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Stregato dalla principessa: Harmony Jolly
Stregato dalla principessa: Harmony Jolly
Stregato dalla principessa: Harmony Jolly
E-book181 pagine4 ore

Stregato dalla principessa: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Ti vedo e ti amo. Il mio amore per te è nato nello spazio di un attimo, ma durerà in eterno.

Durante la celebrazione di un matrimonio a cui è invitato, il milionario Finn O'Neill non riesce a distogliere lo sguardo dalla bellissima sconosciuta che lo ha stregato con la sua spontaneità. Ma dopo una notte da sogno trascorsa tra le sue braccia, lei sparisce nel nulla senza lasciare traccia...

Quando tre mesi dopo Finn si reca a Montovia per affari, resta sconcertato nel riconoscere la donna che gli ha rubato il cuore. L'affascinante straniera non è altri che la principessa Natalia di Montovia, sorella dell'uomo con cui ha stretto un accordo commerciale. L'attrazione fra loro è ancora molto forte, ma un futuro insieme sembra impossibile. A meno che Finn non riesca a convincerla che per amore le regole si possono infrangere...
LinguaItaliano
Data di uscita20 ago 2020
ISBN9788830518186
Stregato dalla principessa: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Stregato dalla principessa - Kandy Shepherd

    successivo.

    1

    Natalia era consapevole del fatto che avrebbe dovuto essere concentrata solo sui suoi amici, la sposa e lo sposo, mentre la coppia pronunciava i voti nel parco di una villa fronte mare a Sydney Harbour. Etichetta e protocollo per ogni singolo evento le erano stati instillati dentro fin dalla nascita. Devi sempre seguire le regole, Natalia. Le pareva quasi di sentire la voce perentoria dei genitori. Tuttavia, benché sapesse che era sbagliato, non riusciva a staccare gli occhi dall'affascinante invitato, alto e bruno, che si trovava dalla parte opposta del giardino. Era uno schianto. Davvero uno schianto.

    Ma cosa c'era in Australia? Da quando era arrivata a Sydney, cinque giorni prima, non aveva mai visto così tanti uomini belli. Ma nessuno aveva catturato la sua attenzione come quell'uomo.

    Lo aveva notato subito. Spalle ampie, capelli neri, smoking di sartoria... Spagnolo? Medio orientale? Greco? Difficile dirlo da quella distanza. Gli aveva lanciato diverse occhiate di soppiatto, ognuna più prolungata della precedente. Questa volta doveva aver sentito il suo sguardo su di sé perché si voltò a guardarla.

    Mortificata, si raggelò. Per un lungo istante si fissarono. Lui le sorrise, una chiostra di denti candidi che spiccava sulla carnagione olivastra, gli occhi scuri che scintillavano.

    Natalia arrossì e abbassò in fretta lo sguardo, fingendosi interessata al Programma della Cerimonia che aveva in mano.

    Nonostante la reputazione che aveva nelle pagine di gossip, non era una civetta, né una spezzacuori. Al contrario, era timidissima quando incontrava un bell'uomo. Ma in quello sconosciuto c'era qualcosa che le faceva desiderare di ricambiare sfacciatamente il sorriso, per fargli capire che lo trovava attraente.

    Invece, continuò a rigirarsi il programma tra le dita, decisa a non alzare lo sguardo. Protocollo a parte, le era stato detto di tenere un profilo basso, per non distogliere l'attenzione dagli sposi con la sua presenza. Il che escludeva che flirtasse con uno degli invitati.

    Un'ondata di adrenalina, tuttavia, le rammentò che era lì sotto mentite spoglie, in incognito. Tutte quelle regole ferree cui normalmente era costretta non si applicavano al suo alter ego. Poteva fare quello che voleva.

    Nessuno a parte pochi scelti, sapeva che lei era la Principessa Natalia di Montovia, seconda in linea di successione al trono di un piccolo principato europeo, nota per aver respinto sei proposte di matrimonio da parte di ben sei pretendenti reali.

    La sua presenza avrebbe potuto attrarre un'indesiderata attenzione dei media. La stampa li aveva seguiti sin lì, nella lontana Australia. Suo fratello Tristan, l'erede al trono, aveva sposato una ragazza di Sydney e ogni sua mossa veniva monitorata. A Natalia era stato permesso di partecipare alle nozze, dove Tristan era testimone e sua moglie damigella, a patto che rimanesse nell'ombra.

    Così Natalia aveva scelto un nuovo look per il suo soggiorno a Sydney. I capelli castani lunghi sino alle spalle erano stati stirati, allungati con delle extension e illuminati da striature dorate che esaltavano il suo incarnato latteo. Aveva anche provato a mettersi delle lenti a contatto colorate che scurissero i suoi occhi azzurri, ma le davano fastidio così aveva abbandonato l'idea. Gli abiti esclusivi erano stati rimpiazzati con abiti acquistati in una catena di magazzini di buon livello – aveva scelto indumenti che avrebbe indossato una qualunque ragazza di ventisette anni – e lasciato tutti i gioielli in cassaforte, a palazzo, a parte un paio di orecchini di diamanti.

    Fino a quel momento, nessuno l'aveva riconosciuta. E più si rendeva conto che la messinscena funzionava, più le veniva voglia di mettersi alla prova.

    Natalia – la donna comune, quella non vincolata dalle regole del regno – alzò gli occhi e si voltò verso l'avvenente sconosciuto. Vide che la stava ancora guardando e gli sorrise con sicurezza, anche se dentro era un fascio di nervi. Lui ricambiò, facendola arrossire ancora di più e trasmettendole un fremito di consapevolezza.

    Aveva la sensazione che la stesse soppesando, anche se in modo noncurante. Con un coraggio che la sorprese, fece altrettanto. Dopo un esame più accurato, decise che era ancora più attraente di quanto appariva al primo sguardo. Con un sorriso invitante che le aleggiava sulle labbra, si mosse leggermente verso di lui senza nemmeno rendersene conto. Il sorriso dell'uomo si fece più largo mentre annuiva impercettibilmente, a riconoscere il loro scambio silenzioso.

    Il cuore prese a batterle furioso in petto per l'eccitazione. E adesso? Doveva...?

    In quel momento l'officiante dichiarò Eliza e Jake marito e moglie e gli sposi si scambiarono un bacio, accompagnati dagli applausi e dalle acclamazioni festose di parenti e amici. Natalia, inconsapevolmente, si volse verso l'arco fiorito sotto il quale si trovavano i suoi amici, quindi seguì con lo sguardo la coppia che si incamminava lungo la passatoia allestita nel prato. Eliza sfoggiava con orgoglio un bel pancione, motivo ulteriore di congratulazioni e strette di mano.

    Non vuoi avere dei bambini?

    Le parole di sua madre, la regina, le echeggiarono nella mente. Quella domanda gliel'aveva posta centinaia di volte.

    Certo che voleva dei figli. E non era restia al matrimonio. Ma non si sarebbe accoppiata con un uomo che non amava solo per avere dei bambini e assicurare ulteriori eredi al trono. E poi aveva ventisette anni, che diamine. Semplicemente, non aveva ancora incontrato un uomo che le facesse danzare il sangue nelle vene, né prima né dopo l'abolizione dell'editto che imponeva ai reali di sposarsi tra pari. In teoria, ora avrebbe potuto sposare chi voleva. Se mai si fosse innamorata.

    Era per colpa degli uomini o per colpa sua se non aveva mai provato quell'esaltante ebbrezza? Forse doveva accettare l'idea che non era il tipo che si innamora. Forse non era abbastanza fiduciosa nel prossimo per potersi innamorare. Di sicuro, nella sua famiglia c'erano ben pochi esempi di coppie felici a ispirarla.

    Credeva con tutta se stessa che il matrimonio di Tristan e Gemma sarebbe durato, ma loro erano un'eccezione. Il matrimonio combinato dell'altro suo fratello era stato etichettato come un'unione d'amore, ma sua moglie si era rivelata una donna avida e senza cuore. Il suo egoismo aveva di fatto causato la loro morte. E poi c'erano il re e la regina... Da ragazzina era rimasta sconvolta quando aveva scoperto che il matrimonio dei suoi era una finzione da ipocriti.

    Ma quel matrimonio lì a Sydney era vero e le dava speranza. Era possibile trovare l'amore – almeno tra la gente comune.

    La sposa le indirizzò uno dei suoi sorrisi speciali mentre percorreva la passatoia tra le file di poltroncine bianche allestite sul prato della tenuta. Eliza era una delle poche lì a conoscere la sua vera identità. Lei e Jake erano amici di suo fratello Tristan. Ed Eliza e Gemma, con la loro amica Andie, che aveva sposato uno dei testimoni dello sposo, Dominic, erano titolari di una delle ditte di maggior successo nell'ambito dell'organizzazione eventi di Sydney. La Party Queens.

    Gemma ora viveva a Montovia e partecipava da lì alla gestione della ditta. Lei e la cognata erano diventate molto amiche. Eliza e Gemma le aveva conosciute in occasione di un loro viaggio a Montovia.

    L'aveva elettrizzata ricevere l'invito a nozze. Non solo perché Eliza era un'amica, ma anche perché voleva vedere Sydney – il posto in cui Tristan aveva conosciuto Gemma e dove aveva trascorso alcune gloriose settimane da anonimo turista. Anche lei voleva la possibilità di essere anonima. Di essere se stessa. Forse persino di trovare se stessa.

    Passata la coppia e il corteo, si voltò in cerca dell'affascinante sconosciuto, ma la sua sedia era vuota.

    Finn era stato risucchiato nel vortice delle congratulazioni e degli abbracci agli sposi. Nella calca aveva perso di vista la bella donna all'altro capo del prato. Quando riuscì a liberarsi, la scorse di spalle, che abbracciava la sposa, i lunghi capelli biondi che luccicavano nel sole del pomeriggio. Di lì a un attimo si ritrovò a parlare con uno dei testimoni dello sposo, Dominic.

    I matrimoni non gli piacevano. Era quello che la gente definiva uno scapolo d'oro. Lo avevano persino incluso nella lista dei single multimilionari più ambiti di una nota rivista e ne era rimasto inorridito. Lui era una persona molto riservata e odiava stare sotto i riflettori. Ma soprattutto, ai matrimoni, amici e conoscenti si dannavano per presentargli potenziali compagne che non gli interessavano per nulla. Il matrimonio non era tra i suoi progetti. Non per l'immediato futuro.

    Grazie al cielo Dominic, imprenditore edile, voleva parlare di lavoro, non di donne papabili. Purtroppo per lui, però, le proprietà immobiliari erano l'ultimo dei pensieri di Finn.

    Dovette sforzarsi di essere educato quando tutto ciò che voleva era ritrovare la bella sconosciuta – quella splendida donna in abito rosa dalle curve di una venere. Doveva scoprire se anche lei aveva avvertito la stessa attrazione. Quella consapevolezza immediata che a lui non capitava da tempo di provare.

    Dopo che Dominic si fu allontanato, si liberò gentilmente di un'anziana signora che voleva tessere lodi per la romantica cerimonia, e si diresse sulla terrazza della splendida villa Kirribilli, dove c'era la reception.

    Doveva trovare quella donna incantevole prima che lo facesse qualcun altro.

    Dove era finito?

    Natalia scandagliò la folla degli ospiti, le donne nei loro abiti variopinti, gli uomini nelle varie sfumature di grigio e nero. Lui non c'era.

    Si era spinta sino al recinto dei pony, ma l'uomo non era nemmeno lì.

    Era alta un metro e settanta a piedi nudi, quindi con i tacchi aveva un discreto vantaggio sulla calca, ma non sufficiente a localizzare lo sconosciuto.

    Si incamminò verso la villa, dove avrebbero servito il banchetto. Poi salì nella veranda affacciata sul giardino e sul porto.

    Una volta lì perlustrò di nuovo la massa di invitati. Dignità, Natalia. Contegno. Una principessa non corre dietro a un uomo – per quanto attraente possa essere.

    Appoggiò le mani sulla ringhiera, così che chiunque l'avesse guardata avrebbe pensato che stava ammirando la vista dell'Opera House, con le sue vele che svettavano sulla spiaggia. Poi, improvvisamente, avvertì un brivido di consapevolezza. Tutti i suoi sensi parvero mettersi in allerta.

    Lui.

    Si voltò lentamente. L'uomo era dietro di lei, incorniciato nell'arco di pietra della portafinestra della villa. Da quella distanza ravvicinata era ancora più spettacolare. Zigomi scolpiti, naso dritto e gli occhi... non scuri come se li era immaginati, ma più chiari – nocciola, forse. La bocca poi... piena e sensuale, era incurvata in un mezzo sorriso che toglieva il respiro.

    Aveva un calice di champagne per mano. Le si avvicinò e gliene offrì uno. «Li ho rubati a un cameriere diretto in giardino» le disse.

    Che voce! Profonda, calda, roca... Le fece increspare la pelle. Di colpo sentì le mani sudate. Ma sarebbe stato imperdonabile per una principessa asciugare i palmi passandoli sul fianco dell'abito. Così prese il calice, pregando che non le sgusciasse via dalle dita. Nel movimento si era avvicinata all'uomo, così tanto da poterne sentire il profumo – speziato, fresco, mascolino. Non appena lo avvertì il suo cuore accelerò i battiti.

    Avrebbe voluto chiudere gli occhi e respirarlo. Invece si impose di calmarsi. «Grazie» mormorò.

    «Di nulla. È un'amica dello sposo?» chiese lui.

    Come faceva a saperlo? In preda al panico, Natalia non trovò la voce per rispondere.

    «Era dalla parte degli invitati dello sposo» le venne in aiuto.

    «Sì» ribatté infine lei. «Sì, naturalmente. Jake è un amico di famiglia.»

    Tristan, Jake e Dominic erano amici da anni. Si erano conosciuti sulle piste da sci di Montovia, molto prima di incontrare le loro mogli della Party Queens.

    Jake aveva fatto da testimone a Tristan.

    Natalia, comunque, non voleva che l'uomo le facesse altre domande sul loro rapporto. «Lei, invece, era dalla parte della sposa» replicò.

    «Sono andato all'università con Eliza. Mi sono servito spesso dei sevizi della Party Queens

    «Ci siamo viste non molto tempo fa» ribatté Natalia. Eliza era stata una delle damigelle di Gemma in occasione del matrimonio da favola che si era tenuto nella cattedrale a Montovia, l'anno prima. Esattamente il genere di matrimonio che i suoi genitori avrebbero voluto per lei. Le vennero i brividi al solo pensarci. Un matrimonio reale in grande stile le appariva più come una trappola che come l'inizio di un futuro roseo e pieno di felicità.

    «Eliza è incantevole, e sembra così felice» osservò.

    «Già» concordò l'uomo. «E Jake è un gran bravo ragazzo.»

    Natalia aveva imbastito una storia di copertura per il suo alter ego, ma non l'aveva studiata nei dettagli. Per prender tempo, buttò giù un sorso di champagne, cercando di ricordare ogni particolare.

    Il Bel Fusto non sembrava avere problemi. Dopo aver trasferito il bicchiere nella sinistra, le porse la destra. «Finn O'Neill» si presentò.

    Natalia lo fissò. Lo champagne le andò di traverso,

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