Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Se solo fosse vero amore
Se solo fosse vero amore
Se solo fosse vero amore
E-book108 pagine1 ora

Se solo fosse vero amore

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Until Series 4.5

A volte la vita ci sorprende dandoci qualcosa di cui non sapevamo di aver bisogno

Mike Rouger non sta cercando l’amore. Ha deciso molto tempo prima che è molto meglio starsene da soli piuttosto che soffrire ancora a causa di una donna. Ma quando Kathleen Mullings torna prepotentemente nella sua vita, per giunta con un figlio adolescente, tutto è destinato a cambiare radicalmente. Come se non bastasse, non manca molto a Natale. Che cosa succede quando un uomo con le sue convinzioni incontra una donna tosta e che sa esattamente quello che vuole? 
Aurora Rose Reynolds
è autrice bestseller di New York Times, Wall Street Journal e USA Today. Ha iniziato a scrivere perché i maschi alfa che vivevano nella sua testa la lasciassero un po’ in pace. Quando non scrive e non legge trascorre le giornate con il suo maschio alfa reale e un alano blu che le dà sempre filo da torcere.
LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2017
ISBN9788822717320
Se solo fosse vero amore

Correlato a Se solo fosse vero amore

Titoli di questa serie (100)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica contemporanea per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Se solo fosse vero amore

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Se solo fosse vero amore - Aurora Rose Reynolds

    Prologo

    «Mike?».

    Mi volto quando mi sento chiamare, trovandomi davanti una bellissima bionda. I capelli ondulati, nascosti sotto un berretto di lana rosa, le cadono fin sulle spalle, e la pelle cremosa e pallida le mette in risalto gli occhi azzurri.

    «Mike?», ripete, scrutandomi in volto e arrossendo lievemente.

    Mi ricordo le donne con cui sono stato, e lei non mi dice niente. Dal viso passo a concentrarmi sul corpo. È bassa, tanto da arrivarmi appena al mento. La maglia e la giacca invernale che indossa mettono in mostra i suoi seni rotondi, e scendono fino a una vita stretta e a due fianchi larghi. Anche se è bassa, le gambe sembrano lunghe, e sono coperte da jeans scampanati e un paio di stivali col tacco. Se per qualche strano motivo non mi ricordassi del viso, di sicuro mi ricorderei di questo corpo.

    «Forse mi sono sbagliata, mi scusi», bofonchia abbassando la testa e girandosi.

    «Sono Mike», le dico mentre gli occhi mi vanno in automatico al sedere. Sì, me la ricorderei di sicuro.

    Si volta di nuovo, e vedo il suo petto sollevarsi quando fa un respiro.

    «Oh», dice guardandosi intorno.

    «Ci conosciamo?», le chiedo. Arrossisce ancora di più mentre si guarda intorno nel negozio di ferramenta. Carina, penso mentre la guardo cercare una via di fuga.

    «Sono Kat. Be’, Kathleen Mullings». Si stringe nelle spalle.

    Be’, accidenti! La guardo di nuovo, ma stavolta mi concentro sugli occhi… quegli stessi occhi in cui mi perdevo quando in realtà dovevo studiare. E invece mi chiedevo cosa avrebbe fatto Kat se avessi provato a baciarla. Non avevamo amici in comune al liceo, ma cercavo sempre delle scuse per stare con lei. Dopo il diploma, lei si trasferì per frequentare l’università, e io rimasi nel Tennessee.

    «Sei cresciuta», dico, e un sorriso fa capolino sulle sue labbra.

    «Succede dopo trentun anni», ride.

    «Vero», rido a mia volta scuotendo la testa. «Allora, cosa ti porta in città?»

    «Mi serviva un bel posto per crescere mio figlio, per cui mi sono chiesta: quale posto migliore di quello in cui sono cresciuta io?»

    «Hai un figlio?». Non appena le faccio questa domanda le si illuminano gli occhi.

    «Già, ha appena fatto sedici anni».

    «Accidenti se sei cresciuta!», dico nascondendo il lieve disappunto che provo quando penso al fatto che abbia un marito.

    «Mamma, vieni o no?».

    Guardo alle spalle di Kat, e vedo un ragazzo alto percorrere la corsia verso di noi: indossa una felpa col cappuccio tirato su, jeans larghi e un paio di stivali. Si acciglia quando mi vede, poi si volta di nuovo verso sua madre.

    «Tesoro, lui è Mike. Andavamo a scuola insieme. Mike, lui è mio figlio, Brandon».

    «Piacere di conoscerti», dico tendendogli la mano. La guarda esitante per un secondo prima di stringerla.

    «Andiamo?», le chiede non appena mi lascia andare la mano.

    Kat si toglie la borsa dalla spalla, prende il portafogli e gli dà una banconota da venti e un mazzo di chiavi. «Vai a pagare, ci vediamo alla macchina».

    Brandon mi squadra di nuovo e scuote la testa, poi si avvia alle casse.

    «Scusalo. Fa così da quando noi due ci siamo trasferiti qui», dice a mezza voce, guardandolo allontanarsi. Quando rispondo si gira di nuovo verso di me.

    «Non ti preoccupare». Le rivolgo un vero sorriso, ma poi mi sento uno stronzo per essere contento che siano soltanto lei e suo figlio.

    «Ora devo andare, ma una volta potremmo bere qualcosa, così recuperiamo il tempo perso».

    «È un appuntamento?», la stuzzico.

    «No», risponde, spalancando gli occhi quando si accorge di cos’ha appena detto.

    «Dammi il cellulare».

    Lo tira fuori dalla tasca e me lo passa. Digito rapidamente il mio numero e mi chiamo. Quando sento squillare butto giù, prendo il mio telefono dalla tasca e memorizzo il numero.

    «Ti chiamo».

    «Oh, va bene». La sua espressione sbalordita è a dir poco adorabile, e il desiderio di attirarla a me e baciarla mi colpisce con una tale violenza che devo fare un passo indietro.

    «Ci vediamo in giro, tesoro», dico. Kat sbatte le palpebre e scuote la testa: mi fa sentire meglio sapere che lo sente anche lei.

    «Ehm… ci vediamo in giro».

    Si gira e si allontana. Quando raggiunge la fine della corsia, si gira e mi sorride, salutandomi con la mano prima di sparire.

    «Chi era?».

    Mi giro rapidamente e mi ritrovo davanti Asher. «Una vecchia amica…». Mi passo la mano fra i capelli, e cerco di ricordarmi cosa diamine ero venuto a prendere in questa corsia.

    «La stavi guardando in quel modo…», mi dice.

    Mi acciglio all’istante. «Che ci fai qui? Perché non sei a casa con mia figlia e i miei nipotini?»

    «I capelli di tua figlia continuano a intasare lo scarico della doccia», risponde sollevando una bottiglia di disgorgante. «Quindi, da marito fantastico quale sono, le ho detto che sarei andato alla ferramenta prima di passare da Annie’s per prenderle le sue ciambelle preferite. Ora dimmi perché stavi guardando quella donna in quel modo».

    «Non la stavo guardando in nessun modo», nego girando la testa per cercare di ricordarmi cosa ero venuto a comprare.

    «Oh, sì invece», insiste, e quando mi giro verso di lui mi sorride.

    «Non dire niente a November», lo supplico all’istante.

    «Certo». Si stringe nelle spalle.

    «Due mesi fa mi ha iscritto a un sito di incontri. Non ho bisogno di aiuto per trovarmi una ragazza», gli ricordo.

    Asher si mette a ridere. «È stato divertente».

    «Divertente?». Scuoto la testa e rabbrividisco al solo pensiero: alcune delle risposte che ho ricevuto erano terrificanti.

    «Vuole soltanto che tu sia felice».

    «Lo so», rispondo a bassa voce.

    Capitolo 1

    Kat

    Mi chino, raccolgo i jeans da terra e me li metto in fretta. Poi trovo la canottiera e la indosso, prima di sedermi e indossare gli stivali. Odio questa parte, il fatto di dover andare via mi dà sui nervi. Mi fa sentire sporca, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato. Come può essere sbagliata una cosa che mi fa sentire così bene?

    Quasi un anno fa, quando rividi Mike per la prima volta dopo così tanti anni, non sapevo cosa pensare. Il ragazzo che al liceo aiutavo a studiare era diventato un uomo stupendo. Era sempre stato attraente, ma col passare del tempo sembrava che ogni suo dettaglio avesse una storia da raccontare, dalle piccole rughe che gli si formano quando sorride ai calli sulle mani.

    In pochi, guardandolo, avrebbero potuto immaginare che avesse quarantasette anni, ma è invecchiato bene. Per la maggior parte delle persone potrebbe sembrare non molto alto, dato che è un metro e ottanta, ma io che sono uno e cinquantasette devo alzare la testa per incrociare il suo sguardo. I capelli scuri, sempre un po’ in disordine, sono rimasti gli stessi: lunghi abbastanza che, avvicinandosi, viene voglia di infilarci le mani. La pelle naturalmente abbronzata, che diventa dorata dopo una lunga estate al sole, fa sembrare i suoi occhi nocciola di un colore verde smeraldo. I tatuaggi sulle braccia e sul petto sono nuovi, ma anche loro hanno una storia da raccontare, e rendono più selvaggio il suo aspetto classico e convenzionale.

    Al liceo avevo una cotta per lui, e gli anni non hanno raffreddato i miei

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1