Primo Levi, il centauro: Percorsi di analisi testuale
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Info su questo ebook
Il numero ISBN del volume è: 9788832529173
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Ferdinanda Cremascoli (Milano 1954).
Autrice di testi scolastici, saggi, articoli, interventi sull’insegnamento di Italiano e sulla gestione della scuola.
Attualmente amministra il sito www.italianacontemporanea.org, un’ampia raccolta di scritti appartenenti a tutte le tipologie testuali, che possono essere interessanti per chi voglia imparare ad esprimersi bene nella lingua del bel paese, là dove ‘l sì suona.
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Anteprima del libro
Primo Levi, il centauro - Ferdinanda Cremascoli
Copyright
Ferdinanda Cremascoli, Primo Levi, il centauro. Percorsi di analisi testuale. Biblioteca di italianacontemporanea.org
Quest'opera è protetta dalla legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.
Prima edizione digitale marzo 2019
Seconda edizione digitale ottobre 2019
ISBN 9788832529173
Lo sfondo di copertina è un’immagine pubblica di DrSJS su pixabay.com cui va il ringraziamento dell’autrice.
© Ferdinanda Cremascoli 2019
www.italianacontemporanea.org
www.nelmezzodelcammin.org
Epigrafe
Io credo proprio che il mio destino profondo (il mio pianeta, direbbe don Abbondio) sia l’ibridismo, la spaccatura. Italiano, ma ebreo. Chimico, ma scrittore. Deportato, ma non tanto (o non sempre) disposto al lamento alla querela
.
Così è l’opera di Primo Levi per pluralità di temi e di scritture.
Autobiografia, romanzo, poesia lirica, racconto breve. I
I modi del realismo, del fantastico, della fantascienza, del giallo.
Sempre una forte e problematica vocazione morale.
Parte 1
Testimonianza e memoria
Conferenza tenuta ad Amsterdam presso l’Istituto Italiano di Cultura il 25 gennaio 2019 in occasione del Giorno della Memoria 2019
Paragrafo 1
Il giorno della Memoria
27 gennaio: Giorno della Memoria, in Italia dal 2001 per una legge votata nel luglio dell’anno precedente, nel mondo dal 2005 per una risoluzione delle Nazioni Unite.
Il deputato Furio Colombo, classe 1931, eletto nelle liste dell’allora Partito democratico di sinistra, PDS, lavorò alla proposta di legge fin dall’esordio della XIII legislatura. Lui stesso ancora due anni fa, intervistato per il Corriere della Sera da Dino Messina ricordava le ragioni della sua proposta, anzi delle sue due proposte, perché una indicava il 16 ottobre come giorno della memoria, l’altra il 27 gennaio.
Furio Colombo avrebbe preferito la prima data, anniversario della deportazione degli ebrei romani: il rastrellamento nel ghetto avvenne il 16 ottobre 1943. 16 ottobre 1943 è anche il titolo della cronaca di Giacomo Debenedetti (1), in cui è narrata la razzia che fu perpetrata quel giorno, e che Furio Colombo indica come il testo che ha ispirato la sua proposta di legge, insieme alle due autobiografie di Primo Levi, Se questo è un uomo e La tregua che rispettivamente si chiudono e si aprono proprio sulla data del 27 gennaio, il giorno della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz nel 1945.
Furio Colombo insistette sulla data del 16 ottobre perché gli sembrava doveroso che la nostra comunità nazionale facesse i conti con le proprie responsabilità: nessuno protestò, se non Benedetto Croce, all’approvazione delle leggi razziali nel 1938, giusto ottant’anni fa. E il re avrebbe otto anni dopo pagato a caro prezzo il tradimento dei suoi sudditi di origine o religione ebraica: egli violò lo statuto liberale del re Carlo Alberto, suo bisnonno, la prima Costituzione del nostro paese, promulgata nel 1848 che recepiva i principi liberali di uguaglianza e libertà dei sudditi.
Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi durante la celebrazione di un Giorno della Memoria nel 2005 definì le leggi razziali il più grave tradimento della nostra Nazione. Disse che le leggi razziali fasciste del 1938 tradirono gli ideali più alti del Risorgimento, l’idea stessa della Nazione fondata non sull’appartenenza etnica, ma sull’adesione ai principi di libertà, uguaglianza e fraternità. La Nazione è ethos
non ethnos
(2). E alla costruzione della Nazione italiana diedero un contributo determinante molti italiani di origine ebraica: egli ricordò Daniele Manin (3), l’anima della repubblica veneta del 1848, ed Ernesto Nathan (4), mazziniano, tra i fondatori della Società Dante Alighieri e sindaco di Roma. E, per inciso, Carlo Azeglio Ciampi non perse l’occasione per ricordare perché dobbiamo essere europei: perché Europa deve significare rispetto, tolleranza, rifiuto della discriminazione razziale, religiosa ed etnica. Perché le due guerre del XX secolo e l’abominio della Shoah, tragedia nella tragedia, devono insegnarci a vivere in una società multiculturale.
Ma per tornare al Giorno della Memoria, Furio Colombo ricorda, nell’intervista citata, che finì con l’accettare la data del 27 gennaio per il suo significato internazionale, rispetto all’italianità, per così dire, del 16 ottobre. Pur tra molte discussioni la proposta fu accettata e dal 2001 in Italia celebriamo il 27 gennaio come Giorno della Memoria.
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Giacomo Debenedetti (1901-1967) scrittore e critico letterario. 16 ottobre 1943 racconta la razzia effettuata nel ghetto di Roma dalle SS al comando di Herbert Kappler, che in una sola mattinata arrestarono più di mille ebrei destinandoli ai campi della morte, nonostante avessero pagato la taglia di cinquanta chili d’oro loro imposta http://www.treccani.it/enciclopedia/giacomo-debenedetti_(Dizionario-Biografico)
èthos è il costume, la norma di vita, la convinzione e il comportamento pratico dell’uomo e delle società umane, e gli istituti con cui si manifestano storicamente; ètnos, popolo, razza
Daniele Manin (Venezia, 1804-Parigi 1857) http://www.treccani.it/enciclopedia/daniele-manin_(Dizionario-Biografico)
Ernesto Nathan (Londra, 1845-Roma, 1921) http://www.treccani.it/enciclopedia/ernesto-nathan_(Dizionario-Biografico)
Paragrafo 2
Il 27 gennaio 1945
È Primo Levi stesso a raccontare il 27 gennaio 1945 in Auschwitz.
Quel giorno le prime avanguardie dell’Armata Rossa entrarono nel lager di Auschwitz e soccorsero i prigionieri malati ancora in vita.