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Un matrimonio imprevisto: Harmony Collezione
Un matrimonio imprevisto: Harmony Collezione
Un matrimonio imprevisto: Harmony Collezione
E-book154 pagine3 ore

Un matrimonio imprevisto: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Christian Ravelli non smette di maledire il giorno in cui ha sentito per la prima volta il nome di Belle Brophy: scoprire che suo padre è morto lasciando dietro di sé una nidiata di figli illegittimi in Irlanda non è stata una sorpresa sconvolgente, ma per mettere a tacere l'ennesimo scandalo sulla sua famiglia deve cercare di convincere ad accettare il suo piano l'incantevole quanto determinata Belle.

L'unica preoccupazione di Belle è il bene dei suoi fratellastri: è disposta a tutto per garantire loro la sicurezza che lei non ha mai potuto avere, anche ad accettare di mettere al dito l'anello nuziale di Christian.



Miniserie "Uomini straordinari" - Vol.1/3
LinguaItaliano
Data di uscita20 feb 2017
ISBN9788858962619
Un matrimonio imprevisto: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    Un matrimonio imprevisto - Lynne Graham

    successivo.

    1

    Christian Ravelli lanciò uno sguardo incredulo all'avvocato di famiglia. «Si tratta di un pesce d'aprile fuori stagione?» domandò accigliato.

    Robert Ludlow, socio anziano dello studio Ludlow & Ludlow, non sembrava affatto divertito. Christian, un facoltoso banchiere specializzato in società di capitali e ricco come Creso, non era un uomo con il quale scherzare. Anzi, se era dotato di senso dell'umorismo Robert doveva ancora vederlo. A differenza del suo non rimpianto padre, Gaetano Ravelli, Christian prendeva ogni aspetto della vita con molta serietà.

    «Temo che non si tratti di uno scherzo» confermò infatti Robert. «Suo padre ha avuto cinque figli da una donna in Irlanda...»

    Christian era sbigottito. «Intende dire che in tutti quegli anni in cui andava a pescare nella sua proprietà in Irlanda...»

    «Temo di sì. Credo che il figlio più grande abbia quindici anni.»

    «Quindici? Ma questo significa...» Christian strinse le labbra, gli occhi scuri che scintillavano di rabbia, prima di lasciar uscire un commento pesante che nessuno aveva mai sentito da lui, a parte i suoi fratelli. Si domandò perché mai si stupisse dell'ennesima prova del comportamento dissoluto di suo padre. Dopotutto, nella sua vita irresponsabile Gaetano aveva lasciato dietro di sé una coda di ex mogli sconvolte e arrabbiate, oltre a tre figli legittimi, quindi perché non avrebbe potuto avere avuto un'altra relazione da cui erano nati altri figli?

    Christian non era la persona più adatta a rispondere a quella domanda. Infatti, non si era mai assunto il rischio di poter mettere al mondo un figlio illegittimo, ed era scosso al pensiero che suo padre potesse averlo fatto per ben cinque volte. Soprattutto dal momento che non si era mai interessato neppure dei figli legittimi. Prevedeva che i suoi fratellastri Nik e Zarif sarebbero stati altrettanto scioccati, ma sapeva anche che il problema sarebbe ricaduto soprattutto sulle sue spalle.

    Nik era rimasto duramente colpito dalla rottura del suo matrimonio, e la parte che lui aveva avuto nella vicenda rendeva ancora insonni le sue notti. Quanto al fratellastro più giovane, come nuovo governante di un paese del Medio Oriente non aveva certo bisogno dello scandalo che la vicenda del padre avrebbe potuto suscitare se i media fossero venuti a conoscenza della storia.

    «Quindici anni...» ripeté, pensando che la madre di Zarif doveva essere stata tradita per l'intera durata del suo matrimonio senza neppure saperlo. Di sicuro non era qualcosa che Zarif avrebbe voluto che fosse divulgato. «Mi scuso per la mia reazione, Robert. Questa notizia è veramente uno shock. E della madre dei bambini... che cosa si sa?»

    Robert aggrottò un sopracciglio grigio. «Ho contattato Daniel Petrie, il manager della proprietà in Irlanda, ponendogli delle domande. Ha detto che fin da quando è apparsa in paese, Mary Brophy è sempre stata vista come una disgrazia e un motivo di imbarazzo» rispose in tono quasi di scusa.

    «Ma se era la prostituta locale non sarebbe dovuta finire nel letto di Gaetano» proruppe Christian prima di potersi rimangiare quell'opinione, anche se non era un segreto per la famiglia che suo padre aveva sempre preferito donne discutibili e promiscue piuttosto che donne dalla moralità specchiata, a parte quelle che aveva sposato. «E cosa ha stabilito mio padre per provvedere a quest'orda di figli?»

    «Per questo ho deciso di portare la faccenda alla sua attenzione.» Robert si schiarì la gola. «Gaetano non ha nominato né la donna né i figli nelle sue volontà testamentarie.»

    «Mi sta dicendo che mio padre non ha lasciato nulla a queste persone?» sbottò Christian incredulo. «Ha avuto cinque figli con questa... questa donna... con la quale è stato per parecchi anni, eppure non ha provveduto a lasciar loro del denaro?»

    «Neppure un penny a nessuno di loro» confermò Robert a disagio. «Ho pensato che avesse stretto un qualche accordo privato per provvedere a loro, ma a quanto pare non è così, dal momento che ho ricevuto una comunicazione dalla donna con la richiesta di pagare le tasse scolastiche. Come sa, suo padre si è sempre preoccupato del presente, piuttosto che del futuro, e immagino che avesse previsto di vivere ben oltre gli ottant'anni.»

    «Invece di morire a sessantadue, irresponsabile come è sempre stato, lasciando tutto questo pasticcio sulle mie spalle» sbuffò Christian, perdendo la pazienza a mano a mano che approfondiva la situazione. «Dovrò occuparmi personalmente della faccenda, non voglio che i giornali si impadroniscano della storia, scatenandosi in illazioni e congetture.»

    «Naturalmente» convenne Robert. «È risaputo che i media sguazzino nelle storie di uomini facoltosi che abbiano avuto molte mogli e amanti.»

    Ben conscio di questo, Christian serrò i denti, gli occhi scuri che emanavano fiamme di rabbia. Suo padre era stato già motivo di imbarazzo da vivo, lo faceva infuriare la possibilità che potesse diventare ancor più scomodo dopo la sua morte.

    «Spero proprio che i bambini possano essere dati in adozione e tutta l'intera storia venga messa a tacere» confidò piattamente.

    Notò che Robert appariva un po' sconcertato, ma si affrettò a stamparsi in viso un'espressione impassibile.

    «Pensa che la madre sarà d'accordo?» gli domandò in tono mite.

    «Se è il tipo di donna preferito da mio padre, sarà ben felice di farlo, davanti all'offerta di una giusta... compensazione.» Christian scelse le parole con sorprendente freddezza.

    Robert capì e cercò di immaginarsi un contesto in cui una donna accettasse di dare in adozione i suoi figli per un prezzo ritenuto congruo. D'altra parte, non aveva dubbi che Christian avesse le sue ragioni per sapere esattamente ciò di cui stava parlando e fu tutt'a un tratto grato di non aver avuto una vita che lo avesse reso tanto cinico riguardo alla natura umana.

    Essendosi occupato per anni delle finanze di Gaetano, era al corrente che Christian proveniva da un passato turbolento, e ben difficilmente avrebbe potuto riconoscere l'amore profondo e la lealtà che molti adulti riservavano alla loro prole.

    Già abbastanza stressato dal suo recente viaggio di affari in Svizzera, Christian prese il telefono per chiedere a Emily, la sua assistente, di prenotargli un volo per Dublino. Si sarebbe occupato al più presto di quella sgradevole faccenda, in modo da poter tornare in fretta al lavoro.

    «Li odio!» si sfogò Belle, il bel viso contratto per la rabbia appassionata. «Detesto tutti i Ravelli vivi.»

    «Allora dovresti odiare i tuoi stessi fratelli e sorelle» le ricordò ironicamente la nonna. «E sai bene che non è quello che provi...»

    Belle dominò a fatica la collera, poi rivolse alla nonna uno sguardo di scusa. Isa era una donna piccola e docile dai capelli grigi e gli occhi verdi della stessa sfumatura dei suoi. «Quell'orribile avvocato non ha neppure risposto alla lettera di mamma con la richiesta di pagare le tasse scolastiche. Li odio perché ci costringono a elemosinare per quelli che dovrebbero essere i diritti dei bambini!»

    «Non è piacevole» concesse Isa Kelly mestamente. «Ma dobbiamo ricordare che il responsabile di questa orribile situazione è proprio Gaetano Ravelli...»

    «Non lo dimenticherò mai questo!» La nipote imprecò con violenza, marciando con frustrazione verso la finestra che si affacciava sul piccolo giardino sul retro dell'abitazione.

    Ed era la verità. Da ragazzina a scuola era stata crudelmente presa in giro a causa della relazione che sua madre aveva avuto con Gaetano Ravelli. La vicenda di quel lungo e prolifico rapporto con un uomo sposato era stata di dominio pubblico nella zona. Sua madre Mary era stata etichettata come una prostituta, e lei, che era un'adolescente sensibile, si era dovuta portare addosso quell'umiliazione.

    «Be', se n'è andato ora» le rammentò Isa. «E, cosa più triste, lo stesso vale per tua madre.»

    Un dolore familiare dilagò nel petto di Belle per la perdita di quella calda e amabile presenza in famiglia, e la rabbia sul suo viso si ammorbidì. Era trascorso solo un mese da quando sua madre era morta in seguito a un attacco cardiaco, e lei non aveva ancora superato lo shock di quell'evento inaspettato. Mary era stata una donna ridente e allegra di poco più di quarant'anni, e non era mai stata ammalata. Tuttavia aveva un cuore debole e i medici l'avevano messa in guardia dal rischio di un'altra gravidanza dopo la nascita difficile dei gemelli. Ma quando mai Mary aveva dato prova di buonsenso? Aveva continuato come sempre lungo la sua vita appassionata noncurante di quanto potesse costarle, scegliendo l'amore invece della prudenza, e dando alla luce ben sei figli piuttosto che optare per anni di vita cauta e tranquilla.

    A dispetto di tutto quello che era stato detto di lei, Mary era stata una grande lavoratrice, una persona gentile che non aveva mai pronunciato parole cattive su chicchessia ed era sempre stata la prima a offrire aiuto quando i vicini avevano avuto bisogno. Nel corso degli anni molti di quelli che l'avevano aspramente criticata avevano finito per diventarle amici, apprezzando la sua natura gentile. Ma Belle non era mai stata come sua madre, e aveva sempre pensato che fosse una donna oppressa e sfruttata. L'aveva amata, però aveva sempre detestato Gaetano Ravelli per la sua falsità e il suo modo di essere, egoista e manipolatore.

    Come avvertendo la tensione, Tag si mise a uggiolare ai suoi piedi e lei si chinò a fargli una carezza. Il cane le rivolse un'occhiata adorante con i suoi grandi occhi castani. Nel piegarsi, i lunghi ricci color tiziano le caddero ai lati del viso. Belle li raccolse con la mano annodandoli sommariamente, chiedendosi quando avrebbe trovato il tempo per andare dal parrucchiere, ammesso che fosse riuscita a scovare il denaro, viste le ingenti spese cui dovevano far fronte per le cose più elementari.

    Almeno l'antica dépendance di Mayhill House, era di loro proprietà, come aveva stabilito Gaetano anni prima per dare un senso di falsa sicurezza a sua madre. Ma a cosa serviva avere un tetto sulla testa quando Belle non era neppure in grado di pagare le spese? Certo, se fossero stati dei senzatetto sarebbe stato anche peggio. Nell'eventualità peggiore avrebbe sempre potuto mettere in vendita la dépendance e trovare qualcosa di più piccolo ed economico dove vivere. Sfortunatamente avrebbe dovuto lottare con tutte le sue forze per ottenere ciò che spettava di diritto ai bambini. Illegittimi o meno, i suoi fratellastri avevano il diritto legale di ereditare una parte della proprietà del padre, ed era compito suo portare avanti quella battaglia per loro.

    «Devi lasciare a me il compito di badare ai bambini adesso» le disse a quel punto la nonna. «Mary era mia figlia, e se ha commesso degli errori non voglio stare a guardare mentre tu ne paghi il prezzo...»

    «I ragazzi sarebbero un impegno troppo gravoso per te» replicò Belle. La nonna poteva essere sana e robusta, ma aveva settant'anni e non sarebbe stato giusto lasciare quel fardello sulle sue spalle.

    Isa le ricordò che proprio per sfuggire a quella situazione lei si era iscritta a una università lontana, e progettava di andare a lavorare a Londra una volta laureata. Belle però rispose che la vita era così, cambiava senza che si potesse fare niente al riguardo. I ragazzi avevano perso entrambi i genitori in due mesi ed erano molto insicuri. L'ultima cosa di cui avevano bisogno era che anche lei sparisse dalle loro vite.

    «Bruno e Donetta sono entrambi in collegio, quindi vengono a casa solo per le vacanze» le fece notare la donna più anziana, riluttante a cedere. «I gemelli frequentano le elementari, solo Franco è ancora a casa, ma ha due anni e

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