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L acchiappasogni (eLit): eLit
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E-book150 pagine1 ora

L acchiappasogni (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Impossibile! Incredibile! Assurdo! È quello che pensa Kathy Maxwell osservando l'uomo sdraiato sul pavimento della sua camera da letto. Lo splendido Apache, che indossa solo un paio di pantaloni di daino e un fiero cipiglio, è uscito da un... sogno! Lei non riesce a credere ai propri occhi: quella notte il vecchio acchiappasogni indiano che tiene appeso sopra il letto ha strappato Dakota dal suo mondo e dalla sua epoca per trasportarlo dritto tra le sue braccia. E chi dice che i sogni non si avverano?
LinguaItaliano
Data di uscita29 lug 2016
ISBN9788858957431
L acchiappasogni (eLit): eLit
Autore

Joan elliott Pickart

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    L acchiappasogni (eLit) - Joan elliott Pickart

    successivo.

    1

    Era una splendida giornata. Pareva quasi che Madre Natura avesse siglato un accordo con la camera di commercio di Prescott per promuovere l'immagine della cittadina dell'Arizona.

    Kathy Maxwell guardò il cielo e si stupì di quanto fosse terso a mille e cinquecento metri di altitudine. L'assenza di smog e di gas di scarico era uno dei motivi per cui si era trasferita da Chicago l'anno precedente.

    A Prescott, ridente cittadina ai piedi dei monti Bradshaw, Kathy aveva trascorso più di un'estate con sua cugina Lily e non avrebbe potuto serbarne ricordo migliore. Era stato durante un viaggio di ritorno che si era resa conto di non poter resistere a Chicago un solo giorno di più.

    La violenza dilagava di anno in anno nella scuola presso la quale insegnava. E da docente lei si era ritrovata a fare da tutore dell'ordine di una scolaresca bellicosa.

    Al termine dell'ultimo anno accademico, Kathy era sull'orlo di una crisi di nervi. Era visibilmente dimagrita. Accusava emicranie da stress e soffriva d'insonnia. Non era stato facile ammettere di non aver retto, ma non aveva avuto alternative.

    Aveva puntato dritto a Prescott, certa che una vacanza di tutto riposo l'avrebbe rimessa in sesto. Invece, a fine agosto, il pensiero di ricominciare l'aveva terrorizzata.

    Abituata a un regime di vita regolare, Kathy aveva dovuto fare appello a tutto il proprio coraggio per mollare un posto fisso e cambiare residenza. Ritirati i risparmi, aveva fatto i bagagli ed era partita. A Prescott aveva aperto un'erboristeria, la Herb Hogan.

    «Arrivo, Kathy» le gridò una voce, strappandola ai ricordi.

    Lily avanzava a grandi passi verso di lei, rapida quanto poteva essere una donna all'ottavo mese di gravidanza.

    «Accidenti, che fatica! Sarò così felice quando potrò portare a spasso il pargolo in una carrozzina, invece che nella mia pancia» ansimò, scostandosi le ciocche rosso carota dalle gote punteggiate di efelidi. «Malgrado ciò che dice il ginecologo, sono sicura che peserà molto più degli altri tre.»

    «Non c'era bisogno di correre. Abbiamo tutto il pomeriggio libero.»

    «Non mi sembra vero. Brad stava facendo pranzare le bambine quando sono uscita di casa. Non oso pensare in che stato ridurrà la cucina. Dimmi, piuttosto, com'è andato il tuo appuntamento con Roy?»

    Kathy arricciò il naso. «Chiedimi tutto quello che vuoi sui rodei. Mi ha tenuto una conferenza di quattro ore sull'argomento.»

    «Oh, no. Un altro cowboy!»

    «Lily, te lo ripeto. La popolazione maschile scarseggia, ma è un dato di fatto che ho armai accettato. So bene che esiste una buona probabilità che non mi sposi e non metta al mondo dei figli. Sarò l'eccentrica zietta che vizierà i tuoi. Preferisco vivere qui da sola anziché a Chicago dove di uomini ce ne sono sin troppi.»

    «Ci deve pur essere qualcuno che fa per te in questa città. Si tratta di stare all'erta. Prescott si sta ingrandendo. C'è molta gente che decide di venire ad abitare sotto il nostro cielo pulito. Brad mi ha promesso che mi avviserà se qualche scapolo dovesse rivolgersi a lui per un consiglio legale. Quanto a te, Kathy, devi cambiare atteggiamento o non ti accorgerai di avere qualche pesce grosso nella rete.»

    «Lily...»

    «E...» riprese la donna imperterrita, «non dimenticare i tuoi molteplici attributi. Sei alta, disgustosamente snella, bionda. Hai ventisette anni, sei intelligente. Hai un'attività in proprio, adori i bambini... La lista potrebbe allungarsi all'infinito. Come preda sei una fuoriclasse e un uomo fantastico spunterà dal nulla e se ne accorgerà.»

    Kathy alzò gli occhi al cielo e tacque. Provare a persuadere l'ostinata cugina del contrario sarebbe stata fatica sprecata.

    La piazza si apriva sulla strada principale. Era un polmone verde delimitato ai quattro lati da edifici rossi. Un esotico gazebo era allestito sull'erba e faceva da quadro alle principali attività della città, ivi comprese le mostre di artigianato per le quali Kathy andava matta.

    I pezzi erano esposti sulle bancarelle, alcune di proprietà di gente del posto, altre di persone venute da fuori città.

    Kathy aveva preso a collezionare articoli fatti a mano per il suo adorato minicottage ombreggiato da un frondoso ginepro. Uno steccato bianco correva tutt'intorno a un fazzoletto di terra nel quale lei coltivava ogni specie di erba aromatica e medicinale.

    «Questo posto brulica di gente» tornò all'attacco Lily. «Che ti dicevo? Prescott sta crescendo a vista d'occhio. Orienta il tuo radar e tieni gli occhi bene aperti.»

    «Ti ha mai sfiorato il dubbio che possa trattarsi di turisti di passaggio?»

    «Non vedere sempre tutto nero. Ti dico che vivono qui!»

    Più tardi quella sera, Kathy era in piedi accanto al letto con un martello in mano. Si tirò indietro e annuì soddisfatta. Il suo ultimo acquisto pendeva a pochi centimetri dal cuscino.

    «Un acchiappasogni!» esclamò, sorridendo.«Mi mancava.»

    L'oggetto era formato da un cerchio con una trama a ragnatela tessuta all'interno e una miriade di fili di cuoio da cui pendevano piume rosa.

    Stando alla leggenda, appeso al disopra di una persona addormentata, l'ornamento catturava i sogni notturni. Solo quelli lieti passavano attraverso i fori. Quelli cattivi restavano impigliati nella ragnatela e perivano alle prime luci dell'alba.

    «Sogni gradevoli garantiti» decretò Kathy con un cenno deciso del capo.

    Mise via il martello, chiuse a chiave la porta d'ingresso e si coricò a letto. Spense la luce sul comodino e si rannicchiò sotto la coperta.

    Era stata una giornata piacevolissima. Più il tempo passava e più si convinceva di aver fatto la cosa giusta a trasferirsi a Prescott. La sua vita era tornata a scorrere sui binari normali, lo stress e l'insonnia erano solo un ricordo e la salute ne aveva tratto giovamento. Era tutto perfetto.

    O quasi.

    Non le sarebbe dispiaciuto avere un uomo accanto con cui condividere le sue giornate. Qualcuno da amare e da cui essere amata, che la sposasse e le desse dei figli.

    Purtroppo però, uno dei protagonisti della favola era latitante. E lei si stava sforzando di accettarne l'assenza, decisa a impedire che quel vuoto affettivo oscurasse tutto il resto.

    Inseguiva un ideale maschile che rasentava la perfezione, perciò sapeva bene quando sarebbe stato difficile trovare l'uomo giusto.

    C'era solo da sperare che, con questa nuova consapevolezza di sé conquistata da poco, avesse più successo che in passato. Era ora che l'amore le facesse visita e con l'amore un compagno per la vita.

    Chissà, forse Lily non aveva tutti i torti. Il suo Principe Azzurro era lì fuori ad attenderla. Un bel giorno avrebbe fatto irruzione nella sua vita, pronto a catturarle il cuore in cambio del suo.

    Kathy scivolò lentamente nel sonno.

    Era a piedi nudi in un campo di girasoli che si stendeva a perdita d'occhio. Indossava un abitino di mussola e una cuffietta legata sotto il mento, da perfetta donna del West del 1877.

    Si portò una mano alla fronte per schermarsi gli occhi dai raggi del sole e fece vagare lo sguardo in lontananza in preda all'eccitazione.

    Lui stava arrivando. Finalmente lo scorgeva in sella a un cavallo nero. Si avvicinava a un ritmo forsennato quanto il battito del suo cuore.

    Bello e abbronzato, indossava pantaloni di daino e mocassini indiani. I lunghi capelli neri come l'ebano gli sfioravano le ampie spalle muscolose. Aveva occhi scuri come la notte e tratti alteri da pellerossa.

    Era il suo amore che, forte e impavido, correva più veloce del vento per tornare da lei.

    Lui smontò da cavallo e le andò incontro con passo deciso.

    Era a una spanna da lei con il desiderio che gli brillava in quegli occhi di ossidiana, quando...

    Kathy si tirò a sedere sul letto con il cuore che le martellava. L'insistente trillo della sveglia le forava i timpani. Con una manata la zittì.

    «Accidenti, proprio ora che eravamo sul più bello» brontolò.

    Alzò gli occhi in direzione dell'acchiappasogni e scoprì che non c'era più.

    Era certa di averlo fissato bene al chiodo. Rovistò tra le coperte e sotto il letto. Niente.

    Si stava dirigendo in cucina per prepararsi un caffè quando si fermò, raggelata.

    L'acchiappasogni era sul pavimento tra i piedi del letto e la parete.

    Non era più un oggettino di qualche centimetro. Aveva un diametro di due metri.

    E, intrappolato nella ragnatela, c'era l'indiano del sogno che giaceva addormentato sul tappeto.

    Kathy ricadde sul letto, incapace di staccare gli occhi da quell'improbabile visione. L'uomo non accennava a muoversi, ma il respiro che gli gonfiava il petto a un ritmo regolare indicava che era vivo.

    Kathy tornò a letto. Si tirò le coperte fino al mento e serrò gli occhi.

    Quell'esemplare maschile di straordinaria bellezza non era nella sua camera da letto perché lei stava dormendo. Era uno dei più realistici sogni a occhi aperti che avesse mai fatto, ma era pur sempre un sogno.

    La sveglia sarebbe suonata a momenti e lei si sarebbe destata in un normalissimo lunedì mattina.

    Trascorse qualche minuto senza che Kathy osasse muoversi. Poi, con la coda dell'occhio sbirciò le lancette.

    La sveglia non poteva trillare perché aveva già trillato!

    Lei era desta e in stato di piena coscienza. Il chiodo vuoto incassato nel muro pareva gridarle che il suo piccolo ornamento non era più al suo posto perché si era ingigantito e teneva imprigionato un uomo magnifico.

    Dacci un taglio, Kathy Maxwell, si ammonì. Di sicuro esisteva una spiegazione razionale anche se al momento le sfuggiva.

    Kathy sgusciò dal letto senza far rumore e fece il giro della stanza ginocchioni, senza avere il coraggio di gettare un'occhiata alla sua visione.

    Su quel tappeto non c'era che un po' di polvere, si ripeté accostandosi. Lentamente fissò lo sguardo su di esso e, in quel preciso istante, l'indiano spalancò gli occhi.

    Lei cacciò un urlo e ricadde indietro.

    L'uomo la fissava con la fronte corrugata.

    «No, no, no» ripeté Kathy scuotendo il capo con veemenza e agitando le mani.

    «Cos'è? Una danza di morte?» s'informò il pellerossa.

    Kathy si chinò a scrutarlo. «Mio Dio,

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