Moglie a noleggio: Harmony Destiny
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Anteprima del libro
Moglie a noleggio - Amy J. Fetzer
successivo.
1
«Scommetto che non è mai successo prima.»
Madison Holt stava in piedi, ferma, mentre la sua amica Katherine le sistemava il vestito all'altezza delle caviglie. Il rumore dei bicchieri che si toccavano e il mormorio delle voci filtravano attraverso la tenda che la nascondeva agli sguardi degli ospiti raccolti nel giardino.
«Che cosa c'è, tesoro?»
«La più anziana vergine vivente messa all'asta per il miglior offerente! E non è nemmeno la mia virtù, che viene messa in vendita.»
«La tratta delle bianche è proibita a Savannah» commentò Katherine con una risata divertita, aggiustando distrattamente la spallina ricamata dell'abito da sera sulla spalla nuda dell'amica. «Ma se preferisci, posso mettere all'asta anche la tua virtù. Che ne dici?»
«È un'idea.» Forse era l'unico modo per perderla prima dei venticinque anni, quella virtù, rifletté Madison cercando di scherzare.
Ma Katherine si era accorta della sua apprensione. «Se vuoi, puoi andartene anche subito, tesoro. Non ti costringerò a fare una cosa che non vuoi.»
«Neanche per sogno. Sono stata io ad accettare e ora non mi tiro certo indietro. E poi guardami: sono qui, con questo vestito favoloso...»
«Che, fra parentesi, sta molto meglio a te che a me.»
Madison guardò il vestito color prugna, che si adattava al suo corpo come una seconda pelle. La faceva sembrare una sirena. Ma aveva paura di muoversi, di inciampare o quanto meno di fare la figura di un salame, goffa e impacciata, di fronte al pubblico.
«Ancora non capisco perché ho dovuto vestirmi così.»
«Anche l'occhio vuole la sua parte e... l'imballaggio ha la sua importanza.»
«Il fatto di andare in giro con scollature vertiginose, a mostrare il seno come un trofeo prezioso, non dice molto sulla mia abilità nel preparare un pranzo in venti minuti.»
«Tu saresti in grado di farlo sul serio, vero? In venti minuti?» Madison accennò di sì con la testa, notando quanta ammirazione ci fosse nella voce dell'amica. «E pensare» aggiunse Katherine stupita, «che a me serve almeno mezz'ora per vestirmi, dopo la doccia.»
Perché non aveva mai dovuto farlo, pensò Madison. Non ne aveva mai avuto bisogno. La necessità aguzza l'ingegno e fa fare alla gente le cose più impensate. Come quello che faceva lei adesso: accettare di essere messa all'asta. Chiunque si affidasse all'agenzia Wife Incorporated - Mogli professioniste riceveva in omaggio una settimana di aiuti domestici gratuiti. Era Katherine quella che alla fine ci rimetteva di più. Ma in fondo, grazie al cielo, se lo poteva permettere. Madison no. Ecco perché aveva accettato. Perché aveva bisogno di soldi, anche se aveva già un altro lavoro che la impegnava mezza giornata.
«Siamo pronti, cara» le annunciò la voce dell'amica, distogliendola dai suoi pensieri. Poi le indicò la X dipinta sul pavimento. «Mettiti al tuo posto. Lo spettacolo incomincia.»
Lo stomaco di Madison si chiuse di nuovo mentre si sistemava al centro del palcoscenico, dietro il sipario ancora chiuso. Il pubblico era tutto là, oltre il tendone di velluto, e quegli spettatori erano la crema di Savannah. Tutta gente che abitava a nord di Gaston Street, pensò con un sorriso di scherno; persone che in quel momento stavano mangiando tartine al caviale e sorseggiando champagne delle migliori marche, mentre aspettavano di vederla entrare in scena per fare delle offerte su di lei.
«Lo so che non ti fa piacere essere messa in mostra così, tesoro» le sussurrò l'amica. «Ci sto male anch'io, ma il comitato...»
«Va tutto bene, Kat, non ti preoccupare. E cerca di non starci male, o io starò anche peggio.»
«Sei un angelo, Madison. Prega soltanto che ad Alexander Donahue non venga l'idea bislacca di fare un'offerta per te.»
Madison inarcò le sopracciglia ben curate. Lo scapolo più ricco e desiderato di Savannah, convinto e ben deciso a restare tale, aveva bisogno di noleggiare una moglie? Ridicolo! Proprio lui che aveva fama di cambiare donna dopo un incontro o due... E Madison sapeva che quella fama era giustificata, visto che Alexander era stato socio del defunto marito di Katherine. Perché poi si comportasse a quel modo era un mistero per tutti.
Pensandoci meglio, si rese conto che Kat aveva fatto il possibile per non farli incontrare. «Perché non me lo hai mai presentato?» le domandò di getto.
«Che amica sarei, se dessi in pasto la persona che mi è più cara a un...?»
«A un lupo?»
«È più astuto di un lupo. Ma non devi preoccuparti. Le donne come te lo spaventano.»
«Allora probabilmente vedremo la sua diabolica scia quando scapperà di qui.»
Katherine approvò con un sorriso prima di uscire da dietro il sipario, fra gli applausi del pubblico.
Dimenticando Donahue, Madison chiuse gli occhi e si concentrò. Buon Dio, pensò. Se papà mi vedesse adesso...
Il sipario si aprì.
Un applauso risuonò nell'aria soffocante e lei fece un sorriso radioso, osservando il pubblico e i camerieri in giacca bianca che giravano fra gli ospiti, offrendo aperitivi e leccornie posate su lucidi vassoi d'argento. Non c'era nessuno che conoscesse; non frequentava più quegli ambienti. Scommetto che non ce n'è uno che sappia gettare una rete per pescare i gamberi, pensò fissando quel mare di giacche da sera bianche e di eleganti abiti lunghi ornati di ricami e lustrini. Il suo senso pratico la portò a riflettere su quante persone avrebbero potuto vivere con i soldi che erano stati spesi per il vestito che indossava. Era bellissimo, ma le sembrava uno spreco a dir poco scandaloso. Non che lei odiasse i ricchi, ma non aveva simpatia per gli oziosi che abitavano in case di lusso e sperperavano il denaro nel tentativo di liberarsi dei loro problemi. E Katherine era lì giusto per fare in modo che, se proprio dovevano buttarli, tutti quei soldi, almeno li buttassero dalla parte giusta.
«Quando mio marito Kevin morì» stava appunto dicendo la sua amica, «mi ritrovai con tanto denaro, ma senza altre capacità che non fossero quelle di vestirmi bene e di organizzare un ricevimento... come questo che vi state godendo adesso.»
Dal pubblico si levò un mormorio di approvazione, ma Madison sapeva che Katherine aveva conseguito una laurea e una specializzazione in economia e commercio. Si era mai chiesta, la buona società di Savannah, come fosse arrivata fin lì?
«Ho capito, allora, che c'erano altre donne nelle mie condizioni, che stavano sprecando la loro intelligenza e le loro capacità perché avevano scelto il matrimonio come professione. La Wife Incorporated si serve soprattutto di donne per venire incontro alle necessità di chi ha bisogno di questi talenti preziosi e troppo spesso non riconosciuti, come l'organizzazione domestica, la cucina, la pulizia della casa, la cura dei bambini, qualche volta la sostituzione di una madre per consentire a una coppia di passare le vacanze insieme; o ancora per organizzare un matrimonio o un ricevimento, o per fornire una moglie provvisoria a un vedovo o a un divorziato che sta cercando di rimettere insieme i pezzi della sua vita.»
Madison sorrise in direzione di Katherine, orgogliosa di quell'amica così in gamba. Come era abituata a fare sin da quando erano insieme a scuola, Kat sapeva trarre il meglio da tutte le situazioni.
«Tutte le impiegate di Wife Incorporated hanno frequentato un corso di puericultura, sono in grado di eseguire interventi di pronto soccorso su adulti e bambini e conoscono le mosse fondamentali per la difesa personale.»
Dalla sala si levò un mormorio di approvazione, e le due amiche si scambiarono un sorriso di intesa. Poi il banditore prese posto sul podio.
Alex sarebbe stato disposto a fare un'offerta anche solo per quel viso incredibile.
Quella ragazza era bella da mozzare il fiato. E non solo. Aveva anche un fascino che lo colpì immediatamente. Forse erano i capelli castani raccolti in un morbido chignon in cima alla testa, con qualche ricciolo ribelle che le conferiva un aspetto appena un po' scarmigliato, provocante... uno spirito libero in mezzo a un ambiente quanto mai borghese e conformista. O era piuttosto quell'aria sprezzante che si intuiva appena nei suoi grandi occhi color cognac che si posavano distrattamente sulla gente. O magari quel vestito color prugna, con le spalline ricoperte di perline, che la fasciava sottolineando le sue morbide curve. Ed erano veramente belle curve, pensò lui rivolgendole uno sguardo di puro apprezzamento.
O forse l'attirava tanto perché, per quanto fosse desiderabile, era territorio proibito. Una donna da sposare.
Però in quel momento non aveva un aspetto tanto rassicurante. Sembrava quasi... selvaggia. Un puma snello, con le gambe più lunghe che avesse mai visto.
Le offerte si facevano via via più sostanziose, e Alex si voltò a guardare indietro, da sopra la spalla. Brandon Wilcox, naturalmente. E gli si leggeva chiaramente in fondo agli occhi che stava già immaginando la ragazza con un grazioso grembiulino francese, o mentre passava l'aspirapolvere senza vestiti addosso. Patetico.
Cookie Ledbetter gli si avvicinò e si curvò per sussurrargli: «Questa è la terza volta che ti fai vedere in pubblico con Elizabeth, Alex. Non sarà che per caso stiamo guardando tutti la futura signora Donahue e nessuno lo sa?».
Elizabeth ascoltò in silenzio e sorrise al suo cavaliere prima di bere un sorso di champagne.
Alex non rispose, ma ebbe l'impressione che le pesanti porte di una prigione medievale si stessero chiudendo alle sue spalle, e digrignò i denti per reazione. «E lei non fa un'offerta, signora Ledbetter?» chiese.
L'anziana signora abbozzò un sorriso, guardando la donna proposta da Wife Incorporated. «Il mio aiuto domestico me lo scelgo un po' più attempato e...»
«Meno attraente?»
Lei gli diede un buffetto sul braccio, sorridendo. «Vergogna. Ci sarà pure una buona ragione se il mio matrimonio con Harrison dura da trent'anni, giovanotto» osservò in tono di sfida.
«E io che pensavo che fossero quei magnifici occhi azzurri a tenere incatenato Harry, signora.»
«Non si mette la selvaggina davanti al cacciatore, Alex. E attento...» lo avvertì accennando a Elizabeth, in piedi accanto a lui. Abbassò la voce. «...ricordati che non c'è furia dell'inferno più feroce di una donna che si ritiene offesa, tradita e abbandonata.»
Lui annuì e mostrò d'aver capito, e la signora si allontanò soddisfatta della sua buona azione quotidiana.
Certo, Liz era davvero raffinata, rifletté Alex guardandola di sfuggita. Con i capelli biondi ben curati, il vestito color rosso fiamma e la sua innata eleganza, aveva tutte le qualità che lui apprezzava in una donna: classe, garbo, stile, una conversazione brillante... e soprattutto non cercava marito. Non avrebbe mai rinunciato alle feste e alle occasioni