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Il ribelle e l'infermiera: Harmony Bianca
Il ribelle e l'infermiera: Harmony Bianca
Il ribelle e l'infermiera: Harmony Bianca
E-book157 pagine2 ore

Il ribelle e l'infermiera: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

L'infermiera Becky Williams è appena tornata a Bride's Bay e immediatamente ha incrociato lo sguardo del dottor Ewan MacLeod, l'uomo che col suo fascino malizioso e ribelle un tempo l'aveva quasi convinta a lasciare il proprio fidanzato. Il suo matrimonio comunque non era durato e oggi Ewan, anche se è ancora dannatamente sexy, sembra essere cambiato, mentre Becky è una mamma single che non ha niente da perdere e tutto da guadagnare. Possibile che lasciarsi andare tra le sue braccia possa rivelarsi adesso la scelta giusta?
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2019
ISBN9788858997420
Il ribelle e l'infermiera: Harmony Bianca
Autore

Jennifer Taylor

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Il ribelle e l'infermiera - Jennifer Taylor

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Rebel Who Loved Her

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2013 Jennifer Taylor

    Traduzione di Rita Orrico

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-742-0

    1

    «Becky! Hey, Becky, aspetta!»

    Becky Williams si fermò quando sentì che qualcuno la chiamava. Voltandosi, scrutò i volti degli altri passeggeri riuniti nell’area del ritiro bagagli dell’aeroporto di Heathrow. Il volo era stato lungo e faticoso, nonostante i suoi genitori avessero insistito per far volare lei e Millie in classe business. Più di venti ore senza sosta dalla Nuova Zelanda erano già un’impresa di per sé, ma tutto diventava traumatico con una bambina piccola.

    Becky sospirò quando Millie ricominciò a lamentarsi e la strinse a sé, sperando che il passeggino comparisse in fretta sul nastro trasportatore. A quattordici mesi la bambina stava diventando pesante e le braccia di Becky erano completamente indolenzite dopo averla tenuta in braccio durante quasi tutto il volo.

    «Mi sembrava che fossi tu!»

    All’improvviso un uomo le si parò di fronte e lei sobbalzò. Lo fissò, confusa. L’uomo era alto di diversi centimetri più di lei che pure vantava un’altezza considerevole, coi capelli castano scuro e un paio di meravigliosi occhi azzurri. Sebbene il suo volto non fosse bello in senso classico, c’era qualcosa di molto attraente nei lineamenti decisi e nella curva ascendente delle labbra che suggeriva uno sviluppato senso dell’umorismo.

    «Non dirmi che non mi riconosci. Sono distrutto!» dichiarò lui con un sorriso che gli illuminò il volto in un modo che Becky trovò fin troppo familiare e trasalì.

    «Ewan! Sei davvero tu?»

    «In carne e ossa» replicò lui e la strinse in un rapido abbraccio. Si staccò subito da lei e la guardò con occhi ridenti. «O almeno penso di essere io. Dopo tutte quelle ore in aria non sono nemmeno sicuro di essere qui.»

    Ewan rise e per fortuna non si accorse della reazione di Becky. Lei strinse a sé Millie. Era stanca per il lungo viaggio, niente di più. Non c’era da stupirsi se aveva trovato così piacevole l’abbraccio di Ewan, ma non significava nulla. Anche se c’era stato un tempo in cui aveva avuto una cotta pazzesca per lui, era tutto nel passato. Da allora erano successe molte cose.

    Quanto era accaduto in quell’ultimo anno era sempre presente nei pensieri di Becky, ma lei si sforzò di metterlo da parte. Non se la sentiva proprio di affrontare quel genere di introspezione. Il nastro trasportatore cominciò a girare e la gente si spostò in avanti per avvistare il proprio bagaglio. Becky intravide il passeggino e cercò di farsi strada tra la folla, ma con la bambina tra le braccia non era facile.

    «È il tuo?» si fece avanti Ewan e al suo cenno di assenso sollevò senza sforzo il passeggino e lo aprì in modo che lei potesse sistemarvi dentro la bambina. Poi, prima che lo facesse lei, lui si accucciò e assicurò Millie con l’imbracatura. «Ecco fatto, piccolina. Puoi fare un sonnellino, adesso» mormorò, arruffandole i capelli.

    Becky fece del proprio meglio per nascondere la sorpresa quando sentì la figlia ridere. Di norma, Millie diffidava degli sconosciuti e il più delle volte scoppiava a piangere se qualcuno le si avvicinava.

    Ewan si alzò e Becky assunse un’espressione vaga. Di sicuro sua figlia era stanca quanto lei e reagiva di conseguenza. Prima raggiungevano la loro casa a Bride’s Bay meglio era per tutti.

    Purtroppo la sua valigia tardava. Ewan si sporse in avanti, afferrò una vecchia borsa da viaggio e la depositò sul pavimento senza troppe cerimonie. «Manca solo la tua. Fammi un fischio quando la vedi.»

    Lui sembrava dare per scontato che lei avesse bisogno di aiuto e Becky non sapeva cosa fare. Non le sembrava bello usarlo, soprattutto dopo il modo in cui si erano lasciati tanti anni prima. Il senso di colpa, che era diventato una parte predominante della sua vita, riprese a tormentarla e lei scosse la testa.

    «Non preoccuparti per noi, ce la caveremo. Hai la tua borsa, perciò puoi andare a casa.»

    «E dovrei lasciarvi qui a cavarvela da sole?» protestò lui. «Posso solo immaginare cosa direbbe mia madre se lo scoprisse. Mi mangerebbe vivo!»

    Becky riuscì a sorridere. «Penso che tu sia un po’ troppo cresciuto per preoccuparti dell’opinione della mamma.»

    «Vero.» Il suo sorriso scomparve e lui la guardò con una serietà che le procurò un brivido. «Comunque non mi perdonerei mai se ti abbandonassi, Becky. Mia madre mi ha scritto e mi ha raccontato cos’è successo a Steve. Mi dispiace davvero. Perdere tuo marito in quel modo dev’essere stato tremendo. Sei reduce da un periodo molto difficile e vorrei aiutare come posso, anche solo occupandomi del tuo bagaglio.»

    Becky sentì la gola serrarsi quando riconobbe la preoccupazione genuina nella sua voce e distolse lo sguardo. Se non stava attenta, temeva di fare qualcosa di stupido, come mettersi a piangere. Nell’ultimo anno aveva imparato a tenere a freno le lacrime per il bene di Millie e l’aveva fatto solo di rado e sempre in privato. Forse era a causa della stanchezza, oppure della sorpresa di rivedere Ewan, ma temeva che sarebbe bastata una parola in più per farla crollare.

    «Grazie» mormorò. «Sei molto gentile.»

    «Non c’è di che.» Lui le sfiorò una mano e poi si voltò verso il nastro trasportatore e così gli sfuggì la reazione di Becky. Per fortuna.

    Era decisamente stanca e reagiva in modo esagerato. Il fatto che il sangue avesse preso a correre più in fretta nelle vene quando Ewan l’aveva toccata era da attribuire solo alle circostanze e a nient’altro.

    Finalmente intravide la valigia e la indicò. «Eccola: è quella rossa con la targhetta gialla.»

    Senza perdere tempo, lui si fece strada tra i presenti e un attimo dopo sollevò la pesante borsa da viaggio. «Ti vengono a prendere?» le domandò poi.

    «Sì» sospirò lei. «I miei genitori hanno insistito per venire, malgrado le mie proteste.»

    «Mi sembra ovvio» commentò lui, passandole la valigia e voltandosi verso l’uscita. «Avete alle spalle un volo lunghissimo ed è ovvio che siate stanche, come lo sono io. Tu ti sei anche dovuta preoccupare di tua figlia, che senso ha rifiutare l’aiuto dei tuoi genitori?»

    Becky si morse un labbro. Quello che lui diceva aveva senso, ma lei si sentiva in colpa per aver costretto i suoi genitori alla lunga trasferta dal Devon. A causa sua avevano alle spalle un anno molto difficile ed era determinata a non dare loro altre preoccupazioni. Ancora una volta fu assalita dal dubbio se stesse facendo la cosa giusta tornando in Inghilterra.

    Ci aveva pensato a lungo prima di prendere una decisione, ma alla fine si era dovuta arrendere all’evidenza che non aveva altra scelta. Aveva bisogno di lavorare per provvedere a se stessa e a sua figlia e il costo di una babysitter a tempo pieno sarebbe stato esorbitante. Non sarebbe rimasto abbastanza denaro per tutte le altre spese.

    I suoi genitori non le avevano garantito soltanto una casa in cui vivere, ma sua madre si era offerta di badare a Millie mentre Becky era al lavoro. Sapeva di dover essere loro grata per tutto, ma le risultava difficile rinunciare alla propria indipendenza. Quel trasferimento significava fare ritorno al punto da cui era partita otto anni prima, a casa dei suoi a sognare di Ewan.

    Quel pensiero s’insinuò nella sua mente senza alcun preavviso. Becky scosse la testa, decisa a scacciarlo mentre seguiva Ewan verso l’uscita. Non c’era alcuna possibilità che la storia si ripetesse: anche se era stata attratta da lui in passato, era Steve che aveva sposato e Steve che aveva amato...

    Giusto?

    Il cuore le si fermò in gola. All’improvviso non era più sicura di nulla. Aveva davvero amato Steve, o l’aveva scelto perché rispondeva alla sua immagine di marito ideale?

    Steve era sembrato così calmo e affidabile, così concentrato su ciò che voleva nella vita. Avevano condiviso le stesse ambizioni e gli stessi progetti, il matrimonio, una casa e una famiglia, perciò lei credeva di aver trovato la sua anima gemella.

    Con Ewan, d’altro canto, era stato completamente diverso. Lui era affascinante, eccitante, sexy – tutto ciò che Steve non era. Sebbene avesse avuto molte ragazze, non aveva mai mentito sul fatto che non voleva sistemarsi. Come aveva dichiarato molte volte, c’era un mondo intero là fuori che aspettava solo di essere esplorato e lui avrebbe fatto del suo meglio per vedere il più possibile. Anche se Becky era stata profondamente attratta da lui, aveva presto capito che tra loro non poteva funzionare. Volevano cose troppo diverse dalla vita, e una relazione tra loro era destinata al fallimento.

    Alla fine lei aveva deciso di restare con Steve, convinta che fosse la decisione giusta. Steve le aveva offerto la sicurezza che desiderava, la possibilità di un matrimonio come quello dei suoi genitori: stabile e duraturo. Solo ora, guardando indietro, si chiese se non avesse commesso il più grande errore della sua vita. Chissà cosa sarebbe successo se avesse scelto Ewan?

    Ewan aveva lo stomaco chiuso in una morsa. Trasse un profondo respiro, forzando l’ossigeno a riempire i polmoni. Vedere Becky all’aeroporto di Christchurch era stato un vero shock, ma aveva avuto a disposizione molte ore per rimettersi. Durante il volo era riandato con la mente a tutto ciò che era accaduto tra loro otto anni prima.

    Lui faceva la specializzazione e Becky era all’ultimo anno di praticantato come infermiera quando si erano conosciuti. Sebbene entrambi provenissero dalla regione di Bride’s Bay, lui era di qualche anno più vecchio, perciò non frequentavano lo stesso giro di persone. Quando l’aveva vista la prima volta aveva subito pensato che fosse straordinariamente attraente. Non era solo molto bella, ma aveva una mente vivace e affascinante.

    Così aveva preso l’abitudine di fermarsi nel reparto in cui lavorava lei, facendo coincidere le proprie visite con le sue pause. Chiacchieravano del più e del meno bevendo caffè, ma entrambi sapevano che la conversazione nascondeva emozioni più profonde. Era attratto da lei, ed era chiaro che anche Becky provava lo stesso. Anche se Ewan sapeva che lei si vedeva con qualcuno, alla fine le aveva chiesto di uscire e lei aveva accettato.

    Erano andati a cena in un piccolo bistro in riva al fiume. Le luci soffuse delle candele, la musica melodica, i camerieri discreti, tutto era così romantico che Ewan avrebbe riso se non si fosse sentito così a disagio al pensiero che lei pensasse che voleva sedurla. Quando però si era scusato, era stata lei a scoppiare a ridere. In quel momento lui aveva pensato che sarebbe stato molto facile innamorarsi di lei.

    Dopo cena l’aveva riaccompagnata a casa sentendosi al settimo cielo. Fino a quel momento aveva sempre escluso la possibilità di innamorarsi: voleva viaggiare un po’ prima di prendere un impegno serio e sistemarsi. Ma incontrare Becky aveva cambiato tutto e lui non era più sicuro di ciò che voleva davvero. Quando l’aveva baciata, sulla strada, ogni residuo di sicurezza l’aveva abbandonato. E se in lei avesse trovato qualcosa di molto più speciale di qualsiasi cosa il mondo avesse da offrire?

    In circostanze diverse le avrebbe chiesto di passare la notte insieme, ma quello che era accaduto tra loro era troppo profondo. Aveva fatto

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