Carezze, ricatti e bugie (eLit): eLit
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Mickey Coleman ha un quoziente d'intelligenza ben al di sopra della media. E allora come ha potuto fare una cosa tanto stupida? Lasciare che una banale scappatella si trasformasse in uno squallido ricatto! A quanto pare il suo viscido amante ha girato un video del loro incontro e adesso continua a tormentarla con richieste sempre più asfissianti. Forse Dominic Colucci, il tipo sexy che frequenta la sua stessa caffetteria, potrebbe aiutarla a dissuadere il ricattatore. È vero che lui ha dei modi un po' loschi, ma è proprio quello che ci vuole. E Mickey non è spaventata, solo...eccitata?
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Anteprima del libro
Carezze, ricatti e bugie (eLit) - Kathleen O'reilly
successivo.
1
A dire la verità, quella doveva essere una giornata meravigliosa poiché non succedeva tutti i giorni che una amica carissima convolasse a nozze. E che il vestito da damigella d'onore fosse così bello da desiderare di indossarlo in chissà quante altre occasioni. Mickey Coleman si sforzò di sorridere.
Non succede tutti i giorni nemmeno che qualcuno ti riprenda mentre stai facendo l'amore. Rabbrividì suo malgrado. Dio mio, Dio mio, pensò, e dire che si definiva non credente.
Nella sacrestia della piccola chiesa Jessica, nella sua beata ignoranza, si stava aggiustando il velo da sposa: certamente nessuno l'aveva ripresa, lei, mentre era a letto con un uomo.
Mickey si chiese se era il caso di prendersela con l'amica proprio il giorno del suo matrimonio, ma poi desistette.
«Stai poco bene?» le domandò Beth, «sei pallida.» Cara, innocente Beth, con quegli occhioni azzurri da bambina!
Mickey si tolse gli occhiali e ripulì le lenti, come se fosse quello il problema. «Il vestito... Non mi sta bene questo colore...»
«Ti sta benissimo, invece.»
Mickey sorrise debolmente. «Dici?»
Non era quello il problema, pensò. Avevano fatto la festa d'addio al celibato proprio dopo l'ultima prova dalla sarta. Dai, Mickey, mettitelo, ti sta d'incanto!
Di solito, lei non indossava vestiti scollacciati, non beveva più di quattro birre in una serata e non passava una notte di passione con certi colleghi mandrilli che decidevano di ricattarla.
La colse di nuovo un attacco di panico.
«Sicura di sentirti bene?» insistette Beth.
«Mi devo sedere.» Mickey si lasciò cadere su una poltrona vicina.
«Vuoi un po' d'acqua?»
«Grazie, sì.»
L'altra tornò subito con un bicchiere di carta colmo d'acqua e glielo tese. «È stata dura per te.»
Come faceva a saperlo? «Che cosa?»
Beth indicò la sposa. «Jessica e Adam... Il loro matrimonio... Ma non stai perdendo la tua migliore amica, anzi avrai più possibilità di conoscere un buon partito.»
Beth sembrava assolutamente convinta di ciò che diceva.
«Non ci avevo pensato» confessò Mickey.
«Lo so che abbiamo stretto il patto di non sposarci, ma era per scherzo, vero?»
Mai dire lo voglio. Circa un anno prima, le quattro amiche avevano promesso solennemente di mantenersi nel loro stato di donne libere, libere da uomini, libere di fare tutto ciò che volevano... Il paradiso, insomma. Libere da uomini, certo, era l'aspetto prioritario per Mickey, ora che cercava di recuperare la cassetta con la registrazione di una notte di sesso di cui ricordava poco. Dopo, avrebbe potuto concentrarsi sulla relazione da presentare al dottor Heidelman, una sua ricerca sulla diversità di densità delle galassie, il biglietto d'accesso nella comunità scientifica che le avrebbe dato fama e successo. Soprattutto fama tra i redattori della Rivista di Astrofisica e rispetto da parte del dottor professore Andrew Coleman, altrimenti detto papà. Se lui o qualcuno dei cervelloni del centro di ricerca e studi astrofisici fosse venuto a conoscenza dell'esistenza della famigerata cassetta, lei poteva considerarsi spacciata.
Il giorno dopo la malaugurata festa di addio al celibato, John Monihan le si era accostato, riferendosi in modo vago alla notte trascorsa con lei; era chiaro che apparteneva a quella schiera di patiti delle riprese video e ora era in possesso del nastro che la ritraeva a letto con lui. E naturalmente la ricattava, non pretendendo soldi bensì altre prestazioni sessuali, cosa molto frustrante perché Mickey, di quella notte, non ricordava nessuna prodezza degna di memoria.
Beth le si sedette accanto. «Dopo il matrimonio, possiamo darci da fare, se ne hai voglia.»
Come rifiutare qualcosa a Beth? «Ma certo, possiamo uscire dopo la cerimonia.»
«Andiamo a berci una birra da Brick's?»
Una birra? Neanche per sogno! Piuttosto un Martini. «Certo.»
La musica irruppe nella cappella e il maestro di cerimonie si precipitò nella sagrestia. Mickey andò verso Jessica che si stava rimirando nello specchio. La sposa abbracciò l'amica.
«In bocca al lupo» sussurrò Mickey.
«La prossima sarai tu» rispose Jessica.
Figuriamoci!
La cerimonia fu bellissima, gigli bianchi, musica classica, lacrime trattenute a malapena, tanto che Mickey si perse il bacio degli sposi. L'organo ruggiva mentre il corteo usciva dalla chiesa e i due neoconiugi si avviavano verso una nuova vita.
Con un sospiro, Mickey afferrò il braccio del testimone e seguì la coppia felice, registrando il sorriso tranquillo del proprio cavaliere.
«Scommetto che hai una videocamera» gli sussurrò, memore di come un sorriso tranquillo potesse nascondere un mascalzone della peggior risma.
«Sì, certo... Ce l'ho in macchina. La vado a prendere?» fece l'altro premuroso.
Non gli rispose ma gli rivolse uno di quei grugniti minacciosi capaci di intimidire i dipendenti del dipartimento di ricerca. Che cos'era questo giovanotto? Un guardone o un'innocua mezza cartuccia? Il poveretto la guardò spaventato e lì finì la loro conversazione.
Mentre Cassandra decorava l'auto che avrebbe portato via gli sposi, Mickey la osservava. La festa di nozze stava per finire, Jessica aveva lanciato il suo bouquet a Mickey che aveva cercato di scansarsi, ma i fiori l'avevano colpita in pieno petto. Con notevole rapidità di riflessi, li aveva rifilati a Beth.
Quando infine Jessica scomparve con la Porsche in fondo al viale, Mickey si asciugò furtivamente le lacrime per non farsi notare. La sua migliore amica si era sposata, perché non era felice? Non che non si augurasse tutto il bene possibile per i due sposi, sperava solo che il rapporto tra lei e la sua amica del cuore non cambiasse. Ma già aveva notato alcune impercettibili variazioni che Jessica cercava di nascondere: quando uscivano, lei ormai aveva gli occhi all'orologio da polso, quando Cassandra faceva loro notare l'avvenenza di un fusto di passaggio, lei lo confrontava subito con Adam, e Adam aveva sempre la meglio.
Che depressione!
Per reagire e dimenticare la minaccia della cassetta in mano a Monihan, diede appuntamento a Beth e Cassandra dal solito Brick's.
Il sabato sera c'era ressa, maschi e femmine a caccia d'avventure. Mickey aveva rinunciato al vestito scollacciato e si era messa un paio di jeans e una maglietta, molto più sicuri. Cassandra invece indossava un vestito rosso attillato che non lasciava nulla all'immaginazione. «Cenerentola è regredita ai soliti stracci» osservò.
«Sì, carissime, la bella favola è finita, siamo tornate alla dura realtà.»
Troppo cervello e troppe poche curve, ecco il suo guaio pensò, tutti gli occhi maschili erano per Cassandra.
Dopo pochissimo tempo, due uomini in vestito scuro si unirono a loro per chiacchierare con le sue amiche e Mickey si chiese, sarcastica, com'era possibile presentarsi con il vestito scuro di sabato sera. Dopo un po' Beth mollò il suo tipo e si appartò con Mickey, ordinando patatine fritte per entrambe. Quando arrivarono, ne prese una. «Ho digiunato tutta la settimana, stasera mi rifaccio.»
«Perché hai mollato il possibile candidato?»
«Puzzava troppo di dopobarba.»
«Che schifo» fece Mickey, una punta d'invidia nella voce. Beth non le aveva mai ispirato quel brutto sentimento, era Cassandra, delle quattro, quella capace di conquistare tutti gli uomini. Jess era per la famiglia e ora aveva un gran bel marito. Ma di Beth, Mickey non era mai stata gelosa.
Fino a ora.
Con un sospiro, pensò che possedere un ego ipertrofico era un problema: quando si cadeva, si cadeva dall'alto. Senza farsi notare studiò Beth: non era sexy come Cassandra né ambiziosa come Jessica né tantomeno intelligente come Mickey. Era semplicemente felice e contenta di quello che aveva.
«Come fai a essere così contenta di te stessa?» le domandò.
«So che non hai grande stima di me...»
Mickey di solito non provava grande stima per nessuno, per questo il suo mondo era così vuoto, tuttavia protestò: «Non è vero». Poi si ficcò una manciata di patatine in bocca.
«Non importa, so ciò che pensi di me. Sbagli però.»
Mickey smise di masticare, incuriosita. «Cosa penso, scusa?»
«Che sono una debole donna convinta di non farcela senza gli uomini e che il maschio è necessario per migliorare la specie.»
Avrebbe potuto dirla Mickey, quella frase. Come mai era diventata così amara e acida? «Non è vero.»
«Penso di dover imparare da te, sei così indipendente e sai cosa vuoi. Tieni in pugno la tua vita e io invece mi sento tanto... bisognosa d'aiuto. Se stessimo di più insieme, forse qualcosa della tua sicurezza mi rimarrebbe appiccicata, che ne dici?»
Lei sicura? Soddisfatta di sé? La stavano ricattando per una storia di sesso, lei che di sesso ne sapeva ben poco... Ironia della sorte. «Ah, sapessi...» mormorò.
«Sapessi... che cosa?»
«Le persone indipendenti, sicure di sé e le cui vite sembrano così ricche, commettono invece errori madornali.»
«No!» esclamò Beth, incredula. «Che tipo di errori?»
Ora veniva il difficile, doveva riconoscere di essersi comportata da stupida, lei, la superintelligente. «Ricordi la festa d'addio al celibato?» Beth annuì. «Ricordi che a un certo punto sono sparita?» Di nuovo l'amica annuì. Mickey buttò giù una sorsata di Martini. «Non posso dirtelo.»
«Certo che puoi.»
Forse le conveniva tacere, si disse Mickey, ma doveva assolutamente confidarsi, condividere l'ansia che la divorava. «E va bene. Dopo che ho lasciato il bar, ho telefonato a John, sai il ricercatore che lavora con me? Sui venti e qualcosa? Insomma, gli ho chiesto di raggiungermi.»
«Sui venti e qualcosa? Immagino già i titoloni: Astrofisica di chiara fama seduce senza pietà giovane ricercatore.»
Il Martini le andò di traverso. «Fortuna che lavora lì da tempo, è assunto... Purtroppo...»
«A me sembra fantastico. Che cosa è successo per trasformarsi in catastrofe?»
«Purtroppo mi ha ripreso a letto... insieme a se stesso. Sì, insomma, mentre...»
Nessuna condanna negli occhi innocenti di Beth, solo ammirazione. «Davvero? Che avventura! Credevo che solo Cassandra apprezzasse gli incontri a luci rosse.»
«Ma io non lo sapevo, e ora mi ricatta, vuole ricominciare.»
«La registrazione o il sesso?»
«Il sesso.»
La guardò sbalordita. «Oh, e se non cedi ti mette su Internet. Speriamo che tu sia venuta bene nella ripresa.»
Mickey non aveva mai considerato la cosa sotto quell'aspetto. «Ho un articolo da finire, devo completare la presentazione della mia ricerca per Heidelman, se questo succede sarò lo zimbello di tutti. Immagina gli scherzi, lo stereotipo della donnina stupida...» Batté con forza il pugno sul tavolo. «Devo riavere quella cassetta.»
«Non puoi comprargliela?»
«Gli ho già fatto un'offerta, non vuole, quel bastardo.» Aveva passato in rassegna tutte le possibili mosse per salvare la propria carriera, l'estorsione, le suppliche, la corruzione, l'assassinio. Le era rimasta solo una soluzione. «Dovrò rubargliela» dichiarò ostentando sicurezza per farsi coraggio.
«E se ti pescano?»
«Mi serve un professionista.»
«Un detective privato?»
Mickey si guardò intorno nel timore di essere ascoltata. «No, un ladro professionista, un ladro vero. Solo che non so