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Pandèmia
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E-book228 pagine3 ore

Pandèmia

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Pandèmia esce dalla fantasia e si scontra con la realtà. Un medical thriller internazionale che si snoda lungo la paura dell'epidemia di Covid19. Peggio di una malattia, c'è solo la paura di una malattia.
LinguaItaliano
Data di uscita5 mag 2020
ISBN9788831671040
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    Anteprima del libro

    Pandèmia - Alessio Leoni

    perché

    Quel giorno al mercato

    Wuhan, Cina centrale, una mattina di dicembre 2019. L'inverno, insolitamente mite dello Hubei, trasforma la metropoli di 9 milioni di abitanti, in un vortice di umanità quasi piacevole, accettabile. Approfittando della bella giornata, An, il nostro inconsapevole protagonista immaginario, esce di casa per fare la spesa, prendendo l'autobus che lo porterà nei pressi del mercato. Ad An piace prendere l'autobus, anche se l'attesa spesso è interminabile ed il mezzo sempre strapieno di prima mattina: lo fa sentire attivo, presente, partecipe. Alla sua età An ormai non ha molti impegni, oltre fare la spesa avvolto nel suo morbido cappottino grigio e qualche altra commissione di poco conto, l'unico suo vero impegno è quello di stare accanto all'anziana moglie, da tempo a casa per via di quella fastidiosa anca che non ne vuole sapere di guarire. Ecco la fermata: Xinhua Road, ci siamo. Sceso dal mezzo, An si dirige verso la sua meta giornaliera, il mercato del pesce. Grosso come quattro campi di calcio, il mercato del pesce di Wuhan è la massima attrazione per chi è alla ricerca dei sapori autentici della cucina tradizionale cinese: qua trovi veramente tutto, pesce, carne verdure provenienti da ogni angolo della Cina centrale. Poi vuoi mettere la comodità? Al primo piano ci sono anche i negozi e in un colpo solo, fai la spesa e te ne torni a casa. Mentre attraversa l'ampia distesa dei banchi, tra una moltitudine di individui ammassati come formiche indaffarate, An si chiede: Ma perché poi lo hanno chiamato Mercato del Pesce, quando qui c'è pure un sacco di carne? Bha. Intanto la sua mèta è sempre più vicina: il banco dei crostacei appare laggiù in fondo, dietro un viavai di magazzinieri che scaricano cassette di pesce e spargono palate di ghiaccio sui molluschi apparentemente ancora in buona salute. Il suo obiettivo di giornata è lì: il Gambero Tigrato dell'Oceano Indiano, il pesce preferito dalla moglie, che oggi salterà in padella con due germogli di soia e qualche pezzetto di bambù. Si sta bene al coperto del Mercato, con tutta quella massa di gente che alza la temperatura di qualche grado e così l'attesa per l'acquisto dei gamberi è meno noiosa. La vasca con quei grossi granchi pelosi incute un pò di terrore negli avventori, ma niente panico, da lì non possono uscire e se escono è solo per finire sulla tavola di qualche riccone cinese che vuole fare colpo sugli ospiti a cena. Pagato il suo sacchetto di gamberi, An si rimette in cammino, stavolta verso l'uscita che si trova sul lato opposto. Arrivato quasi alla fine dello sterminato capannone, una voce si alza tra la folla: Ehi An, ma dove vai?. An si gira incuriosito e vede un uomo sorridente che lo saluta con la mano. E' Li, un suo caro amico, il macellaio che viene dalla campagna. Circondato da gabbie piene di animali urlanti, Li sta dietro il suo bancone ricoperto di pezzi di carne appena macellata, con il suo grembiule ormai rosso di sangue, mentre il figlio si aggira per il banco, svuotando secchi di interiora, ossa, zampe, corna. Come stai An, quanto tempo! Ogni tanto ti fai vedere da queste parti Eh si, dai, quando posso faccio volentieri una passeggiata in questo casino di mercato. Li è un allevatore di animali selvatici e non, nel suo banco puoi trovare veramente di tutto: pavoni, volpi, cuccioli di lupo, carne di cervo, scoiattoli, pernici, zibetti, colombi, procioni, serpenti, più ovviamente, i più banali polli, tacchini, cani, gatti, carni di agnello, e qualche roditore. Amico di vecchia data di An, Li ha una fattoria in campagna, dove alleva e caccia tutto quello che poi la mattina porta in gabbia al mercato. Senti An, come sta la signora?  Abbastanza bene, ancora alle prese con il dolore all'anca, ma tutto sommato va avanti Senti An, ti voglio far assaggiare una cosa buonissima, ti faccio un panino con la rana, so che a te piace! Oddio la rana!! colpito e affondato: il debole di An per le rane era un segreto non mantenuto poi così bene e l'idea dello spuntino a base di anfibi lo stuzzicava veramente tanto. Grazie Li, ma devo rientrare e tra poco è ora di pranzo Ascolta, le devi assaggiare assolutamente perché le ha prese stamattina mio figlio fresche fresche dietro casa, gli do una scaldata e sono pronte. Come dire di no alla rana fresca: non è proprio una specialità invernale, ma con quel clima mite che c'è ultimamente, qualche ranocchia salta fuori di sicuro. Li apre una cesta posta sotto il bancone, tira fuori una rana viva, un paio di colpi di mannaia, una pulita veloce nella bacinella piena d'acqua, e subito in padella. Il chiasso prodotto dagli animali nelle gabbie diventa sempre più assordante, e mentre il malcapitato anfibio saltava in padella, inizia la solita zuffa tra lo zibetto e la volpe vicina di gabbia. E basta, maledette bestiacce! urla stizzito Li, che tutta la mattina è costretto a sentire quegli schiamazzi, e mentre prepara il panino all'amico molla un bel calcio alla gabbia della volpe, facendola cadere rovinosamente a terra, tra le urla dei polli impazziti di paura. Intanto, attirati dal profumo della rana spadellata, un folto gruppo di avventori si avvicina incuriosito al banco della carne di Lì, cercando di capire quale dei tanti pezzi di carne ammassati alla rinfusa sul bancone, potesse emanare quel profumo. Una spruzzata di spezie piccanti, sale grosso, un filo di salsa di soja, ed ecco che la specialità è pronta: An sembra un bambino di fronte allo zucchero filato e quel profumo di rana appena scottata gli ricorda le estati in campagna dai nonni, quando la rana era l'unica carne che si trovava la sera in tavola. Grazie Li, è buonissimo, quanto ti devo? Ma scherzi An? Non ci provare nemmeno. Offro io e promettimi che verrai a trovarmi in campagna Grazie Li, ti prometto che quando mia moglie starà meglio, veniamo sicuramente! Vi aspetto! Un An visibilmente soddisfatto prosegue il suo cammino verso l'uscita del gran Mercato, mangiando il suo inaspettato panino quando, appena varcata l'uscita, un pensiero balena improvvisamente nella sua testa: Gli occhiali! Meno male che si è ricordato: gli occhiali della moglie in riparazione in un negozio al primo piano erano pronti per essere ritirati e lui se ne stava dimenticando, tutto preso dal profumo del povero anfibio cotto e mangiato. An cerca disperatamente le scale, ma tra la folla di gente in uscita, non è impresa per niente semplice. Alla fine riesce a rientrare ed imbocca la scalinata che porta al primo piano, dove una lunga ed interminabile fila di negozi riempie ogni centimetro di spazio disponibile. La maggior parte sono negozi di occhiali: le fabbriche presenti nella vicina città di Wenzhou hanno inondato i centri commerciali della moderna Cina con i loro punti vendita ed uno di questi è quello scelto da An per la sistemazione degli occhiali della moglie. Appena in tempo: altri 10 minuti ed il negozio avrebbe chiuso per il pranzo e per An si sarebbe prospettata una bella discussione con la consorte fino al giorno successivo. Per fortuna è andato tutto bene: occhiali riparati, ritirati e si può tornare verso casa. Alla fermata An osserva il profilo del colosso di lamiera e pensa: ma perché continuano a chiamarlo mercato del pesce quando ormai c'è di tutto ed il pesce è una piccola parte: carne, verdure, animali vivi, negozi di occhiali, vestiti, tappeti, un vero e proprio centro commerciale, L'autobus non arriva ed un vento freddo improvvisamente si alza da nord: le acque dello Yangtze si increspano, da dietro il mercato una ventata manda in aria fogli di carta, buste, pezzi di stoffa. An sente una fitta alla gola, un colpo di tosse, poi un altro, alza il colletto del cappotto, si copre: con questo inverno così strano non c'è da scherzare, ora fa caldo, poi all'improvviso cambia tutto. Arriva l'autobus, quasi pieno ma si sale, An continua a tossire: la sua mente è già proiettata ai gamberi tigrati del pranzo, alla moglie soddisfatta per gli occhiali, al riposo del pomeriggio. In realtà pensa anche al panino con la rana, quanti ricordi, all'amico Lì, al banco di carne, quanti profumi, quanti sapori. Ancora tosse, speriamo bene, voglio proprio andarlo a trovare in campagna, pensa felice An.

    Il vetro smerigliato

    Dottore buongiorno! Buongiorno ragazzi, cosa abbiamo oggi? E' la scena che si ripete tutte le mattina da molti anni, da quando Feng è diventato il responsabile del Pronto Soccorso dell'ospedale Centrale di Wuhan, al piano terra del palazzone rosa che ospita la principale struttura sanitaria cittadina. Niente di particolare gli fa eco Lian, specializzanda in Medicina d'Urgenza e reduce dal turno di notte, l'ennesimo, stando al suo viso ormai allungato come un maglione steso da giorni sul balcone. Nella 1 un ubriaco caduto in bicicletta, nella 2 un paio di fratture per incidente stradale, nella 3 dolori addominali, e fuori un paio di bronchiti con febbre. Ok, io sono in ufficio, come al solito, chiamatemi se serve qualcosa, quindi, non chiamatemi... Feng non avrebbe mai immaginato che diventando responsabile di un reparto, in realtà si sarebbe trasformato in un impiegato: moduli su moduli, procedure, pratiche, relazioni, database, banche dati da aggiornare: l'informatizzazione della sanità cinese invece di semplificare sembra aver reso la vita di tutti ancora più complicata, perdendosi in un groviglio di passaggi inestricabili. Mettiamoci anche l'avvicinarsi delle festività, quindi tutti con la testa altrove già pronti a partire per sparpagliarsi tra le sterminate province di una nazione immensa. E così le pratiche si accumulano, le mail si accavallano, la documentazione rallenta e come se non bastasse, ci si mette pure qualche telefonata da Pechino del solito dirigente sanitario irritato. Comunque, sembra che a ridosso delle feste la gente non ha tempo per ammalarsi, quindi tutto sommato, per Feng un'ottima occasione per smaltire tutte quelle scartoffie. Ehi, Feng, hai deciso di diventare Ministro della Sanità, o vieni a fare colazione con noi? Buongiorno Song, il fatto che tu a quest'ora non abbia ancora ucciso nessuno, è una buona notizia. Song è uno dei medici del Pronto Soccorso, uno dei più giovani e ovviamente uno dei più ansiosi di fare carriera. Sempre in attesa di un trasferimento a Pechino, per avvicinarsi alla sua famiglia, ma le malelingue dicono per lasciare il ricordo di quei pazienti curati non troppo bene, che hanno offuscato la sua reputazione tra gli ospedali della provincia. Dai, lascia un attimo quella tastiera e vieni a bere un thè, così ogni tanto ti puoi ricordare di essere un medico Arrivo, 5 minuti e sono da voi. Il vantaggio di lavorare al Pronto Soccorso è uno solo: sei sullo stesso piano della caffetteria quindi la tua pausa è decisamente più lunga, senza dover salire e scendere quel groviglio di scalinate che avvolge l'edificio. Al bancone non c'è tanta gente, a quell'ora sono tutti nei vari reparti per i giri visita e si può prendere un thè con la dovuta calma. Sai Feng, alla fine ci sono riuscito Riuscito a fare cosa? Ad avere il trasferimento? Ma noooo, per quello ancora niente, A prenotare! Ieri sera ho trovato finalmente un volo e la settimana prossima si parte! Bene, sono contento, e al Pronto Soccorso chi rimane? Ma siete in tanti, io non prendo un giorno di vacanza da quasi sei mesi, quindi con Mei abbiamo deciso che stavolta si parte. Destinazione: Thailandia Mi fa piacere: il Pronto Soccorso a mezzo servizio, e pure Radiologia, se Mei se ne va, significa che faranno due TAC al giorno, speriamo che nessuno si ammali... Mei, la giovane compagna di Song, è medico giù al -1, una salvezza quando c'è troppa fila da fare ed i pazienti del Pronto Soccorso si ammassano per avere anche una semplice RX del torace. All'improvviso l'altoparlante dell'ospedale annuncia: Il dott. Ai Feng è desiderato in Pronto Soccorso Mi chiamano, vedi che si sono ricordati che sono un medico?".

    Intanto a casa di An la signora da qualche giorno non fa altro che preparare il brodo caldo di gallina: il marito, da un pò di giorni non sta per niente bene, la solita influenza stagionale è arrivata anche quest'anno puntuale come un orologio ma con una tosse secca, insistente che non dà tregua notte e giorno. Come ti senti An? Ti va di mangiare qualcosa? No amor, ho questa tosse che mi ha fatto passare anche l'appetito, ho quasi sempre la nausea. Dopo prendo solo un pò di brodo. Da alcuni giorni An ormai non esce da casa, l'ultima volta per andare a comprare i gamberi e ritirare gli occhiali, poi sempre al chiuso, quasi sempre a letto. La febbre non è mai alta: 37,5° / 37,8° ma la tosse e la nausea non danno tregua al povero An che anche di notte non riesce a chiudere occhio. La moglie, sempre appoggiata al suo bastone, fa avanti e indietro tra la camera da letto ed il soggiorno, dove la televisione accesa le tiene compagnia insieme a qualche rivista. Ma stamattina la signora sente che qualcosa è cambiato nel marito: An sembra stanco, affaticato, respira lentamente, andando a cercare l'aria chissà dove. Rispetto ai giorni passati è decisamente spento, svogliato: proprio lui che tutte le scuse sono buone per uscire, andare in giro, girare, incontrare. Hai ragione An, quando questo dolore alla gamba passerà, sarei proprio felice di andare a trovare Lì in campagna. Quanti anni saranno che non andiamo? Forse 8 o 9. Secondo me ad aprile o al massimo a maggio, prima che viene il caldo. Che ne dici? Da An nessuna risposta. L'anziano disteso sul letto, sembra intento a fissare un punto nel vuoto, il suo respiro appare come un'impresa impossibile, le labbra secche non si muovono più. An, ma ti sei addormentato? An rispondimi! An!!.

    L'ambulanza arriva nel piazzale dell'ospedale e va diretta all'ingresso del Pronto Soccorso, due infermieri scendono, scaricano la barella con An disteso ed attaccato al respiratore, poi invitano la moglie ad aspettare lì di fronte al bancone dell'accettazione. Maschio, 77 anni, da giorni con febbre a 37,5°, tosse secca, difficoltà respiratoria. Stamattina dispnea improvvisa, ha chiamato la moglie. Somministrato ossigeno e soluzione fisiologica. E' tutto vostro L'infermiere consegna il foglio e la barella a Lian che fa cenno ai suoi di portarlo dentro: Mettetelo nella 3, è libera. Io arrivo subito. Lian si avvicina alla moglie per sapere qualcosa in più e l'anziana signora racconta della tosse, della febbre costante e poi dell'improvviso peggioramento stamattina presto. Non si preoccupi signora, sarà una semplice influenza, ora lo visitiamo. Suo marito soffre di qualche patologia? Non so: diabete, pressione, cuore, allergie? No è in buona salute. Ogni tanto ha qualche acciacco, dolore alla schiena, ma che vuole a 77 anni chi non li ha? va bene, lei aspetti qui, più tardi le faremo sapere. Lian entra in emergenza 3 e trova il vecchio An già collegato al respiratore: sente cuore, polmoni, pressione, ma sembra niente di preoccupante: i bronchi sono liberi, non c'è muco, la febbre non è altissima, è solo un pò disidratato, ma il quadro clinico sembra stabile. Fate analisi di routine, RX torace, e continuate con la fisiologica, altrimenti non vorrei che si asciughi come la pelle di un serpente poi, dopo uno sguardo all'orologio Ma Song dov'è? Possibile che io finisco il turno e lui non è ancora qui?. Dopo circa una mezz'ora, An viene riportato su dal -1 unitamente alla radiografia effettuata da Mei, che quando si tratta dei pazienti del Pronto Soccorso, ha sempre una corsia preferenziale. Dottoressa, ecco la radiografia del paziente Lian prende la lastra al torace e la appoggia sul negativoscopio, accende la luce ed esclama: Ah però, il vecchietto si è preso una bella polmonite. Però che strano guardando alcune zone dei polmoni non proprio nitide o la radiografia è venuta male, o qua c'è qualcosa. Chiamatemi Feng, così lo tiriamo fuori dal suo ufficio. Feng, sentito l'annuncio, si presenta al Pronto Soccorso, lieto di essere ancora preso in considerazione per qualcosa che non sia solo di carattere burocratico. So che non vuoi essere disturbato, ma guarda cosa è arrivato poco fa dice Lian indicando la radiografia retro-illuminata dalla luce bianca. Vedo: siamo al 18 dicembre, è arrivata un'influenza che è diventata polmonite come ne arrivano centinaia in questo periodo Si, ma guarda qua, vedi questo opaco? Dimmi che è normale anche questo Che vuoi che ti dica? Io ho un milione di pratiche da chiudere, penso che siete in grado di curare un'influenza, no? Passa tutto a Song e vai a riposarti, sei stanca Un sorridente Song appare da dietro la porta della stanza pronto ad affrontare il suo primo caso del giorno, con quasi un'ora di ritardo... Ben arrivato Song, ero proprio curiosa di sapere oggi a che ora avresti preso il primo paziente Come vedi Lian, appena c'è bisogno io ci sono sempre. Il tempo non conta, l'importante è esserci al momento  giusto Il tempo conta eccome, visto che sono 11 ore di fila che sono chiusa qua dentro e vorrei anche andarmene a casa, mentre tu te ne vai in giro per l'ospedale a caccia di casi da risolvere. Prendi questo e divertiti. Lian passa la cartella clinica al collega ed esce di corsa dalla stanza, lasciando dietro di sé una scia di sarcasmo mista a rabbia, per il modo di fare sempre irritante del collega. Song, vista la radiografia, data un'occhiata alla cartella clinica, vista l'ora, rivolto ai presenti esclama: Dai ragazzi, facciamo una TAC al nonno così Lian si calma e poi ci rivediamo dopo pranzo pensando tra sé e sé che con la scusa della TAC, avrebbe convinto Mei a pranzare con lui e cominciare a pensare un pò alla Thailandia. Ma niente da fare, Mei non molla il suo reparto neanche sotto minaccia di morte ed allora al povero Song non resta altro che attendere al Pronto Soccorso l'esito della TAC, intrattenendosi tra entusiasmanti sublussazioni della spalla, cadute di signore anziane e emozionanti intossicazioni da frutti di mare. La moglie di An, nel frattempo, seduta di fronte al bancone dell'accettazione, continua a chiedere notizie del marito, ottenendo sempre la stesa risposta: Signora stia tranquilla, stanno svolgendo gli accertamenti, tra poco potrà parlare con il dottore. L'esito della TAC arriva dopo pranzo, proprio quando Song ha meno voglia di lavorare in assoluto, ma stavolta il referto atterrato sul bancone è pesante come un macigno con il suo carico di misteriosa ambiguità: ...si evidenziano volumi caratterizzati da diffusa opacità tipo vetro smerigliato... aree interessate da liquido ....aree parzialmente collassate...necessario proseguimento diagnostico ... sospetta PUE (Polmonite ad Eziologia Sconosciuta). Song legge e rilegge il referto, guarda le immagini allegate, perplesso, cerca una spiegazione logica, ma al momento non gli viene in mente niente.

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