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Incorreggibile cowboy: Harmony Destiny
Incorreggibile cowboy: Harmony Destiny
Incorreggibile cowboy: Harmony Destiny
E-book139 pagine2 ore

Incorreggibile cowboy: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

John Lee Carter è il cowboy più irresistibile del Texas e il fatto che si debba occupare di una dolcissima nipotina pare non gli impedisca di guardare Meredith Mc Cloud come se gli andasse di mettere in cantiere un'altra creatura. Per quanto la riguarda, Meredith non ha nulla in contrario nello sfornare bambini né ha problemi a prendersi cura della piccola favorita di John Lee, ma è ora che l'incorreggibile scapolo si renda conto che tra pannolini e notti infuocate deve pensare anche al matrimonio!
LinguaItaliano
Data di uscita10 mar 2017
ISBN9788858961667
Incorreggibile cowboy: Harmony Destiny
Autore

Peggy Moreland

Scrive storie intense ambientate in Texas, che le hanno permesso di vincere numerosi premi letterari.

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    Anteprima del libro

    Incorreggibile cowboy - Peggy Moreland

    successivo.

    1

    Meredith se ne stava distesa languidamente sulle pietre calde, lasciando che il calore del sole le penetrasse sottopelle e diffondesse il suo potere curativo nel suo corpo, oltre che nella sua mente. Era passato un mese da quando era arrivata al Double-Cross Heart Ranch, provata sia a livello fisico sia mentale.

    I lividi sul suo corpo erano ormai svaniti, ma quelli sul suo cuore erano ancora presenti e non facevano che ricordarle ciò che aveva perso. Un figlio, così le avevano detto, nato troppo prematuro per sopravvivere.

    Calde lacrime le si affacciarono agli occhi, rendendo sfocate alla sua vista le nuvole che stavano addensandosi nel cielo azzurro sopra di lei. Lo aveva portato a casa e lo aveva sepolto nella tomba di famiglia, accanto a sua madre. Adesso giacevano fianco a fianco la madre che non aveva mai conosciuto e il figlio che non avrebbe mai potuto stringere fra le sue braccia. Sistemarlo là le era sembrato in qualche modo giusto e aveva contribuito ad attenuare legger mente il dolore, perché sapeva che sua madre era in paradiso pronta ad accogliere il nipotino, a tenerlo sotto le sue ali protettrici e a vegliare su di lui.

    Meredith chiuse gli occhi dietro le lenti scure degli occhiali da sole, ricacciando indietro le lacrime. Sebbene fosse di nuovo a casa, al Double-Cross, circondata dalla sua famiglia, si sentiva sola. Terribilmente sola. Non c'era nessun bambino su cui profondere il suo amore, nessun marito con il quale condividere il dolore. C'era solo lei, Meredith McCloud, la famosa protagonista di soap-opera. La donna per il cui corpo gli uomini di mezzo mondo sbavavano; quello stesso corpo per cui le donne dell'altra metà del mondo la disprezzavano. Il suo stile di vita era invidiato, il suo benessere era oggetto di pettegolezzi ai cocktail party.

    Per poco non scoppiò a ridere.

    Non viveva affatto nel benessere. Il tipo di vita che aveva fatto l'aveva spogliata di gran parte dei suoi guadagni. Abiti, gioielli, viaggi. La bella vita. Ecco quello che aveva ricercato quando si era trasferita a New York City. Fama, fans adoranti, il suo nome sbandierato nei titoli dei giornali rosa, collegato a quello di uomini belli e ricchi. Aveva inseguito l'eccitazione e l'avventura. E aveva avuto tutto ma, guardandosi indietro, le sembrava tutto assurdo e insignificante se confrontato a ciò che aveva perso.

    Tuttavia i rimpianti non avevano senso secondo Meredith, erano solo una stampella usata dai deboli e dagli sciocchi per espiare i propri errori. Lei non era né debole né sciocca. Era una McCloud. Aveva il carattere dei McCloud, oltre che il loro orgoglio. Era una combattente. Era stata colpita da altre tragedie in vita sua e ne era sempre uscita. Sarebbe sopravvissuta anche a questa.

    Ma come?, si domandò. Aveva tenuto nascosti i suoi problemi economici alle sorelle. Sapeva che Sam e Mandy sarebbero state disposte a darle tutto ciò che avevano se solo glielo avesse chiesto, ma non avrebbe mai potuto farlo. L'orgoglio non glielo avrebbe permesso, specie considerando che le sue sorelle avevano avuto successo laddove lei aveva fallito. Loro avevano speso l'eredità in modo saggio e parsimonioso, tenendo in considerazione il loro futuro, mentre Meredith aveva scialacquato la sua in modo egoistico e sconsiderato.

    Con la stessa oculatezza con cui avevano fatto i loro investimenti, Sam e Mandy avevano scelto gli uomini della loro vita, uomini che amavano e con cui vivevano una passione grande come il cielo del Texas. Mandy aveva Jesse e Sam aveva Nash.

    Ma Meredith, chi aveva?

    Nessuno...

    Almeno al momento.

    Aveva scelto gli uomini della sua vita nello stesso modo in cui aveva speso la sua eredità, cioè avventatamente, basando la scelta su immagine, potere e ricchezza, e non sulla persona che stava dietro la facciata. Il suo ultimo e più grande errore era stato Marcus. Il suo produttore, il suo amante, il padre di suo figlio. Un uomo con un cospicuo patrimonio e molte conoscenze, un uomo potente e affascinante. Un uomo privo di coscienza e di scrupoli, un uomo senza cuore né anima.

    Arrabbiata con se stessa per il solo fatto di aver pensato a lui, Meredith scacciò quei tristi pensieri e si concentrò di nuovo sul suo problema più pressante.

    Il denaro. O, meglio, la sua mancanza.

    Aveva bisogno di un lavoro. Ma dove? E, soprattutto, quale lavoro? Non voleva tornare a New York. Non poteva. Ma non aveva molto da offrire. Cos'altro poteva fare un'attrice, se non recitare?

    Un sospiro la fece fremere, tanto che si girò sullo stomaco, sentendosi oppressa da quelle deprimenti considerazioni. Come poteva contemplare lucidamente il futuro considerando che non era riuscita a gestire nemmeno il passato, e al momento le pareva perfino troppo difficile cercare di gestire anche solo il presente?

    John Lee Carter tirò le redini per fermare il suo cavallo in cima al dirupo dal quale si dominava il laghetto alimentato dalla sorgente sotterranea, guardò giù... e per poco non cadde di sella. Si era aspettato di trovare alcuni capi di bestiame e invece ecco una donna... una donna magnifica e nuda, distesa a prendere il sole su uno dei massi levigati di pietra calcarea che nascondevano la fonte naturale che alimentava il laghetto. Morbidi capelli biondi incorniciavano un viso dai lineamenti così perfetti da non sembrare naturali, quasi fossero scolpiti dalla mano sapiente di uno scultore.

    Un velo di sudore le imperlava la pelle e formava delle minuscole gocce fra i suoi seni, attirando irresistibilmente il suo sguardo virile in quel punto. Lui seguì con gli occhi le notevoli curve di quel corpo, soffermandosi sul ventre piatto e la vita snella. Se ne stava distesa con un ginocchio sollevato, coprendo così le sue parti più intime. Un braccio casualmente appoggiato sulla fronte le proteggeva gli occhi dalla accecante luce del sole.

    Meredith McCloud.

    Perfino a quella distanza, John Lee la riconobbe. Aveva sentito dire che era tornata in città. Aveva udito anche il motivo del suo ritorno. Scrollò il capo, appoggiando le mani sul pomo della sella e indugiando con lo sguardo sulla donna sottostante. Pareva che nemmeno le persone ricche e famose potessero sfuggire alle tragedie della vita. Da uomo che aveva passato il suo momento di notorietà, John Lee lo sapeva fin troppo bene.

    Girava voce che fosse caduta vittima di un esaurimento nervoso dopo la perdita del bambino. Ma John Lee non ci credeva. Oh, non dubitava che avesse perso un figlio, questo no, tuttavia metteva in discussione la storia dell'esaurimento. Non Meredith McCloud. Era una donna troppo forte per una cosa simile.

    Sempre fornitissimi di notizie succose, i pettegoli locali avevano segnalato che Meredith era tornata a casa da sola per dare sepoltura a suo figlio. Sebbene la mancanza di un marito avesse scioccato qualcuno, la cosa non aveva sconcertato John Lee. Nel ventesimo secolo sempre più single non disdegnavano la maternità.

    Mentre la osservava, credette di vederla pervasa da un fremito. Poi lei si girò, spostandosi sullo stomaco e togliendogli la vista del suo volto. Ma la parte posteriore del suo corpo si rivelò interessante quasi quanto quella anteriore e un fondoschiena ben modellato sembrò strizzargli l'occhio.

    John Lee sghignazzò mentre voltava il cavallo per riprendere la pista battuta.

    Meredith era sempre un incanto.

    «Non lo sai che ad Austin è reato prendere il sole nudi?»

    Sussultando alla voce maschile, Meredith sollevò di scatto il capo. Benché la tesa del cappello da cowboy gettasse un'ombra sul volto dell'uomo in sella al magnifico baio che le stava di fronte, lei lo riconobbe subito. Sorriso arrogante. Spalle larghe, cosce muscolose. Capelli color sabbia schiariti dal sole che gli sfioravano il collo della camicia. Occhi dell'azzurro del cielo del Texas in estate, che parevano sempre impegnati a stuzzicare. E, non da ultimi, lineamenti scolpiti in un volto bello da togliere il fiato.

    John Lee Carter.

    Il suo sorriso si accentuò. «Hanno vietato persino di fare il bagno nudi all'Hippie Hollow a Lake Travis. Una vera e propria vergogna, se vuoi il mio parere. Personalmente, ho sempre pensato al corpo umano come a una specie di opera d'arte, fatta per essere apprezzata.»

    In un altro momento, Meredith sarebbe potuta essere d'accordo con lui, avrebbe perfino potuto flirtare con quel fusto e invitarlo a raggiungerla sulla calda roccia su cui si trovava.

    Ma non quel giorno.

    Quel giorno non provava altro che risentimento per colui che aveva invaso così brutalmente la sua privacy e infranto la sua solitudine, un bene di cui raramente riusciva a godere al Double-Cross.

    Appoggiando i gomiti sulla roccia, lei si abbassò gli occhiali da sole sulla punta del naso. Dal bagliore diabolico presente nei suoi occhi, avrebbe scommesso che John Lee stesse godendo appieno del fatto di averla sorpresa in una posizione di svantaggio: lui completamente vestito e lei con indosso niente di più di quello che le aveva dato Madre Natura. Fissandolo, lei socchiuse un occhio. «Be', è bello sapere che certe cose non cambiano mai» ribatté secca. «John Lee Carter è sempre alla ricerca di emozioni a buon mercato e, pur di trovarne, non disdegna nemmeno di fare il guardone.»

    Lui si spostò indietro il cappello e rise di gusto. «Anche tu sei il solito peperino di sempre.»

    John Lee continuava a sorriderle e Meredith capì a cosa stava mirando. Voleva vederla contorcersi in preda all'imbarazzo per essere stata sorpresa a prendere il sole nuda, ma non gli avrebbe dato una simile soddisfazione. Al contrario, incontrò il suo sguardo senza esitazione. «Hai forse intenzione di startene lì seduto per tutto il giorno a guardarmi con aria ebete oppure acconsenti a voltarmi la schiena mentre mi rivesto?»

    Lui guardò il sole, socchiudendo gli occhi come se stesse riflettendo sulla domanda, quindi riportò lo sguardo su di lei mentre un lento sorriso gli piegava un angolo della bocca. «Non lo so, la vista è piuttosto interessante così com'è. D'altra parte, non vorrei mai che tu finissi per scottarti. Quanta crema solare ti sei messa?»

    Lo sguardo che gli lanciò Meredith era gelido. «Non abbastanza per ritenermi protetta dal tuo sguardo famelico.» Lei aggiustò gli occhiali da sole, spingendoli indietro, quindi allungò il braccio verso il salviettone che aveva alle spalle. Rapidamente, si mise seduta e si avvolse nell'indumento... ma non prima che John Lee potesse dare un'ultima occhiata ai suoi seni generosi.

    Lui lanciò un fischio di apprezzamento che fece sì che da contrariata,

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