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La notte perfetta (eLit): eLit
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E-book153 pagine2 ore

La notte perfetta (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Esme Giles non è quel che si dice una femme fatale. Almeno non ancora. E proprio per smentire la sua fama di ragazza tranquilla ha deciso di accettare un appuntamento al buio, con tanto di romantica suite già prenotata. Luogo del primo contatto è il Club Paradise.

Quando Renzo Cesare posa gli occhi sulla bionda che sta ballando in mezzo alla pista, due cose sono più che evidenti: lei è troppo ingenua per un posto come quello; e lui ha una voglia matta di tenerla d'occhio... da vicino! Così si finge il misterioso partner che Esme sta aspettando.
LinguaItaliano
Data di uscita3 giu 2019
ISBN9788830500341
La notte perfetta (eLit): eLit
Autore

Joanne Rock

Laureata in letteratura inglese, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura di romanzi sia storici sia contemporanei ha lavorato in televisione e in pubblicità, ed è stata attrice, fotomodella e persino insegnante.

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    Anteprima del libro

    La notte perfetta (eLit) - Joanne Rock

    1

    L’abbigliamento era senza dubbio sbagliato, come al solito una pessima decisione.

    Esmerelda Giles sospirò osservando la sfilata di corpi mezzi nudi diretti al Club Paradise, il locale più alla moda di Ocean Drive, la sua stessa destinazione.

    L’orologio che portava al polso segnava le undici e trentadue minuti, e la strada pullulava di attività: il flusso d’auto era continuo e le persone convergevano da ogni direzione verso il locale, come se tutta Miami Beach si fosse data appuntamento nel night più in voga e più trasgressivo del momento.

    E tutte le persone su cui Esme posava gli occhi erano considerevolmente meno coperte di lei.

    Accidenti. Come aveva potuto commettere un simile errore dopo aver impiegato più di tre quarti d’ora per decidere cosa indossare per quello stupido appuntamento al buio?

    Tastò la seta inconsistente del proprio vestito, un abito démodé che aveva scovato in uno dei mercatini che frequentava di solito.

    Era l’abbigliamento più seducente che aveva, eppure in mezzo a tutte quelle ragazze in minigonna e con l’ombelico di fuori sembrava il vestito della festa di una timida scolaretta di undici anni.

    Ancora una volta, il suo giudizio si era dimostrato fallace.

    Oh, che sorpresa.

    Nelle ultime settimane, da quando aveva perso il lavoro, l’auto, un po’ della propria autostima e il sogno di sfondare, Esme si era imposta di non esercitare il proprio giudizio. Infatti, dopo il crollo dell’esistenza perfettamente pianificata che aveva condotto fino a quel momento, aveva capito che erano state proprio le sue decisioni a farle perdere il lavoro, l’auto, quel po’ di autostima e il sogno di una vita. Perciò non poteva fidarsi del proprio terribile istinto.

    Il che spiegava il nuovo desiderio di fare esattamente il contrario di ciò che l’istinto le suggeriva.

    Prima di allora non avrebbe mai preso in considerazione l’idea di un appuntamento al buio, ma ormai, svanite le convenzioni della sua vecchia esistenza, aveva deciso che forse avrebbe dovuto provarci. E aveva accolto con entusiasmo il tentativo dell’amorevole vicina di casa, la signora Wolcott, di farle incontrare il nipote al Club Paradise.

    Era totalmente al di fuori del mondo reale. Non andava a un vero e proprio appuntamento dai tempi del liceo, e anche allora era sempre uscita con i classici bravi ragazzi, socialmente inetti quanto lei.

    Ma ora aveva cambiato strada. Quella sera sarebbe diventata un fondamentale punto di svolta nella sua esistenza: un nuovo modo di pensare, un nuovo atteggiamento. Aveva pensato che per tenere a bada l’ex capo dalle mani lunghe fosse sufficiente indossare abiti classici e accollati, ma Mister Polipo probabilmente li aveva interpretati invece come segno della sua timidezza e aveva pensato bene di poter fare i propri comodi e prendere l’iniziativa.

    Al pensiero si sentiva ancora saltare i nervi. Davanti alla sua resistenza, l’ex capo aveva fatto in modo che fosse licenziata per molestie sessuali, come se fosse stata lei a importunare lui! Grazie alle sue capacità informatiche, il verme aveva manipolato il computer della compagnia creando delle assurde e-mail oscene indirizzate a se stesso, e la frittata era fatta.

    Ma ora era pronta a cambiare vita.

    E, giusto per sottolineare l’avvenimento, Esme decise di apportare un accorgimento dell’ultimo minuto al proprio abbigliamento: nella borsa che portava con sé e che avrebbe lasciato nella stanza prenotata a suo nome nell’albergo non aveva altro che gli abiti informali che avrebbe indossato il giorno successivo, ma forse togliere qualcosa che già indossava l’avrebbe fatta sentire più audace e molto più alla moda...

    Appartandosi nell’ombra di un vicolo, infilò le mani sotto la camicetta e slacciò il gancio del reggiseno, sfilandolo poi una spallina per volta. Del resto, la sua seconda scarsa non lo rendeva nemmeno indispensabile.

    La vecchia Esme non avrebbe mai corso un rischio simile. La nuova Esme intendeva fare proprio il contrario. E si preparò a incontrare Hugh Duncan, giornalista, con un atteggiamento decisamente spavaldo.

    E magari un po’ provocante.

    «Renzo, nessuna donna tenterà di accalappiarti se mantieni quell’atteggiamento all’antica.» Giselle Cesare, capochef del Club Paradise e socia del popolare locale per single, versò la salsa teriyaki e guardò il fratello maggiore con una smorfia.

    «Ah, sì? E da quando la mia missione nella vita sarebbe essere accalappiato?» Renzo era appoggiato allo stipite della porta socchiusa della cucina e fissava i corpi accaldati ed eccitati che si scatenavano sulla pista da ballo della sala. Si voltò per dare un pizzicotto sul fianco alla sorella dalla lingua lunga e per rubare una fetta del pane toscano abbrustolito disposto su un vassoio accanto a lei. «Comunque ho rinunciato alle donne, dopo Celeste. Ricordi?»

    Era stato fidanzato con una donna educata secondo i principi della vecchia scuola italiana, proprio come lui, ma persino lei aveva avuto paura all’ultimo momento, all’idea di un impegno per tutta la vita. Celeste era stata sincera, non voleva che il primo amante fosse anche l’ultimo.

    Non che la biasimasse per questo, ma di certo avrebbe preferito essere informato della sua decisione prima di presentarsi all’altare.

    No, decisamente non aveva alcuna intenzione di farsi accalappiare, al momento.

    Tornò a seguire il movimento nel locale, mentre di tanto in tanto dava una mano a Giselle. Anche dopo la chiusura del ristorante, a mezzanotte, in cucina l’attività rimaneva frenetica fin quasi all’alba, a causa del servizio in camera ventiquattr’ore su ventiquattro e dei preparativi per la colazione servita nei tre ristoranti dell’albergo.

    Nonostante l’attrattiva del locale, non era per quella che Renzo vi trascorreva le poche serate in cui poteva allontanarsi dalla falegnameria; andava al Club Paradise per tenere d’occhio la sorella, anche se quella sera aveva pure un altro motivo. Più tardi avrebbe dovuto incontrare il fratello Nico, per discutere delle finanze della famiglia Cesare e trovare una soluzione al problema di come pagare la retta del fratello più giovane alla facoltà di legge evitando il fallimento. Renzo lavorava ogni momento libero che aveva; doveva trovare il modo per realizzare prodotti più pregiati per una clientela disposta a pagare di più, ma finora non c’era riuscito.

    «Oh, per piacere. Renzo Cesare un monaco?» Giselle versò la salsa sulle fette di pollo alla griglia accompagnate da nidi di spinaci. «Non cercare di convincermi che hai rinunciato alle donne. Sono sei mesi che Celeste è tornata a Roma. È ora che tu ti dia una mossa.»

    «Parla l’esperta di cuori spezzati, eh?» Renzo non aveva confessato alla sorella le preoccupazioni economiche che lo assillavano, perché sapeva che Giselle si sentiva in colpa per aver investito la propria parte di eredità nel Club Paradise. E anche se l’idea che la sorella desse vita a un business dove poteva mettere a frutto tutte le sue abilità culinarie era sembrata grandiosa, al momento, nessuno degli uomini della famiglia Cesare era preparato a vederla servire la bruschetta in mezzo a corpi mezzi nudi nel locale più in di South Beach.

    «Effettivamente, no. Non sono un’esperta, dal momento che grazie a te gli uomini non mi si avvicinano mai abbastanza da spezzarmi il cuore.» Alzò gli occhi verso di lui, la fronte imperlata di sudore per il calore dei fornelli.

    «Anche se l’ultimo tizio con cui sei uscita non ti ha spezzato il cuore, non si può dire che non ti abbia fatto soffrire parecchio. Ti chiedo scusa se cerco di fare in modo che non accada di nuovo.» Quell’inverno, un bugiardo le aveva detto di essere single e l’aveva coinvolta in una storia, prima che si venisse a sapere che in realtà era sposato. Renzo non si era ancora perdonato per aver lasciato che accadesse una cosa del genere a sua sorella.

    «Ho il diritto di compiere degli errori, dannazione. Tu e Nico mi state soffocando, da allora. Se non trovate alla svelta qualche altra donna di cui occuparvi, potrei essere costretta a strangolarvi entrambi.»

    «Mi spiace, piccola. Gli uomini della famiglia Cesare non gettano le loro donne in pasto ai lupi, e questo tuo locale ne è pieno.» Afferrò uno dei piatti di teriyaki e un’altra fetta di pane. «Ma dato che questa sera mi dai da mangiare, ti concedo una pausa, per la prossima ora sarai libera come l’aria.»

    Giselle lo spinse fuori dalla porta. «Sono pronta a scommettere che tu e Nico giocate a fare i cani da guardia per cenare gratis. Potresti almeno sforzarti di apparire leggermente interessante e meno buttafuori mentre mastichi, in modo che qualche ingenua possa rapirti per qualche giorno...»

    Renzo afferrò una bottiglia d’acqua prima di lasciare la cucina. «Non mi interessano le donne che vogliono rapirmi. Sono gli uomini di Neandertal quelli che rapiscono.»

    Mentre la pesante porta di metallo si richiudeva dietro le sue spalle, sentì Giselle che lo definiva un porco sciovinista e sorrise. Nessuna novità.

    Si mescolò alla folla in cerca di un tavolo e la musica invase i suoi sensi. Brani sparsi di conversazioni si infiltrarono nei suoi pensieri, divenendo un incomprensibile, continuo mescolio di rumore e risate.

    Per quanto non compisse alcuno sforzo di apparire disponibile mentre cenava seduto a un tavolino al fondo del bar, due volte delle donne attraenti lo avvicinarono. E una parte di lui rispose all’approccio: dopotutto, erano passati sei mesi da quando Celeste lo aveva lasciato. Al diavolo i principi vecchio stampo, sua sorella aveva ragione a dire che non era un monaco.

    Ma in mente aveva cose più importanti del sesso, nonostante il martellare ritmico della musica e i flash rossi e blu delle luci sul soffitto. Doveva vigilare su Giselle, come lui e i fratelli avevano promesso al padre in punto di morte, e trovare un sistema per pagare l’università del fratello più giovane.

    Ovviamente doveva trovare un altro lavoro oltre a quello di falegname, ma...

    L’attenzione di Renzo fu riportata fulmineamente dalla finanza all’azione sulla pista da ballo. Lo spettacolo che fino a un attimo prima era stato un ammasso di palpeggi rubati, fianchi strusciati e respiri affannosi si fece più interessante quando una biondina vestita come la fata di una recita scolastica comparve sulla scena.

    Renzo impiegò due secondi per classificarla come il tipo da occhiali e capelli raccolti. L’abito leggiadro color lavanda era di quelli che altre donne avrebbero indossato per andare in chiesa. Eppure lei era lì, nel club notoriamente più esotico di South Beach, con indosso una gonna lunga fino alle caviglie.

    Anche il portamento era da maestrina: molto composto, niente ondeggiamenti né gesti disordinati. In effetti, sembrava che volesse occupare il minor spazio possibile, trovando la strada in mezzo alla folla, con quegli occhi azzurri spalancati per la sorpresa in quell’atmosfera palpabilmente erotica.

    Era lì di fronte a lui... Eppure pareva che nessun altro l’avesse notata, che nessuno avesse rilevato l’incongruenza di quella creatura riservata nel bel mezzo della giungla metropolitana.

    Altro che essere gettati in pasto ai lupi. Quella leggiadra biondina sembrava del tutto incapace di difendersi in un esplicito mercato del sesso quale il Club Paradise. Ma non aveva un fratello maggiore, dannazione?

    Alzatosi in piedi, Renzo avanzò verso la pista da ballo,

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