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Sette anni in un bacio: Harmony Destiny
Sette anni in un bacio: Harmony Destiny
Sette anni in un bacio: Harmony Destiny
E-book158 pagine3 ore

Sette anni in un bacio: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Il mondo di Nico Jordan è andato in pezzi quando la donna di cui era innamorato, Beth, l'ha lasciato per sposare il suo più ricco e influente fratello. Ma dopo sette anni sono ancora molte le domande senza risposta e Nico ha deciso che è tempo di fare chiarezza sul proprio passato.



Beth non prova rimorso nel sentirsi una donna finalmente libera, dato che il suo ex marito l'aveva indotta alle nozze ricattandola. Non è neppure pronta, però, a rivedere la sua antica fiamma, né sa come tenere a bada il desiderio prepotente che la invade non appena posa gli occhi su Nico. Eppure cedere all'attrazione sarebbe troppo pericoloso, e rischierebbe di far venire a galla l'ultimo segreto che Beth ancora custodisce.



Niente può spegnere la passione più autentica. Non il tempo, né la lontananza, un ricatto o un segreto.
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2017
ISBN9788858969656
Sette anni in un bacio: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Sette anni in un bacio - Rachel Bailey

    1

    Nico Jordan esaminò la facciata della casa in cui abitava la vedova del suo fratellastro, corrugando la fronte nella gelida aria mattutina. Beth lo aveva lasciato per Kent e per quella proprietà lussuosa?

    Be’, a essere sinceri, la ricchezza di Kent aveva probabilmente messo a sua disposizione numerose altre case, oltre a quella, e gioielli a volontà, tutte cose che Nico non sarebbe stato in grado di offrirle, quando aveva ventiquattro anni.

    La situazione era cambiata, negli ultimi anni.

    Molto più di quanto desiderasse ricordare.

    Solo che adesso Kent era morto, Beth era diventata vedova e lui aveva un compito da svolgere. Arrotolò i fogli che aveva in mano e bussò con decisione alla porta. Si era offerto di occuparsi dei vigneti di famiglia assegnati a suo fratello perché doveva rivedere Beth. Doveva averla un’altra volta nel suo letto.

    Nonostante si fosse imposto di dimenticarla, non era mai riuscito a dominare il forte desiderio che provava per la donna che lo aveva tradito.

    Stava per bussare di nuovo quando la porta si aprì e lei apparve sulla soglia, più bella di quanto Nico ricordasse. Lo fissò sorpresa.

    Improvvisamente lui si sentì trasportato indietro di sette anni, all’ultima volta in cui avevano fatto l’amore tra i vitigni di Pinot nero nella tenuta di famiglia, in Australia. L’avevano fatto come se dovesse durare per sempre. Il giorno prima che lei lasciasse il paese per sposare suo fratello.

    «Nico.» Lei pareva senza fiato, come se avesse corso, ma non c’era traccia di rossore sulle sue guance. In realtà era molto pallida.

    I capelli color biondo rame erano più corti, e quel taglio le addolciva i lineamenti. Nico lasciò scivolare lo sguardo lungo il suo corpo. Era dimagrita parecchio, considerò, mentre il desiderio di stringerla fra le braccia lo assaliva con prepotenza.

    Tuttavia si limitò a rivolgerle un sorriso sprezzante. «Buongiorno, Beth. Sono venuto a porgerti le condoglianze della famiglia per la perdita di tuo marito e per discutere di alcune questioni relative all’eredità.»

    Lei gli lanciò uno sguardo risentito mentre entrava e chiudeva la porta con decisione dietro di sé. «Grazie per le condoglianze. È gentile da parte della tua famiglia.»

    Non correva buon sangue tra la famiglia Jordan e Beth. Il padre di Nico la considerava in parte responsabile del fatto che Kent si fosse trasferito in Nuova Zelanda, tagliando di fatto i legami con la famiglia. Tuttavia non era quello che Nico le rinfacciava. «Il minimo che possiamo fare, per la vedova del nostro caro Kent.»

    Lei ebbe il buongusto di apparire turbata. Anche se avrebbe dovuto provare ben altro, considerò Nico fra sé, dopo tutta la sofferenza che gli aveva procurato.

    Beth gettò un’occhiata alla porta prima di tornare a guardarlo e fissare i fogli che lui aveva in mano. «Non potevano occuparsene i legali? Non era necessario che venissi di persona dall’Australia.»

    Lui si appoggiò con un braccio alla porta chiusa, riducendo la distanza che c’era tra di loro. «Oh, tesoro, ma l’ho fatto.»

    Lei ebbe un attimo di esitazione, sentendolo usare il vezzeggiativo che le aveva sussurrato così spesso durante i lunghi pomeriggi passati pigramente sdraiati nell’amaca o durante la foga della passione, quando Beth si era trovata sotto di lui.

    «Se dobbiamo parlare, allora preferisco non farlo qui. Ci potremo incontrare da qualche altra parte.» La sua voce tradiva un certo nervosismo, ma anche una ferma determinazione.

    «Mi stai dicendo che non sono il benvenuto nella casa di mio fratello?» Nico non si preoccupò di nascondere il tono ironico della propria voce. Sapeva bene che Kent avrebbe preferito pugnalarlo alle spalle piuttosto che invitarlo a casa sua. La loro eterna rivalità aveva raggiunto l’apice dopo il matrimonio di Kent con Beth. Lei era stata immediatamente trascinata oltremare per tagliare i ponti con il passato, ma ancora peggio, per mantenere il distacco. Il figlio di Kent non aveva mai conosciuto né il nonno né lo zio. Una situazione cui Nico intendeva porre fine.

    La studiò di nuovo. Probabilmente Kent aveva fatto bene ad assumere quell’atteggiamento protettivo nei confronti di sua moglie. Se lui avesse incontrato Beth dopo le nozze, non avrebbe avuto nessuna esitazione a invadere il territorio del fratello. E Kent non l’avrebbe certo apprezzato.

    Ma adesso lui era morto.

    Beth lanciò un’altra occhiata verso la porta di casa, portandosi una mano alla gola. «Ti chiedo questo favore, Nico. Se dobbiamo parlare, incontriamoci un altro giorno, da un’altra parte.»

    Che cosa gli stava nascondendo?, non poté fare a meno di chiedersi Nico. Stava portando avanti il piano di Kent di tenere lontano suo figlio dalla famiglia? O aveva un amante, nascosto in casa? Forse entrambe le cose.

    «Mi trovo qui da pochi minuti e mi stai già chiedendo dei favori, tesoro.» Nico si scostò dalla porta valutando le diverse opzioni. Nonostante si fosse imposto di non lasciarsi intenerire, gli era quasi impossibile rifiutarle qualcosa. Ma non doveva dimenticare che era una brava attrice. Era la donna che l’aveva tenuto sulla corda per undici mesi per poi lasciarlo non appena aveva ricevuto un’offerta migliore dal suo fratellastro più ricco.

    Tuttavia...

    Con un sospiro decise di acconsentire alla sua richiesta. «Sono qui solo per il weekend, quindi ne parleremo oggi. Ti aspetto tra un’ora nella mia stanza d’albergo.»

    «Tra un’ora?» Beth si aggrappò alla porta per sostenersi. «Non credo che sia possibile. Meglio rimandare a domani.»

    Lui le aveva già fatto abbastanza concessioni. Fece per andarsene. «Se non ci sarai tra un’ora, tornerò qui. Avanzerò anche una richiesta al tribunale, affinché tuo figlio possa conoscere suo nonno. Ho con me i documenti.»

    Lui e il figlio di Beth erano i soli familiari rimasti a suo padre, il che era assai triste per un uomo legato alla famiglia come Tim Jordan. Nico si era sempre sentito particolarmente vicino al padre e avrebbe fatto di tutto per poter garantire un po’ di gioia all’anziano signore, in particolare adesso che era malato.

    «Non capisci, Nico...»

    La sua voce piena d’angoscia non lo commosse. Non aveva tempo per ascoltare le sue scuse.

    «Tra un’ora, Beth. All’Imperial.» Si diresse con passo deciso verso l’automobile, senza voltarsi indietro.

    Un’ora più tardi Beth si trovava davanti alla porta della suite di Nico, la mente affollata di ricordi.

    L’unico uomo che avesse mai amato era tornato. L’uomo che lei aveva protetto sacrificando la propria felicità.

    Appena l’automobile di lui si era allontanata lungo il viale, era corsa a cercare il figlio per accompagnarlo a casa dei suoi genitori, che abitavano nelle vicinanze. Era stato Kent ad acquistare quella casa per loro e non certo per magnanimità, ma soltanto per fare in modo che lei non avesse alcun motivo per tornare in Australia. I suoi genitori le avevano già dato la loro disponibilità a tenerlo per il weekend per permetterle, quella sera, di partecipare al lancio dell’ultimo vino bianco creato da Kent. Si erano dichiarati felici di trascorrere due giorni con il piccolo Marco, o Mark, come Kent aveva deciso che venisse battezzato.

    Solo lei chiamava il figlio di sei anni con il nome che le stava a cuore.

    I suoi genitori dovevano aver capito chi era suo padre. I capelli biondo rame e la pelle chiara di Beth, mescolati con la carnagione rossastra di Kent, non avrebbero mai potuto dare vita a un bambino con quei colori tipicamente mediterranei. La pelle olivastra di Marco, gli occhi color cioccolato e i capelli scuri erano i colori che Nico aveva ereditato dalla madre. Tuttavia i genitori di Beth non avevano mai fatto commenti e lei era sempre stata loro grata per quella discrezione.

    Ma se Nico l’avesse visto...

    No. Era troppo presto. Beth si strinse le braccia intorno alla vita. Non poteva lasciarlo avvicinare a suo figlio. Le conseguenze per Nico sarebbero state devastanti. Meglio mantenere il segreto finché lui si trovava in Nuova Zelanda. Presto avrebbe dovuto comunque chiarire tutto. Ma non adesso.

    Nel frattempo, che fosse opportuno o no, se Nico voleva vederla, non si sarebbe sottratta. Sapeva quale fosse la posta in gioco. Lui no.

    Con il cuore pesante bussò.

    Sentì rumore di passi che si avvicinavano, poi la porta venne spalancata.

    Quando lo vide sulla soglia, alto, possente e bello, il cuore cominciò a batterle forte nel petto. Il suo viso non le offriva nessuna indicazione di quel che stava pensando né alcun incoraggiamento, ma non ne aveva bisogno. Il solo vederlo la riempiva di gioia, come era successo un’ora prima. Come era sempre accaduto, del resto.

    «Dammi il cappotto.»

    Beth sciolse la cintura del lungo cappotto nero e se lo sfilò, porgendoglielo. Lui l’appese all’attaccapanni fissandola intensamente con i begli occhi scuri. Poi sorrise soddisfatto senza distogliere lo sguardo.

    Lei gettò un’occhiata al proprio ampio vestito di lana rosa che le arrivava alle caviglie. Da sette anni portava sempre abiti larghi, per evitare di attirare l’attenzione su di sé. Da sette anni, da quando aveva perso Nico.

    Anche se il desiderio che leggeva in quel momento negli occhi di lui sembrava farsi beffe dei suoi sforzi di passare inosservata.

    Lui tenne aperta la porta, invitandola a entrare.

    Mentre attraversava la stanza arredata con molta cura e si avvicinava alla finestra, Beth sentì gli occhi di Nico su di sé. Si girò lentamente e lo sorprese a fissarla in maniera sfacciata. Sotto quello sguardo si sentì fremere e solo a fatica riuscì a dissimulare la propria emozione. Se non fosse stata attenta, Nico avrebbe potuto perdere l’eredità, la carriera, persino l’identità.

    Lui prese tra le mani una bottiglia. «Un drink?»

    Mai come in quel momento Beth aveva bisogno di avere la mente lucida. «No, grazie.»

    Lui versò qualcosa per sé. Se i suoi gusti non erano cambiati, doveva trattarsi di Pinot nero.

    Mentre era impegnato a servirsi, Beth gli lanciò un’occhiata soffermandosi sulla folta capigliatura scura e sul viso dalle fattezze così caratteristiche, che amava più di tutto, o almeno tanto quanto la sua versione in miniatura. Il loro adorato figlio.

    Non avrebbe potuto sopportare quel turbamento un minuto di più, ne era consapevole. «Dimmi perché sei in Nuova Zelanda, Nico.» Poter pronunciare di nuovo il suo nome la rendeva euforica, ma non doveva dimenticare cosa rischiava, a trovarsi lì.

    Apparentemente rilassato, lui si appoggiò al bancone dell’angolo cottura. «Voglio alcune cose, ma partiamo da mio nipote.»

    A quelle parole lei provò una stretta al cuore. «Vuoi... Mark?»

    Nico abbassò lo sguardo, assumendo un contegno sussiegoso che tradiva le sue origini aristocratiche da parte di madre. «Ha il mio stesso sangue e ha perso il padre. Mi piacerebbe avere un rapporto con lui.»

    Per un attimo Beth aveva pensato che lui intendesse sottrarle il figlio. Ma ciò che Nico desiderava era ugualmente pericoloso. «Sai bene che non è quello che Kent avrebbe voluto. Avevate giurato di non guardarvi mai più in faccia.»

    Era stata quella rottura che aveva spinto Nico a darsi da fare per cinque anni, guadagnando milioni in borsa, diventando il beniamino della stampa scandalistica che l’aveva etichettato come uno dei playboy più ricchi d’Australia. Beth non si era persa un articolo, provando un’insana gelosia per qualsiasi donna che veniva fotografata al suo fianco, ma allo stesso tempo augurandosi che lui fosse felice.

    «Ciò che Kent voleva è irrilevante, a questo punto. Credi che lui desiderasse che, morendo, suo figlio rimanesse senza padre?» Nico fece un ampio gesto con la mano. «Voglio conoscere il bambino e diventare per lui suo zio.»

    Se lei avesse permesso quel contatto la verità sarebbe venuta troppo presto a galla, si disse Beth, e lui non l’avrebbe certo ringraziata per le conseguenze. Anzi, si sarebbe infuriato, e di certo l’avrebbe biasimata.

    «Forse non avrà un padre, ma una madre sì. Le decisioni su chi mio figlio conoscerà

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