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Yule - Viaggio nel cuore dell'inverno
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E-book97 pagine1 ora

Yule - Viaggio nel cuore dell'inverno

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Fantasy - romanzo breve (74 pagine) - Quando la notte soverchia il giorno e il Velo fra i mondi si fa sottile, Kíra inizia la sua caccia.


Islanda, 997 d.C.

Kíra, esule del Regno di Rus’, si rifugia sull’Isola dei Ghiacci pur di non convertirsi alla religione del Cristo. Scopre presto, però, che anche i Signori di quella terra remota stanno iniziando ad abbandonare la fede negli Antichi Dei.

Tuttavia, poco dopo la notte di Yule, la signora di Hof – moglie di un goði da poco fattosi cristiano – la convoca con una richiesta disperata: suo figlio dorme un sonno simile alla morte; serve una strega, una Cacciatrice, per affrontare il viaggio nelle terre dell’Altrove alla ricerca dell’anima del ragazzo.

Kíra è proprio questo: una custode delle antiche tradizioni, addestrata per opporsi agli esseri che, nel periodo più oscuro e freddo dell’anno, varcano il confine fra i mondi. Vincolata da un giuramento antico di secoli, la guerriera accetta di attraversare le lande dell’Inverno per restituire alla goðia il fanciullo perduto.

Ad accompagnarla ci sarà uno scontroso servo cristiano, che cercherà di venire a patti col proprio imperscrutabile ruolo in quell’impresa.

Fra oracoli millenari che vivono in antichi abeti e diafane fanciulle di neve, fra gnomi malevoli e orribili demoni dalle fattezze animalesche, Kíra combatterà per l’orgoglio della propria stirpe, svelando passo dopo passo l’intricato disegno che il fato ha in serbo per lei, ultima delle Cacciatrici.


Laura Silvestri è nata a Roma nel 1982. Laureata in Ingegneria Gestionale, nel tempo libero si dedica alla lettura e alla scrittura. Suoi racconti sono usciti in antologie ed ebook di diversi editori (tra cui Delos Digital, Kipple Officina Libraria e Watson Edizioni).

Il suo romanzo Nel nome della Dea ha vinto nel 2015 la quinta edizione del premio Streghe, Vampiri & Co., ed è stato pubblicato dalla Giovane Holden Edizioni.

A marzo 2019 è uscito il suo secondo romanzo fantasy, Jingū. La Leggenda di un’Imperatrice per Watson Edizioni.

Con Delos Digital ha pubblicato i racconti lunghi La notte in cui tutte le donne e Materia Grigia nella collana Futuro Presente.

È presente in diverse antologie Mondi Incantati, contenenti i racconti premiati al trofeo RiLL e SFIDA. Nel 2019 vince la XXV Edizione del Trofeo RiLL con il racconto Leucosya, contenuto nell’antologia Leucosya e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni (Edizioni Quality Games).

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2019
ISBN9788825410822
Yule - Viaggio nel cuore dell'inverno

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    Anteprima del libro

    Yule - Viaggio nel cuore dell'inverno - Laura Silvestri

    9788825410341

    Introduzione

    I personaggi dei racconti avventurosi di Laura Silvestri sono sempre tratteggiati benissimo, anche con pochi tocchi; soprattutto le donne, forti, incisive e per nulla convenzionali; e sempre credibili, coraggiose ma non super eroine.

    Laura ha la capacità di calarle in mondi coerenti, spesso sospesi tra storia e mito reinventati con fantasia poetica, dote dimostrata in Jingū. Leggenda di un'imperatrice.

    Nei tre numeri speciali di dicembre della collana Heroic Fantasy Italia/Delos Digital, le abbiamo quindi affidato la scrittura di un racconto di Heroic Fanasy dedicato allo Yule, la festa del solstizio d'inverno dell'Europa precristiana, nel più puro stile Heroic Fantasy. Mentre Giorgio Smojver ne I Tre Re rielabora la leggenda cristiana del Re Magi in tono tra lo Sword & Sorcery e il fiabesco; e Cristiano Fighera in Gli impostori di Natale ne fa un contrappunto grottesco, ironico ed esilarante.

    Kira, eroina di questa storia, vive in un tempo storico preciso: gli anni intorno al Mille, quando monarchi energici, Sven in Danimarca, Olaf Tryggvason in Norvegia e Vladimir in Russia, unificarono i loro paesi e imposero la fede cristiana. Per affermare l'autorità reale avevano bisogno di una rete amministrativa che solo le chiese cristiane, orientale e occidentale, potevano offrire. Anche in Islanda il conflitto tra la fazione pagana e quella cristiana si risolse a favore della seconda, anche per la pressione norvegese.

    Ma il tempo mitico, ed è quello di Yule. Si sa poco di come venisse percepita e celebrata questa festa, è uno degli aspetti su cui i cronisti più si accanirono, ma Laura ne coglie il punto essenziale: il conflitto tra l'Inverno e la Primavera, che si ritrova sia nei miti slavi che in quelli norreni. Non sorprenda l'accostamento: la Russia di Kiev era ancora legata alle origini scandinave, e la presenza di Kira in Islanda è perfettamente credibile.

    Per gli Slavi lo scontro culmina nel duello tra il dio del cielo e delle querce Perun e il dio-drago sotterraneo Veles, corrispondenti al Re Quercia e al Re Agrifoglio Celti. Per i Norreni, nel tentativo dei Giganti del Gelo di portare a Jotunheim la dea Freya, o l'uccisione del luminoso figlio di Odino, Baldr da parte di Hodr, il dio dell'inverno, per inganno di Loki, o, un'altra versione, in duello per amore della dea Nanna1.

    È anche il tempo in cui le creature fatate rapiscono i bambini umani, se non ricevono le offerte convenienti (a seconda dei luoghi, birra, latte, o pani dolci).

    Il conflitto tra Inverno e Primavera è uno dei due temi mitici del racconto. L'altro è la contiguità del mondo degli umani al Mondo Fatato, un ricordo di credenze precristiane mantenuto nelle composizioni poetiche medievali in quasi tutta Europa. Un tratto comune di tutte le ballate e i racconti è che il tempo scorra in maniera diversa nel mondo fatato; in alcuni i protagonisti hanno la sensazione di vivere anni nel mondo fatato, per poi tornare e accorgersi che non è passato un giorno; in altri, al contrario, ogni giorno nel Mondo Fatato corrisponde ad anni in quello umano.

    Laura prende questi due temi mitici e li sviluppa in momenti di fantasia epica, alternati a tratti di realismo e anche di umorismo, con gli occhi di un'eroina che speriamo di ritrovare in altre avventure.

    I

    La lunga notte

    Dintorni del villaggio di Hof, regione del Vestfirðir, Islanda nord-occidentale, dicembre 997 d.C.

    Sedeva in silenzio, la lunga spada posata sulle ginocchia, la cote stretta nel pugno che cantava la sua litania sibilante mentre affilava senza posa. Il lento graffiare della pietra sul metallo era l’unico suono nella casupola, fatta eccezione per il crepitare delle fiamme nel focolare.

    Era già buio.

    La luce del giorno si era trattenuta per un tempo sorprendentemente breve: quattro, forse cinque ore di un sole pallido e rosaceo, sfumate poco a poco in una notte quieta. Non era da molto che Kíra si era stabilita in quelle terre, ma sapeva riconoscere le notti che seguivano Yule. Le avrebbe sapute distinguere, in qualsiasi luogo del mondo, dal brivido che le correva sottopelle quando l’anno era prossimo a concludersi, e portava con sé il gelo e cupe, antiche paure. Gli dei chiedevano un sacrificio, allora, per restituire la pienezza del giorno e, se i popoli non erano pronti a garantirlo, prendevano da soli i propri tributi.

    Si fermò un istante a valutare la lama che rifletteva i guizzi danzanti del fuoco. Presto le sarebbe servita: checché ne dicessero i seguaci del Cristo, non v’era letizia in quelle notti. A dominarle era la forza ancestrale dell’Inverno, delle sue creature che tornavano potenti dopo aver sconfitto gli spiriti dell’Estate. Non poteva esserne certa, ma sentiva che quell’isola – l’Isola del Ghiaccio, così era chiamata – non avrebbe fatto eccezione.

    Fuori dalla casa che il goði¹ le aveva concesso quando si era stabilita in quel luogo inospitale, un lupo ululò al vento tagliente. Il fischiare delle raffiche le riportò memorie ancora dolorosamente vive. Sua madre che tornava dalla caccia, il volto macchiato di vermiglio, le ciocche bionde intrecciate con ghirlande d’agrifoglio. Babushka² che rimestava il calderone cantando per lei e per sua sorella. Anche allora Kíra affilava spade e pugnali, ma lo faceva col cuore leggero, mentre Yelena la fissava, muovendo le mani in aria, mimando ogni suo gesto per imparare. Adesso babushka era morta, e sua sorella più giovane era andata in sposa. In sposa, per tutti i fulmini di Perun! E lo aveva fatto sotto le insegne d’un prete cristiano. Non le pareva ancora possibile.

    Scosse il capo, riprese ad affilare. Non poteva permettersi la nostalgia. Non in quel periodo dell’anno.

    Il lupo ululò di nuovo. Stavolta Kíra riconobbe il timbro familiare in quel verso acuto e prolungato. Si trattava di un maschio giovane, senza branco, che girovagava spesso attorno alla sua casa. Sembrava nervoso: un breve ringhio seguì il suo canto al cielo.

    Deve aver fiutato un forestiero, si disse. Posò a terra la spada e la cote e si alzò in piedi. Per istinto si guardò attorno, cercando una finestra da cui spiare i visitatori indesiderati. Scosse la testa subito dopo, dandosi della stupida: ancora non si era abituata a quelle strane abitazioni dal pavimento scavato nella terra, a quei tetti di zolle e paglia che spiovevano fin quasi a sfiorare il suolo per proteggersi dalla furia degli elementi. Le basse pareti di pietre ammassate non mostravano che strette feritoie. Persino nelle poche ore di sole la casa era immersa in una debole penombra, con sottili lame di luce che filtravano a rischiarare il focolare.

    Si strinse nella veste di lana e, dischiusa la porta d’ingresso, si affacciò nel gelo della pianura innevata. Il nitore della notte la sorprese ancora una volta: oltre i picchi più alti, brillanti luci nelle sfumature dello smeraldo rifulgevano in un caleidoscopio incantevole. Su quell’isola le ore d’oscurità erano lunghe a passare, ma pareva che gli dei avessero trovato il modo per renderle meno spiacevoli agli uomini: come una nobildonna coi suoi gioielli, così la notte si faceva bella, vestendosi di

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