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Intrigo internazionale: Harmony Collezione
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E-book133 pagine1 ora

Intrigo internazionale: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Non avrebbe ceduto ai ricatti.

Quando Georgia Dee ha aperto una boutique nel centro di Bath, non immaginava che presto si sarebbe cacciata in un mare di guai. Da qualche tempo, infatti, qualcuno la sta "gentilmente" invitando a vendere.

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LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2017
ISBN9788858963289
Intrigo internazionale: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Intrigo internazionale - Stephanie Howard

    successivo.

    1

    Georgia intuì immediatamente chi era quello sconosciuto con i capelli neri, anche se non l'aveva mai visto prima: doveva essere il francese, ne era certa!

    Una sensazione di timore la pervase.

    Era seduto sulla panchina proprio accanto a casa sua all'ombra di uno splendido glicine in fiore e, sebbene fosse chiaro che la stava aspettando, sembrò non notare il suo arrivo, neppure quando lei giunse davanti al portone di ingresso. Era completamente assorto nella lettura del giornale che teneva aperto sulle ginocchia.

    Georgia raddrizzò le spalle, trasse un profondo respiro e aprì il cancello che dava sul vialetto ghiaioso.

    «Mi scusi, posso aiutarla?» domandò in tono secco mentre si dirigeva verso di lui.

    Chi diavolo credeva di essere, per accomodarsi così nella sua proprietà!

    Lui sollevò lo sguardo piegando rapidamente il giornale che sistemò sulla panchina, poi si alzò lentamente in piedi con un leggero sorriso sulle labbra.

    «Enchanté, mademoiselle. Mi presento: il mio nome è Jean-Claude Lasalle.»

    Georgia, senza neanche accorgersene, trattenne il fiato: era l'uomo più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita!

    Doveva avere all'incirca trentacinque anni... Alto e muscoloso, si poteva intuire la potenza del suo corpo anche attraverso il costoso completo grigio che indossava.

    L'atmosfera attorno a lui sembrava elettrica. Georgia sentì correre un brivido lungo la schiena: quell'uomo aveva sex appeal da vendere!

    Lui le andò incontro. «Scusami, ma quella panchina era così invitante e poi non volevo aspettarti in mezzo alla strada.»

    La stava letteralmente divorando con gli occhi. Con sguardo rapido ed esperto, coglieva ogni dettaglio della giovane donna che gli stava di fronte, ogni sfumatura del suo candido viso ovale, dei grandi occhi e della bocca generosa per finire ai lucenti capelli color mogano che le scendevano fin quasi alle spalle.

    Scommetto che ha indovinato anche la marca del mascara, pensò lei con sarcasmo.

    Inspiegabilmente una vampata di calore la pervase. Che vergogna!, si ammonì. Be', si disse, sarà una follia, ma queste sue attenzioni non mi dispiacciono.

    Lui, assolutamente tranquillo e rilassato, le tese la mano per salutarla.

    Adesso toccava a lei dargli un'occhiata più attenta, anche se, ovviamente, lo fece con molta più discrezione di quanto non avesse fatto lui.

    Il volto abbronzato, il naso aquilino e la bocca ben fatta gli conferivano un'aria aperta e intelligente, per non parlare di quegli occhi meravigliosi che all'inizio Georgia credeva fossero nocciola ma che in realtà erano di un intenso blu cobalto e contornati da ciglia che qualunque donna gli avrebbe invidiato. I capelli nero corvino, che ondeggiavano liberamente sulla fronte, erano lucidi e soffici come la seta.

    Ricambiando la stretta di mano, Georgia fu percorsa da una deliziosa scossa elettrica che le arrivò dritta al cervello. «Piacere di conoscerti» gli disse, «sono Georgia Dee.»

    «Sì, so benissimo chi sei!» sorrise lui. «Sono venuto fin qui sperando che potessi dedicarmi qualche minuto del tuo tempo. C'è una questione piuttosto importante che vorrei discutere con te.»

    Il suo inglese era perfetto anche se leggermente alterato da un intrigante accento francese.

    Georgia si sentì sciogliere dentro.

    Ma... che cosa le stava succedendo? Aveva dimenticato forse chi era quell'uomo? Era impazzita per lasciarsi sedurre da un playboy attraente con il sorriso fin troppo facile?

    Ritirò la mano e indietreggiò di qualche passo, mentre la paura e la rabbia facevano nuovamente capolino.

    Socchiuse gli occhi e lo guardò quasi con sospetto. «Sei tu quello che è passato in negozio nel pomeriggio?»

    Georgia era fuori, aveva fatto la pausa pranzo un po' più tardi del solito, ma quando era rientrata, Kay, la sua assistente, le aveva riferito della misteriosa visita di uno straniero.

    Non aveva lasciato detto perché volesse vederla, ma per Georgia non c'erano dubbi e durante tutto il pomeriggio non era riuscita a pensare ad altro.

    «Sì, sono andato al negozio e ho detto alla tua assistente che sarei tornato più tardi, ma ho avuto alcuni imprevisti che mi hanno trattenuto. Così ho deciso di venire qui, ho immaginato che, dopo la chiusura, saresti rientrata a casa.»

    Con un altro rapido sorriso, rispose alla domanda che le lesse negli occhi. «È stato facile scoprire dove abiti, ho semplicemente consultato l'elenco telefonico.»

    «Capisco.» Il senso di irrequietezza che aumentava in lei la rese immune al suo fascino. Georgia lo fissò. «E quale sarebbe l'argomento di cui vorresti discutere con me? Dev'essere una faccenda importante, se ti sei dato tanta pena.» Nonostante il tono calmo con cui proferì quella frase, il cuore le batteva all'impazzata.

    «Sì, in effetti è piuttosto urgente!» La sua espressione era diventata seria. «Non perdiamo altro tempo, sarà meglio andare in un posto tranquillo per parlare.»

    «Un momento!» La nota aspra nella voce di lei lo fece esitare. «Non è che, per caso, la questione tanto urgente da discutere riguarda il mio negozio?» Trattenne per un istante il fiato, credeva di conoscere già la risposta ma stava pregando con tutta se stessa che non fosse così.

    Purtroppo non si era sbagliata.

    «Sì» le rispose. «Si tratta proprio di quello!»

    Le parole sembrarono rimanere un attimo sospese nell'aria, oscure, minacciose. Allora le sue pene non erano ancora finite!

    Finché Kay non le aveva riferito della visita di Lasalle quel pomeriggio, Georgia aveva sperato che tutte le recenti preoccupazioni fossero finalmente svanite.

    Sembrava quasi che la società parigina che sei settimane prima aveva iniziato la campagna intimidatoria per costringerla a vendere il suo negozietto d'abbigliamento, avesse accettato il fatto che non era in vendita.

    Non avrebbero mai messo le mani sul suo adorato Georgia D, a nessun prezzo!

    Respirò profondamente, prima di riprendere a parlare. «In questo caso, dovrai rivolgerti direttamente ai miei avvocati.»

    La sua voce era decisa mentre elencava i loro nomi. A prima vista Lasalle sembrava diverso dai due scagnozzi che le avevano mandato in precedenza per tormentarla, ma, sotto sotto, anche lui doveva essere un delinquente che si divertiva a spaventare le donne indifese.

    «Non avrai difficoltà a rintracciarli» aggiunse con un sorriso quasi di sfida, «sono anche loro sull'elenco telefonico, vedrai, ti saranno sicuramente d'aiuto.»

    Con noncuranza, si voltò per entrare in casa.

    «Mi stupisci, sai, credevo fossi interessata a quello che ho da raccontarti, visto i recenti avvenimenti.»

    I recenti avvenimenti... Quello era un tentativo di intimidazione bell'e buono! Un paio di quegli ultimi avvenimenti le passarono per la mente: il misterioso incendio al magazzino che aveva distrutto gran parte delle sue giacenze e la questione dell'affitto che per poco non l'aveva lasciata in mezzo a una strada.

    Georgia si sentì mancare.

    «Sono certa che i miei avvocati saranno molto interessati alla tua storia.»

    «Non voglio parlare con i tuoi avvocati!» Rimase esattamente dov'era fissandola con uno sguardo che sembrava passarla da parte a parte. «La persona che sono venuto a incontrare qui a Bath, Georgia Dee, sei tu!»

    «Sono veramente spiacente, signor Lasalle, ma non spreco il mio tempo a parlare con gente del tuo genere.»

    Le guance le si erano imporporate per la rabbia. Che diritto aveva di trattarla con così tanta spavalderia?

    «Quello che ti suggerisco è di uscire dalla mia proprietà e di tornartene da dove sei venuto.»

    Si aspettava che mostrasse almeno un vago turbamento per il tono tagliente con cui gli aveva risposto, invece sorrise.

    Sollevò un sopracciglio rivolgendosi a lei come a un bambino che ha avuto la temerarietà di dire no. «È questo il modo in cui tratti la gente che cerca di aiutarti?»

    «Aiutarmi, hai detto? Ho capito bene?»

    «Sì, aiutarti. È quello che vorrei fare.»

    Questa era una novità.

    «E in che modo vorresti farlo?» gli domandò Georgia in tono affettato.

    Con che genere di stupida crede di avere a che fare?

    «Forse non te ne rendi conto, ma stai seriamente rischiando di perdere la tua attività. Sono venuto per darti una mano a uscire da questo pasticcio.»

    E così lui era il cavaliere senza macchia e senza paura che voleva salvarla...

    Georgia lo fissò gelida. «È veramente gentile da parte tua, ma si dà il caso che non abbia bisogno di nessun aiuto: io sono perfettamente in grado di gestire da sola i miei affari.»

    Fece una pausa e aggiunse in tono ironico: «Cosa ti fa pensare che creda a una simile storia? Perché mai dovresti aiutarmi? Dopotutto non ci conosciamo neppure».

    «Questo è vero, non ci conosciamo, ma mi sono informato e ne so abbastanza sulla tua situazione per... Insomma, ne so molto più di te riguardo a questa faccenda!»

    «Che faccenda?»

    «L'offerta di acquisto, tesoro.»

    Un brivido la fece sussultare.

    «Sei rimasto indietro. Ho ragione di credere che abbiano lasciato cadere il tentativo di rilevare il mio negozio.»

    «Davvero? Sarebbe bello se fosse vero, dopo tutto hai lavorato sodo per far sì che, dal niente, il tuo negozio diventasse una delle più rinomate boutique di moda del sud dell'Inghilterra. Sarebbe una vera tragedia se dovesse finire nelle mani di qualcun altro!»

    «Hai proprio ragione, infatti non succederà. Nessuno, ripeto

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