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Raccontando Nule
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E-book155 pagine1 ora

Raccontando Nule

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Info su questo ebook

Racconti come immagini, ricordi come ritratti, storie come schegge di vita di un tempo perduto che rivive nelle testimonianze documentali, ora intense e vibranti, ora flebili e periture, degli abitanti di Nule, protagonisti di un'antologia di pensieri sulla storia sociale ed economica del paese all'alba del Novecento. Brani vergati di seppia per riecheggiare, sul filo di una memoria divenuta storia, uno spaccato di vita comunitaria, sospesa tra racconto e fantasia, mito e leggenda, all'ombra di un passato che è nostalgia, malinconia, tormento, ma anche inviolabile eredità storica e spirituale, da custodire e tutelare.

In sommario le testimonianze orali di Bibiana Basoli, Francesca Bellu, Ottavio Cocco, Pietrina Cocco, Veneranda Coloru, Francesco Cossu, Angelina Crasta, Peppino Crasta, Antonia Dettori, Gavina Dettori, Antonietta Farina, Giovanna Farina, Pietro Biagio Farre, Salvatorica Farre, Sebastiana Farre, Faustina Flore, Antonio Iai, Giulia Leori, Giuseppe Manca, Pietro Manca, Stefania Marche, Giuseppe Masala, Giuseppa Mellino, Pietro Mellino, Maria Musio, Marta Nieddu, Francesca Saba, Salvatorica Saba, Sebastiano Satta, Pietrina Senes.

Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume "Raccontando Nule" di Franca Rita Farre (Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-412-0) ad esclusione del repertorio fotografico.
LinguaItaliano
Data di uscita27 lug 2021
ISBN9788864544380
Raccontando Nule

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    Raccontando Nule - Franca Rita Farre

    Franca Rita Farre

    Raccontando Nule

    ISBN: 978-88-6454-438-0

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    https://writeapp.io

    Sommario

    Prefazione

    Nota editoriale

    La nostra casa

    Una casa per sedici persone

    L’arrivo dell’elettricità

    Vivere faticosamente

    Quanta fatica per un paio di scarpe

    Le ristrettezze della guerra

    Il Dopoguerra

    Rimboccarsi le maniche

    La campagna

    La semina del grano

    L’esperienza costruttiva della campagna

    Il lavoro del massaio

    L’allevatore-agricoltore

    I vari lavori da ragazzino

    Il lavoro in campagna

    La tosatura del gregge

    La festa dei pastori

    La macellazione del maiale

    La vigna

    La preparazione del carbone

    Mio padre e la sua calzoleria

    I negozi

    L’arrotino e sos labiolarzos

    L’elettricista

    Sar fainas

    La lavorazione del pane

    Le varie mansioni giornaliere

    Una brava donna di casa

    Per un bucato pulito

    Il lavaggio del bucato

    La lana

    La colorazione della lana

    Il cucito e il ricamo

    Le nozioni per la tessitura

    La formazione per imparare a tessere

    I corsi di tessitura

    L’arte della tessitura

    Un’arte tramandata da mia nonna

    La tessitura con Eugenio Tavolara

    Cibi genuini

    L’alimentazione

    Una dieta semplice

    Le feste paesane

    La festa della Madonna del Miracolo

    La festa di Sant’Anna

    Le feste dei bambini

    La trepidazione per le festività

    L’inizio dei festeggiamenti civili

    Il Carnevale

    La Confraternita di Santa Croce

    Il pellegrinaggio della Madonna del Rimedio

    L’Azione Cattolica

    La commemorazione dei defunti

    L’importanza della chiesa

    Il catechismo e i sacramenti

    La Prima comunione

    Il ricordo di un giorno speciale

    La Prima comunione e la Cresima

    Le scuole

    Gli studi

    I ricordi scolastici

    La scuola a Nule

    Le mie avventure scolastiche

    Gli anni della scuola

    Scuola e doposcuola

    L’influenza dei maestri

    Di corsa a scuola… e di nuovo in campagna

    Mastru Pintore

    Gli studi in solitaria

    La scuola ad Ozieri

    I giochi per strada

    Giochi spensierati

    S’imbiatu

    La carne di Pasqua

    Sa cròvula

    L’incendio

    Il contributo di tutti

    Il sequestro

    La morte di mia madre

    La nascita dei gemelli

    La tragica morte di mio fratello

    La trepidazione per le nascite

    L’infanzia alla stazione di Benetutti

    Mio padre

    Un’infanzia difficile

    Ottavo di otto figli maschi

    Ricordi di infanzia

    Osservata a vista!

    Tempi duri

    Tra fili e stoffe

    Un’infanzia spensierata

    Una famiglia religiosa dedita al lavoro

    Una persona laboriosa

    Una vita semplice

    Ricordi di vita

    Ziu Minniu

    © EDITORIALE DOCUMENTA

    www.editorialedocumenta.it

    in copertina

    Ritratto di Francesco Leori

    Proprietà letteraria riservata

    Prima edizione ebook: luglio 2021

    ISBN 978-88-6454-438-0

    Prefazione

    Racconti come immagini, ricordi come ritratti, storie come schegge di vita di un tempo perduto che rivive nelle testimonianze documentali, ora intense e vibranti, ora flebili e periture, degli abitanti di Nule, protagonisti di un'antologia di pensieri sulla storia sociale ed economica del paese all'alba del Novecento. Brani vergati di seppia per riecheggiare, sul filo di una memoria divenuta storia, uno spaccato di vita comunitaria, sospesa tra racconto e fantasia, mito e leggenda, all'ombra di un passato che è nostalgia, malinconia, tormento, ma anche inviolabile eredità storica e spirituale, da custodire e tutelare.

    Nota editoriale

    Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume Raccontando Nule di Franca Rita Farre (Cargeghe, Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-412-0) ad esclusione del repertorio fotografico.

    Il volume raccoglie una selezione di testimonianze orali di abitanti Nule. I testi, trascrizione di interviste realizzate sul campo nell’arco temporale intercorrente tra i mesi di febbraio e agosto 2019, riportano il contenuto dei documenti orali originali con larga fedeltà alle forme sintattiche e semantiche adottate dagli informatori.

    La nostra casa

    La nostra casa è cambiata nel tempo. Ricordo che all’inizio nella cucina, che si trovava al pianterreno, c’era un grande caminetto. La cucina era in muratura e i fornelli erano costituiti da diverse fossette dove si mettevano il fuoco o il carbone con sopra delle griglie in ghisa. Questa è la prima cucina che ricordo, in seguito venne cambiata.

    A fianco alla cucina c’era unu tzilleri di una sorella di babbo. Faceva parte della stessa casa ma aveva una porta secondaria. Prima che ci abitassimo noi, invece, i miei nonni avevano una sorta di emporio dove vendevano un po’ di tutto, anche stoffe.

    Le camere si trovavano al piano superiore dove il pavimento era costituito dal tavolato successivamente ricoperto con il linoleum, un tipo di pavimento liscio che facilitava anche le fasi di pulizia.

    Avevamo un solo gabinetto e per lavarci nelle camere c’era la toiletta con lavandino, secchio e boccale. Solo negli anni successivi venne fatto un bagno più spazioso con la vasca da bagno. L’acqua si riscaldava con il boiler, una sorta di serpentina che si immergeva nell’acqua e la scaldava; era un po’ pericoloso ma fortunatamente non è mai successo niente.

    Con il passare degli anni l’assetto della casa cambiò: venne fatto un caminetto più piccolo e la cucina divenne più spaziosa. Una volta eliminato su tzilleri, al suo posto nacque la sala da pranzo, molto utile quando ci si riuniva tutti insieme. Nel poggiolo, invece, venne fatto un pavimento in mattonelle sopra il tavolato.

    Ricordo che quando io e mia sorella Anna tornavamo dal collegio avevamo il compito di pulire le soffitte che prima erano fatte con le canne, poi con le tavelle, enormi travi. Per poter passare dovevamo metterci pancia a terra! Era faticoso pulire la soffitta, c’era di tutto, fortunatamente si faceva una volta l’anno. Non c’era la luce, illuminavamo la stanza con una candela.

    Allora non si faceva volentieri ma oggi posso dire che è stato un bene abituarci a fare tutto nonostante gli impegni scolastici.

    Giulia Leori

    Una casa per sedici persone

    La mia famiglia era molto numerosa, eravamo in sedici con i miei genitori, dodici sorelle e due fratelli; io sono la penultima, la tredicesima.

    Babbo lavorava in campagna e utilizzava l’asino per arrivarci ed anche per trasportare la legna; le macchine arrivarono molto tempo dopo.

    Purtroppo persi mio padre quando avevo ventuno anni.

    Vivevamo in una piccola casa alla quale si accedeva tramite una porta di legno che includeva un’apertura ancora più piccola, una mezza porta. Nella cucina, in mezzo alla stanza stava su foghile anche se lo ricordo vagamente perché, negli anni Cinquanta, venne costruito il caminetto.

    Le case erano scure, ombrose, perché le finestre erano molto piccole. Non c’erano i mobili ad arredare la nostra dimora ma sos ammarzos, dei ripostigli ricavati nel muro. Avevamo però una cassapanca dalla quale, ricorda mia sorella Biasa, secondogenita, quando morì mio nonno la sorella di nostra madre tirò fuori il fazzoletto nero e se lo mise sul capo: fu quel gesto a farci capire che era morto maneddu, nonno.

    Nelle case vivevano anche gli animali tra cui sas puddas e su proccu. Eravamo noi donne generalmente a dargli da mangiare e pulire il luogo in cui dimoravano.

    Veneranda Coloru

    L’arrivo dell’elettricità

    La luce arrivò nelle case nel 1939. Prima di allora per illuminare le abitazioni si utilizzavano le candele nelle camere e in cucina la candela a petrolio lampante che non poteva essere utilizzata negli ambienti in cui si dormiva perché produceva molto fumo e di notte poteva essere pericoloso.

    C’erano anche le candele a ispìritu per le quali veniva utilizzato l’alcool come combustibile.

    Ricordo che il mulino era provvisto di energia elettrica già da qualche anno prima che la corrente arrivasse a casa della mia famiglia; era azionato da un generatore elettrico, veniva azionato di notte perché mentre macinava produceva corrente grazie alla quale le vie del paese venivano illuminate.

    Nelle case non c’era il contatore; per pagare la corrente contavano le lampadine presenti in casa e si pagava a forfait.

    Ricordo anche l’arrivo dell’acqua in sas carreras, era il 1933: sette fontanelle furono ubicate nel paese. Solo in seguito iniziarono a realizzare la rete per la fornitura dell’acqua in tutte le case.

    L’arrivo dell’energia elettrica e dell’acqua corrente nelle case fu una vera benedizione che migliorò notevolmente il modo di vivere della comunità.

    Francesco Cossu

    Vivere faticosamente

    Sin da piccola mi fu insegnato il senso del dovere e l’importanza di dare il proprio contributo in famiglia.

    Anche al ritorno da scuola, che ho frequentato fino alla terza elementare, sbrigavo le commissioni tra cui andare nelle discariche del paese per buttare l’immondezza.

    Io e i miei fratelli perdemmo i genitori molto presto e a poca distanza l’uno dall’altro: mamma ci lasciò nel 1954,

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