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Firenze che nessuno conosce
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E-book272 pagine2 ore

Firenze che nessuno conosce

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Info su questo ebook

Un percorso inedito per scoprire l’incanto nascosto della città

Uno sguardo approfondito su Firenze, città dell’arte, della cultura, di artisti eccelsi e pietanze sublimi. Questo libro è un viaggio all’interno delle realtà più segrete e meno note del capoluogo toscano, alla scoperta dei luoghi più insoliti, delle figure più terribili e importanti che segnarono la sua storia, dei piatti e dei detti più curiosi che il tempo e la memoria stanno lentamente disperdendo. Sarà possibile conoscere e visitare Firenze con occhi diversi, scoprendone le origini e imparando a distinguere il fascino dei suoi lati più nascosti. C’è una città del giglio completamente segreta che aspetta solo di essere svelata. Prepariamoci a partire, allora, per un viaggio indimenticabile tra i vicoli di una città dalle mille anime, che ha saputo conquistare il cuore di chiunque si sia fermato a contemplarne le meraviglie.

Tra luoghi, personaggi e cibi curiosi: tutto quello che c’è da sapere su Firenze

Tra gli argomenti trattati:

Atlantide e Fiesole
La Firenze massonica
La chiesa di Dante e Beatrice
Francesco I, lo studiolo e gli esperimenti alchemici
Arte, alchimia e il Botticelli
La regina nera, Caterina de’ Medici
Il diamante fiorentino
Gli UFO nel ’54 durante una partita della Fiorentina
Dracula a Firenze?
Il “porcellino” e i suoi magici segreti
Il tunnel di Poggio Imperiale
La bistecca alla Fiorentina, storia e leggenda
Noffo Dei, il fiorentino che condannò i templari
Esoterismo fiorentino
Enrico Baccarini
è giornalista, scrittore e editore. Ha una laurea in Psicologia e ha conseguito successivamente un Bachelor in Antropologia e uno in Studi Asiatici. È docente di Orientalistica, come professore emerito, presso l’Università Popolare Maitri. Con la Newton Compton ha pubblicato Firenze esoterica e Firenze che nessuno conosce. 
LinguaItaliano
Data di uscita29 ott 2020
ISBN9788822744333
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    Anteprima del libro

    Firenze che nessuno conosce - Enrico Baccarini

    I

    Luoghi Curiosi

    Fiesole, il Ponte alla Badia in un’incisione di Ernest D. Roth del 1935.

    Atlantide e Fiesole

    Talvolta le leggende ci riservano sorprese inaspettate e così avviene per Fiesole, consorella di Firenze, che nella Cronica¹ di Giovanni Villani² ci offre uno dei miti più interessanti che la Toscana e Firenze stessa conoscano.

    Attalante avitò in Affrica giù nel ponente, quasi contro alla Spagna, e per lui nominiamo prima il grande monte ch’è là, monte Attalante, che si dice ch’è sì alto che quasi pare tocchi il cielo, onde i poeti in loro versi feciono favole che quello Attalante sostenea il cielo; e ciò fu che fu grande astrologo. E sue sette figliole si converitoro nelle sette stelle del Tauro che volgarmente chiamiamo Galulle. L’una di quelle sette figliuole fu …Elettra moglie dell’Attalante re di Fiesole, il quale Attalante con Elettra sua moglie con molti che ’l seguirono, per augurio e consiglio d’Apollonio suo astrologo e maestro, arrivò in Italia nel paese di Toscana, il quale era tutto disabitato di gente umana; e cercando per astronomia tutti i confini d’Europa, per lo più sano e meglio situato luogo per eleggere si potesse per lui, sì si pose in sul monte di Fiesole il quale gli parve forte per sito e bene posto. E in su quel poggio cominciò e edificò la città di Fiesole per consiglio di Apollonio, il quale trovò, per arte di stronomia, che Fiesole era nel miglior luogo e più sano che fosse nella …parte del mondo detta Europa. Imperocch’egli è quasi nel mezzo intra’ due mari che accerchiano l’Italia, cioè il mare di Roma e di Pisa che la Scrittura chiama Mittaterrena, e il mare ovvero seno Adriatico che oggi s’appella il Golfo di Vinegia; e per cagione de’ detti mari e per le montagne che vi sono intorno, vi regnano i migliori venti e più sani che in atra parte, e ancora per le stelle che signoreggiano sopra quello luogo. E la detta città fu fondata sotto ascendente di tale segno e pianeta che dà allegrezza e fortezza a tutti gli abitanti più ch’in altra parte d’Europa… la detta città di Fiesole moltiplicò e crebbe d’abitanti in poco tempo, sicché tutto il paese e molto di lungi a sé signoreggiava. E nota ch’ella fu la prima città edificata nella …parte del mondo chiamata Europa, e però fu nominata ‘Fia sola’, cioè prima sanza altra città abitata nella detta parte … Morte il re Attalante … Italo ( uno dei figli del re Attalante) rimase nella signoria … e la detta città di Fiesole montò in grande potenza e signoria, infino che la grande città di Roma non ebbe stato e signoria. E con tutto la grande potenzia di Roma, sempre le fu la città di Fiesole nemica e ribella, infino che per gli Romani non fu disfatta … Sentendo Catellina ch’e’ Romani venino per assediarlo nella città di Fiesole … deliberò … di non rinchiudersi nella città di Fiesole, ma d’andar in Francia: e però di quella città si partì … e fece ferrare i cavalli a ritroso, acciocché partendosi, le ferrate di cavalli mostrassono che gente fosse entrata in Fiesole e non uscita [Quinto Metello, Console di ritorno dalla Gallia] … venne verso Fiesole per assediare la città. I Fiesolani vigorosamente prendendo l’arme usciro dalla città al piano, combattendo con Metello … e per forza li ripinsero e cacciaro al di là del fiume Arno … Senatri e Consoli a Roma … ordinaro … che … un’altra volta tornassero a distruggere la città di Fiesole … Camerino Sezio conte Tudertino, cioè di Todi … pose suo campo presso a Camarti, quasi ov’e’ oggi Firenze; Cesare si pose a campo in sul monte che soprastava la città, ch’e’ oggi chiamato monte Cecero … Stato d’assedio a Fiesole … s’arrendé la città a Cesare e a’ Romani in capo di due anni e quattro mesi e sei dì … Presa la terra per li Romani, fu spogliata d’ogni ricchezza e per Cesare fu distrutta e tutta infino a’ fondamenti abbattuta; e ciò fu intorno anni settantadue anzi la natività di Cristo … Distrutta la città di Fiesole, Cesare … scese al piano presso alla riva del fiume Arno, là dove Fiorino con sua gente era stato morto da’ Fiesolani, e in quello luogo fece cominciare ad edificare una città … Cesare … voleva quelle appellare per suo nome Cesaria … il Senato di Roma … fu di diverso parere … fu al cominciamento chiamata la piccola Roma. Altri l’appellavano Floria … e accolgono … quelli Fiesolani che vi vollono dimorare e abitare. Ma poi per lungo uso del volgare fu nominata Fiorenza; ciò s’interpreta spada fiorita. E troviamo ch’ella fu edificata anni 682 dopo la edificazione di Roma e anni 70 la nativitade del … Cristo. E nota perché i Fiorentini sono sempre in guerra e in dissensione tra loro, che non è da meravigliare, essendo stratti e nati di due popoli così contrari e nemici e diversi di costumi, come furono gli nobili Romani virtudiosi, e’ Fiesolani ruddi e aspri di guerra.³

    Una cronica leggendaria che si innesta anche all’interno del mito troiano di Enea⁴ essendo Italo, signore di Fiesole, fratello di Dardano primo fondatore della città di Troia.

    Le ascendenze riportate dal Villani, probabilmente non dissimili in alcuni loro tratti da una veridicità storica effettiva, presentano una narrazione unica nel loro genere ove sia gli antichi fiesolani che i fiorentini sembrano celebrare davanti al mondo una nuova importanza non solo storica quanto mitologica. Il Villani non fornisce purtroppo ulteriori fonti storiche dei miti trascritti ma ci presenta con dovizia di particolari eventi tra il leggendario e il reale che si sono in gran parte persi o trascurati nel fluire del tempo.

    La Firenze massonica

    Lo studioso Vittorio Vanni scrive:

    La Massoneria fiorentina ha sempre avuto, ormai da quasi tre secoli, un’importanza particolare nell’ambito della Massoneria italiana ed internazionale, sia dal punto di vista numerico (si contano a Firenze più di cinquanta Logge) sia da quello qualitativo, in quanto il pensiero, la storia, la cultura massonica hanno avuto un particolare sviluppo nella nostra città. Non soltanto a Firenze nacque la prima Loggia Massonica, ma ebbe inizio anche la prima persecuzione antimassonica da parte della Chiesa Cattolica⁵.

    Osservando la Firenze illuminista settecentesca ci si accorge come la città fosse ancora profondamente intrisa e compenetrata da quelle correnti culturali sviluppatesi durante il rinascimento mediceo e neoplatonico. Il Concilio di Firenze aveva costituito l’humus fondamentale per tentare di ricreare un collegamento, almeno apparente, tra quel mondo e quella religiosità definita orientale/ortodossa e la tradizione occidentale senza però mai raggiungere quel successo che platealmente le si era voluto attribuire. Le correnti esoteriche rinascimentali avevano costituito, altresì il mezzo attraverso cui l’Europa intera, ma a quel tempo si sarebbe detto il mondo intero, poterono favorire delle traduzioni di antichi testi ermetici e sapienziali. Firenze si presentava agli occhi del mondo come la patria della Cultura ovvero un luogo in cui il Sapere, soprattutto quello esoterico, avevano potuto trovare sede e terreno fertile per secoli. I primi grandi massoni fiorentini, quali il Lami e il Cocchi, furono nel loro animo di inclinazione pitagorica e neoplatonica e, come aggiunte il Vanni, «in modo più popolare, arguto e sarcastico, dal Crudeli, erano da sempre sotto l’osservazione curiale, che difendeva con notevole vigore la sua ortodossia in una città tradizionalmente portata all’eresia, spenta sempre con il sangue, alla libertà paganeggiante, allo scetticismo, alla satira dissacrante».

    Sarà durante i primordi italiani di questa istituzione che, non a caso, Firenze e la Toscana diventeranno il centro nevralgico del latomismo attivo quanto di quelle correnti inquiete sottoposte all’attenta osservazione cattolica altrettanto laboriosa e radicata nei territori granducali.

    Le fonti storiche oggi a disposizione sono concordi nello stabilire come la prima Loggia massonica italiana fosse stata fondata a Firenze già nel 1731, poco tempo dopo quel 1717 che aveva visto la trasformazione pubblica dei cosiddetti massoni operativi in speculativi. Già centro importante degli interessi inglesi Firenze accoglieva un cospicuo numero di ospiti britannici che avevano portato con loro un bagaglio rilevante di tradizioni compenetratesi fin da subito nel tessuto sociale e culturale della città. Ancora oggi è possibile osservare, presso piazza Donatello, il Cimitero degli Inglesi ove tra lapidi e splendidi epitaffi compaiono squadre e compassi a ricordare le affiliazioni cui questi uomini si sottoposero.

    Pioniere e vero iniziatore fiorentino di tale tradizione sarà Henry Fox, Lord Holland, primo Maestro Venerabile di una loggia fiorentina a cui successe Sewallis Shirley. Attorno all’iniziale nucleo britannico si iniziarono a radunare gradualmente aristocratici e intellettuali fiorentini, incuriositi e affascinati da questa nuova culturalità. Ben presto però iniziarono a essere esercitati gli effetti persecutori della bolla pontificia In Eminenti, promulgata il 28 aprile del 1738, che diede inizio a una lunga serie di condanne e scomuniche contro la Massoneria. Nella Toscana del Granducato l’inserimento di questa nuova istituzione avvenne in un momento di estrema inquietudine e difficoltà in cui iniziavano a divampare aspre polemiche tra autorità religiose e ambienti laici. Sul versante politico la regione stava vivendo inoltre il difficile passaggio dovuto alla fine della dinastia medicea e al subentrare degli Asburgo-Lorena. Francesco Stefano di Lorena, genero dell’imperatore e sposo della futura imperatrice Maria Teresa d’Austria, era stato iniziato nelle fila della Massoneria nel 1731 all’Aja. Tale affiliazione aveva sicuramente plasmato il giovane Granduca portandolo verso una nuova apertura culturale e sociale senza precedenti. La Toscana era stata il primo paese al mondo ad abolire, il 30 novembre del 1786, la pena di morte collocandosi a pieno diritto, entro quel progetto di miglioramento sociale e culturale favorito dagli ideali massonici.

    Il Vanni espone quelle che considera i punti rilevanti e le motivazioni della particolare importanza che Firenze ebbe per la prima fioritura degli ideali massonici:

    1) La presenza storica a Firenze di molti aspetti proto-massonici, in particolare nel periodo del Rinascimento e soprattutto in quello manierista. Il quattrocentesco Concilio di Firenze, per la riunificazione della Chiesa d’Oriente con quella romana, il cui mecenate fu Cosimo il Vecchio dei Medici, portò in Occidente l’antica sapienza dell’Impero Romano d’Oriente, la prisca teologia d’Ermete, il neoplatonismo di Proclo, Giamblico, Porfirio etc. Questi aspetti prepararono certamente la rifioritura esoterica e massonica del Settecento.

    2) Alla morte di Cosimo iii (1723) il predominio ecclesiastico in Toscana si era consolidato, anche in presenza di un Sant’Uffizio attivo e potente. All’ascesa sul trono granducale di Gian Gastone, iniziarono però dei movimenti di riforma che trovarono appoggio, ed anzi si identificarono, con la nascente massoneria. La prima Loggia fiorentina è, infatti, del 1731/32.

    3) Il cosmopolitismo di cui Firenze ha sempre goduto per il suo essere città d’arte e cultura. Nei primi decenni del Settecento, una numerosissima colonia inglese portò a Firenze la Massoneria moderna assieme a quegli aspetti di liberalismo che trovarono un terreno già fertile e consolidato.

    4) Nonostante l’oppressione ecclesiastica, le accademie, i teatri, i ritrovi letterari di Firenze erano paragonabili a quelli veneziani, dove la repubblica permetteva notevoli libertà.

    5) I primi massoni fiorentini, il Cocchi, il M.se Rucellai, il M.se Rinuccini, l’Abate Niccolini, l’Abate Franceschini, l’Abate Buondelmonti, il Lami ecc. rappresentavano l’élite intellettuale dell’epoca, confluiti, in numero di circa sessanta, nella prima Loggia Fiorentina, il cui Venerabile era Sir Horace Mann, Ambasciatore inglese presso il Granducato di Toscana.

    6) All’avvento dei Lorena, troviamo già il primo Granduca, Francesco iii di Lorena, iniziato alla Massoneria. Il M.se Rinuccini e Giulio Rucellai appartennero al Consiglio Superiore della Reggenza ed ebbero sempre ben presenti i diritti dello Stato di fronte alla Chiesa.

    Nel 1795 diverse influenze esterne cercarono di eradicare la nuova comunione massonica da quell’humus culturale e sociale sviluppatosi nella regione, ma i vani tentativi produssero solamente un sonno durato quattro anni a cui seguì una nuova rinascita e un ritorno in forze agli antichi ideali. Sarà così che l’istituzione vedrà una rapida fioritura non solo nel territorio fiorentino ma anche in tutto lo stivale negli anni successivi per arrivare ai riconoscimenti stranieri e all’istituzione di un Grande Oriente italiano nel xix secolo. Il tempo dei moti risorgimentali arriverà ben presto e porterà seco non solo importanti cambiamenti sul piano geopolitico italiano ma anche sul versante dell’unificazione delle varie comunioni massoniche nate nel nostro paese. Già nel 1805 si era assistito a un primo tentativo ma sarà solo il 6 agosto del 1863 che, attraverso la convocazione del iii Concistoro del Grande Oriente d’Italia, si potrà sancire la nascita definitiva del g.o.i.⁶. Il ruolo che Firenze ricoprì all’interno di questo vasto panorama culturale e politico fu di enorme valore e importanza, trasfondendo nel neonato Oriente nazionale gli spiriti che avevano favorito e promosso quella prima instaurazione di logge inglesi nella città. Gli stessi personaggi coinvolti nel difficile programma di unificazione del nostro paese, da un Garibaldi a un Crispi a Zanardelli, da alcuni regnanti della famiglia Savoia ai più importanti uomini del tempo, furono tutti membri attivi di questa comunione che nel 2005 ha festeggiato i suoi 200 anni di storia⁷. Personaggi fiorentini del calibro di Dolfi, Martelli, Ricasoli, Chambion e numerosi altri costituirono invece il motore cittadino per un rinnovato spirito unificativo, riuscendo a perseguire i propri scopi solo dopo aspre e violente lotte eseguite sia a livello popolare che politico. La memoria che Firenze ha lasciato all’interno della comunione massonica italiana la vede ancora oggi protagonista di un cambiamento fondamentale per la storia del nostro paese e per l’impegno profuso da uomini che lottarono contro ogni radicalismo per la libertà di un popolo e di una nazione per come oggi la conosciamo.

    Henry Fox in un ritratto di George Hayter, oggi alla National Portrait Gallery di Londra.

    I Templari a Firenze

    e la Sindone

    Per quanto poco noto ai più anche Firenze ospitò tra le sue vie anguste e le sue antiche chiese l’ordine. I Templari giunsero in epoca tarda nella città e non ebbe certo l’importanza delle commanderie di città come Siena. La difficoltà di radicarsi sul territorio fiorentino fu principalmente causata dagli ostacoli che le potenti famiglie cittadine interposero alla loro presenza, principalmente temendo una loro concorrenza in campo finanziario. Firenze era patria del commercio, possedeva corporazioni artigianali potenti e, soprattutto, le famiglie dei Bardi e dei Peruzzi tra le prime ad avere radicato profondamente ciò che si sarebbe trasformato nell’istituzione bancaria moderna. Le lettere di cambio, antesignane dei moderni bancomat o carte di credito, permettevano a un individuo di partire da Londra e di arrivare a Gerusalemme con un semplice foglio, su di esso era scritta una cifra che era stata versata al punto di partenza. Arrivato a destinazione il soggetto poteva ritirare la medesima somma nella valuta locale, il tutto in un tempo in cui la frammentazione in stati,

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