Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Corteggiando Stazy (eLit): eLit
Corteggiando Stazy (eLit): eLit
Corteggiando Stazy (eLit): eLit
E-book147 pagine2 ore

Corteggiando Stazy (eLit): eLit

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

ROMANTICO INVERNO VOL. 3 - Jordan è l'ultimo dei fratelli Hunter a essere ancora scapolo, eppure non ha alcuna intenzione di capitolare. Finché non si innamora di Stazy, la sua vicina di casa. Troppi uomini ronzano però attorno alla donna dei suoi sogni. C'è solo un modo per liberarsene!
LinguaItaliano
Data di uscita29 dic 2017
ISBN9788858979303
Corteggiando Stazy (eLit): eLit
Autore

Carole Mortimer

Carole Mortimer nació en Inglaterra, la menor de tres hermanos. Empezó a escribir en 1978, y hasta ahora ha escrito más de ciento setenta libros para Harlequin. Carole tiene seis hijos: Matthew, Joshua, Timothy, Michael, David y Peter. Estoy felizmente casada con Peter padre; somos mejores amigos y amantes, lo que probablemente sea la mejor receta para una relación de éxito. Vivimos en una zona preciosa de Inglaterra".

Autori correlati

Correlato a Corteggiando Stazy (eLit)

Titoli di questa serie (3)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Corteggiando Stazy (eLit)

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Corteggiando Stazy (eLit) - Carole Mortimer

    successivo.

    1

    Cosa diavolo ci faccio io qui?

    Stazy si guardò intorno e scosse la testa disgustata. Non conosceva nessuno, eccetto l'uomo al suo fianco. E anche quello, lo conosceva appena, nonostante fosse stato lui a portarla lì!

    Si erano parlati per la prima volta il giorno prima, dopo tre mesi di educati buongiorno e buonasera quando si incontravano in ascensore o lungo il corridoio, e subito lui l'aveva invitata a un matrimonio di famiglia.

    Sapeva che si chiamava Jordan Hunter perché aveva letto il suo nome sui pulsanti del citofono nell'atrio. Ma, a parte quello e il fatto che abitava nell'appartamento accanto al suo, non sapeva nient'altro. Né lui di lei. Eppure, il giorno prima, per qualche sconosciuta ragione, Stazy aveva accettato di accompagnarlo...

    Naturalmente era trasecolata quando erano arrivati lì quella sera e aveva scoperto che si trattava del matrimonio del fratello di Jordan, Jonathan!

    A peggiorare la situazione, Jordan era rimasto in silenzio per tutta la cena, e lei aveva dovuto chiacchierare con l'invitato seduto alla sua destra, un uo mo che si era presentato come lo zio di Jordan.

    Costui non aveva smesso un attimo di parlare e aveva monopolizzato la sua attenzione impedendole di conversare con altri ospiti. Adesso, però, la cena era finita e tutti si erano alzati da tavola e si erano trasferiti in un salone adibito alle danze.

    Jordan continuava a non rivolgerle la parola e Stazy stava meditando il modo migliore per svignarsela. Perché si era lasciata lusingare dal suo approccio il giorno prima?, si rimproverò per l'ennesima volta.

    «Ti piace abitare qui?»

    Dato che erano soli nell'ascensore, Stazy aveva capito che Jordan Hunter si stava rivolgendo a lei. E considerando che viveva lì da almeno tre mesi e lui non l'aveva degnata di uno sguardo, si era stupita.

    «Sì, mi piace molto» aveva tagliato corto lei, grata quando le porte dell'ascensore si erano aperte.

    «Sei americana» aveva affermato lui cogliendola di sorpresa.

    Stazy l'aveva guardato confusa e aveva finto di rovistare in borsetta in cerca delle chiavi.

    Era un bell'uomo, alto più della media, con capelli scuri e ondulati. Di età superiore alla trentina, quindi ben più vecchio dei suoi ventuno anni, aveva un'aria sicura e sofisticata. Stazy non l'aveva mai visto vestito se non con abiti firmati, camicie inamidate con le iniziali e cravatte di seta. Per contrasto, lui non doveva averla mai vista indossare qualcosa di diverso dai suoi adorati jeans, abbinati a magliette scollate, e con i capelli rossi sciolti sulle spalle.

    Jordan aveva un viso che sembrava scolpito nel legno, la mascella squadrata, una bocca dal taglio deciso e un lungo naso arrogante. Gli occhi, poi, erano di un colore incredibile: troppo chiari per essere definiti nocciola, sembravano d'oro ed erano ombreggiati da folte ciglia scure.

    Stazy aveva notato tutti quei particolari due giorni dopo essersi trasferita lì, ma solo distrattamente, dato che gli uomini erano tutti una massa di mascalzoni, totalmente incompatibili con le donne.

    «Sì, sono americana» gli aveva confermato in tono secco. Il fatto che Jordan Hunter l'avesse ignorata per tanti mesi la rendeva guardinga.

    In realtà sembrava notarla solo in quel momento, dato che continuava a squadrarla da capo a piedi in silenzio. Quel giorno Stazy indossava stivali fino al ginocchio, pantaloni stretti infilati dentro, una camicia azzurra e, come al solito, i capelli sciolti le arrivavano a metà schiena. Aveva occhi blu, un naso piccolo spruzzato di lentiggini, una bocca larga e sorridente e un mento volitivo.

    «Sei occupata domani sera?»

    Stazy si era aspettata di tutto, ma certo non quella domanda. Ecco perché aveva risposto no prima ancora di avere avuto il tempo di riflettere!

    E quello era il motivo per cui in quel momento si trovava lì, circondata da estranei!

    Aveva cercato di fare marcia indietro, ma Jordan aveva continuato imperterrito spiegandole che sarebbe stato felice se l'avesse accompagnato a una festa. Le aveva assicurato che si sarebbe divertita e che avrebbe conosciuto tanta gente nuova. Si era dimenticato di dirle, però, che si trattava del ricevimento per il matrimonio del fratello maggiore!

    Per fortuna Stazy si era messa un abito blu corto che sottolineava la sua figura perfetta e le lunghe gambe abbronzate. No, non era il vestito che la faceva sentire a disagio, bensì il fatto che come accompagnatrice del fratello dello sposo stava attirando più attenzione del normale.

    Infatti, si sentiva osservata come un animale in gabbia! Inoltre, data l'espressione accigliata che Jordan aveva avuto per tutta la serata, nessuno si azzardava ad avvicinarli né tantomeno a rivolgerle la parola...

    Per l'ennesima volta Stazy si domandò perché mai Jordan l'avesse invitata. Era un uomo affascinante e poteva avere tutte le donne che voleva e sicuramente aveva un'ampia scelta di donne che sarebbero state felici di accompagnarlo. Perché aveva invitato proprio lei?

    In quel momento stava fissando con occhi torvi i novelli sposi che danzavano in mezzo alla sala e più guardava la cognata, più sembrava incupirsi. Forse era innamorato di lei?, si chiese Stazy. Gaye era bella, alta e bionda. Ma se Jordan fosse stato innamorato della moglie di suo fratello, era evidente che non ricambiava i suoi sentimenti, considerato il modo in cui guardava il marito.

    Forse si trattava di un triangolo amoroso?

    In quell'istante Stazy si accorse che una coppia di invitati si stava avvicinando a loro con l'intenzione di chiacchierare. D'impulso, si voltò verso Jordan. «Vuoi ballare?» gli propose in fretta.

    Jordan la osservò con espressione vacua per qualche secondo, come se avesse dimenticato che c'era anche lei.

    Seccata, Stazy ripeté in tono ironico: «Ballare, Jordan. Muoversi a ritmo della musica. Non è difficile...».

    «So perfettamente cosa significa ballare, Stazy» sbottò lui irritato.

    E pensare che lei stava cercando di aiutarlo! O, almeno, ci aveva provato, si disse vedendo la coppia che era sempre più vicina...

    «Ti diverti, Jordan?» Aveva parlato l'uomo, alto e scuro, e mentre parlava fissava Stazy con curiosità. Anche lui aveva occhi color oro!

    Un altro Hunter, pensò Stazy. Doveva essere il fratello più vecchio, Jarrett. Jordan l'aveva informata sulla sua famiglia lungo il tragitto. Bontà sua! E la splendida donna dai capelli scuri al suo fianco era sua moglie Abbie, una ex modella. Avevano due figli, lì da qualche parte, una bambina di nome Charlie e un maschio, Conor.

    «Non particolarmente» rispose Jordan secco, senza accennare un sorriso.

    Jarrett, invece, sorrise. «Già, dimenticavo che detesti i matrimoni» lo prese in giro prima di voltarsi verso Stazy. «Spero che perdonerà il mio fratellino per non averci presentato. Questa sera sembra avere scordato le buone maniere.» Era un rimprovero bonario, tuttavia c'era una nota aspra nella voce. «Sono Jarrett Hunter. E questa è mia moglie Abbie.» Così dicendo circondò con un braccio la vita sottile della donna.

    «Stazy Walker» si presentò lei ricambiando il sorriso di Jarrett.

    «Vuoi ballare, Stazy Walker?» la invitò Jarrett in tono cordiale.

    «Stavo proprio per chiederglielo io» mentì Jordan attirandosi uno sguardo allibito da parte di Stazy. Aveva appena ignorato la sua proposta di ballare. Ma, evidentemente, non era felice al pensiero che ballasse col fratello maggiore.

    «Troppo tardi» ribatté Jarrett in tono allegro. «Forse la prossima volta» aggiunse guidando Stazy con decisione verso la pista da ballo. «Perché non inviti mia moglie?» gli suggerì prima di trascinare la sua compagna nel vortice delle danze.

    Stazy adorava ballare, e Jarrett Hunter era un ballerino provetto. Si muoveva con leggerezza e disinvoltura in mezzo alle altre coppie, tra cui spiccava quella degli sposi, che appariva raggiante nonostante gli sguardi imbronciati che Jordan continuava a lanciare.

    «Tu e Jordan vi conoscete da tanto tempo?»

    Stazy si irrigidì alla domanda innocente di Jarrett. Era chiaro che Jordan aveva sottovalutato l'interesse che una presenza femminile avrebbe suscitato tra i componenti della famiglia Hunter. E anche lei. Perché se avesse immaginato di destare tanta curiosità, quando Jordan l'aveva invitata, sicuramente non avrebbe accettato.

    «Un paio di mesi» rispose evasiva. Non poteva certo dire al fratello di Jordan che si conoscevano appena!

    «Questa sera Jordan è un po' nervoso» osservò Jarrett.

    Stazy inarcò le sopracciglia. «Solo un po'?» Nervoso non era la parola giusta per definirlo. Jordan Hunter era l'uomo più maleducato e arrogante che avesse mai conosciuto. E ne aveva conosciuti parecchi!

    «I matrimoni hanno il potere di innervosirlo» spiegò Jarrett con una risata. «Specialmente quelli dei familiari» aggiunse poi.

    Forse aveva ragione di dubitare che si trattasse di un triangolo amoroso, rifletté Stazy.

    «In effetti, possono essere traumatici» dichiarò in tono leggero.

    «Sei canadese o americana?» si informò Jarrett che aveva intuito la sua riluttanza a rispondere alle domande personali.

    Jarrett era un uomo astuto e intelligente, decise Stazy. E non poteva essere altrimenti, dato che era stato lui a fondare la Hunter, una compagnia che trattava alberghi e proprietà immobiliari in tutto il mondo, coadiuvato dai due fratelli. Ma lei non aveva intenzione di farsi coinvolgere nel suo gioco.

    Gli sorrise, gli occhi brillanti di malizia. «E dire che fino a ieri pensavo che i miei studi in Inghilterra avessero cancellato l'accento americano!»

    Lui sollevò le sopracciglia. «Cos'è successo per farti cambiare idea?»

    Jordan le aveva rivolto la parola al posto del solito saluto formale! Ecco cos'era successo. Però non aveva intenzione di confessarlo a Jarrett. Sarebbe stato troppo compromettente.

    «Quando sono in Inghilterra, la gente tende ad accorgersi che sono americana» rispose ignorando di proposito il senso della domanda. «Ma quando sono a casa, tutti credono che sia inglese.» Così dicendo scosse energicamente la testa.

    «Non si è mai contenti, eh?» osservò Jarrett. «Mi chiedo perché con tutte le ottime scuole che ci sono in America sei venuta a studiare in Inghilterra.»

    Non era obbligata a rispondere, si ripeté Stazy. A quell'uomo non sfuggiva niente e aveva intuito che sotto doveva esserci un motivo importante.

    Si strinse nelle spalle. «Di solito sono i genitori che decidono per i figli» replicò e si guardò intorno nella sala affollata. «A proposito di genitori, quali sono i vostri?»

    La bocca di Jarrett si piegò in una smorfia amara. «I nostri genitori sono separati» spiegò. «Ma mio padre e la mia matrigna devono essere da qualche parte» proseguì in tono più leggero.

    Ma

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1