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I servizi segreti delle SS
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E-book465 pagine6 ore

I servizi segreti delle SS

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Info su questo ebook

Nascita ed evoluzione, difficoltà e successi di una delle organizzazioni spionistiche più temibili del mondo

All’inizio degli anni Trenta, Hitler comprese che per soddisfare le proprie ambizioni di potere in Europa sarebbe stato assolutamente necessario riuscire ad avere il controllo totale sulla situazione interna della Germania.
Affidò dunque questo delicato compito a Heinrich Himmler, il capo delle SS, che intuì le potenzialità di un servizio segreto di informazioni interno che controllasse i membri del partito nazista e le fazioni antinaziste. Il Sicherheitsdienst (SD) nacque proprio con questo scopo. Il suo artefice fu Reinhard Heydrich: sotto la sua direzione scrupolosa, precisa e spietata, il SD divenne uno dei servizi spionistici più temibili del mondo. Questo volume ne ricostruisce la nascita, la lotta contro le organizzazioni rivali, fino ai trionfali successi in Europa, comprese le fortunate operazioni di spionaggio nei Paesi Alleati. Particolarmente interessanti risultano alcuni eventi accaduti alla fine dell’estate del 1940, allorché Hitler individuò negli esuli Duca di Windsor e Wallis Simpson dei potenziali alleati nella sua battaglia contro la Gran Bretagna. Fu quindi elaborato un piano per riuscire a fermare la coppia in Portogallo prima che la loro nave salpasse per l’Atlantico. Si tratta di un episodio molto avvincente, che coinvolse gli agenti di Hitler, la Spagna, il Portogallo, Churchill e il Servizio Segreto Britannico. Il libro rivela molti particolari inediti ed è destinato ad appassionare tutti gli studiosi della storia del Terzo Reich e di spionaggio.

I temi trattati nel libro:

• L’Abwehr
• La Gestapo
• Un “servizio informazioni”
• La notte dei lunghi coltelli
• Missioni all’estero
• Un falso magistrale
• Il SD in Inghilterra
• Ricatto
• “Gruppi di azione”
• «Fatelo fare a Naujocks!»
• SD contro MI6
• Il SD e il Duca di Windsor
• “Operazione Polo Nord”
• La morte di Heydrich
• La fine di Canaris
Edmund L. Blandford
È nato a Londra nel 1928 e ha prestato servizio per tre anni nella Royal Air Force. Ha poi lavorato nella pubblicità, nell’editoria e infine come artista freelance specializzato in copertine di libri di guerra. Ha pubblicato Green Devils – Red Devils; Hitler’s Second Army; Under Hitler’s Banner; Target: England; Two Sides of the Beach e Fatal Decisions
LinguaItaliano
Data di uscita17 dic 2014
ISBN9788854176935
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    Anteprima del libro

    I servizi segreti delle SS - Edmund L. Blandford

    1

    L’Abwehr

    L’ammiraglio Canaris non può essere classificato una spia di professione ma, all’epoca della sua designazione a capo del Controspionaggio militare (l’Abwehr), aveva al suo attivo un’insolita esperienza e innumerevoli avventure di mare, che lo rendevano la persona adatta alla funzione. Canaris si era guadagnato anche il comando di un U-Boot durante la prima guerra mondiale, fermamente convinto che il sottomarino fosse un’arma vincente in una guerra moderna; questa visione lo accomunava più a Doenitz che al grandammiraglio Raeder, comandante in capo della Marina tedesca.

    Il ritratto di Canaris mostra un viso dal quale traspare astuzia, il viso di un uomo capace di ogni intrigo. Coloro che lo conoscevano, di persona o per fama, lo consideravano una volpe, la Vecchia Testa Bianca. Può sembrare strano ma, poco prima della sua nomina a capo dell’Abwehr, Canaris sembra fosse stato esiliato a comandare i fortini di terra di Swinemünde, una posizione senza sbocco per quanto riguardava la carriera.

    Questo avveniva nell’autunno del 1934. In precedenza aveva avuto il comando della vecchia nave da guerra Schlesien, adibita a compiti d’addestramento. A Swinemünde, la guarnigione consisteva di fanti di marina addetti ad alcune batterie costiere che coprivano l’imbocco del fiume Oder, sul Mar Baltico. La vicina città di Swinemünde era un popolare luogo di villeggiatura; qualsiasi ufficiale del suo grado spedito in quella località poteva solo aspettarsi un pensionamento anticipato a paga ridotta. Nell’Abwehr c’erano già diversi abili ufficiali che avrebbero potuto ricevere il comando.

    Wilhelm Canaris, capo dell’Abwehr.

    Agli inizi della prima guerra mondiale, il tenente Wilhelm Canaris aveva servito a bordo dell’incrociatore Dresden della Marina imperiale, che aveva riportato una vittoria contro gli inglesi a Coronel nell’Atlantico meridionale. La Royal Navy britannica aveva agganciato la forza navale tedesca, e solo il Dresden era riuscito a sottrarsi, per finire imbottigliato nelle acque territoriali cilene. Il tenente di vascello Canaris era stato inviato allora presso il comandante inglese dell’incrociatore Glasgow per cercare di negoziare; per coincidenza questa era stata l’unica nave da guerra britannica sfuggita alla battaglia di Coronel. Le trattative erano fallite e il Dresden aveva lasciato il suo rifugio per essere autoaffondato dal proprio equipaggio.

    Canaris in seguito entrò nel gioco dello spionaggio. Parlava correntemente varie lingue, tra cui l’inglese, e nel 1916 venne inviato in Spagna, dove attirò presto l’attenzione dei servizi di controspionaggio alleati. Canaris riuscì a fuggire, usando lo stravagante pseudonimo Reed Rosa, ma fu catturato a bordo di un mercantile italiano e imprigionato. Poi, grazie all’intervento di influenti amici spagnoli, fu rilasciato ed espulso dalla Spagna via Marsiglia. Gli italiani non scoprirono mai la sua vera identità. Canaris, certo del fatto che i francesi lo avrebbero catturato quando la nave avesse fatto scalo a Marsiglia, era deciso a evitarli. Riuscì, in effetti, a persuadere il capitano spagnolo della nave a non fermarsi affatto nel porto francese e a fare rotta direttamente su Cartagena.

    Il tenente Canaris ambiva a un comando, preferibilmente di un U-Boot. Ottenuto il trasferimento, con sua grande delusione si ritrovò a fare l’istruttore. Fu solo nella primavera del 1918 che riuscì ad ottenere il comando di un sottomarino che doveva attraversare il pericoloso stretto di Gibilterra diretto nel Mediterraneo. Ancora una volta deluso, perché gli unici porti sicuri in cui dirigersi per fare rifornimento erano stati occupati dagli Alleati, Canaris riuscì a fuggire e tornò a Kiel.

    Era un periodo disastroso per la Germania, la fine di un’era. Nel 1917 un ammutinamento fomentato da bolscevichi travestiti da marinai diede il via alla rivolta e, quando la grande guerra ebbe termine, marinai e fanti si trovarono a combattere le varie fazioni armate che minacciavano di affondare la Germania in una sanguinosa rivoluzione. Il capo della polizia berlinese venne deposto e i rivoluzionari organizzarono il primo Soviet. Saccheggi, assassinii e scontri nelle strade divennero avvenimenti quotidiani, perché quanti erano rimasti leali al vecchio ordine tentavano di spazzar via gli Spartachisti e le altre forze rivoluzionarie. In questo periodo di confusione e di pericoli, ufficiali come Canaris stavano dalla parte della legge e dell’ordine, facendo quanto era loro possibile per combattere i Rossi. Per questo venne accusato di irregolarità durante un processo di rivoluzionari e, condannato agli arresti domiciliari in attesa di ulteriori indagini, dovette soggiornare per un breve periodo nel Palazzo Reale.

    Canaris a cena con il suo mortale nemico...

    I bolscevichi organizzarono un altro Soviet a Monaco, che venne poi deposto dalle forze regolari, ma non prima che questi avessero ucciso alcuni ostaggi. La maggior parte dei Rossi vennero messi contro un muro e fucilati. L’ex caporale Hitler era a Monaco e fu testimone di questo caos.

    Si deve considerare che Canaris, che nel 1934 aveva un’alta carica, era particolarmente idoneo ad assumere il comando dell’Abwehr, un servizio segreto ancora informe se paragonato a quello della Gran Bretagna, creato ai tempi della regina Elisabetta I. Sotto il nuovo regime hitleriano doveva fungere da sbarramento contro ogni attività diretta contro lo Stato e la Wehrmacht. Era proibito spiare una qualsiasi organizzazione del Partito, e la Gestapo e il SD non dovevano spiare la Wehrmacht. I tre servizi segreti avrebbero ignorato queste regole; in seguito l’Abwehr dimostrò di essere una struttura con molte crepe. Era sempre stata intenzione di Himmler e di Heydrich assorbire l’Abwehr, ma la cosa era ancora di là da venire. Affrettare questo processo infiltrando propri uomini si dimostrò impossibile.

    ...che fa i suoi piani per soppiantarlo.

    All’età di quarantasette anni, Canaris dava l’impressione di un vecchio saggio: capelli bianchi, guance rosate, e una spiccata anglofilia. Gli era impossibile rifiutare la possibilità di diventare il capo delle spie della Germania nazista, anche se, secondo una fonte, agli inizi del 1934 era convinto che il suo paese fosse sull’orlo della rovina. Le prove a disposizione indicano che Canaris fece quanto gli era possibile per aiutare Hitler nei suoi piani di aggressione, e poco o nulla per contrastarlo. Certo, una volta sistemato nel suo quartier generale, cominciò ad apprendere molte cose sui metodi nazisti, soprattutto sui gentiluomini che si trovavano nel palazzo di fronte: Himmler, Heydrich e Müller.

    La Marina tedesca aveva assunto il comando dello spionaggio militare; l’ammiraglio e i suoi aiutanti lavoravano molto bene con gli ufficiali dell’esercito loro assegnati. Lo spionaggio dell’esercito operava solo nell’ambito militare sul continente, non al di fuori del Reich. Ben presto si sarebbe sviluppata una crisi fra l’Abwehr e i servizi segreti nazisti, perché gli uomini del primo venivano dalla vecchia scuola, che giudicava i nazisti dei gangster dilettanti, lontanissimi dal vecchio concetto della spia gentiluomo. Ciononostante, essendo professionisti e patrioti, furono inamovibili. Non ci fu mai un problema di dimissioni in massa, che sarebbero state ampiamente gradite a Himmler e a Heydrich. Fin dall’inizio, l’antipatia e la gelosia che sentivano verso i militari si estendevano anche all’Abwehr. Heydrich non era per nulla disposto al perdono dopo le forzate dimissioni dalla Marina.

    Ma ciò che spinse Canaris fino al vertice partì inizialmente dal capo del Consiglio di Difesa hitleriano, il generale von Blomberg, che si era facilmente adattato al nuovo regime. Quantunque proveniente dalla gerarchia militare tradizionale, si lamentò col grandammiraglio Raeder affinché il capo dell’Abwehr, il comandante Konrad Patzig, venisse allontanato. Costui non poteva tirare avanti con l’opposizione dei Servizi di Sicurezza nazisti, e perciò non era ben visto dal Partito.

    Nell’Abwehr c’era molto personale dell’esercito, ma forse a causa della loro esperienza nel vasto mondo, i marinai venivano considerati i più adatti per le posizioni di comando. Uomini come Canaris avevano avuto le migliori opportunità di raccogliere informazioni durante i loro viaggi. Raeder, dopo aver consultato il suo Stato Maggiore e la documentazione relativa, decise che il nuovo capo dell’Abwehr dovesse essere il comandante Canaris. Era considerato una mente brillante, ricco di esperienza e risorse, e con una spiccata attitudine al comando. Si dice che tuttavia Raeder esitasse, non riuscendo a capire bene il vero carattere del candidato, che mostrava sempre una sorta di riservatezza e di segretezza. Ma Raeder sapeva anche che era meglio mantenere il dominio della Marina alla testa del Servizio, prima che Hitler decidesse di nominare uno dei suoi nazisti.

    In un certo senso, venendo anch’egli dalla vecchia scuola, Canaris si trovava adesso in alto mare, entrando a far parte di un mondo in cui crudeltà e assassinii erano all’ordine del giorno. Era tenuto a incontrare Heydrich, il giovane cadetto che aveva conosciuto nel 1925 sulla propria nave, il violinista di talento che si era adattato tanto bene alle serate musicali dei Canaris.

    Quando si riincontrarono, la reazione del più anziano dei due fu di paura, un sentimento che non lo lasciò mai. Tuttavia Heydrich, ora capo del servizio segreto nazista, sarebbe tornato ad ascoltare Frau Canaris suonare il violoncello e, almeno in apparenza, le due famiglie riallacciarono i legami. Alla moglie Lina, Heydrich confidò quanto fosse compiaciuto che Canaris fosse diventato capo dell’Abwehr. Non era mai riuscito ad andare d’accordo col comandante Patzig. Da parte sua Canaris dichiarò che quell’uomo era un criminale nato, eppure la loro strana relazione continuò malgrado tali dichiarazioni. Da parte sua Heydrich, quale che fosse l’affabilità che mostrava o il piacere che gli veniva da quegli incontri familiari, rimaneva determinato a ottenere il meglio dall’uomo più anziano, soprattutto dal Servizio di cui questi era ora a capo. Il fascicolo del SD su Canaris crebbe rapidamente a partire dai tempi del suo servizio nella Marina, inclusi i violenti attacchi verbali scagliati contro di lui da elementi di sinistra, Rossi e socialisti, nell’immediato primo dopoguerra.

    Canaris non s’incontrò mai con Himmler; quello che sapeva di lui lo confermò nell’opinione che il Reichsführer delle SS fosse una nullità. Ma con Heydrich era diverso. I vecchi capi dell’Abwehr avevano stabilito buone relazioni con i burocrati del Ministero degli esteri e della Reichswehr, con l’eccezione di pochi generali che si erano rivelati delle delusioni (vale a dire che si erano allineati col regime nazista). I militari di carriera dell’Abwehr appartenevano alla stessa casta militare della Reichswehr. Solo questo li differenziava dalla nuova gerarchia nazista, incluso il pomposo von Ribbentrop, ex mercante di vino, che aveva acquistato il titolo di von, e aveva imbrogliato Hitler al quale aveva fatto credere di essere un esperto di altri paesi e dei loro popoli, soprattutto degli inglesi. Tra l’altro, lo staff dell’Abwehr era esente dal processo di selezione in senso ariano dei nazisti; infatti molti degli uomini-V non sarebbero mai riusciti a superarlo.

    Dopo un incontro con Heydrich, Canaris commentò che la sua vecchia conoscenza era «un criminale nato, ma con una grande intelligenza»; e che era «una bestia ingegnosa». Nel suo diario si legge: «È un bruto fanatico con cui sarà molto difficile collaborare con franchezza e fiducia». La paura che aveva di Heydrich nasceva non solo dalla celebre astuzia e scaltrezza di questi, ma dal suo stesso fisico; malgrado avesse fianchi larghi e una voce acuta, Heydrich era un uomo imponente, in perfetta forma fisica. In aggiunta alla sua maestria nel cavalcare, duellare e in altri sport, aveva anche imparato a volare dopo essersi unito alle SS, e aveva proseguito fino a padroneggiare l’Me 109, un caccia da combattimento. Questo faceva di lui una figura alquanto insolita fra i nazisti, e un personaggio formidabile con cui avere a che fare.

    Una volta nominato capo dello spionaggio militare, Canaris fu obbligato a trasferire la famiglia da Swinemünde a Berlino dove, agli inizi del febbraio 1935, trovò casa sulla Doellerstrasse. Scoprì poi che anche Heydrich abitava in quella via e, presumibilmente per motivi professionali, già da quell’estate prese l’abitudine di andare a trovare gli Heydrich per giocare a croquet nel giardino.

    In questo modo proseguì lo straordinario rapporto fra i due rivali. Ognuno impersonava il padre di famiglia mentre dietro la facciata si tramava attivamente per raggirare l’altro, con Heydrich sempre nella parte del predatore. Più di una volta espresse ai suoi fedeli aiutanti i veri sentimenti verso il suo vecchio comandante. «Non si sta mai troppo attenti con quella vecchia volpe». Basta uno sguardo alla fotografia di quell’uomo più vecchio per confermare il punto di vista di Heydrich.

    Un anno più tardi, nell’agosto del 1936, i Canaris traslocarono in una casetta sulla Dianastrasse, nella zona di Schlachtensee, nei sobborghi sudoccidentali della città. Sei mesi dopo, Heydrich si trasferì con la famiglia in una casa non ancora finita sulla Augustastrasse, a due soli minuti a piedi dalla casa di Canaris.

    Anche nella prigione di Norimberga, subito dopo la guerra, Walter Schellenberg continuò a raccontare le sue storie, dicendo a quelli incarcerati con lui che Canaris aveva ottenuto la prova che gli antenati di Heydrich non erano ariani (i fatti relativi a questa storia sono narrati nel Capitolo 3). Nel loro incontro del 1935, Canaris aveva optato per l’approccio amichevole e, poiché la riunione era stata programmata per appianare ogni problema fra i due Servizi, a quanto pare creati dal predecessore del nuovo capo dell’Abwehr, Heydrich si permise alcune concessioni di facciata.

    Anche Canaris cedette su alcuni punti di nessuna importanza mentre i due cercavano di appianare le linee di demarcazione fra il SD e l’Abwehr. L’accordo che ne scaturì venne chiamato I dieci comandamenti, e consentiva all’Abwehr di controllare tutto lo spionaggio militare all’estero, e permetteva inoltre a Canaris di proseguire nell’opera di controspionaggio in patria, anche se gli arresti restavano appannaggio della Gestapo. Ma lo spionaggio politico di fonte straniera venne dichiarato di prerogativa del SD, essendo questa un’area d’azione che aveva già creato attriti fra il comandante Patzig e il servizio segreto nazista.

    In realtà, il supposto accordo aveva poche speranze di essere rispettato, perché in pratica si dimostrò impossibile per ognuno dei due rimanere completamente fuori dell’area di responsabilità dell’altro. In seguito sopravvennero complicazioni che avrebbero potuto essere appianate, come quella del servizio di spionaggio privato di Göring, il cosiddetto Forschungamt, o Istituto di ricerche, oltre all’Ufficio di Spionaggio di von Ribbentrop al Ministero degli esteri. Inoltre, c’era l’Ufficio Politico Estero del Partito, e ovviamente le spie di Goebbels. Questa era la realtà della gigantesca burocrazia che Hitler permise si sviluppasse, un enorme spreco di energie che, quando scoppiò la guerra, si mostrò di grande vantaggio per gli Alleati.

    Come attualmente appare chiaro, lo spionaggio non conosce soste: tutte le più grandi nazioni (e diverse di quelle piccole) mantengono servizi di spionaggio i cui agenti, sia di professione, sia come diplomatici, comunicano notizie di ogni genere ai propri governi. Quale che fosse lo stato della Germania dell’ex Kaiser nei tristi anni che seguirono la sconfitta e il collasso del paese nel 1918, è certo che alcune figure di spicco nel servizio di spionaggio tedesco mantennero i collegamenti lavorando in qualche modo. Ciò vale a dire che, qualsiasi disastro capiti alla nazione, gli uomini che hanno teso le reti spionistiche sono, in ragione della loro natura, incapaci di uscire del tutto dal gioco. In effetti, com’è ben noto, dal tempo della firma del trattato di Versailles, elementi politici e militari tedeschi avevano cominciato a lavorare per aggirarne le clausole. Ciò comportava intrighi, segreti, e un’atmosfera di complotto, nella quale gli agenti di entrambe le parti (Germania e Alleati) si poterono trovare a proprio agio.

    L’Abwehr sopravvisse in qualche modo negli anni incerti prima che Hitler e i nazisti assumessero il potere e cominciassero a costruire il loro Terzo Reich. Non appena il nuovo regime ebbe messo le mani sul tesoro della nazione, all’Abwehr vennero assicurati fondi sufficienti per mettere in piedi un’organizzazione molto più vasta.

    L’edificio che ospitava il servizio segreto tedesco divenne ben noto agli agenti stranieri persino prima che Reinhard Heydrich mettesse piede saldamente a Berlino. Il molo in pietra conosciuto come Tirpitzufer, accanto al Landwehrkanal, comprendeva gli edifici dal n. 72 al 76. Sorgeva accanto al grande complesso del Ministero della difesa sulla Bendlerstrasse, che si estendeva fino al Tiergarten.

    Subito dopo la promozione a capo dell’Abwehr, si poteva a volte scorgere l’ammiraglio Canaris che si affrettava verso i suoi uffici passando da un’entrata posteriore, solitamente avvolto in un impermeabile consunto e con in capo un cappello di feltro, che lo faceva sembrare più un depresso investigatore privato che il capo di un grande servizio di spionaggio. Canaris non era la sola figura importante nota agli agenti stranieri, che erano, a quanto pare, numerosi e alquanto sfrontati nel tenere d’occhio le persone eminenti in quell’area. Erano spesso visti seguire per strada gli alti ufficiali cercando di star loro vicini nello sfacciato tentativo di ascoltare brani di conversazioni importanti. Queste spie seguivano anche gruppi di ufficiali dello Stato Maggiore tedesco alle fermate degli autobus nella speranza di raccogliere indiscrezioni compromettenti.

    Tutte le nazioni potenzialmente nemiche mantenevano i loro avamposti di spionaggio nelle vicinanze: polacchi, cechi, francesi, inglesi, e i Servizi della Marina americana, in quanto gli Stati Uniti non avevano un’agenzia di spionaggio come gli altri, a parte i membri dell’ambasciata.

    Canaris era tanto ansioso di cominciare a lavorare quale capo dell’Abwehr, che arrivò al Tirpitzufer alle 8 del mattino di Capodanno del 1935. Fu costretto a far svegliare il suo predecessore, il comandante Patzig, da un aiutante. L’ufficiale arrivò due ore più tardi per consegnare (oltre alle congratulazioni) lamentele e ammonimenti su quegli altri che avevano messo su negozio dall’altra parte della strada, dov’era il quartier generale del SD di Himmler e Heydrich.

    Anche se la stampa tedesca nel 1928 lo definiva il cospiratore dietro tutti i complotti antigovernativi, Canaris cercò sempre di stare lontano dalle luci della ribalta, come si conviene al capo dello spionaggio in un’epoca pre-limpidezza (come quella esistente adesso). Tuttavia in una rivista inglese del 1939 veniva citato quale capo del Servizio di Spionaggio della Germania nazista.

    Anche se a volte ci si riferisce a lui come al primo ufficiale dell’incrociatore-scuola Berlin durante il suo servizio in Marina, Canaris di fatto era aiutante di campo del barone von Gagern, comandante della base navale sul Baltico, che fin dal 1920 aveva fatto parte della cospirazione per il riarmo della Germania. Parte dei suoi compiti consisteva nel mantenere relazioni con cantieri navali stranieri amici, che erano ansiosi di fornire alla Germania navi da guerra e altro, e Canaris fungeva da collegamento. Negli anni Venti ebbe un doppio ruolo, quello menzionato, viaggiando sotto mentite spoglie, e quello di cospiratore, insieme ad altri, contro il governo democratico. Canaris era incline a sovvertire qualsiasi governo si appoggiasse alla sinistra, il che significa che egli sosteneva fazioni di destra di qualsiasi colore fossero.

    Canaris, che cercava un aiutante, fece un colloquio, non senza ironia, con lo scrittore Ladislas Farago, ungherese di nascita, solo poche settimane dopo aver assunto la carica nel 1935. La sua prima idea che Farago potesse dimostrarsi un potenziale agente fu ben presto dissipata, si fece una rapida opinione del giornalista a pranzo, e perse presto interesse per lui. Fu una piccola delusione, perché questi giornalisti sempre in viaggio tornavano a volte utili. Da parte sua, Farago ammise di aver commesso l’errore di considerare Canaris un ottuso onesto.

    Canaris continuò a darsi da fare per soddisfare le speranze dello Stato Maggiore dell’Esercito nazificato, lavorando più armoniosamente di quanto avesse fatto il suo predecessore, con esso e coi nuovi Servizi di Sicurezza. Designò un simpatizzante nazista per tenere i collegamenti con la Gestapo, e presto cominciò a trovarsi con Heydrich alla Haus der Flieger (Circolo degli Aviatori), adiacente alla sede della Gestapo nella Prinz-Albrecht-Strasse.

    Quando ne venne nominato capo, l’Abwehr era semplicemente un dipartimento o divisione del Reichswehrministerium, o Ministero della difesa. Solo dopo la caduta del feldmaresciallo von Blomberg e la riorganizzazione nel 1938, l’Abwehr conseguì una maggiore dimensione quale gruppo indipendente di più dipartimenti, con le sue tre divisioni più direttamente impegnate nel raccogliere dati di carattere militare relativi ad altri paesi, in atti di sabotaggio e sovversioni, e nel controspionaggio. Canaris elesse il proprio studio privato, un piccolo ufficio, nel Tirpitzufer; la sua stanza rimase com’era, essenziale, con un tappeto consunto e mobili d’archivio, e con alcuni cassetti vuoti a volte usati dal suo peloso bassotto Peppi. L’uomo cui erano affidati molti milioni di marchi, non amava l’ostentazione, e gli ospiti importanti dovevano sapersi adattare.

    Canaris dedicava tutte le sue ore di veglia al lavoro, e si teneva al passo coi tempi; incaricò la Telefunken di progettare e realizzare una radio spia ricetrasmittente facile da nascondere. Nei primi otto mesi del 1935 spedì agenti in varie parti del mondo per iniziare le operazioni. Quelli di Londra venivano pagati tramite la Barclay Bank. Tuttavia è strano che, malgrado la sua indubitabile furbizia, perspicacia ed esperienza, Canaris spedisse in giro per il mondo le sue spie prima che fossero adeguatamente addestrate, un’abitudine che con l’andar del tempo gli sarebbe costata cara nelle operazioni contro la Gran Bretagna. Quale esempio di avventatezza e di incompetenza dell’Abwehr va ricordato che i francesi catturarono non meno di ventuno agenti tedeschi nei primi dieci mesi della loro attività.

    Quando, in quello stesso anno, Canaris s’incontrò con Hitler, fece in modo di provocare l’interesse del dittatore presentandogli rapporti di successi conditi da succosi racconti. Annoiato dai barbosi dossier dei diplomatici, Hitler apprezzò la cosa. Un particolare trionfo riferito da Canaris a Hitler fu quello dell’infiltrazione nel servizio segreto austriaco; il maggiore Erwin von Lahousen era un uomo di quel servizio pronto a vendere il suo paese alla causa nazista.

    Sorprende forse che all’inizio Canaris fosse interessato solo marginalmente a Gran Bretagna e Stati Uniti quali bersagli per le operazioni, preferendo concentrarsi su Francia, Polonia e Cecoslovacchia. Ciò era perfettamente in linea con la politica di Hitler, che stava già lavorando a un’intesa con gli inglesi e che nel 1935 aveva ottenuto (grazie a von Ribbentrop) il Patto navale anglo-tedesco. Il Führer lo ritenne un trionfo, anche se lo dichiarò nullo e inefficace quando gli convenne. Nel caso degli Stati Uniti, Hitler aveva notato che due terzi dei tecnici di quel paese erano di origine tedesca; essi, e milioni di altri espatriati, erano ritenuti dai nazisti estremamente ricettivi alla propaganda della patria. Canaris rimase sorpreso di scoprire, una volta assunta la carica, che la sua ditta aveva già in piedi una rigogliosa attività oltre Atlantico.

    La rete tedesca di spionaggio in America era nata dal desiderio dei capi dell’aviazione della prima guerra mondiale di ricostruire la loro forza aerea distrutta. Il servizio segreto tedesco vi spedì un ex meccanico dell’aviazione e progettista disoccupato sotto il nome di Wilhelm Schneider. Il suo lavoro consisteva nello spedire rapporti e progetti relativi agli sviluppi dell’aeronautica. Per qualche motivo mai chiarito, l’operazione ricevette il nome di Sesso. Schneider si dimostrò essere una delle più grandi spie tedesche, e la negligente Sicurezza americana gli permise di spedire a Berlino una gran massa di materiale.

    Canaris commise il suo primo grande errore nel 1936. Il Führer si adirò nell’apprendere che, malgrado i suoi avvertimenti di non causare problemi con la Gran Bretagna, un certo dottor Goertz era stato arrestato per spionaggio e stava per essere processato a Londra. Era intenzione degli inglesi trattare in modo leggero il caso, forse condannando la spia a un’ammenda e all’espulsione. Ma emersero due fatti a cambiare le cose. Il dottor Goertz aveva girato la Gran Bretagna con la sua segretaria: mentre lui disegnava planimetrie e scattava fotografie di campi d’aviazione e di altre installazioni, la donna amoreggiava con un uomo della RAF, che alla fine fece rapporto al suo comandante. La padrona di casa di Goertz a Broadstairs chiamò la polizia dopo aver scoperto alcune carte sospette nella valigetta che l’incompetente spia aveva lasciato in giro mentre era fuori casa. Questi documenti si dimostrarono essere ordini e cifrari dell’Abwehr; tutto ciò, unito al contemporaneo dispiegamento di truppe tedesche al confine con la Renania smilitarizzata, portò a un processo per spionaggio. Goertz venne condannato a quattro anni e Canaris dovette risponderne al Führer.

    Hitler proibì all’Abwehr qualsiasi operazione in Gran Bretagna, e l’interdetto durò fino al 1937. È interessante notare che Canaris fece sostenere all’Abwehr le spese per la difesa di Goertz e che stabilì una cifra mensile per la moglie e una liquidazione per la segretaria. Poi, rifiutandosi di credere che gli inglesi avessero colto Goertz con le mani nel sacco, incaricò il suo vecchio segugio Richard Protze di scovare la talpa nell’Abwehr che egli credeva li avesse traditi. Fu lo stesso Protze che in seguito avrebbe scoperto una importante spia polacca.

    Scontata la condanna, Goertz tornò in Germania, dove Canaris lo destinò a un’operazione, questa volta in Irlanda, che ebbe un insuccesso ancora maggiore. Paracadutato sul posto, venne tradito dalle stesse persone che egli sperava lo avrebbero aiutato; in più, l’IRA gli rubò i soldi. Goertz si uccise in carcere.

    La determinazione di Hitler a corteggiare gli inglesi per giungere a un’intesa che gli avrebbe permesso di avere mano libera per i suoi piani verso Est includeva energici tentativi da parte di varie organizzazioni naziste, che utilizzavano una persuasione amichevole – la propaganda – e anche la sovversione. Nulla di tutto ciò può paragonarsi al moderno spionaggio. Organizzazioni e singoli individui di Berlino nei posti importanti facevano il proprio lavoro a Londra, incoraggiando l’amicizia anglo-tedesca, l’antisemitismo e la paura del comunismo. A Londra, facevano parte di questa impresa le organizzazioni come The Link (il legame) e la Fratellanza anglo-tedesca, che ottennero un certo successo, per lo più negli strati più alti della società e fra alcuni politici della destra. È curioso che Hitler fece poco o nulla per stabilire legami col movimento fascista di Mosley. Le conoscenze e le amicizie influenti fatte tra gli inglesi convertiti, soprattutto attraverso riunioni mondane e opuscoli stampati, erano solide e avrebbero potuto avere grande importanza se solo Hitler avesse usato maggiore astuzia.

    Non furono né l’Abwehr né il SD di Heydrich, tuttavia, a stabilire la maggior parte dei contatti più promettenti. Come si è già detto, Canaris era rimasto scottato ed era stato diffidato da Hitler. L’operazione Goertz era nata su richiesta dei capi della Luftwaffe, e lui aveva ingenuamente creduto che, se le cose fossero andate male, essi se ne sarebbero assunta la responsabilità.

    Il filosofo del Partito nazista, Alfred Rosenberg, scoprì un certo barone Bill de Ropp, un baltico di origine lituana, che aveva studiato in Germania e che viveva in Gran Bretagna dal 1910. Era stato arruolato nel Wiltshire Regiment e, a metà degli anni Trenta, era stato presentato con la moglie inglese a Hitler. Il barone venne reclutato come agente e messo in contatto con il capo squadriglia Fred Winterbotham, che sembrò felice di conoscerlo, manifestando grande simpatia per Hitler e il suo Terzo Reich.

    Winterbotham era il bersaglio principale, in quanto lavorava per il Ministero dell’aviazione. Gli eccitati rapporti inviati dal barone a Berlino convinsero ben presto la Luftwaffe a inviare un proprio funzionario per strappare all’ufficiale della RAF quante più informazioni possibili riguardo la strategia in volo, gli armamenti e così via. Il capo squadriglia Winterbotham si dimostrò amichevole e chiacchierone, ma in realtà egli lavorava per i servizi segreti dell’aviazione e per il MI6. Stava facendo il doppio gioco contro i tedeschi per scoprire quanto più possibile sulla Luftwaffe, il cui agente Obermüller fu tanto affascinato dallo sviluppo successivo a un incontro ad alto livello avvenuto al Ministero dell’aviazione, da raccomandare Winterbotham quale nuovo addetto alle questioni dell’aviazione dell’ambasciata a Berlino.

    Ad Alfred Rosenberg fu fatto credere di essere riuscito a penetrare nei più esclusivi circoli della RAF, la quale non solo aveva acconsentito (all’insaputa del Ministero degli esteri) a entrare in una cooperazione tecnica con la Luftwaffe, ma proponeva anche uno scambio reciproco di ufficiali e delegazioni, che avrebbero dovuto illustrarsi reciprocamente gli ultimi sviluppi. Rosenberg credeva di aver trionfato dove l’Abwehr e altri avevano fallito.

    Il risultato fu una grande burla a danno dei tedeschi, che mostrarono agli ufficiali inglesi in visita un gran numero di installazioni della Luftwaffe e degli enti collegati. Quando la verità venne a galla, fra i tedeschi volarono accuse di tradimento, con Hitler che si lamentava che i suoi avessero svelato i segreti dello sviluppo del radar tedesco. Il capo squadriglia Winterbotham non arrivò mai a Berlino come attaché, essendo stato allontanato dai suoi capi. Per quanto concerne il barone, questi lo sapeva suo amico sin dall’ultima guerra.

    Canaris aveva dato la sveglia all’Abwehr, e anche se Hitler aveva posto il veto su azioni di spionaggio in Gran Bretagna, l’ammiraglio cominciò a mandare dei Forschers sull’isola. Questi esploratori dovevano introdursi nella vita inglese sotto coperture dall’aria innocente in attesa del segnale per cominciare il loro vero lavoro. Erano dei dormienti al modo sovietico. Stranamente, le varie basi dell’Abwehr in Germania si sentirono autorizzate a spedire queste supposte spie in Gran Bretagna, senza un coordinamento dal quartier generale di Canaris. Il risultato era scontato. La confusione che ne seguì costrinse Canaris a fermare l’operazione insistendo che ogni azione dovesse avere il via dal suo quartier generale.

    Altri stranieri erano desiderosi di collaborare a indebolire gli inglesi, e tra questi soprattutto gli indipendentisti gallesi e irlandesi. Un certo Joseph Kelly continuava a importunare il console tedesco a Liverpool, Reinhardt, un diplomatico di vecchio stampo che, come i suoi colleghi inglesi, non voleva aver nulla a che fare col lavoro di spionaggio. Alla fine, l’esasperato diplomatico passò il nominativo dell’irlandese alle persone giuste dell’Abwehr, che inviarono a Kelly un biglietto d’andata e ritorno per Osnabrück.

    Egli vendette all’Abwehr le piante di un’importante fabbrica di munizioni a Chorlev, nel Lancashire, per le quali ricevette la ridicola somma di 30 sterline. Al suo ritorno Kelly suscitò i sospetti degli inglesi, col risultato di venire arrestato, processato e condannato a sette anni di carcere. Il console generale Reinhardt venne espulso. Ciò dispiacque ai tedeschi, che risposero espellendo da Vienna l’addetto inglese dell’Ufficio Passaporti, a quell’epoca occupata a causa dell’Anschluss. Questo scambio fu una sfortuna per gli inglesi, perché il capitano Tom Hendrick aveva organizzato una vasta rete di spionaggio che copriva Austria, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria.

    Sempre in questo periodo, a seguito dell’abolizione del veto all’Abwehr di organizzare operazioni di spionaggio in Gran Bretagna, un giornalista sportivo rovinato, tale Donald Adams, vendette ai tedeschi parecchie informazioni militari, compresi dettagli di una nuova arma dell’aviazione. Però Adams venne preso dal MI5, che catturò anche quattro russi che lavoravano per la Germania nell’arsenale di Woolwich. Canaris risentì di questi scacchi, ma gli inglesi sbagliavano nel credere di avere la situazione sotto controllo, perché la sola Abwehr, nell’agosto del 1938, aveva non meno di 253 spie operative in Gran Bretagna. Il numero e la qualità delle sue spie era così elevato, che Canaris poteva vantarsi del fatto che i suoi uomini avevano la mappa di tutti i campi d’aviazione della RAF, e che avevano fotografato e disegnato le maggiori installazioni navali, compresi moli, depositi di carburante, magazzini e altri bersagli militari ed economici da Londra fino a Hull. Secondo la prassi, tutti i dati vennero passati alla relativa sezione della Wehrmacht, che preparò delle mappe accurate per la Luftwaffe quando scoppiò la guerra.

    Molto del credito per questo lavoro va al capitano Joachim Burghardt, capo della Divisione AST X di Amburgo che, con l’aiuto di esperti assistenti, organizzava agenti e operazioni. Questi venivano divisi in R o S: Reisen erano i viaggiatori (vacanzieri), Schweigen erano i dormienti. Alcune delle spie dell’Abwehr risultano di particolare interesse. Charlie Diggins cercò di sobillare i marinai inglesi che facevano scalo nei porti tedeschi, specie ad Amburgo. Un altro, un londinese eccentrico che si faceva chiamare capitano Fox Newman-Hall, inviò parecchi rapporti all’Abwehr prima di essere messo da parte, probabilmente durante il periodo di stasi decretato da Hitler. E, quando la Germania cercò di richiamarlo, egli non rispose. Un irlandese, certo Brandy, aveva lavorato per la Germania durante la prima guerra mondiale. Alla fine degli anni Trenta era sulla sessantina e sempre pronto a servire i tedeschi, in quanto ardente ammiratore di Hitler. Purtroppo, dopo aver ricevuto gli ordini nel Reich, tornò a Dublino, dove morì.

    Il comandante della nave Finkenau della Linea Nettuno faceva il corriere, ritirando i rapporti delle spie quando la nave faceva scalo nei porti inglesi. C’era poi un ingegnere, Fritz Block, che lasciò il suo impiego per aprire un commercio di biancheria femminile in Olanda, con molti clienti in Gran Bretagna. Block era sposato con un’americana i cui genitori vivevano a Londra. Reclutato dall’Abwehr, adottò l’espediente di visitare più volte la Gran Bretagna e, alla fine del 1938, aveva consegnato 130 rapporti ai suoi padroni, e più di 400 fotografie riguardanti tutti i tipi di bersagli militari ed economici, compresi aeroporti, fabbriche di aerei, stazioni di pompaggio acqua ed elettrodotti, e persino sui metodi antincendio. Fritz Block fu una delle spie di maggior successo mai usate da Canaris in quella che si può considerare l’età dell’oro dello spionaggio tedesco in Gran Bretagna.

    Block persuase persino un amico giornalista inglese a fargli avere copie delle Notizie D del governo, materiale che era vietato alla stampa. Ovviamente si trattava di notizie importanti e di grande interesse per il nemico. Descritto come una persona alla Walter Mitty (il protagonista di Sogni proibiti), Block non fu mai pagato molto. L’Abwehr gli dava circa 7 sterline la settimana, non molto più di quanto guadagnassero a quell’epoca tanti professionisti inglesi.

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