Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Nella rete dello scandalo: Harmony Destiny
Nella rete dello scandalo: Harmony Destiny
Nella rete dello scandalo: Harmony Destiny
E-book163 pagine2 ore

Nella rete dello scandalo: Harmony Destiny

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Tra i fratelli McNeill e la loro eredità c'è solo il matrimonio... d'amore o di convenienza.

Il piano che l'attrice Hanna Ryder ha studiato per compiere la sua vendetta non prevede una notte bollente con Brock McNeill. A complicare le cose, però, c'è il fatto che quel milionario terribilmente sexy e la sua ricchissima famiglia hanno segreti legami con l'uomo che Hanna vuole distruggere.
Quando improvvisamente un incidente intacca la memoria di Brock, Hanna si ritrova invischiata nella rete di segreti e scandali che avvolge i McNeill. Anche lei, però, si porta dentro un segreto che non è ancora pronta a rivelare...
LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2020
ISBN9788830509375
Nella rete dello scandalo: Harmony Destiny
Autore

Joanne Rock

Laureata in letteratura inglese, prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura di romanzi sia storici sia contemporanei ha lavorato in televisione e in pubblicità, ed è stata attrice, fotomodella e persino insegnante.

Leggi altro di Joanne Rock

Correlato a Nella rete dello scandalo

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Nella rete dello scandalo

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Nella rete dello scandalo - Joanne Rock

    successivo.

    1

    Hannah Ryder fece appello a tutta la sua pazienza mentre il regista che tanto disprezzava le si avvicinava per un primo piano. Le luci abbaglianti la facevano sudare sotto gli strati di trucco, e si sentiva graffiare la pelle nuda dal fieno che ricopriva il pavimento, sul quale giaceva, nella vecchia stalla temporaneamente adibita a set cinematografico. La scena prevedeva che il suo personaggio cadesse dal fienile durante una tresca amorosa con un cowboy; meno male che l'azione era stata girata dalla controfigura!

    Ora Hannah si preparava a recitare la scena successiva alla caduta, dopo essere stata abbandonata dal suo amante cowboy. Aveva il viso ricoperto di trucco a simulare lividi e sangue. In condizioni normali, non sarebbe stato un problema, solo che era alla terza ora di riprese mentre annegava nel fieno che le bruciava occhi e pelle. Dovevano ritoccarle il trucco ogni venti minuti, e il body color carne non la proteggeva affatto. Era circondata da cavalli. Secondo il sadico regista, i loro zoccoli dovevano fornire un'inquadratura a effetto. E se uno di quegli animali avesse deciso che era stufo della donna che starnutiva e si dimenava sul pavimento della sua stalla?

    Era certa di aver sentito almeno un paio di ragni o insetti solleticarle la gamba, e avvertiva un crampo al polpaccio.

    Avrebbe abbandonato la produzione già da tempo se non si fosse procurata una parte nel film per uno scopo ben preciso.

    Le servivano delle prove per incastrare il regista con l'accusa di molestie sessuali sulle donne che lavoravano per lui, in modo da vendicare ciò che aveva fatto alla sorella minore di Hannah un anno prima.

    L'accaduto aveva trasformato la diciannovenne Hope – un'aspirante scrittrice con un lavoro invidiabile come lettrice di sceneggiature e assistente del regista Antonio Ventura – nel fantasma della ragazza vivace che era stata. Adesso Hope si accontentava di fare la commessa... in quel lavoro poteva circondarsi di donne. Hope aveva smesso di scrivere, e non usciva di casa se non per recarsi al lavoro. I rumori la facevano trasalire e si metteva a piangere quando credeva che Hannah non la sentisse.

    Quel cambiamento le aveva spezzato il cuore, peraltro le condizioni della sorella non accennavano a migliorare nonostante i mesi di psicoterapia. Hope si era rifiutata di denunciare il molestatore per mancanza di prove inconfutabili. A quel punto, Hannah aveva deciso di tentare una nuova strategia. Si sarebbe fatta assumere da quel bastardo, per verificare se abusasse di altre donne sul set.

    Fino a quel momento, aveva scoperto solo che chiunque lavorasse al suo film, Alla Conquista del West, lo considerava un tiranno e un megalomane. Tuttavia non aveva trovato alcuna prova che Antonio rinchiudesse con la forza nei ripostigli ragazze vulnerabili per palpeggiarle come aveva fatto con Hope.

    Temprata dal solo pensiero, Hannah si sforzò di resistere al crampo mentre la cinepresa le riprendeva le lacrime. Aveva rivestito il ruolo di tutrice di sua sorella da quando Hope si era trasferita a Los Angeles proprio per stare con Hannah. I loro genitori non erano mai stati di grande sostegno da quando il padre – un potente avvocato – aveva abbandonato la famiglia anni prima, portando con sé la sua ingente fortuna.

    Quanto alla loro madre, aveva fatto del suo meglio per crescere Hannah e Hope, senza però nascondere che reputava concluso il suo compito non appena la figlia minore avesse compiuto diciotto anni.

    Hannah, però, non avrebbe mai concluso. E avrebbe continuato a combattere per la sorella, anche se Hope si fosse arresa.

    Proprio allora, uno dei cavalli agitò la testa con uno sbuffo, e per un istante il suo zoccolo bloccò i capelli di Hannah a terra. Lei non riuscì a trattenere un gemito, rovinando così la ripresa.

    Tuttavia, prima che il regista potesse dare in escandescenze, comparve un cowboy alto e dalle spalle larghe. La sua ombra cadde sul pavimento dove giaceva Hannah.

    «Sono venuto a riprendermi i cavalli, Ventura» annunciò lo sconosciuto, inflessibile, mentre affrontava il despota responsabile delle riprese. «Adesso.»

    Un mormorio sorpreso, e prontamente soffocato, agitò la troupe che affollava il fienile.

    Hannah si stiracchiò nel mare di fieno, nel tentativo di sbirciare meglio il cowboy che, con il suo arrivo, aveva attirato su di sé le ire del regista. Lo sconosciuto bloccava le luci, procurandole un gradito senso di freschezza sulla pelle irritata.

    Hannah si sporse oltre la zampa di un cavallo.

    E si riempì gli occhi dell'incarnazione dei sogni erotici di qualsiasi donna: un cowboy tutto muscoli che indossava jeans e stivali consunti. Con i bicipiti tesi sotto la T-shirt grigia, torreggiava sul regista, accarezzando il muso di uno dei cavalli.

    I lineamenti dell'uomo rimasero nell'ombra, complice lo Stetson che aveva in testa, ma la mascella squadrata e l'accenno di peluria scura sul torace avrebbero catturato l'attenzione di qualsiasi donna. Per il momento, Hannah si accontentò di ammirare il resto del suo fisico, dalle spalle possenti ai fianchi snelli.

    «Mi sta rovinando l'inquadratura» sbottò Antonio Ventura, gli occhi scuri ridotti a due fessure. «Per colpa sua, ora quegli animali mi serviranno ancora più a lungo.»

    Hannah rabbrividì alla furia repressa in quelle parole.

    «La cosa non mi riguarda.» Il cowboy afferrò le redini del cavallo più vicino. «Non sono attori professionisti, e per oggi hanno finito.»

    Hannah avrebbe ammirato chiunque avesse avuto il coraggio di opporsi a uno come Ventura. Tuttavia il fatto che fosse stato lo sconosciuto alto e muscoloso a rimettere quel bastardo al suo posto la riempì di uno strano senso di piacere.

    «Come può vedere...» Ventura articolò ogni parola come se ritenesse il cowboy un sempliciotto, «non pretendo che recitino. Stanno fermi in un fienile come faranno quando li avrà portati via. Le consiglio di consultarsi con il suo capo prima di prendere una decisione che le costerà il lavoro.»

    Che mascalzone, minacciarlo così. Hannah iniziò a comporre mentalmente una lettera al proprietario del ranch, in difesa del cowboy.

    «Ho già deciso.» Lo sconosciuto afferrò anche le redini dell'altro cavallo. «E, visto che è in vena di consigli, gliene do uno io: si prenda cura dei suoi attori.» Il suo sguardo si posò su Hannah, che giaceva ancora in modo scomposto nel fieno. «Le serve una mano, signorina?»

    L'azzurro limpidissimo dei suoi occhi ricordava il cielo sconfinato del Wyoming.

    Hannah avrebbe voluto annegare in quello sguardo così profondo.

    Ma non poteva permettersi di inimicarsi Antonio Ventura prima di aver raccolto prove del suo comportamento criminale. Così, non senza un certo rammarico, Hannah scosse la testa, sentendosi graffiare la nuca dal fieno.

    «No. Grazie.» Arrischiò un sorrisetto al cowboy.

    Quando rivolse poi lo sguardo al suo capo, vide che stava componendo un numero sul cellulare mentre si allontanava dalle attrezzature cinematografiche.

    «Si pentirà della sua stupidità» sibilò Ventura.

    Fra i membri della troupe si diffuse un ronzio, come se avessero intuito che per quel giorno erano terminate le riprese, mentre il cowboy conduceva gli animali all'esterno, lasciando entrare l'aria notturna.

    Senza fiato alla vista delle lunghe falcate, Hannah lo guardò mentre si allontanava, pentendosi di non aver accettato la sua mano.

    Come sarebbe stato toccarlo? Sentire ancora su di sé quello sguardo azzurrissimo?

    Accanto a lei, la consulente di guardaroba si schiarì la voce. «Hannah...?»

    Distogliendo lo sguardo da quella vista attraente, Hannah si rese conto che la giovane le stava porgendo una vestaglia.

    «Scusa, mi sono lasciata distrarre.» Rivolse un sorriso complice all'altra donna mentre un assistente spegneva la più abbagliante delle luci sul set. Hannah non voleva far trapelare quanto si sentisse stressata. La tensione di lavorare con il molestatore della sorella era pesante quanto mantenere per ore una posa scomoda.

    «Come tutte noi» convenne Callie, una giovane snella e dai capelli scuri, mentre avvolgeva Hannah nella vestaglia. «Credo di essermi dimenticata di respirare.»

    Scrollatasi di dosso il fieno e a riflettori spenti, Hannah si sentì subito meglio.

    In quel momento, dall'altra parte del set arrivò una serie di imprecazioni.

    Callie trasalì, e Hannah avvertì un tic all'occhio mentre ascoltavano le urla del regista rivolte alla persona all'altro capo del telefono.

    Hannah aveva bisogno di andarsene da lì. Sopportava quell'uomo da tre ore, e non ne poteva più. Le era stato assegnato un bungalow a uso privato al Creek Spill Ranch, vicino al luogo dove avvenivano le riprese. Non c'era bisogno di restare a sentire la sfuriata di Ventura quando il proprio alloggio era a due passi.

    «Per oggi basta così, Callie. Me ne torno in camera» disse, mentre si legava la cintura della vestaglia, abbastanza elegante da passare per un abito. «Il trucco me lo tolgo da sola.»

    «Non ti biasimo» borbottò la costumista, con uno sguardo furtivo al loro capo che, rosso in viso, continuava a urlare al telefono dell'inettitudine del proprio staff e dell'incompetenza della casa di produzione cinematografica. «Prendi delle salviette struccanti» aggiunse, indicandole il viso. «Altrimenti la gente crederà che sei stata coinvolta in un incidente.»

    «Grazie mille, Callie» fece Hannah, dirigendosi verso l'uscita. «A domani.»

    Per un attimo, si chiese se fosse il caso di restare; magari il pessimo umore di Ventura avrebbe fatto emergere le sue tendenze perverse. Ma Hannah era sfinita, fisicamente ed emotivamente. Aveva bisogno di rilassarsi in modo da conservare le energie per il giorno successivo.

    Si sarebbe concessa un bagno caldo, magari avrebbe praticato dello yoga. La veranda del bungalow piccolo e isolato dove alloggiava offriva una vista magnifica di giorno, e di notte le permetteva di vedere un'infinità di stelle. Tuttavia, mentre attraversava il ranch a passo spedito, l'immagine del viso rigato di lacrime della sorella tornò a rimproverarla.

    Hope, a casa, non avrebbe certo trascorso la serata a rilassarsi. Né ad ammirare un cowboy con un fisico da urlo.

    Ricordatasi quali fossero le sue priorità, Hannah accelerò il passo. Dopo una doccia e un cambio d'abiti, sarebbe tornata di soppiatto al fienile per verificare cos'altro combinasse quell'idiota di Antonio quella notte. Perché niente le avrebbe dato più soddisfazione che mandarlo in galera.

    Neanche un'avventura con il cowboy sexy che l'aveva salvata quel pomeriggio.

    Brock McNeill non riusciva a scacciare dalla mente l'immagine dell'attrice.

    Due ore dopo aver portato via i suoi cavalli – tutti di razza quarter – dal set del regista che stava rendendo un inferno la vita al Creek Spill Ranch, Brock era ancora distratto al ricordo della bionda voluttuosa cosparsa di fieno. In lei c'era qualcosa che lo attraeva, qualcosa di ben più intrigante del suo aspetto fisico, sebbene fosse uno schianto nonostante il pesante trucco che dava l'effetto di lividi e contusioni.

    Adesso, attraversando un burrone roccioso sulla via di casa dopo una consultazione con il veterinario, si trovò a pensare alla donna anziché alla puledra malata. In quanto responsabile del programma di allevamento e addestramento dei quarter del ranch, Brock sapeva di doversi concentrare, ora più che mai, sulla propria parte degli affari di famiglia. Tuttavia il tempismo era davvero pessimo.

    Perché i McNeill si stavano preparando ad affrontare uno scandalo. Un ricattatore misterioso aveva promesso di svelare al mondo i segreti della matrigna di Brock di lì a due giorni.

    Dopo aver rifiutato di cedere alle richieste del ricattatore, il ramo del Wyoming della famiglia era in stato di allarme e in attesa degli inevitabili sviluppi.

    A peggiorare le cose, la matrigna di Brock si stava ancora riprendendo da un incidente sospetto avvenuto durante un'escursione nello stesso periodo in cui era emerso il ricattatore. In parole povere, era un gran casino.

    Brock voleva proteggere la famiglia. Come ultimo figlio maschio, nato dopo i gemelli Carson e Cody, si era sentito sempre un po' fuori posto, e in una famiglia numerosa era stato facile rimanere in

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1