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La dolcezza di Hannah: Harmony Bianca
La dolcezza di Hannah: Harmony Bianca
La dolcezza di Hannah: Harmony Bianca
E-book150 pagine2 ore

La dolcezza di Hannah: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Uno stile di vita nomade e una certa resistenza a mettere radici sono il marchio di fabbrica di Tom Bradbury. La sua aristocratica famiglia, famosa per i matrimoni fallimentari, è uno dei motivi per cui a Tom piace il proprio modo di vivere. Fino a quando il suo incarico come medico sostituto al Bride's Bay Surgery non lo porta a incrociare lo sguardo della nuova collega, Hanna Morris. La sua dolcezza, mista a una sensualità innocente e intrigante, fanno crollare tutte le sue certezze: Adesso Tom non ha più tanta fretta di scappare.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mar 2019
ISBN9788858994887
La dolcezza di Hannah: Harmony Bianca
Autore

Jennifer Taylor

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La dolcezza di Hannah - Jennifer Taylor

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Family Who Made Him Whole

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2012 Jennifer Taylor

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-488-7

    1

    «E questo è il mio figlioccio, Tom Bradbury. Tom è stato un preziosissimo aiuto in attesa del tuo arrivo. Tom, lei è Hannah Morris, la mia nuova collega. Sono sicuro che sarai deliziato di conoscerla tanto quanto lo sono io.»

    «Il piacere è mio, dottor Bradbury.» Hannah si fissò un sorriso gentile sulle labbra quando Tom rise. Non era sua intenzione domandare perché avrebbe dovuto essere deliziato dato che la cosa non le interessava. Aveva giù avuto una dose sufficiente di uomini alti, scuri e belli e in futuro sarebbe stata alla larga da chiunque fosse rientrato nella descrizione.

    «Per favore, lascia perdere il titolo e chiamami Tom» rispose lui allungando la mano.

    Lei provò un brivido quando i loro palmi si toccarono e si irrigidì. Non voleva provare niente per quello sconosciuto e fu un sollievo quando le lasciò la mano e si rivolse a Simon Harper, il socio anziano dello studio medico.

    «Non facciamo cerimonie qui, vero Simon?»

    «Direi proprio di no.» Simon sorrise ad Hannah. «La maggior parte dei nostri pazienti ci chiama per nome. Spero che la cosa non ti dia fastidio, mia cara. I giorni in cui il medico generico era considerato secondo solo a Dio nell’ordine gerarchico sono per fortuna finiti.»

    «Ovviamente no» confermò Hannah stampandosi un altro sorriso sulle labbra, anche se avrebbe impiegato un po’ ad abituarsi a quel tipo di confidenza con i pazienti. Aveva sempre preferito mantenere un certo distacco professionale, ma evidentemente era così che funzionava a Bride’s Bay, pertanto si sarebbe adeguata.

    «Se fossi in te mi fermerei, Simon. Non vorrei che la spaventassi troppo.»

    Hannah si irrigidì di nuovo quando sentì Tom ridere. Aveva una risata molto sensuale che le faceva venire la pelle d’oca. Si schiarì la gola, rifiutandosi di analizzare i motivi per cui aveva quello strano effetto su di lei.

    «Non c’è pericolo, anche se devo ammettere di sentirmi più a mio agio se i miei pazienti mi chiamano dottor Morris. Comunque sono sicura che mi adatterò.»

    «Questo è lo spirito giusto» disse Simon rivolgendole un sorriso di approvazione. «Sapevo di avere fatto la scelta giusta con te. Non ho dubbi che sei perfetta per questo posto.»

    Lei borbottò qualcosa, consapevole che quelle parole avevano toccato un nervo scoperto. Aveva sempre cercato di essere perfetta in tutto quello che faceva. Già da bambina allineava le sue bambole con precisione militare perché voleva che la sua vita fosse il più possibile ordinata. Ovviamente conosceva la ragione di quella sua specie di ossessione; quando aveva sette anni suo padre era rimasto coinvolto in un grave incidente automobilistico e ricordava ancora la sua angoscia perché non sapeva se sarebbe sopravvissuto. L’unica maniera per sopportare quei terribili momenti era stata di rendere tutti gli altri aspetti della sua esistenza perfetti. Nella sua mente, se ogni cosa fosse stata al suo posto, prima o poi anche il resto si sarebbe sistemato.

    Fortunatamente suo padre si era ripreso, tuttavia il suo bisogno di ordine era rimasto. Quando aveva conosciuto Andrew e aveva scoperto che per lui era lo stesso, le era sembrato che fossero fatti per stare insieme. Avrebbero potuto continuare a cercare la perfezione sapendo che l’altro avrebbe capito.

    Era stato solo nell’ultimo anno che aveva compreso di avere commesso un terribile errore.

    «Hannah?»

    Qualcuno le sfiorò il braccio facendola sussultare e arrossì scoprendo che Tom Bradbury la stava fissando. Con il suo metro e ottantacinque era molto più alto di lei. Pareva così solido che venne colta da un folle bisogno di lasciarsi andare contro di lui.

    Gli ultimi dodici mesi erano stati duri e sarebbe stato bello se qualcuno avesse potuto sollevarla per un po’ dal peso delle sue preoccupazioni.

    «Stai bene?» Tom la stava osservando con i suoi occhi blu preoccupato.

    Hannah si ricompose. A Tom Bradbury non sarebbero interessati i suoi problemi. «Sì, grazie» rispose e guardandosi in giro aggiunse: «Dov’è Simon?».

    «È andato a casa a preparare il caffè. In realtà spero che abbia chiesto a Ros di farlo.» Tom le sorrise cordiale. «Ti do un consiglio: se Simon ti propone una tazza di caffè rifiuta.»

    «Non può essere così terribile.»

    «Purtroppo sì, fidati. Sarà anche un brillante medico adorato dai suoi pazienti, ma non si può dire lo stesso della sua brodaglia. Se tieni alla tua salute cerca di raggiungere il bollitore prima di lui.» I suoi occhi blu la guardarono intensamente per un lungo istante, dopodiché si diresse verso la porta e fu solo in quel momento che Hannah si accorse di avere smesso di respirare.

    Doveva essere la novità, si disse seguendolo; il fatto che fosse il primo giorno del suo nuovo lavoro e della sua nuova vita.

    Tom aprì la porta facendosi da parte per lasciarla passare. Lei rabbrividì quando sfiorò il suo torace con la spalla e pensò che il suo nervosismo fosse dovuto a tutti quei cambiamenti recenti. Sospirò entrando in una accogliente cucina in stile country, dicendosi che la causa della sua agitazione era proprio alle sue spalle. Era colpa di Tom se si sentiva così, tuttavia era sorpresa dalla sua reazione. Certo, lo trovava attraente, però si trattava di un’attrazione puramente fisica e basta. In fondo era appena fuggita da una disastrosa relazione e non voleva trovarsi intrappolata in un’altra.

    Tom prese la tazza che le offrì Ros e si avvicinò alla finestra. Era metà maggio e il sole splendeva sul mare. Era una di quelle meravigliose giornate nel Devon che lo facevano sentire felice di essere vivo, ma per qualche strana ragione, in quel momento, era più consapevole della presenza della donna dietro di sé che del paesaggio. Bevve un sorso di caffè e si voltò posando lo sguardo sulla figura seduta al tavolo.

    Hannah Morris era bella con quell’incarnato pallido e i capelli ramati che le ricadevano sulle spalle. Gli occhi erano di un verde intenso, incorniciati da fitte ciglia scure. Non era truccata, a parte un leggero velo di rossetto.

    Lo sorprese quell’inaspettato interesse per la nuova collega di Simon, anche se il padrino gli aveva parlato di lei quando aveva deciso di offrirle quel posto. Purtroppo era consapevole di non avere prestato molta attenzione. L’unica cosa che ricordava era che aveva trentun anni e che aveva lavorato in un grosso studio medico in un sobborgo di Londra per alcuni anni. Tutto il resto gli era entrato in un orecchio e uscito dall’altro. Peccato, perché c’era qualcosa nel dottor Morris che lo intrigava e non dipendeva dal fatto che fosse passato parecchio tempo da quando aveva reagito in maniera così forte nel toccare la mano di una donna. Quel pensiero lo infastidì e fu con sollievo che vide Ros avvicinarsi.

    «Un penny per i tuoi pensieri» gli disse Ros sorridendogli con il solito calore. Più di una volta lui aveva desiderato che fosse lei sua madre invece della brillante e affascinante Tessa.

    «Non credo che valgano così tanto persino con l’attuale tasso di inflazione» osservò asciutto e cambiando argomento aggiunse: «Sono felice che hai raggiunto la caffettiera prima di Simon».

    «Niente paura. Era già sul fuoco quando è tornato» ribatté Ros per nulla ingannata dalla noncuranza del suo commento. Lo conosceva troppo bene, cosa che avrebbe fatto meglio a ricordare se aveva intenzione di divagare ancora con i suoi pensieri. Incapace di trattenersi posò di nuovo lo sguardo su Hannah e rabbrividì scoprendo che anche lei lo stava osservando. Per un momento si fissarono negli occhi, poi Hannah chinò la testa. Bevve un altro sorso di caffè nella speranza di controllare il tremore che lo scuoteva dentro. Non ebbe fortuna e gemette silenziosamente.

    Non era da lui rispondere così istintivamente a una donna. Di sicuro non si era mai sentito come se si fosse trovato all’improvviso su una montagna russa che stava prendendo velocità. Gli piacevano le donne e apprezzava la loro compagnia, ma la parola chiave era appunto donne, al plurale.

    Quando ne invitava una metteva sempre in chiaro che non avrebbe avuto nulla in contrario se si fosse vista anche con altri uomini e viceversa.

    A ogni modo sapeva senza ombra di dubbio che Hannah Morris non apparteneva a quel genere femminile. Si sarebbe aspettata che il suo partner fosse fedele e se c’era qualcosa che lui non poteva garantire era proprio la fedeltà.

    «Allora, cosa pensi della nuova protetta di Simon?»

    Tom riemerse dai suoi pensieri stupito dal suo comportamento. Conosceva Hannah Morris da meno di dieci minuti eppure eccolo lì a soppesare la questione gravosa dei suoi difetti.

    «Mi pare molto carina.»

    «Carina?» ululò Ros. «È questo tutto ciò che hai da dire?»

    «Be’, non ho avuto molto tempo per conoscerla» si difese lui.

    «Certo, però non è da te essere così cauto. Di solito impieghi decisamente meno a inquadrare una donna.»

    «Cosa vorresti dire?»

    «Oh, suvvia. Ricordati che ti ho visto crescere e conosco l’effetto che hai sulla popolazione femminile. Non so se utilizzi qualche tipo di punteggio, tuttavia direi che hai stabilito due categorie: o sono caccia libera, oppure off limits. Non so in quale delle due hai deciso di collocare Hannah.»

    «Cosa state confabulando?» chiese Simon avvicinandosi per riempire di nuovo la sua tazza. «Avete l’aria di quelli che stanno complottando qualche guaio.»

    Ros rise mentre versava al marito dell’altro caffè. «Credo sia passato molto tempo dall’ultima volta che sono stata accusata di una cosa del genere.»

    Tom ne approfittò per tornare a guardare fuori dalla finestra. Possibile che Ros avesse ragione e che vedeva le donne in quel modo calcolatore? Purtroppo, nel suo cuore, sapeva che la risposta era affermativa.

    Dalla sua prima, e unica, sventurata incursione nell’amore aveva deciso di non lasciarsi dietro una scia distruttiva come avevano fatto i suoi genitori. Anche se amava uscire con le donne e fare sesso, non si vedeva con una moglie e una famiglia che aspettava il suo ritorno. Preferiva che la sua vita fosse priva di simili complicazioni così nessuno sarebbe rimasto ferito.

    Si voltò nel sentire qualcuno ridere e gli si rizzarono i capelli sulla nuca quando realizzò che si trattava di Hannah. In quel preciso istante capì che, benché avesse

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