Le chiavi di Portofino e altri racconti
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Anteprima del libro
Le chiavi di Portofino e altri racconti - Edoardo Noseda
Indice
PREMESSA
LE CHIAVI DI PORTOFINO
LA CROSTATA DI MELE
IL CRISANTEMO E LA SPADA
IL MANUALE
IL MONASTERO DI SANTA CATERINA
RESET
IL PORTAFOGLIO
TITITO MI AMOR
PATAGONIA
L’EQUIVOCO
TUONI E FULMINI
SEMPLICE CURIOSITÀ
IL MODELLO
LA RELATIVITÀ DELLA VITA
LA CUMBIA E IL ROCK
MOSCERINI PUNGENTI
IL GUARITORE
CAMBIO EPOCALE
ANNI 50
Edoardo Noseda
Le chiavi di Portofino
e altri racconti
Youcanprint Self-Publishing
ISBN | 9788827841228
Copertina: La piazzetta di Portofino, dipinto digitale realizzato dall’Autore
Prima edizione digitale: 2018
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Youcanprint Self-Publishing
Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)
info@youcanprint.it
www.youcanprint.it
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Ai miei amici
Avvertenza
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
PREMESSA
Diciannove racconti inediti di vario genere dei quali cinque, i più corposi, occupano metà del libro. Il primo, intitolato Le chiavi di Portofino, è di genere poliziesco. Un furto inspiegabile viene risolto da un brigadiere dei carabinieri con l’aiuto del RIS e dei padroni di casa. Il monastero di Santa Caterina, secondo racconto, di genere storico, trae ispirazione dalla ricerca condotta su un monastero di clausura lombardo soppresso alla fine del ‘500. Il terzo racconto, Patagonia, è dedicato alla terra argentina di natura selvaggia e di paesaggi incredibili sotto un cielo sterminato di stelle che paiono caderti addosso. Il modello, il quarto, è frutto della fantasia con spunti e riferimenti tecnico-scientifici. Uno studente di fisica sperimenta con un modello la possibilità di mitigare la temperatura dell’atmosfera di una città utilizzando d’estate il freddo invernale e d’inverno il caldo estivo. La pranoterapia è il tema del quinto racconto, Il guaritore, tratto da esperienze e fatti di cronaca conditi dalla fantasia. Un avvocato si scopre pranoterapeuta e, nonostante l’opposizione della moglie, decide di cambiare professione e stile di vita.
Gli altri racconti traggono spunto da fatti realmente accaduti, a livello personale o di amici. Anche per questi, la fantasia è sempre presente, come il prezzemolo.
Patagonia, Il modello, e Tuoni e fulmini hanno ragazzi come coprotagonisti e sono idonei a essere considerati racconti tutorial.
LE CHIAVI DI PORTOFINO
Una sera due coniugi anziani ricevono la visita dei ladri nella loro casa di vacanze mentre si trovano al ristorante con amici. Non riescono a capacitarsi di come possa essere avvenuto il furto perché le serrande della casa erano chiuse e l’allarme inserito. Svelerà il mistero un brigadiere dei carabinieri con l’aiuto del RIS e degli stessi coniugi.
Luca e Irene Colzani erano due anziani coniugi con buona disponibilità economica. Passavano l’estate al mare, a Portofino, ad eccezione del mese di agosto in cui andavano in montagna a Courmayeur. Stavano in un condominio esclusivo sulla collina prospiciente il porto, sopra l’Hotel Splendido, poco meno di ottanta metri sul livello del mare. L’edificio, di tre piani, aveva due appartamenti per piano. Tanti anni prima avevano acquistato i due appartamenti al primo piano, poi riuniti per creare un’abitazione ampia e confortevole. L’edificio era a gradoni. Il primo piano era arretrato rispetto al piano terreno e così il secondo rispetto al primo. Mentre i proprietari del piano terreno disponevano di un giardino ampio e ben tenuto, l’arretramento delle porzioni di edificio ai piani superiori consentiva a ciascuno dei proprietari di disporre di una grande terrazza affacciata sul golfo. Quella dei Colzani aveva una fioriera per tutta la lunghezza, larga un metro e mezzo, con piante di erica che in febbraio-marzo si coprivano di bellissimi fiori rosa. D’estate, dopo il tramonto, dalla montagna alle spalle della casa scendeva aria fresca, ideale per dormire bene, come fosse aria condizionata. La casa spaziosa permetteva di ospitare, di volta in volta per un week end o anche per periodi più lunghi, la famiglia di uno dei due figli oppure un paio di nipoti con la Tata. Il grande appartamento era di forma rettangolare con il lato maggiore di 24 metri e il minore di 12. Era diviso in senso longitudinale in due parti, suppergiù uguali. Nella prima, che guardava a sud, leggermente più larga, si trovavano in successione uno studio, un grande salotto, una sala da pranzo e un salottino per la televisione. La parte retrostante, a nord, disponeva, alle estremità, di due zone notte distinte, retaggio della riunione dei due appartamenti, ciascuna con due camere da letto e relativi bagni. Nel mezzo delle due zone notte c’erano la cucina e un grande tinello. A parte lo studio, regno esclusivo di Luca, i coniugi vivevano prevalentemente nella parte est della casa, corrispondente a uno dei due appartamenti. Utilizzavano, però, come ingresso all’abitazione quello dell’altro appartamento. La zona notte ovest, una volta destinata ai figli, era a disposizione degli ospiti.
Da più di due settimane si stavano facendo lavori di ristrutturazione in uno degli appartamenti al piano terreno. Irene si lamentava spesso con Luca dei rumori e della polvere che si depositava sulla terrazza. Nonostante le dimensioni dell’appartamento, non disponevano di personale di servizio fisso. Avevano Maria, una donna di servizio a ore la mattina, e un’altra donna, per stirare, due volte la settimana. La cucina era appannaggio di Irene, grande cuoca. Quando avevano ospiti usavano come aiuto cuoco e cameriere il marito di Maria, nel passato imbarcato su navi da crociera.
Era un sabato alla metà di luglio. Nonostante la magnifica giornata, avevano deciso di non andare alla spiaggia di Paraggi e di prendersela comoda, soprattutto perché nei weekend di luglio Santa Margherita, Paraggi e Portofino erano assaliti da torme di turisti mordi e fuggi. Inimmaginabile cosa doveva essere il mese di agosto. Per questo motivo si traferivano allo chalet di Courmayeur. Irene approfittò per fare alcuni lavoretti che aveva in sospeso, mentre Luca si dedicò a una delle sue recenti passioni, la pittura digitale, con la quale aveva realizzato apprezzabili panorami del golfo del Tigullio, del porto di Portofino e della baia di Paraggi. Per la serata Luca aveva prenotato una cena da Tripoli, a Portofino, con una coppia di amici. Prima di uscire abbassò con il telecomando centralizzato tutte le serrande, rese elettriche qualche anno prima, e inserì il sistema di allarme volumetrico che copriva tutto