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20 destini straordinari del XX secolo
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E-book306 pagine4 ore

20 destini straordinari del XX secolo

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Info su questo ebook

Da Winston Churchill a Nelson Mandela, da Ernest Hemingway a Saint-Exupéry ecc., i "ritratti" di venti destini straordinari del XX secolo. Personaggi che hanno marcato il loro tempo o hanno influenzato il corso della Storia o hanno lasciato tracce indelebili nel cuore degli uomini.
LinguaItaliano
Data di uscita1 apr 2020
ISBN9788831665957
20 destini straordinari del XX secolo

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    Anteprima del libro

    20 destini straordinari del XX secolo - Domenico Vecchioni

    L’autore

    Lawrence d’Arabia ovvero delle ambizioni frustrate.

    Lawrence d’Arabia scrisse un giorno: Tutti gli uomini sognano, ma non allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi delle loro menti, si svegliano al mattino per scoprirne la fatuità; ma i sognatori di giorno sono persone pericolose, perché possono agire sul loro sogno con occhi aperti, per renderlo possibile .

    Parole che riferiva verosimilmente a se stesso! Tutta la vita, in effetti, Lawrence inseguirà ad occhi aperti il suo sogno di gloria e di grandezza, operando ai limiti delle possibilità umane per renderlo possibile, per farne una realtà concreta. Quando si accorgerà di non esserci riuscito, quando il suo grandioso progetto gli si scioglierà tra le mani, si chiuderà allora in uno stato di profonda disperazione, scosso da pulsioni all’autodistruzione sociale e fisica che lo porteranno inevitabilmente in braccio alla morte. Certo, la causa contingente del suo decesso fu un banale incidente di motocicletta. Ma la sua dolorosa discesa agli inferi era già cominciata anni prima, la sua folle corsa verso il proprio annichilimento aveva da tempo raggiunto il punto di non ritorno. Dentro di sé Lawrence era già morto perché non era stato capace di realizzare il suo sogno di assoluto, di dare corpo alla visione che perseguiva ad occhi aperti. Non gli restava allora altra alternativa se non quella chiudere per sempre gli occhi e dimenticare il suo sogno.

    Archeologo, uomo di cultura, ufficiale, spia, agente di influenza, scrittore, filosofo, chi era esattamente Lawrence d’Arabia?

    Per gli arabi è stato un liberatore, per gli inglesi un traditore, per i suoi detrattori solo un megalomane occupato a creare il mito di se stesso, per Churchill.uno dei più grandi principi che la natura abbia creato. In effetti non è facile circoscrivere la personalità di un uomo che è entrato vivo nella leggenda, non è agevole riassumere in poche righe la vicenda storica e politica di un personaggio dalle motivazioni spesso inafferrabili, dal carattere particolarmente introverso, dalle ambizioni illimitate, dai sentimenti tenuti nascosti, dai comportamenti non di rado contradditori. Consapevole peraltro della complessità del suo carattere, lo stesso Lawrence diceva di sé: non sono tra gli uomini che si possono riassumere in tre parole.

    Sta di fatto che gli anni da lui vissuti in Medio Oriente rivestono un carattere davvero eccezionale per l’evoluzione politica di quella regione e il suo contributo alla causa araba si rivela di immensa portata. Anche se, in definitiva, le ragioni della politica internazionale, i rapporti di forza tra le potenze coloniali, la realpolitik delle nazioni vincitrici della Prima guerra mondiale avranno il sopravvento e determineranno il fallimento del progetto di cui Lawrence si era perdutamente innamorato e nel quale si era totalmente identificato. La creazione cioè di un grande regno arabo che unificasse tutta la penisola araba, da Aleppo fino ad Aden, un regno libero e indipendente, con a capo un sovrano illuminato e amico della Gran Bretagna. Ma se il suo sogno è svanito, non ne sono sparite le tracce sui sentieri della Storia.

    Chi era dunque Lawrence d’Arabia?

    Secondo di cinque figli illegittimi, Thomas Edward Lawrence nasce nel 1888 a Tremadoc, sperduta cittadina del Galles settentrionale, a seguito di una relazione avuta dal padre Thomas Robert Chapman con la sua giovane governante, Sarah Maden. Per tutta la vita, in un paese dai costumi particolarmente austeri e bigotti, soffrirà e risentirà della illegittimità della sua nascita. Suo padre addirittura sarà costretto a trasferirsi in Inghilterra e persino a cambiare il cognome, diventando appunto Lawrence. Thomas Edward cercherà di compensare in qualche modo quella condizione sociale considerata dai benpensanti riprovevole, attraverso una marcata originalità di spirito, un profondo senso di indipendenza e un ostentato disprezzo delle convenzioni sociali.

    Dotato di eccezionale intelligenza, a due anni impara l’alfabeto ascoltando il fratello maggiore che lo recita, a sei anni comincia lo studio del latino. Vivendo in un ambiente di ragazzi (i suoi quattro fratelli e i suoi compagni di scuola) si sente sempre più attratto dall’universo maschile, mentre la sua timidezza nei confronti delle donne si trasforma presto in una sorta di avversione. E’ destinato a diventare omosessuale? Non è affatto detto. Niente, come vedremo, è semplice da interpretare nel comportamento di Thomas Edward, affettuosamente chiamato in famiglia Ned. Sportivo, vorrà costantemente mettersi alla prova, dimostrando un volontà ferrea nel cercare di superare i propri limiti. Probabilmente anche per dominare un fisico che certo non lo avvantaggia. Ned infatti è piccolo di statura. A causa di un incidente avvenuto a scuola durante la ricreazione, la sua crescita ne risente in maniera significativa e non supererà 1,65m di altezza. Biondo, occhi azzurri, carnagione bianca (immagine ben riflessa - salvo la statura - dall’attore Peter O’Toole nel celeberrimo film di David Lean), negli anni dell’adolescenza va su è giù per la Gran Bretagna in bicicletta alla scoperta dei capolavori dell’arte romanica. Entrato all’Università di Oxford, si tuffa nello studio delle sue materie preferite, la Storia e l’Archeologia. La sua via dunque è già tracciata: sarà archeologo.

    Grazie all’appoggio del professor David George Hoggart, eminente orientalista che ne ha intuito le straordinarie qualità, Thomas Edward otterrà un borsa di studio per recarsi nelle regioni da lui sognate, in Asia Minore, nel paese degli Ittiti, per completare la sua originale tesi di laurea dedicata all’influenza delle crociate sulla architettura militare europea. Da Beirut a Sidone, da Haifa a San Giovanni d’Acri, il futuro Lawrence d’Arabia percorrerà tutta la regione, allora ancora saldamente tenuta dall’impero ottomano. E lo farà a modo suo, dimostrando già in questa occasione la particolarità del suo carattere. Animato da uno stupefacente entusiasmo di esploratore, tende ad integrarsi, quasi a mimetizzarsi, nell’ambiente che si appresta a scoprire e di cui vuol sentirsi parte. Veste insomma, mangia, sopporta il caldo del giorno e il freddo della notte come un vero arabo. E, cosa considerata allora una follia, viaggia da solo, spesso a piedi, armato di una pistola Mauser, dotato di una apparecchio fotografico e con solo un paio di scarpe di ricambio. La regione insomma l’affascina e fa vibrare la sua sensibilità (gli arabi esercitano un’attrazione particolare sulla mia immaginazione), non sa ancora che ne diventerà l’eroe di riferimento.

    Al ritorno in Inghilterra la sua tesi sarà accolta con favore perché dimostra in maniera inconfutabile che sono stati i crociati a portare in Oriente l’arte della fortificazione e non il contrario.

    Sempre grazie alla protezione del Professor Hoggart, Thomas Edward potrà continuare a vivere il proprio sogno e trasformare un’infatuazione iniziale in vera e propria passione. Una nuova e consistente borsa di studio gli consentirà, in effetti, di vivere tre anni nelle regioni arabe, partecipando agli scavi archeologici del suo protettore sul sito di Karkemish (odierna Siria). L’osmosi con il paese ospite diventa totale. E’ molto giovane, ha appena 21 anni, ma ha l’impressione di aver sempre vissuto nella favolosa terra della Mesopotamia. Insomma le rive dell’Eufrate, il deserto, le fortezze, le tempeste di sabbia, le Oasi, tutto questo gli è stranamente familiare. Impara facilmente l’arabo e alcuni dialetti curdi. Insomma è felice!

    E’ questa l’epoca in cui Thomas Edward fa amicizia con un giovane arabo, Salim Ahmed, detto Dahum, un umile addetto alla distribuzione dell’acqua, un ragazzo di straordinaria bellezza. Passano molto tempo insieme, viaggiano uniti, Thomas si diverte a fotografarlo con malcelata ammirazione e ne fa il suo assistente personale. Amicizia dunque o qualcosa di più? Nel suo diario Lawrence non svela il segreto, anche se confessa di aver amato quello splendido ragazzo, che peraltro morirà poco prima della presa di Damasco. Tutti i suoi biografi si sono posti quindi la questione: Lawrence d’Arabia era omosessuale? Del resto il suo capolavoro letterario I sette pilastri della saggezza è dedicato a un misterioso S.A., la cui identità non è mai stata individuata con certezza. Ma, appunto, non potrebbe trattarsi proprio di Salim Ahmed? Ad un’analisi superficiale tutto porterebbe a credere che Lawrence fosse effettivamente un omosessuale. La sua educazione, il carattere della madre, i rapporti con i suoi fratelli e i compagni di scuola, l’universo maschile in cui si è sviluppato, la forte avversione che prova nei confronti delle donne considerate ingombranti e possessive, la sua affettuosa amicizia con Dahum, tutte circostanze insomma che potrebbero agevolmente portare alla conclusione della sua omosessualità, una condizione peraltro da tenere assolutamente nascosta. Bisogna infatti considerare che all’epoca l’omosessualità non era solo moralmente riprovevole, ma era considerata un vero reato penale, reato abolito in Inghilterra solo nel 1967, in Scozia addirittura nel 1979! Ammettere quindi l’omosessualità di Lawrence avrebbe verosimilmente fatto cadere una macchia di nero sull’alone bianco del mito….

    Spiegazione certo plausibile, ma forse non sufficiente per interpretare compiutamente la complessa personalità di Lawrence, il quale si considerava un puro, un missionario deciso a evitare le contingenze fisiche e sessuali. Tutte le incredibili prove fisiche cui si sottopone con assoluto stoicismo (camminare scalzo con i piedi sanguinanti fino all’esaurimento, sopportare senza lamentarsi le febbri malariche, la dissenteria, il cibo cattivo, le pulci, la mancanza d’acqua e di pulizia, ecc…) fanno pensare ad un uomo che vuole dominare il suo fisico e schiacciarne quindi anche la sessualità.  Del resto le forti amicizie tra giovani maschi erano in quegli anni tipiche nei paesi arabi, dove i ragazzi vivevano l’adolescenza molto uniti tra loro, ignorando praticamente le donne fino al giorno del matrimonio.  Anche questa pare un’interpretazione plausibile.

    In ogni caso gli anni degli scavi di Karkemish saranno i più fasti nella vita del giovane Lawrence. Si afferma come archeologo, si integra felicemente nell’ambiente arabo, stringe vigorose amicizie con i locali che lo considerano uno di loro, impara la lingua e i costumi della regione, si veste già come un principe beduino con il pugnale d’oro alla cintura. Non può essere consapevole di aver concluso una sorta di formazione necessaria per essere protagonista della straordinaria vicenda che gli riserva il destino e che lo farà entrare nella leggenda.

    Il 29 ottobre 1914 la Turchia – alleata della Germania – attacca unità russe e si ritrova pochi giorni dopo in guerra con Gran Bretagna e Francia. La possibile rivolta araba diventa improvvisamente un fattore fondamentale della strategia britannica della regione. Una regione ancora totalmente dominata da Costantinopoli e popolata da tribù e potentati locali spesso in competizione tra loro. Tendono certo di affrancarsi dal giogo turco, ma non è così scontato che vorranno farlo accanto alla Gran Bretagna, paese colonialista e infedele. Combattere a fianco dei cristiani inglesi contro i turchi? Per molte tribù musulmane della penisola arabica sarebbe una prospettiva inaccettabile…

    I sevizi segreti di Londra allora si agitano, cercano ansiosamente le persone più adatte per districarsi nel complicato scenario mediorientale, per cavalcare le aspirazioni autonomiste arabe in funzione anti-turca e allo stesso tempo in favore degli interessi britannici…Di candidati veramente idonei ce ne sono pochi. Ancora una volta sarà il Prof. Hoggart a influenzare il destino di Lawrence. Segnala infatti al Military Intelligence Office il suo giovane protetto gallese che ha adottato le usanze e i costumi dei beduini, è capace di condurre la loro stessa vita, di vestire come loro, di sopravvivere come loro alle incognite del deserto e parla perfettamente la loro lingua. Insomma un elemento più unico che raro e che l’Intelligence britannica non può lascarsi sfuggire. Ecco dunque Thomas Edward Lawrence arruolato nei ranghi degli agenti segreti e spedito al Cairo, presso lo Stato Maggiore britannico, sotto la copertura di addetto al Servizio di Topografia.

    La situazione in Medio Oriente è sempre più complicata. Egitto e Gran Bretagna si confrontano con l’impero ottomano nel Sinai. I britannici vorrebbero impossessarsi della Palestina invasa dai turchi. L’emiro Hussein e suo figlio Faysal sono d’accordo per sbarazzarsi dei turchi con l’aiuto degli inglesi, ma per far questo occorrerebbe che tutte le numerose tribù della regione riconoscessero Hussein come Capo unico e incontestato. Prospettiva non affatto acquisita e anzi decisamente avversata da diversi capi locali. I militari turchi in ogni caso sono massicciamente presenti nella regione. Nello stesso Hedjaz, il regno governato da Hussein, il più importante della penisola, custode delle città sante di Medina e La Mecca, ben 15.000 soldati turchi assicurano la dominazione ottomana.

    Nel 1916, Faysal, l’unico figlio di Hussein in grado di continuare l’epica impresa iniziata dal padre, è al limite del disastro. Medina è stata ripresa dai turchi, le tribù alleate hanno perso l’entusiasmo iniziale e i Beduini cominciano a tornarsene nel deserto dove almeno ritroveranno la sicurezza. Ed è a quel momento che entra in scena il futuro Lawrence d’Arabia.

    Thomas Edward comincia a far passare presso lo Stato Maggiore del Cairo l’idea che Faysal è il migliore condottiero arabo possibile e che bisogna puntare tutto su di lui. Faysal sarà senz’altro in grado, con l’aiuto di pochi ufficiali inglesi, di cacciare i turchi. Ma a una condizione: promettergli l’indipendenza del futuro regno d’Arabia! Londra sembra piuttosto bendisposta alla proposta di appoggiare Faysal e di aiutarlo indirettamente con armi e consiglieri militari. Quanto all’indipendenza se ne potrà parlare più tardi, anche alla luce del corso degli eventi bellici. Ma la prospettiva non è scartata a priori…

    Lawrence per il momento è soddisfatto. Gli interessi inglesi sembrano coincidere con le aspettative arabe. Anche se non tutto è stato chiarito, in quel momento convivono in Lawrence, senza asncora entrare in contraddizione, l’agente dell’Intelligence britannica, promotore quindi della visione imperiale di Londra e il romantico difensore della causa araba.

    Lawrence viene quindi inviato presso Faysal in qualità di ufficiale di collegamento con le forze armate britanniche. Un incontro storico, un incontro che determinerà pesanti conseguenze sulla presenza turca nella penisola arabica. Scriverà più tardi Lawrence: Ho capito a prima vista che quello era l’uomo che ero venuto a cercare in Arabia, il Capo che avrebbe condotto la rivolta araba alla vittoria. Era alto, magro e diritto come una i, nel suo lungo vestito di seta bianca e la sua Kefiah scura ritenuta da un cordoncino di colore rosso e oro. Manteneva gli occhi abbassati e il suo viso pallido, sottolineato da una barba nera, sembrava una maschera posta su un corpo immobile ma che si indovinava stranamente vigile.

    Lawrence e Faysal discutono quindi in dettaglio la forma e le modalità che assumerebbe l’appoggio britannico. Come era prevedibile, viene subito escluso dall’emiro la partecipazione diretta di truppe imperiali. Per due motivi. Se gli inglesi sono addestrati per la guerra di trincea, i beduini per contro conoscono solo la guerriglia. Difficile quindi immaginare una loro integrazione sul campo. Inoltre gli inglesi sono pur sempre degli infedeli e le tribù beduine mai accetterebbero di combattere accanto a loro e per giunta in Terra Santa. Non rimane quindi, come aveva già intuito Lawrence, che prevedere consistenti aiuti finanziari (per incoraggiare diverse tribù ad unirsi alla lotta), armi, munizioni e specialisti inglesi del sabotaggio. Questi, in sintesi, i termini dell’accordo che Lawrence invia allo Stato Maggiore del Cairo, che lo approva senza riserve.

    Comincia la guerra personale di Lawrence d’Arabia.

    Per prima cosa bisogna riprendere Medina, la città santa, luogo simbolo per i musulmani che avevano profondamente sofferto per la sua perdita e che li aveva scoraggiati. Ma come procedere? Lawrence riflette. Medina si trova all’inizio della ferrovia fatta costruire dai tedeschi e saldamente controllata dai turchi, che va fino a Damasco. Tutto passa attraverso questa strada ferrata, chi la controlla, controlla anche le città che attraversa.

    Cercare di liberare Medina attaccando all’inizio della ferrovia sarebbe – fa presente Lawrence – un errore strategico. I turchi in effetti indietreggerebbero per concentrare uomini, munizioni e materiale più a nord e riunendo una tale massa di truppe impossibile poi da attaccare per i beduini numericamente inferiori. Sarebbe allora preferibile compiere numerosi atti di sabotaggio lungo il corso dell’intera ferrovia per obbligare i turchi a mantenere costantemente squadre di operai in attività, con le relative truppe di protezione, così da disperdere al massimo il potente dispositivo bellico ottomano. E così sarà.

    I sabotaggi di Lawrence mobiliteranno almeno 30.000 soldati turchi. Le truppe di Costantinopoli risulteranno a un certo punto così disperse che Lawrence ("El Laurens", come orami lo chiamano gli arabi) ritiene che ci siano le condizioni ottimali  per tentare di prendere lo strategico porto di Aqaba al fine eliminare ogni minaccia turca per gli Inglesi a Suez e incoraggiare la riconquista degli arabi. E sarà Lawrence in persona, unico ufficiale inglese presente, a guidare le truppe beduine, dopo aver vinto le esitazioni iniziali di Faysal e dopo un’epica marcia attraverso il deserto, alla conquista della città. La guarnigione turca, colta di sorpresa (ritenendo poco probabile di essere attaccata alle spalle, sicura di essere ben protetta dal deserto), finirà per arrendersi il 6 luglio 1917. Lawrence diventa improvvisamente celebre e viene acclamato dagli arabi come eroe nazionale. Vive in quei giorni il suo sogno di gloria e di grandezza! Ha messo a segno più di 80 sabotaggi all’esplosivo, senza tenere conto di rischi e pericoli. Ma il suo fisico ne ha pesantemente risentito. Pesa meno di cinquanta chili, è divorato dalle febbri malariche, ha nove ferite aperte e ha riportato 33 fratture. Sulla sua testa i turchi hanno anche messo una ricca taglia. Ma che importa. Lawrence sopporta tutto ed è sempre più entusiasta: è oramai aperta la strada verso Damasco, verso la sua Siria.

    Intanto la Palestina è conquistata dagli inglesi, che alla guida del generale Allenby entrano a Gerusalemme. Lawrence moltiplica le sue azioni di sabotaggio e colpi di mano contro i turchi guadagnandosi ulteriore rispetto e ammirazione da parte degli arabi. La Rivolta araba compie passi da gigante. Le perdite subite, i pericoli corsi, le sofferenze patite nella comune lotta all’impero ottomano finiscono per creare forti legami di solidarietà che fanno superare pregiudizi e prevenzioni. Viene finalmente costituita una forza mista, composta da inglesi, arabi del regno di Hedjaz, meharisti dell’esercito egiziano, musulmani del Nepal e nord africani dell’esercito francese, tutti uniti contro la Sublime Porta. Il generale Allenby, dopo Gerusalemme, avanza ora inesorabilmente verso Damasco. I turchi, capito di aver perso oramai la partita, abbandonano precipitosamente la città. Il sogno di Lawrence si avvera. Il 1 ottobre 1918 entra da trionfatore, in una Rolls-Royce blu accanto a Faysal, nella città smeraldo bordata di perle del deserto. Faysal sarà il re della Grande Arabia? Niente è meno sicuro.

    In effetti mentre i militari inglesi e francesi si battono contro le truppe dell’Impero ottomano, i rispettivi diplomatici si mettono al lavoro per disegnare una mappa del Medio Oriente del dopo- guerra del tutto diversa da quella che aveva in mente Lawrence e in perfetta contraddizione con le promesse di indipendenza fatte a Hussein e Faysal. I famosi accordi tra il britannico Sykes e il francese Picot, stipulati in gran segreto e firmati il 6 maggio 1916, prevedono in effetti la spartizione delle zone d’influenza nella regione. In sintesi: Londra si riserva il controllo della Transgiordania e dell’Iraq, mentre Parigi quello della Siria e del Libano. Per la Palestina si prevede un’amministrazione internazionale, ma successivamente Londra vi eserciterà un Mandato pieno, approvato dalla Società delle Nazioni.

    Lawrence è profondamente deluso e indignato. Nessuno degli impegni presi con gli arabi sembra mantenuto, anzi la politica britannica entra in palese contraddizione quando Londra accetta l’idea del focolare nazionale degli ebrei in Palestina, quella stessa Palestina che aveva già promesso agli arabi…. Insomma il colonnello Lawrence comincia ad avere l’impressione di essere stato utilizzato, manipolato, sfruttato per illudere in definitiva i suoi compagni d’armi arabi, a quali parlava di autonomia, unità e indipendenza e che ora si vedono cambiare solo di tutore: da Costantinopoli a Londra e Parigi! Non lo sopporta. Si considera un traditore, non  degli interessi britannici, che pure aveva difeso e promosso, ma degli arabi nella cui causa si è nel frattempo completamente identificato e per il successo della quale ha fornito un contributo di eccezionale valore militare e diplomatico. Si sente invaso da un forte imbarazzo. Non sa più guardare in faccia Faysal!

    Decide allora di fare tabula rasa del suo passato militare e di agente segreto. Rinuncia al grado di colonnello, che si era guadagnato sul campo e rifiuta anche sdegnosamente un’alta onorificenza che gli era stata assegnata (MBE, Member of th British Empire). Politicamente deluso, ma anche moralmente distrutto sul piano personale da una terribile esperienza che ha vissuto nel novembre 1917, quando viene catturato dai turchi a Deraa. Si trovava quella notte in missione di ricognizione, travestito da Circasso per giustificare i suoi occhi blu e i suoi capelli biondi. I turchi non lo riconoscono e lui, dal canto suo, non rivela la propria identità. Circostanza che gli salva la vita, ma lo sottopone alla più umiliante delle prove. Come racconterà nel suo libro di memorie, sarà torturato ai limiti della resistenza umana e quindi stuprato selvaggiamente da rozzi militari turchi che lo dileggiano e lo colpiscono con la frusta. Sarà lui stesso a fornire tutti i dettagli delle vessazioni subite come per tentare di sbarazzarsi dei fantasmi che continuavano ad ossessionarlo nel ricordo di quanto avvenuto  in un accampamento turco in quella oscura notte di Deera.

    E’ orami deciso ad abbandonare tutto. Gli vengono offerte possibilità di continuare i suoi studi e le sue ricerche, gli vengono proposti importanti incarichi a Londra e al Cairo, gli viene suggerito di scrivere un libro di memorie da vendere a caro prezzo…. Gli vengono insomma proposte tante cose. Ma in Lawrence qualcosa si è spezzata definitivamente. La depressione lo investe in pieno. Ha il disgusto di se stesso, ha tradito gli amici arabi ed è stato mortificato dai turchi. Vuole ora solo cercare una un altro tipo di assoluto, questa volta senza gloria e grandezza, nell’anonimato e nell’annullamento della propria personalità.

    Riappare brevemente a Parigi nel 1919, alla Conferenza della pace, come consigliere tecnico per il Medio Oriente della delegazione britannica e come assistente e consigliere di Faysal, che cerca peraltro di aiutare in tutti i modi. Ma si dimette dal suo ultimo incarico quando la Francia, avendo ricevuto dalla Società delle Nazioni il mandato sulla Siria, scaccia Faysal da Damasco. Lawrence non sopporta i regali di consolazione offerte agli arabi che si sono battuti contro i turchi con la creazione di Stati fittizi, con confini disegnati sulla carta sulla base dei rapporti di forza delle potenze coloniali, posti sotto le influenze stabilite dagli accordi Sykes-Picot. Così il regno dell’Iraq viene assegnato a Faysal e quello della la Transgiordania a Abd Allah, altro figlio di Hussein, entrambi i regni posti sotto mandato britannico. La Siria e il Libano invece - destinate a diventare delle repubbliche - cadono sotto la responsabilità di Parigi. Londra, in  ogni caso, gioca nella regione la parte del leone controllando anche la Palestina, il cui territorio storicamente faceva parte della Grande Siria (la"Siria del Sud"); avendo promosso e sostenuto la nascita dell’Arabia Saudita (con la fusione dei regni di Hedjaz e Njd) e avendo da tempo acquisto Aden e i territori della Federazione Araba Meridionale.

    Non era decisamente il Medio Oriente sognato e auspicato da Lawrence,

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