poi, se è con te, perché non ti ha raggiunto?»

    Calder lo ignorò e si rivolse al barista, che era arrivato con il cocktail di Lexi. «Sam, stasera offre la casa per il signor Madison.»

    «Abbiamo avuto un piccolo battibecco» spiegò Lexi, facendo scivolare il braccio in quello di Calder. Sotto le dita sentì flettersi dei muscoli compatti.

    Madison, che si era leggermente ammorbidito di fronte alla generosità del padrone di casa, aggrottò la fronte quando vide quel gesto.

    Lexi, onde evitare che si facesse sospettoso, afferrò il bicchiere. «Ci sono molte belle donne qui stasera» disse. Poi posò il bicchiere davanti alla brunetta, cui aveva fatto la piega ai capelli meno di un'ora prima. «Questo signore vorrebbe offrirle un drink.»

    La donna si accigliò. L'uomo quasi si strozzò.

    E lei e Calder se ne andarono.

    «È in ritardo» ripeté Calder, il suo respiro che le sfiorava l'orecchio, la voce profonda che le accarezzava i sensi. Posandole una mano sull'incavo della schiena, la pilotò verso l'ascensore che li avrebbe portati al piano del casinò. «Lascerò correre perché vederla passare quel cocktail alla ex moglie di Madison è stata la cosa più divertente della giornata.»

    Lexi lo guardò incuriosita. «Quella era la sua ex moglie?» ribatté. Non la stupiva che fosse stata così interessata al loro scambio di battute.

    «Sì. Mangia al ristorante ogni venerdì sera, dopo il trattamento alla spa.»

    «E lui viene qui tutti i venerdì sera per fare il galletto davanti a lei?»

    «Tutte le settimane, da sei mesi.»

    «La gente è strana.»

    «Non può nemmeno immaginare quanto se non ha mai provato a vivere in un casinò.»

    «Oh, non è necessario viverci, basta lavorarci» replicò Lexi. Quando faceva la ballerina ne aveva viste di tutti i colori. Ma quel periodo della sua vita apparteneva al passato. Ora faceva la parrucchiera, così, lavorando di giorno, avrebbe potuto tornare a casa la sera quando avesse ottenuto la custodia di Jazi.

    Calder la fissò intensamente. «Ha lavorato in un casinò?»

    Aveva gli occhi blu scuro. Il cuore le diede un balzo in petto. Lo stesso, identico colore degli occhi di Jazi. Deglutì a vuoto, la bocca improvvisamente asciutta. Aveva trovato il padre della piccola.

    Un'ondata di emozioni la travolse. Amore per la bambina, speranza, timore, anticipazione, trepidazione. Ma si costrinse a concentrarsi sulla conversazione. «Non capita a tutti quelli che vivono a Los Angeles di lavorare in un casinò prima o poi?»

    «Questo non risponde alla mia domanda» asserì lui.

    «Lavoro al Pinnacle, in effetti» disse allora Lexi. «Al Modern Goddess Salon.» Non la meravigliava che lui non la conoscesse. La spa aveva i locali in affitto. «È un problema?»

    Calder corrugò la fronte, come se ci stesse pensando su. Poi sospirò. «No. Non è un problema.»

    «Si è trattato di un rimpiazzo dell'ultimo minuto» continuò Lexi, cercando di attenersi il più possibile alla verità. «Temo di non sapere dove siamo diretti.»

    «Non rivelo mai la destinazione sino a che non siamo per strada» fu la risposta asciutta.

    Certo. Tutto quello che Lexi aveva letto su di lui indicava che era una persona molto riservata.

    Calder camminava con passo spedito e lei lo seguiva col passo aggraziato della ballerina.

    «Mmh... Quindi è difficile sapere come vestirsi.»

    Lui era in smoking, quindi doveva trattarsi di qualcosa di formale. Lexi si sistemò l'abitino nero sui fianchi, augurandosi che fosse di suo gradimento.

    «Ho lasciato intendere che sarebbe stato un ambiente formale» ribatté Calder, percorrendola con lo sguardo da capo a piedi. «Sì, così va bene.»

    «Mi fa piacere sentirlo.»

    Aveva optato per il classico abito nero. Spalline larghe, scollatura a V, aderente ma non tanto da rendere difficili i movimenti. Era provocante, più che sexy. E visto che a lei piacevano le cose luccicanti, la stoffa scintillava a ogni suo movimento.

    Le porte si aprirono sulla splendida entrata del casinò. C'erano luci e movimento ovunque. Gente, macchine, taxi e una magnifica cascata illuminata.

    Una macchina li attendeva e un inserviente si affrettò ad aprire loro la portiera. «Buonasera, signor Calder. Lexi.»

    «Ciao, Miguel, come sta l'ultimo arrivato?»

    Un largo sorriso si dipinse sul volto dell'uomo.

    «Miguel e sua moglie hanno avuto una bambina un mese fa» spiegò Lexi a Calder. «Si chiama Saralynn.»

    Calder non cambiò espressione, tuttavia fece un cenno in direzione di Miguel. «Congratulazioni.» Quindi, indicando la portiera aperta: «Dobbiamo andare».

    «Sì, certo.»

    Che freddezza!

    Stranamente delusa, Lexi salì in macchina. Quando si voltò vide che Calder stava dando a Miguel un paio di biglietti da cento dollari di mancia. Forse non era poi così freddo, si disse.

    Di lì a poco Calder la raggiunse, riempiendo quasi del tutto lo spazio accanto a lei. Di colpo Lexi si sentì... sopraffatta.

    Avrebbe potuto abbandonarsi al panico se fosse stata quel genere di donna e se lui non avesse avuto un profumo così buono. Non usava qualcosa di costoso o raffinato. Sapeva di sapone e di uomo. Una combinazione che le trasmise un brivido caldo lungo la schiena.

    Controllati, ragazza, si ammonì. Sei in missione.

    Per distrarsi, si concentrò sul suo gesto generoso. In qualche modo la rendeva speranzosa. Calder aveva affermato in diversi articoli che non voleva figli, o famiglia, che non aveva né la pazienza né la capacità di impegnarsi in una relazione seria e duratura. Lei contava sul fatto che parlasse sul serio, ma aiutava sapere che non era del tutto indifferente ai bambini. Aveva bisogno che si sentisse coinvolto quanto bastava per entrare in azione.

    «Come ha conosciuto Miguel?» le chiese.

    Subito dopo Jethro si diede dello stupido per essersi lasciato sfuggire quella domanda.

    Non gli importava sapere di quella donna. Gli serviva solo che fosse sufficientemente graziosa e fosse in grado di intervenire per spostare la conversazione quando la situazione lo avesse richiesto.

    Un compito che non avrebbe dovuto essere difficile per lei, visto che non aveva smesso di parlare da quando si erano incontrati.

    «Lavorando al Pinnacle» rispose Lexi. «Sono alla spa da un mese. Mi piace la gente, così ho conosciuto diversi dipendenti.»

    Sì, era chiaro che era una che amava socializzare. A differenza di lui.

    «Miguel ha regalato alla moglie una giornata alla spa dopo la nascita di

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