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Cuore & Distintivo(Volume Due)
Cuore & Distintivo(Volume Due)
Cuore & Distintivo(Volume Due)
E-book457 pagine2 ore

Cuore & Distintivo(Volume Due)

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Info su questo ebook

...Con lei,il mio essere un carabiniere,spariva del tutto. Restava l'uomo fragile e disarmato. Solo un cuore e un semplice distintivo....
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita28 lug 2017
ISBN9788871632896
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    Anteprima del libro

    Cuore & Distintivo(Volume Due) - V. M. Iannucci

    www.pubme.me

    PROLOGO

    Avevo solo diciotto anni e come si sa, un diciottenne,

    il venerdì sera esce con gli amici a divertirsi.

    Andammo in un posto che io, non conoscevo. Un posto nuovo,

    strano, pieno di gente che giocava e rideva.

    c'erano ragazze ovunque e poi, poi c'era ciò che speravo non fosse.

    Ci cascai come uno scemo, dopo che i miei amici mi convinsero.

    Volevo divertirmi, non stavo facendo nulla di male.

    Mandai giù tutto ciò che i ragazzi mi passarono, compresi drink super alcolici. Stavo bene,ridevo,scherzavo finché...il mio cuore ad un tratto reagì. Confusione nella mia testa e delle mani che mi trascinarono chissà dove. Poi, il buio totale.

    capitolo uno

    -Andrea-

    Dopo essermi rialzato da terra, ero pronto a prendere la mia macchina e correre dietro a quel maledetto taxi.

    Mi fermai solo a chiamare Elena.

    Andrea pronto!

    Elena tu mi devi aiutare! Alice, sta venendo da te non è vero?

    Sì Andy!

    Fermala, io ci ho provato, ma è stato inutile.

    Andy ascolta, io so che sei stato vittima del gioco di Michela e so che non avresti mai potuto fare un torto ad Alice...

    Sì infatti. Lena io, la amo!

    "Lo so. E so che anche lei ti ama, ma ora è ferita e ha bisogno di tempo. Lasciala venire qui, ci penserò io, a farla ragionare. Tu non devi fare nulla.

    La conosco, se gli corri dietro, peggiori le cose."

    Ma..

    "Dammi retta Andy! So che ti fa male ma, ascoltami almeno tu.

    Ha bisogno di starti lontano.

    Vedrai che poi, si calmerà. Non preoccuparti ci sarò io con lei.

    Cerca di star tranquillo e di tornare a fare, ciò che hai sempre fatto.

    Poi, verrai qui per il mio matrimonio, ho spedito gli inviti a casa tua. Vedrai, si risolverà tutto."

    Ero a pezzi, il fatto che Alice mi avesse lasciato ed era andata via, mi stava uccidendo, ma decisi di ascoltare il consiglio di Elena, sperando con tutto il cuore, che fosse come dicesse lei.

    Dopo aver chiuso la conversazione, entrai a casa dei genitori di Alice, i quali mi chiesero spiegazioni e io, gliele dovevo.

    Quindi ci stai dicendo, che Michela ha procurato tutto questo?

    Mi chiese il signor Giorgio.

    Sì, proprio così!

    Sua moglie restò scioccata.

    Ma, come è possibile?

    Mi domandò.

    Probabilmente, voleva far del male ad Alice signora .

    In quel momento proprio Michela, entrò in casa.

    Ciao zii.

    Disse.

    And..re..a

    Guardò me.

    Proprio tu. Vieni qui un attimo!

    La chiamò la signora Betta.

    Lei si sedé al tavolo con noi, senza indugiare.

    Prima guardò me, loro e poi, di nuovo me.

    Ma tu, che ci fai qui?

    Chiese, storcendo la bocca.

    Non dovresti essere a Firenze con Alice?

    Mi chiese.

    Dovrei! Hai detto bene. Se non fosse stato per te, che hai rovinato tutto!

    L'accusai.

    Lei mi guardò con fare soddisfatto.

    Capì di cosa stessi parlando.

    Se avresti evitato di piombare a casa mia e di saltarmi addosso...

    Corrugai la fronte.

    Per chissà quale motivo...sì, sarei dovuto essere là!

    Finii.

    Michela serrò la mandibola e mi guardò cattivamente.

    Non ho ancora capito, cosa vuoi da me.

    Mi innervosii. Perché, era per colpa sua se il mio amore, era andata via.

    Da te, niente! Era Alice, il mio obbiettivo. Me la doveva pagare e tu, eri l'unico mezzo, per ferirla a morte, come ha fatto lei con me.

    Rispose senza rendersi conto che con noi, c’erano ancora i genitori della stessa e che avevano ascoltato tutto. Evidentemente l'odio che provava, non la fece ragionare.

    Allora, è vero!

    Esclamò sua zia.

    È colpa tua se, Alice è andata via!

    Michela di scatto si voltò e la guardò.

    Ma no...zia....

    Silenzio!

    Scattò in piedi Giorgio .

    Abbiamo capito benissimo!

    Alzò la voce.

    Non posso crederci...dopo tutto quello, che lei ha fatto per te...

    Zii...non è....

    Hai visto, la verità è uscita fuori?

    Dissi soddisfatto.

    Lei si voltò e mi guardò in cagnesco. I suoi occhi, erano colmi di rabbia.

    Era questo che volevi...

    Indovinò perfettamente.

    Ero riuscito a farla parlare, come se niente fosse.

    Sei un fottuto carabiniere bastardo!

    La falsità e le bugie che disse, non poterono contrastare i fatti, che proprio lei, ammise di aver compiuto .

    Ormai, era stata messa allo scoperto.

    Per colpa tua, nostra figlia è partita per chissà dove e non si sa, quando tornerà. Vergognati per ciò che hai fatto!

    Intervenne lo zio.

    La moglie andò in cucina a piangere, la segui.

    Era seduta su uno sgabello, con le mani sulla faccia.

    Signora stia calma. Alice sta andando da Elena negli Stati Uniti.

    Dissi per tranquillizzarla.

    Andrai a riprenderla, vero?

    Mi chiese, tirando su con il naso.

    Non adesso, però sì!

    Perché non adesso?

    Mi ha chiesto Elena stessa di aspettare, che si calmi un po’.

    Capisco.

    Ma le prometto, che tornerà a casa!

    Si alzò e mi abbracciò.

    Grazie. Sei un bravo ragazzo Andrea.

    Quell'abbraccio mi scaldo il cuore, quella donna era una persona favolosa.

    Non mi deve ringraziare signora. Lo faccio per voi e perché, io amo vostra figlia. Può credermi.

    Lo so e lei, è molto fortunata ad averti!

    Mi accarezzò una guancia, come farebbe una mamma con il proprio figlio.

    Sono io, quello fortunato mi creda!

    Improvvisamente un grido ci distrasse.

    Ti voglio fuori da questa casa all'istante! Vai dai nonni e questa volta, sul serio, perché sarò io stesso a portarti!

    Disse suo zio. Lei, restò scioccata da così tanta rabbia.

    Vai a preparare le tue cose, muoviti! Si parte adesso!

    -Michela-

    Era inutile contraddire mio zio, dovetti per forza, fare ciò che mi ordinò. Fui obbligata ad andarmene.

    Ancora una volta Alice, pur non essendo lì con noi, aveva vinto.

    Mentre preparavo le valige, un gran rimorso mi pugnalò il cuore.

    Ma che avevo fatto?

    D'un tratto, mi accorsi che ero stata vittima della mia rabbia. Procurando così, tutto quel male.

    Scesi giù per le scale e seguii mio zio fuori di casa.

    Guardai Andrea, prima di uscire del tutto. Ricambiò con disprezzo.

    Mi dispiace!

    Dissi sincera.

    Lui non rispose e si voltò verso mia zia.

    A testa bassa, salii in macchina.

    Quella, fu la punizione giusta.

    Non solo avevo rovinato una storia d'amore, ma anche...una famiglia e mi resi un demonio, davanti a tutti.

    Ero stata un mostro e non potei più riparare. Fu meglio così.

    Magari a Venezia dai nonni, avrei potuto farmi una nuova vita e migliorare quella di chi, avevo rovinato, allontanandomi da ognuno.

    Forse con il tempo Alice, mi avrebbe perdonata.

    Ma prima ero io, che avrei dovuto, perdonare me stessa.

    -Alice-

    Dopo essere salita sul quell'aereo e aver subito il lungo viaggio.

    Finalmente, atterrai negli Stati Uniti.

    Ero stanca morta e avevo gli occhi gonfi, per il troppo pianto.

    Stavo scendendo dall'aereo ma, mi imbattei contro qualcuno.

    Guarda dove vai!

    Udii.

    Quella voce l'avevo già sentita. Alzai lo sguardo per vedere di chi si trattasse e magari, chiedere scusa ma, ci ripensai, non appena vidi chi fosse.

    Nooooo! Non ci posso credere!

    Esclamai inorridita.

    Justin!

    Lo stesso, mi guardò e sorrise beffardo.

    Uh! Ma guarda te, chi si rivede! Alice giusto?

    Sorrise ancora.

    Che ci fai qui?

    Chiesi storcendo la bocca.

    Potrei farti la stessa domanda!

    Rispose.

    Quant'era insopportabile.

    Ha ha ha. Divertente Justin, divertente!

    Scesi e mi incamminai verso l'interno dell'aeroporto.

    Aspetta, Alice!

    Mi corse dietro.

    Che vuoi?

    Mamma mia, quanto siamo acidelle!

    Justin, non è un buon momento! Che vuoi?

    Chiesi scorbutica.

    Hai perso questo!

    Mi diede il mio mp3.

    Grazie!

    Tornai su i miei passi.

    Lui, mi restò inchiodato dietro.

    Perché, non è un buon momento?

    Domandò.

    Perché, non ti fai gli affari tuoi?

    E tu, perché mi rispondi così?

    Mi impuntai e lo sentii sbattermi contro.

    Mi voltai con fare arrabbiato e risposi.

    Perché sei un impiccione insolente!

    Hahahah! Grazie, sei molto gentile!

    Rise.

    Prego ! Non c'è di che!

    Tornai a camminare.

    Lui, sempre dietro.

    Dai a parte gli scherzi...Alice, che c'è che non va?

    Guarda signorino, che io, non ho dimenticato quello che mi hai fatto!

    Parli... del bacio e del fatto, che ti ho spiata? Maddai...è acqua passata! E poi, devo ricordarti che sei stata te, quella ad imbucarsi alla festa e in casa mia!

    Non per me. Caro il mio... signor Tyle! E poi, cosa c'entra? Io, non sapevo fosse casa tua.. e comunque...grrr. Lasciamo stare!

    Mi dispiace!

    Non mi importa!

    Sei una tosta è!

    Abbastanza!

    Di scatto mi piombò davanti, costringendomi a fermarmi.

    Dai mi voglio far perdonare. Ti offro qualcosa da mangiare. Vieni?

    Mi propose.

    No, grazie!

    Dai, giuro che questa volta, farò il bravo!

    Sorrise.

    Il mio stomaco brontolò ,in effetti avevo fame.

    D'accordo. Accetto solo perché, ho fame!

    Va bene!

    Il sorriso, restò sul suo volto per tutto il tempo, finché non arrivammo ad un ristorante e ci sedemmo ad un tavolo.

    Signor Tyle.

    Disse il cameriere, evidentemente lo conosceva.

    Michael, per favore ,ci porti i menù?

    Subito signore.

    Durante il pasto ben servito e buonissimo.

    Justin, riuscì a farmi parlare, chissà come e chissà poi il perché io, mi lasciai convincere.

    E così tu, sei qui per colpa di tua cugina e di questo Andrea?

    Quel nome mi provocò dolore.

    Sì!

    Dissi spenta.

    Caspita, però!

    Già!

    Se vuoi piangere puoi anche farlo, qui c'è una spalla!

    Batté una mano, proprio su di essa.

    Volevo piangere, volevo urlare, volevo poter sparire.

    Michael, ci portò il conto e dopo che, Justin pagò, uscimmo dal ristorante.

    E questa tua amica...sa che sei arrivata?

    Ops! Cavolo!

    Fammi indovinare...ti sei dimenticata di avvisarla! Hahahah!

    Scoppiò a ridere.

    La colpa è tua!

    Lo accusai.

    E perché mai?

    Sollevò un sopracciglio.

    Perché, mi ti sei attaccato addosso, come una piovra.

    Hahahah! Quindi io...sarei una... piovra?

    Esatto!

    Maddai! Grazie, per il mio nuovo soprannome!

    Prego, signor Justin piovra Tyle. Hahahah!

    Riuscì a farmi ridere come una pazza.

    Ti ho fatta ridere, hai visto?

    Già.

    Il sorriso si spense.

    Senti... ho la macchina qui vicino con il mio autista, ti va se... ti accompagno io dalla tua amica?

    Lo guardai storto per un istante, poi accettai, ero troppo stanca per poter prendere i mezzi o un taxi, che sarebbe arrivato chissà quando.

    D'accordo, grazie!

    Ero comodamente seduta sul sedile di un Audi a5 sportback, l'Audi di Justin, guidata però, da Kevin il suo autista.

    Ora che ci penso....tu sei...

    Si voltò proprio Justin.

    Non dirmi che tuo padre è...

    Sì, è lui!

    Dissi secca.

    Sei la figlia, di Giorgio ed Elisabetta?

    Sì, proprio io!

    Caspita!

    Mi voltai per guardarlo. La sua espressione era al quanto sorpresa e buffa.

    Sei sorpreso?

    Abbastanza!

    Che c'è? Non te l'aspettavi di avere nella tua macchina, la figlia di un tuo socio?

    E tu, che ne sai?

    Ne so abbastanza! So che tuo padre e di conseguenza anche te... lavorate con il mio e con quello di questa mia amica, dove siamo diretti.

    Dissi sorridendo.

    Caspita Alice, mi hai spiazzato. Ne sai più di quanto mi aspettassi.

    Sorrise beffardo.

    Questa tua amica, ha un nome e un cognome?

    Chiese.

    Si chiama Elena, Elena Fiore.

    Suo padre.... sì! Il signor Fiore. Un grande amico di mio padre.

    È… quant'è piccolo il mondo!

    Quasi mi dispiaceva.

    Già. Pensa te.

    Disse lui.

    Non farti strane idee caro Justin, anche se sei socio di mio padre, non ti sopporto lo stesso!

    Nessuna strana idea tranquilla, però magari...potremmo essere amici! Imparerai a conoscermi, non sono poi così male.

    Sembrava diverso dall'ultima volta che lo vidi. Magari lo era davvero.

    Io e te, amici? Non credo possa, essere possibile.

    E perché mai? Non sono un cattivo ragazzo!

    Ah no? E allora mi spieghi perché, quella sera mi hai baciata, senza chiedermi il permesso?

    Eddai, ti ho già chiesto scusa!

    Non basta!

    Certo che, sei orgogliosa è!

    Abbastanza! Hahahah!

    Risi.

    Dammi una possibilità e ti dimostrerò, che posso essere... un ottimo amico.

    OK, ci sto! Ma, appena farai un passo falso, te la farò pagare!

    Lo avvisai.

    D'accordo!

    Sorrise.

    Affare fatto!

    Gli strinsi la mano.

    Signor Tyle, siamo arrivati.

    Disse l'autista.

    Bene. Grazie Kevin, ci penso io.

    Justin scese dalla macchina e mi aprì la portiera.

    Prego signorina.

    Grazie.

    Scesi.

    Mi ha fatto piacere rivederti.

    A me no! Però fa lo stesso. Grazie del passaggio.

    Dissi sorridendo.

    Infondo era stato gentile.

    Figurati Alice. Ah! Tieni, è il mio numero...nel caso volessi anche solo parlare o insultarmi.

    Mi diede un biglietto da visita, facendomi l'occhiolino.

    Ok. Ti chiamerò solo per insultarti, puoi starne certo!

    Ci conto! A presto. Hahahah!

    Rise.

    Ciao Justin.

    Ciao Aly.

    Mi avviai verso la porta di casa di Elena, che con mia sorpresa mi stava aspettando proprio sulla soglia.

    Lenaaaa!

    Corsi verso di lei e l'abbracciai.

    Aly, tesoro. Come stai?

    Mi restituì l'abbraccio.

    Chi era quel ragazzo?

    Poi mi chiese.

    Mi staccai da lei.

    Sto bene diciamo.

    Di colpo, la tristezza e il dolore tornarono a logorarmi.

    Vieni andiamo dentro.

    Mi portò con lei nel salone e mi fece sedere.

    Comunque... quello era Justin Tyle.

    Dissi, per poi bere il tè che mi portò.

    Quel Justin Tyle?

    Chiese sorpresa ,sedendosi davanti a me.

    Feci sì con la testa.

    È lo stesso che quella sera...

    Sì. È lo stesso.

    Restò scioccata.

    Alice!

    Aspetta Lena, ti spiego.

    Le raccontai tutto. Del fatto che avevo incontrato Justin in aeroporto e poi il resto.

    E tu, le hai detto di sì? Vuoi essere sua amica... per davvero?

    Certo! Che c'è di male? Infondo non è cattivo!

    "A beh.. ci credo. Ma comunque...

    Aly ascolta. Ho sentito Andrea ieri. "

    Il mio cuore subì un colpo fortissimo.

    No! Lena ti prego, non voglio parlarne.

    Aly, sta a pezzi!

    Perché credi, che io non lo sia?

    "Non sto dicendo questo.

    Solo che... lui non c'entra nulla."

    Lo difese.

    Ma che dici? L'ho visto con i miei occhi, le sue labbra, erano su quelle di Michela!

    Le lacrime, iniziarono a scendere sul mio viso.

    È stata lei Aly. Lui è stato solo un giocattolo nelle sue mani.

    No! So ciò che ho visto!

    Ascoltami Alice..

    No, Lena per favore, sono venuta qui per dimenticare e voglio farlo.

    Sì lo so. Però non puoi gettare via il vostro amore, per colpa di quella pazza!

    Il nervoso, il dolore, tornarono ad impossessarsi di me e sentii di nuovo il cuore farmi male.

    L'immagine di Andrea che toccava Michela, mi ferì di nuovo.

    Iniziai a piangere.

    Aly non piangere.

    Lena, venne vicino a me e mi abbracciò.

    Ti prego non parliamone più.

    Dissi, supplicandola.

    D'accordo.

    -Elena-

    Concordai con lei.

    In quel momento era accecata dalla rabbia e dal dolore, i quali non le avrebbero permesso di ragionare, come doveva.

    Magari proprio quel Justin, l'avrebbe aiutata a capire o forse, no.

    Alice aveva solo bisogno di tempo e poi, avrebbe capito da sola che Andrea non era colpevole.

    Vuoi andare a riposare un po’?

    Le chiesi.

    Sì, magari.

    Si alzò in piedi.

    Se chiama Andrea...

    Le dico, che non vuoi parlargli.

    Esatto.

    D'accordo!

    Dissi tristemente. Si vedeva, che stava soffrendo, come stava soffrendo anche lui.

    Avrei preso quella stronza di Michela e le avrei spaccato la faccia con le mie mani, peccato che non potevo.

    Passarono i giorni e Alice, era sempre più triste. Mi faceva male vederla in quel modo. Sapevo, che ogni sorriso era finto. Lo faceva solo per non farmi preoccupare.

    Andrea, chiamava in continuazione ma lei, non voleva sentirlo, nonostante le mancasse da morire. La convinsi ad uscire con Justin, anche solo per svagarsi un po’.

    Funzionò, non che Andrea non le mancava o altro, solo che quando era con Jus, non pensava più di tanto.

    QUALCHE TEMPO DOPO…

    Ti prego, Elena fammi parlare con Alice!

    Chiese disperato.

    Andrea, mi dispiace, ma mi ha chiesto esplicitamente di dirti, che non ti vuole parlare. Lo sai. Dalle tempo.

    Le serve ancora del tempo? Sono passati mesi, da quando è andata via. Lena sto male, ti prego.

    -Andrea-

    Aspettavo con ansia che mi passasse Alice, quando sentii...

    Lena, con chi stai parlando?

    Era lei. Era la sua voce.

    È lei, vero?

    Chiesi.

    Sì.

    Rispose Ele.

    Passamela!

    Supplicai ancora.

    Allora? Chi è?

    Domandò alla sua amica.

    Ehm...

    È lui?

    -Alice! Alice sì, sono io amore mio!-

    Pensai e un lieve sorriso, mi si formò in viso.

    Sentii rumori strani dall'altra parte, come se qualcuno avesse preso il telefono.

    Pronto! Andrea, la devi smettere di chiamare! Io non voglio sentirti. Hai chiuso con me!

    Udii... solo quelle parole e poi il telefono, smise di funzionare.

    Aveva attaccato.

    Poggiai con forza, il cellulare sulla mia scrivania e mi portai le mani tra i capelli.

    Capitano, mi scusi!

    Sentii dire.

    Andrea, tutto ok?

    Era Lorenzo.

    Alzai lo sguardo.

    No!

    Dissi ferito.

    Hai provato di nuovo a chiamare Alice vero?

    Sì.

    Allora?

    Mi ha detto chiaro e tondo, di smetterla, non vuole sentirmi e che... ho chiuso con lei.

    Ero a pezzi.

    Sentire Alice rivolgersi a me in quel modo, mi spezzò in due.

    Era chiaro ormai, io per lei, non ero più nulla.

    Mi dispiace. Vedrai, che si risolverà tutto amico mio.

    No Lory. Non si risolverà nulla.

    L'avevo persa. Avevo perso, l'amore della mia vita.

    Non dire così. Sono sicuro che, lei ti ama.

    Lorenzo, mi sorrise per cercare di tirarmi su, ma senza alcun risultato.

    E comunque ricordati, che c'è ancora, il matrimonio di Elena in gioco.

    Giusto il matrimonio. Non ci avevo pensato!

    Lory, aveva ragione.

    Hai ricevuto l'invito?

    Non so... se sia arrivato!

    Risposi sincero.

    Dai Andy ! Vedrai che farete pace.

    Lo spero amico mio, lo spero.

    In quel momento decisi che avrei chiarito tutto con Alice, anche perché, sarebbe stata costretta ad ascoltarmi, non sarebbe potuta fuggire di nuovo.

    Mi feci forza e tornai a lavoro, con la speranza dentro che, una volta averla raggiunta, tutto si sarebbe sistemato.

    Tornai a casa e presi la posta dalla cassetta.

    Era arrivato l'invito, finalmente!

    Il giorno dopo avendo riposo, mi precipitai con Lorenzo e mia sorella, a prenotare i biglietti aerei per le Bahamas.

    Chiamai Elena.

    Pronto Andrea.

    Ciao Ele. Ho ricevuto l'invio e sono stato poco fa, a prenotare i biglietti.

    Ehm... ecco ascolta, volevo richiamarti ieri ma... non ho avuto tempo, con questo matrimonio sto impazzendo, non ci stiamo fermando un attimo anche perché, manca poco, poi anche la gravidanza....

    Che succede?

    Chiesi allarmato.

    Niente di preoccupante solo che....ecco io e Pier… abbiamo pensato... se tu, potresti farmi... da testimone con Alice. Ovviamente lei non sa nulla.

    Restai sorpreso.

    Ehm. Certo ma poi non..

    Non preoccuparti, era mia intenzione sin da subito, lei se ne farà un'idea.

    D'accordo allora.

    Dissi contento.

    Mi raccomando dovete essere qui almeno qualche settimana prima, lo hai letto vero?

    Sì, sì non preoccuparti!

    Allora, a presto Andy! Hahahah!

    Rideva.

    Ciao Lena.

    Riattaccai.

    Allora, che ha detto?

    Chiese Lorenzo.

    Che sarò il suo testimone, con tua sorella.

    Beh... fantastico!

    Sì, infatti fratellone!

    Sì, solo che...

    Solo che... cosa?

    Disse Ludo.

    Non so se lei...

    Dai Andy, questa è un'occasione! Vedrai che tornerete insieme.

    Lory mi sostenne come sempre.

    Ero più che contento di essere il testimone, però qualcosa mi diceva che Alice, si sarebbe arrabbiata.

    -Alice-

    Ma certo amica mia! Ovvio che ti farò da testimone!

    Strinsi Elena tra le braccia, poi la guardai.

    Ma... Andrea, non ci sarà vero?

    Chiesi chiudendo gli occhi a fessura.

    No. No. L'ho chiamato apposta per dirgli di non venire.

    Perfetto.

    Sorrisi.

    Ciao amore. Ciao Aly!

    Ci salutò Pier, accompagnato da Justin .

    Ciao ragazze!

    Ci salutò quest ultimo.

    Lo abbracciai.

    Eravamo diventati ottimi amici.

    In quei mesi bui ,mi restò accanto, quasi come un fratello.

    Si rivelò davvero, molto meglio di ciò che sembrava.

    Ciao Jus!

    Lo salutò Lena.

    Hai trovato la tua compagna? Hahahah!

    Le chiese ridendo .

    Justin, sarebbe stato il testimone di Pierluigi.

    Scoprii con gran sorpresa, che si conoscevano da tempo.

    Sì, che l'ha trovata!

    Una ragazza bionda, bellissima si attaccò alla vita di Jus, come se lo conoscesse da una vita.

    La giovane salutò Elena, Pier, Justin e poi, arrivò a me.

    Aly ,lei è Mara, la sorella di Pierluigi!

    Disse Lena. Ed ecco svelata la tanta confidenza con Tyle.

    Ciao . Molto piacere.

    Mi porse la mano.

    Piacere Alice!

    Non sapevo, avessi una sorella Pier! Hahahah!

    Dissi ridendo.

    Lui si avvicinò alla stessa e le cinse la vita.

    E invece...Eccola qua, la rompi scatole! Hahahah.

    Lei lo guardò e mise il broncio.

    Hahahah...simpaticone.

    Le pizzicò una guancia.

    Ahó!

    Ben ti sta, Pier! Haha!

    Scoppiammo a ridere.

    capitolo due

    -Andrea-

    "Mi raccomando ragazzi in mia assenza, qui deve andare avanti ogni cosa! Cece le affido

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