I Frescobaldi e gli altri: Dalle Crociate alla Congiura dei Pazzi, dalla Guerra dei Cent'anni all'ascesa di Matteo Renzi, banchieri ai vertici del potere, ieri come oggi
Di Pietro Ratto
()
Info su questo ebook
p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; font: 12.0px Times}p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; font: 12.0px Times; min-height: 14.0px}
... a parte il disorientante rovesciamento di prospettiva di alcuni importanti fatti storici (uno fra tutti, la celebre Congiura dei Pazzi), o l'impressionante quadro che emerge a proposito di quanto siano stati determinanti, dal Medioevo ad oggi, i giganteschi prestiti accordati dai grandi banchieri a principi e sovrani, quel che davvero stupisce di questo nuovo, appassionante studio di Pietro Ratto è il dato inquietante secondo cui gli eredi diretti di quella élite aristocratica e finanziaria che aveva in mano il mondo mille anni fa, siano ancora oggi ai vertici di alcune grandi multinazionali, e di certe potenti banche, che tengono saldamente in pugno le redini della politica e dell'economia globali.
Pietro Ratto
Pietro Ratto è filosofo, saggista, giornalista e scrittore. Laureato in Filosofia e Informatica, è professore di Filosofia, Storia e Psicologia. Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri e ha vinto diversi premi letterari di Narrativa e Giornalismo ed ha partecipato a svariati Convegni filosofici. In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020). In ambito storico ha scritto: Cronache di una pandemia. I primi nove mesi di un incubo (2020), L'Industria della vaccinazione- Storia e contro-Storia (2020), Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L'Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019) e Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020). Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020). Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo. Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche affrontate nei suoi libri, BoscoCeduoPro.
Leggi altro di Pietro Ratto
La Tempesta invisibile: Storia dell'inquinamento elettrico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL' Industria della vaccinazione: Storia e contro-storia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLobbying Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniProgramma dIstruzione: Scritti sulla scuola e sull'educazione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDisobbedienza civile Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Gioco dell'oca: I retroscena segreti al processo del riformatore Jan Hus Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Giudice Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDa Berlino a Kabul: La lunga scia di sangue dell'11 settembre Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Storia dei vincitori e i suoi miti: Da Giovanna D'Arco al delitto Moro, da Cristoforo Colombo ai Rothschild, mille anni tutti da riscrivere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Testimone Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa scuola nel bosco di Gelsi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL' Honda anomala: Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSenet: Di mossa in mossa, due vite in gioco Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa passeggiata al tramonto: Vita e scritti di Immanuel Kant Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCamminare Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniBoscoCeduo: La rivoluzione comincia dal principio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCome mi cambiano la vita... Socrate, Platone e Aristotele Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe Pagine strappate: I trucchi della Chiesa rinascimentale per rimuovere le vicende storiche della Papessa Giovanna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Correlato a I Frescobaldi e gli altri
Ebook correlati
Ritagli di Mistretta Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMargherita Pusterla: Racconto storico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGhino di Tacco "detto il falco" Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCronache di Crodo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMargherita Pusterla Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Firenze segreta dei Medici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI love Milano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLe donne di casa Medici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Banchieri di Cosenza nel Rinascimento: Ascesa e declino delle grandi dinastie finanziarie Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStorie segrete della storia di Genova Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMilano dei Visconti e degli Sforza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStorie segrete della storia di Milano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPer la diritta via Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa storia di Guidonia Montecelio: DAlla preistoria ai giorni nostri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniEnrico Dandolo: La spietata logica del mercato Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLodovico il Moro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPreti a Roma: 150 anni di sfide nella capitale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa storia di San Lorenzo: Dalla Preistoria ai giorni nostri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRoma e Cristina di Svezia: Una irrequieta sovrana Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRepubblica Italiana d'America Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI signori di Firenze Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiuliano de’ Medici: Una vita breve e due grandi amori Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa donna fiorentina del buon tempo antico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuelli che hanno fatto grande Milano, l'Italia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL’ultima rosa di aprile – II ed.: Simonetta Cattaneo Vespucci, la Venere del Botticelli Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVenezia città aperta: Gli stranieri e la Serenissima XIV-XVIII sec. Valutazione: 1 su 5 stelle1/5Il romanzo di Renata di Francia: Nel dramma religioso del '500 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa peste di Milano del 1630 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa storia di prati: Dalla preistoria ai giorni nostri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFirenze che nessuno conosce Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Storia antica per voi
Suoni e Segreti del Greco Antico Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniQuando eravamo i padroni del mondo: Roma: l'impero infinito Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIstituzioni di storia antica: Dalla preistoria all'espansione araba Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Cleopatra: La regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI segreti tecnologici degli antichi romani Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa civiltà degli Etruschi Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Alla Scoperta Della Cultura Dell'Antico Egitto Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAntico Egitto: Una guida alle divinità egizie misteriose: Amon-Ra, Osiride, Anubi, Horus e altre Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Atlantide e altre pagine di storia proibita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'incredibile storia degli imperatori romani Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa storia semplice e divertente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIside La Divinità Femminile Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Via di Eleusi: il percorso di elevazione e i gradi dell'iniziazione ai Misteri Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Germania. In latino, english, italiano Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGiza: La caduta del dogma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'ultimo giorno di Roma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVita dei Cesari Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniGilgamesh Re di Sumeri che voleva donare all'uomo la vita eterna Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa guerra gallica - La guerra civile Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Kemet - Storia dell'Antico Egitto Valutazione: 5 su 5 stelle5/5La Civiltà Cartaginese Valutazione: 1 su 5 stelle1/5Guida di Pompei Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazionii Geroglifici Introduzione alla Lingua e Scrittura Egizia Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Strumenti Musicali Egizi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPillole di storia antica. 365 curiosità per ogni giorno dell'anno Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria dei Longobardi: Historia Langobardorum Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria della decadenza e rovina dell'Impero Romano, volume settimo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'Occhio del Matematico. Da Pitagora alle Piramidi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria di Roma Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPiramidi perdute in Bosnia e Piramidi nel Mondo: La storia antica è falsa: le origini dell’uomo e della civiltà sono da riscrivere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Categorie correlate
Recensioni su I Frescobaldi e gli altri
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
I Frescobaldi e gli altri - Pietro Ratto
I Frescobaldi
e gli altri
Dalle Crociate alla Congiura dei Pazzi,
dalla Guerra dei Cent’anni all’ascesa di Matteo Renzi, banchieri ai vertici del potere, ieri come oggi
© 2024 Bibliotheka Edizioni
www.bibliotheka.it
I edizione, giugno 2024
Isbn 9788869348976
e-Isbn 9788869348983
È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale, del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta dell’editore e con citazione esplicita della fonte.
Tutti i diritti riservati
facebook.com/BibliothekaEdizioni
instagram.com/bibliothekaedizioni
Gli occhi della Vergine
La sera prima della grande battaglia, il neo eletto Podestà di Siena Bonaguida Lucari, e tutti i cittadini intorno a lui, affidarono le sorti dell’imminente scontro alla Vergine Maria, inchinandosi, in Duomo, a quell’icona che, successivamente, sarebbe stata denominata Madonna dagli Occhi grossi(1), probabilmente dipinta dal Maestro di Tressa (o dall’artista che si cela dietro questo nome) circa trentacinque anni prima.
Bonaguida quella sera, nel bel mezzo di piazza Tolomei, davanti alla chiesa di San Cristoforo, aveva spiegato a tutti che la vittoria non sarebbe stata mai possibile, senza l’aiuto della madonna. "Signori miei Sanesi – aveva detto – e cari miei concittadini, noi ci siamo raccomandati a la santa corona di re Manfredi; ora a me pare che, noi siamo in verità, in avere e in persona, la città e ‘l contado, a la Reina di vita eterna, cioè a la nostra Madre Vergine Maria; e per far questo dono piacciavi a tutti farmi compagnia". Poi si era tolto le vesti, restando soltanto in camicia intima. Scopertosi il capo, a piedi scalzi, cinto il collo da una correggia di quelle utilizzate dai frati domenicani, si era messo alla testa di un’autentica processione, proclamandosi peccatore, implorando perdono e misericordia e chiedendo soccorso alla madonna con queste parole: Vergine Maria, aiutateci al nostro grande bisogno, e liberateci da le mani di questi lioni e di questi superbissimi uomini, che ci vogliono divorare
(2). Seguito dall’imponente corteo dei suoi concittadini, tutti presi ad imitar i suoi gesti ripetendo sommessamente Te laudamus
, si era diretto verso l’ingresso della cattedrale, all’interno della quale, inginocchiato di fronte all’austero dipinto posto sull’altar maggiore, fino a quel momento lo aveva atteso, assorto in preghiera, il Vescovo. Lì, proprio sul portale del Duomo, era avvenuto l’incontro tra Bonaguida e monsignor Fusconi. Tutti gli astanti erano poi entrati in chiesa e si erano inginocchiati, pregando e piangendo. Il Podestà, addirittura, si era prostrato a terra. Il vescovo lo aveva presto invitato a rialzarsi, dandogli il bacio della pace, e invitando il popolo a far altrettanto. Era stato proprio a quel punto che il Lucari e il Fusconi, tenendosi per mano, si erano portati davanti alla sacra icona, inginocchiandosi umilmente.
Deposte sull’altare le chiavi della città, lo sguardo rivolto al dipinto, Bonaguida esclamò a gran voce: a te do, dono e cedo questa città di Siena e tutto il suo contado, con tutti i suoi diritti e giurisdizioni; e, in segno di ciò, qui sul tuo altare depongo le chiavi delle porte di questa città di Siena
. Seguì la supplica di tutti affinché la Beata Vergine si degnasse di proteggere la città dai cattivi, malvagi cani
fiorentini, mentre un notaio registrava ufficialmente il passaggio di proprietà dall’umano al divino.
Seguì un’accorata confessione comunitaria, la generale distribuzione dell’eucarestia e una nuova, solenne processione. "Il clero occupava il suo posto abituale, davanti al corteo, dietro a una croce di legno che i senesi veneravano. Seguivano i laici, divisi in tre gruppi: i cittadini, secondo il proprio status, il popolo e, infine, le donne di tutte le classi. Al centro, tra clero e laici, protetta da un baldacchino e accompagnata dal vescovo, dal sindaco comunale e dai canonici della cattedrale che li seguivano, c’era la sacra tavola, che, in rappresentanza della Vergine a Siena, veniva portata in giro per quella città che ora lei, in virtù di quella donazione, governava ed era obbligata a proteggere"(3). A fine cerimonia, naturalmente, Bonaguida recuperò le chiavi dall’altare, fece ritorno a San Cristoforo, ove aveva sede il Generale Consiglio e le consegnò ai funzionari che fino a quel momento erano rimasti ad aspettare – e che, di norma, già le custodivano – implicitamente assumendo così la gestione del Comune in rappresentanza della nuova, legittima Proprietaria.
L’emergenza in città, in quei primi giorni di settembre del 1260, era alle stelle. Firenze, dopo anni di scontri dovuti anche a questioni commerciali – dato che mal sopportava che Siena si stesse arricchendo troppo sui molti dazi imposti ai viaggiatori e ai pellegrini che percorrevano, su e giù, quella via Francigena che attraversava il suo territorio – non accettava certo che la rivale, in netta violazione degli accordi stipulati cinque anni prima, continuasse ad accogliere i molti ghibellini banditi dal suo Comune. Così, nella primavera di quell’anno, aveva cinto d’assedio Siena. E il 2 di settembre i suoi ambasciatori avevano consegnato il loro ultimatum al governo della città ghibellina.
I senesi, però, avevano deciso di non scendere a compromessi, e di resister fino all’ultima goccia di sangue. Ma la situazione non era certo facile. Anche solo per il fatto che l’esercito di circa ottocento soldati tedeschi agli ordini del conte di San Severino, Giordano Lancia d’Agliano – assoldato da Manfredi, re di Sicilia e figlio dell’Imperatore Federico II di Svevia morto dieci anni prima, per difender la Lega ghibellina guidata da Siena dall’attacco guelfo capeggiato da Firenze – pretendeva più soldi per continuare a protegger la città. Non aveva esitato a farsi avanti, a quel punto, il nobile banchiere Salimbene Salimbeni, offrendo il denaro necessario (ben diciottomila fiorini), fatto pervenire al conte su una carretta ornata di rami d’ulivo. Lo stipendio dei militi alemanni, grazie al patriottico gesto dell’aristocratico senese, era così raddoppiato(4). E la protezione tedesca, assicurata. Una volta poi eletto Podestà il pio e aristocratico Bonaguida e dedicata la città alla madonna, tutto sembrava ormai pronto per la resa dei conti.
L’indomani mattina, all’alba di giovedì 4 settembre dell’anno 1260, andò così in scena la sanguinosissima battaglia di Montaperti, tra gli eserciti ghibellini guidati dai senesi – che comprendevano, tra le altre, anche le milizie di Arezzo, Pisa, Montalcino, Montepulciano e dell’agguerritissima Terni – e quelli guelfi capeggiati da Firenze, forte dell’alleanza con grandi comuni tra i quali spiccavano Bologna, Volterra, Lucca e Perugia.
Alle sei e mezza del mattino i due eserciti nemici erano già schierati. I soldati di ogni divisione furono esortati a dar il meglio di sé dalle parole, piene di enfasi patriottica e di sprezzante odio verso il nemico, dei relativi comandanti. Fu il reparto tedesco agli ordini del Conte Giordano, il primo ad attaccare. Ma i guelfi fiorentini, in netta superiorità numerica, resistettero. Provocando una furiosa mischia presso il poggio di Monsevoli. Seguirono molti scontri, in quella triste giornata. Puntualmente corredati di sanguinosi massacri.
Nel tardo pomeriggio, quando già molte migliaia di vittime giacevano al suolo, scattò improvvisa la trappola ghibellina. Al grido di San Giorgio!
il Conte di Arras – comandante del primo battaglione di Siena – attaccò gli schieramenti guelfi. Contemporaneamente, molti senesi scaltramente infiltratisi nelle linee nemiche presero a insorger contro quelli che, fino a quel momento, li avevano creduti loro commilitoni, seminando il panico tra le fila della lega fiorentina. A quello stesso segnale in codice insorse anche il condottiero ghibellino Bocca degli Abati che, a causa del suo gesto, sarebbe stato poi collocato all’Inferno da Dante in persona. Trovandosi dietro le linee fiorentine, Bocca riuscì infatti a raggiungere il carro delle insegne fiorentine e a sferrare a tradimento un terribile fendente, troncando di netto una mano al sessantaquattrenne portabandiera guelfo Jacopo de’ Pazzi.
Il vessillo gigliato cadde in un lago di sangue, trascinando nel panico tutti i militi guelfi che – completamente disorientati dall’improvviso venir meno di un segnale fondamentale per individuare il loro comandante e per distinguer alleati e nemici – vennero presto sopraffatti e trucidati in massa dai ghibellini.
Si racconta però che, al di là del patriottismo, la verità fosse un’altra. Che Bocca degli Abati fosse geloso. Geloso da impazzire della storia d’amore tra l’ormai anziano Jacopo e la bella Cecilia, figlia di uno dei dodici capitani dell’esercito di Firenze: il valoroso comandante Cece Gherardini.
Nel caos che ne seguì, il Conte di Arras riuscì a uccidere anche il generale fiorentino Jacopino Rangoni da Modena, assestando così il colpo mortale all’esercito guelfo già in rotta.
L’anziano portabandiera Jacopo, dal canto suo, morì nel giro di poco, completamente dissanguato e circondato da migliaia e migliaia di cadaveri. La battaglia fu così vinta dai senesi. Causando, nove giorni dopo, la colossale cacciata della fazione guelfa da Firenze.
Fino a tal punto, quasi otto secoli fa, era importante una bandiera.
La Dinastia
Tra i superstiti dell’esercito guelfo in rotta a Montaperti c’erano alcuni valenti soldati, tutti esponenti di una prominente famiglia fiorentina caratterizzata da "l’animo ardito e lo spirito guerriero"(5). I loro nomi erano Ghino, Lapo, Berto e Neri Frescobaldi, quest’ultimo impegnato in battaglia insieme al figlio Stoldo, banderese del sesto d’Oltrarno che si sarebbe poi distinto nella battaglia di Campaldino. D’altro canto, alcuni loro consanguinei avevano invece combattuto sull’altro fronte, come Ruggeri (Geri) Frescobaldi – fratello di Lapo, cugino di Berto e nipote di Neri – che quando poi Firenze, in virtù della sconfitta guelfa, era passata sotto il controllo dei ghibellini, aveva fatto carriera in ambito ecclesiastico, assumendo addirittura la carica di priore di San Lorenzo tra il 1263 ed il 1265, salvo poi rinunciare alla tunica per sposarsi.
La loro famiglia era molto ricca. Ricca e potente. Si dice che provenisse dalla Germania(6), e che fosse giunta nella penisola italica al seguito degli imperatori della casa di Sassonia e, in particolare, di Ottone I, nel X secolo
(7). Ottone era particolarmente affezionato alla Toscana. E, secondo le cronache del tempo, in questa terra aveva poi lasciato molti dei suoi baroni, concedendo a Firenze sei miglia di contado
(8). Insomma: le origini italiane della nobile famiglia si fondevano inestricabilmente con quelle della stessa città del Giglio. Anche perché la nascita di Firenze viene storicamente fatta risalire alla sua conquista, avvenuta nel 1115, del territorio di Fiesole di cui, fino a quel momento, era stata soltanto una colonia. Fiesole, in quella battaglia, era andata distrutta, e la sua storica fortezza, col passar degli anni, era finita proprio tra i possedimenti di casa Frescobaldi.
Fatto sta che, inizialmente, gli avi di quei cinque soldati si erano impiantati in Val di Pesa, a Malmentile e Montecastello, per poi trasferirsi in via definitiva proprio a Firenze, in Oltrarno appunto, verso il XIII secolo. Ed è il Villani, infatti, a collocarli lì: tra i nobili di quel rione fattisi guelfi
(9).
In quella celebre area posta sulla riva destra dell’Arno, i Frescobaldi erano andati a risiedere in uno dei primissimi edifici della città, affacciato su una piazza che oggi porta il loro nome e che si trova tra la chiesa di Santo Spirito e il ponte Santa Trinita. Due opere simbolo della città del Giglio che debbono proprio a quella dinastia la loro esistenza. Il famoso ponte, infatti – in assoluto tra i più belli d’Italia – secondo il Malispini era stato voluto nel 1252, otto anni prima della battaglia di Montaperti, proprio dallo zio di Stoldo, il potente Lamberto Frescobaldi, fratello di Ranieri (che dal canto suo fu console dell’Arte dei Mercatanti dal secondo semestre del 1244)(10) e, proprio da quello stesso anno, illustre membro degli Anziani della città. Lamberto lo aveva fatto costruire "per comodità di costoro [ossia i membri della sua potente famiglia] per andare alle case loro di là dal fiume"(11). Realizzato completamente in legno, fulgido simbolo de l’agiatezza dei Frescobaldi confermata ancora dal Velluti e la parte che essi cominciano a prendere nel Comune
(12), il ponte era clamorosamente crollato sette anni più tardi, durante uno spettacolo. Soltanto molto tempo dopo, nel 1333, sarebbe stato ricostruito in pietra.
Quanto alla storica chiesa di Santo Spirito, progettata dal Brunelleschi e successivamente ornata da Michelangelo, sarebbe stata finanziata nel 1444 da un altro discendente della dinastia, tal Stoldo di Lamberto Frescobaldi, nel suo ruolo di Provveditore ai lavori, avendo egli donato perfino i terreni su cui edificarla. All’interno della chiesa, ancora oggi risplende la meravigliosa Cappella Frescobaldi, che custodisce la celeberrima Annunciazione di Pietro del Donzello.
I Frescobaldi, insomma, erano potenti. Ricchissimi produttori e mercanti di lana, grandi proprietari terrieri, annoverati tra i più illustri e influenti Magnati di Firenze, avevano preso molto presto ad investir gli ingentissimi guadagni accumulati con