Raccontando Nule
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Info su questo ebook
In sommario le testimonianze orali di Bibiana Basoli, Francesca Bellu, Ottavio Cocco, Pietrina Cocco, Veneranda Coloru, Francesco Cossu, Angelina Crasta, Peppino Crasta, Antonia Dettori, Gavina Dettori, Antonietta Farina, Giovanna Farina, Pietro Biagio Farre, Salvatorica Farre, Sebastiana Farre, Faustina Flore, Antonio Iai, Giulia Leori, Giuseppe Manca, Pietro Manca, Stefania Marche, Giuseppe Masala, Giuseppa Mellino, Pietro Mellino, Maria Musio, Marta Nieddu, Francesca Saba, Salvatorica Saba, Sebastiano Satta, Pietrina Senes.
Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume "Raccontando Nule" di Franca Rita Farre (Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-412-0) ad esclusione del repertorio fotografico.
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Anteprima del libro
Raccontando Nule - Franca Rita Farre
Franca Rita Farre
Raccontando Nule
ISBN: 978-88-6454-438-0
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Sommario
Prefazione
Nota editoriale
La nostra casa
Una casa per sedici persone
L’arrivo dell’elettricità
Vivere faticosamente
Quanta fatica per un paio di scarpe
Le ristrettezze della guerra
Il Dopoguerra
Rimboccarsi le maniche
La campagna
La semina del grano
L’esperienza costruttiva della campagna
Il lavoro del massaio
L’allevatore-agricoltore
I vari lavori da ragazzino
Il lavoro in campagna
La tosatura del gregge
La festa dei pastori
La macellazione del maiale
La vigna
La preparazione del carbone
Mio padre e la sua calzoleria
I negozi
L’arrotino e sos labiolarzos
L’elettricista
Sar fainas
La lavorazione del pane
Le varie mansioni giornaliere
Una brava donna di casa
Per un bucato pulito
Il lavaggio del bucato
La lana
La colorazione della lana
Il cucito e il ricamo
Le nozioni per la tessitura
La formazione per imparare a tessere
I corsi di tessitura
L’arte della tessitura
Un’arte tramandata da mia nonna
La tessitura con Eugenio Tavolara
Cibi genuini
L’alimentazione
Una dieta semplice
Le feste paesane
La festa della Madonna del Miracolo
La festa di Sant’Anna
Le feste dei bambini
La trepidazione per le festività
L’inizio dei festeggiamenti civili
Il Carnevale
La Confraternita di Santa Croce
Il pellegrinaggio della Madonna del Rimedio
L’Azione Cattolica
La commemorazione dei defunti
L’importanza della chiesa
Il catechismo e i sacramenti
La Prima comunione
Il ricordo di un giorno speciale
La Prima comunione e la Cresima
Le scuole
Gli studi
I ricordi scolastici
La scuola a Nule
Le mie avventure scolastiche
Gli anni della scuola
Scuola e doposcuola
L’influenza dei maestri
Di corsa a scuola… e di nuovo in campagna
Mastru Pintore
Gli studi in solitaria
La scuola ad Ozieri
I giochi per strada
Giochi spensierati
S’imbiatu
La carne di Pasqua
Sa cròvula
L’incendio
Il contributo di tutti
Il sequestro
La morte di mia madre
La nascita dei gemelli
La tragica morte di mio fratello
La trepidazione per le nascite
L’infanzia alla stazione di Benetutti
Mio padre
Un’infanzia difficile
Ottavo di otto figli maschi
Ricordi di infanzia
Osservata a vista!
Tempi duri
Tra fili e stoffe
Un’infanzia spensierata
Una famiglia religiosa dedita al lavoro
Una persona laboriosa
Una vita semplice
Ricordi di vita
Ziu Minniu
© EDITORIALE DOCUMENTA
www.editorialedocumenta.it
in copertina
Ritratto di Francesco Leori
Proprietà letteraria riservata
Prima edizione ebook: luglio 2021
ISBN 978-88-6454-438-0
Prefazione
Racconti come immagini, ricordi come ritratti, storie come schegge di vita di un tempo perduto che rivive nelle testimonianze documentali, ora intense e vibranti, ora flebili e periture, degli abitanti di Nule, protagonisti di un'antologia di pensieri sulla storia sociale ed economica del paese all'alba del Novecento. Brani vergati di seppia per riecheggiare, sul filo di una memoria divenuta storia, uno spaccato di vita comunitaria, sospesa tra racconto e fantasia, mito e leggenda, all'ombra di un passato che è nostalgia, malinconia, tormento, ma anche inviolabile eredità storica e spirituale, da custodire e tutelare.
Nota editoriale
Il presente e-book ripropone in versione digitale i contenuti del volume Raccontando Nule
di Franca Rita Farre (Cargeghe, Editoriale Documenta, 2019, Isbn 978-88-6454-412-0) ad esclusione del repertorio fotografico.
Il volume raccoglie una selezione di testimonianze orali di abitanti Nule. I testi, trascrizione di interviste realizzate sul campo nell’arco temporale intercorrente tra i mesi di febbraio e agosto 2019, riportano il contenuto dei documenti orali originali con larga fedeltà alle forme sintattiche e semantiche adottate dagli informatori.
La nostra casa
La nostra casa è cambiata nel tempo. Ricordo che all’inizio nella cucina, che si trovava al pianterreno, c’era un grande caminetto. La cucina era in muratura e i fornelli erano costituiti da diverse fossette dove si mettevano il fuoco o il carbone con sopra delle griglie in ghisa. Questa è la prima cucina che ricordo, in seguito venne cambiata.
A fianco alla cucina c’era unu tzilleri di una sorella di babbo. Faceva parte della stessa casa ma aveva una porta secondaria. Prima che ci abitassimo noi, invece, i miei nonni avevano una sorta di emporio dove vendevano un po’ di tutto, anche stoffe.
Le camere si trovavano al piano superiore dove il pavimento era costituito dal tavolato successivamente ricoperto con il linoleum, un tipo di pavimento liscio che facilitava anche le fasi di pulizia.
Avevamo un solo gabinetto e per lavarci nelle camere c’era la toiletta con lavandino, secchio e boccale. Solo negli anni successivi venne fatto un bagno più spazioso con la vasca da bagno. L’acqua si riscaldava con il boiler, una sorta di serpentina che si immergeva nell’acqua e la scaldava; era un po’ pericoloso ma fortunatamente non è mai successo niente.
Con il passare degli anni l’assetto della casa cambiò: venne fatto un caminetto più piccolo e la cucina divenne più spaziosa. Una volta eliminato su tzilleri, al suo posto nacque la sala da pranzo, molto utile quando ci si riuniva tutti insieme. Nel poggiolo, invece, venne fatto un pavimento in mattonelle sopra il tavolato.
Ricordo che quando io e mia sorella Anna tornavamo dal collegio avevamo il compito di pulire le soffitte che prima erano fatte con le canne, poi con le tavelle, enormi travi. Per poter passare dovevamo metterci pancia a terra! Era faticoso pulire la soffitta, c’era di tutto, fortunatamente si faceva una volta l’anno. Non c’era la luce, illuminavamo la stanza con una candela.
Allora non si faceva volentieri ma oggi posso dire che è stato un bene abituarci a fare tutto nonostante gli impegni scolastici.
Giulia Leori
Una casa per sedici persone
La mia famiglia era molto numerosa, eravamo in sedici con i miei genitori, dodici sorelle e due fratelli; io sono la penultima, la tredicesima.
Babbo lavorava in campagna e utilizzava l’asino per arrivarci ed anche per trasportare la legna; le macchine arrivarono molto tempo dopo.
Purtroppo persi mio padre quando avevo ventuno anni.
Vivevamo in una piccola casa alla quale si accedeva tramite una porta di legno che includeva un’apertura ancora più piccola, una mezza porta. Nella cucina, in mezzo alla stanza stava su foghile anche se lo ricordo vagamente perché, negli anni Cinquanta, venne costruito il caminetto.
Le case erano scure, ombrose, perché le finestre erano molto piccole. Non c’erano i mobili ad arredare la nostra dimora ma sos ammarzos, dei ripostigli ricavati nel muro. Avevamo però una cassapanca dalla quale, ricorda mia sorella Biasa, secondogenita, quando morì mio nonno la sorella di nostra madre tirò fuori il fazzoletto nero e se lo mise sul capo: fu quel gesto a farci capire che era morto maneddu, nonno.
Nelle case vivevano anche gli animali tra cui sas puddas e su proccu. Eravamo noi donne generalmente a dargli da mangiare e pulire il luogo in cui dimoravano.
Veneranda Coloru
L’arrivo dell’elettricità
La luce arrivò nelle case nel 1939. Prima di allora per illuminare le abitazioni si utilizzavano le candele nelle camere e in cucina la candela a petrolio lampante che non poteva essere utilizzata negli ambienti in cui si dormiva perché produceva molto fumo e di notte poteva essere pericoloso.
C’erano anche le candele a ispìritu per le quali veniva utilizzato l’alcool come combustibile.
Ricordo che il mulino era provvisto di energia elettrica già da qualche anno prima che la corrente arrivasse a casa della mia famiglia; era azionato da un generatore elettrico, veniva azionato di notte perché mentre macinava produceva corrente grazie alla quale le vie del paese venivano illuminate.
Nelle case non c’era il contatore; per pagare la corrente contavano le lampadine presenti in casa e si pagava a forfait.
Ricordo anche l’arrivo dell’acqua in sas carreras, era il 1933: sette fontanelle furono ubicate nel paese. Solo in seguito iniziarono a realizzare la rete per la fornitura dell’acqua in tutte le case.
L’arrivo dell’energia elettrica e dell’acqua corrente nelle case fu una vera benedizione che migliorò notevolmente il modo di vivere della comunità.
Francesco Cossu
Vivere faticosamente
Sin da piccola mi fu insegnato il senso del dovere e l’importanza di dare il proprio contributo in famiglia.
Anche al ritorno da scuola, che ho frequentato fino alla terza elementare, sbrigavo le commissioni tra cui andare nelle discariche del paese per buttare l’immondezza.
Io e i miei fratelli perdemmo i genitori molto presto e a poca distanza l’uno dall’altro: mamma ci lasciò nel 1954,