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L uomo dei sogni: Harmony Bianca
L uomo dei sogni: Harmony Bianca
L uomo dei sogni: Harmony Bianca
E-book165 pagine2 ore

L uomo dei sogni: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

La dottoressa Kayla Moran si è trasferita in una piccola cittadina per sfuggire al controllo di una famiglia troppo ingombrante. Quello che non aveva messo in conto era di incontrare un uomo come Tom Jamieson, forte, sicuro di sé, coraggioso, ma allo stesso tempo maledettamente egocentrico. Proprio come suo padre.



Dopo aver passato i primi giorni a evitarlo, Kayla ha la possibilità di scoprire un lato nuovo di Tom lavorando insieme a lui. Quello che vede le piace abbastanza da convincerla a lasciarsi andare alla passione. Ma quando Tom le dice di volere qualcosa di più, una famiglia e dei figli, Kayla sente le antiche paure tornare a sbarrarle la strada.
LinguaItaliano
Data di uscita9 feb 2018
ISBN9788858977897
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    Anteprima del libro

    L uomo dei sogni - Sharon Archer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Man Behind The Badge

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2011 Sharon Archer

    Traduzione di Monica D’Alessandro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-789-7

    1

    Tom Jamieson allungò un braccio nel suo fuoristrada e ripose la cornetta della radio della polizia. Si stiracchiò, si tolse il giubbotto catarifrangente giallo e lo gettò sul sedile del passeggero. Distese i muscoli delle spalle, si passò una mano sul viso e sentì la barba corta e ispida sotto il palmo. Era stata una lunga giornata, e una serata ancora più impegnativa, ma, nonostante la frustrazione, era piuttosto soddisfatto.

    Sorrise quando sentì le rane poco distanti gracidare in coro. I suoi colleghi della città non avrebbero capito che ciò lo ripagava di tante fatiche degli ultimi giorni.

    Respirò a pieni polmoni la fragranza di eucalipto che sentiva ancora pungente nell’aria. Su un albero vicino, una gazza avvertiva della sua presenza, rapita dallo splendore della luna piena. Gli armoniosi suoni e profumi della notte lo avvolgevano come un manto di serenità.

    Tornare a Dustin era stata la scelta giusta per lui.

    All’interno del recinto vicino, una dozzina di bovini ruminavano contenti nella loro nuova casa.

    Si girò per aprire lo sportello della macchina. Era arrivato il momento di tornare a casa, togliersi di dosso quei vestiti e farsi una doccia. Il suo stomaco, inoltre, brontolava.

    A un certo punto, i fari di una macchina che si avvicinava attraversarono il buio, creando una specie di strana nebbia. Tom diede un’occhiata all’orologio sul cruscotto. Era quasi l’una di notte. Era strano che qualcuno guidasse a Dustin a quell’ora. Guardò con riluttante curiosità mentre la macchina si avvicinava.

    Dopo alcuni secondi, riconobbe la sagoma della piccola auto. Aggrottò le sopracciglia, mentre il cuore iniziò a battergli forte.

    Kayla Moran.

    Il nuovo medico di Dustin.

    E, al momento, la donna che gli piaceva più di quanto avrebbe dovuto suggerirgli il buon senso, soprattutto dato che lei sapeva appena della sua esistenza.

    Mentre l’auto si avvicinava dove si trovava parcheggiata la macchina di Tom, lui vide per alcuni istanti il pallido viso di Kayla attraverso il finestrino laterale. Lei guardò nella sua direzione, e per un attimo gli occhi della ragazza sembrarono fissarlo. Lui alzò la mano in un automatico cenno di saluto, anche se dubitava che la ragazza l’avesse guardato tanto a lungo da vederlo, figurarsi riconoscerlo. Cosa del tutto normale vista la mancanza di reciproche interazioni fino a quel momento. Tom sbuffò, schernendosi.

    Lui invece aveva notato ogni singolo dettaglio della ragazza. Dalla cima della sua testa ricoperta di capelli biondi color del miele, alle unghie del piede laccate di rosa, che facevano capolino dai sandali che aveva indossato una volta al barbecue dell’ospedale, quando era arrivata per la prima volta in città due mesi prima. Persino il colore dei suoi occhi... Tom non aveva mai prestato molta attenzione al colore degli occhi. Le iridi erano blu, castane, verdi, azzurre... secondo il normale vocabolario di un poliziotto. Ma non quando si trattava di Kayla. Lei lo guardò dritto in viso, con i suoi intensi occhi grigi.

    Kayla gli faceva desiderare cose che erano più in accordo con il vecchio Tom Jamieson. Quello che viveva fino in fondo la sua vita e che amava divertirsi. L’uomo che era stato prima che un proiettile mettesse un freno ai suoi piani poco più di due anni addietro. L’essere stato molto vicino alla morte, il tempo trascorso in ospedale e poi i mesi di riabilitazione lo avevano costretto a riconsiderare le sue priorità. Gli avevano fatto capire che desiderava tornare a casa dove si trovavano le sue radici, costruire lì il suo futuro.

    Crearsi una famiglia.

    Per fare ciò aveva bisogno di una moglie, e lui sapeva cosa stava cercando. Una donna con i piedi per terra, buona e generosa. Qualcuno che avesse il senso dell’umorismo.

    Non qualcuno come Kayla. Lei era una ragazza di città sotto ogni aspetto. Sempre impeccabile, con i vestiti firmati, senza mai un capello fuori posto. Avara di sorrisi.

    Fredda, riservata, esigente.

    Ma per quanto la sua mente sapesse di cosa aveva bisogno, il suo corpo desiderava qualcos’altro. Non gli piaceva molto che il suo vecchio sé facesse capolino in questo modo. Quell’uomo deciso, passionale e irruente che non voleva altro se non avere Kayla Moran nel suo letto... Anche quando lo guardava di sfuggita con quei suoi occhi grigi fuori del comune, come se lui fosse invisibile.

    Aggrottò le sopracciglia mentre apriva con uno strattone lo sportello dell’auto, e si mise dietro al volante. A ogni modo, cosa diavolo ci faceva Kayla a Dustin, a parte mettere a soqquadro il suo equilibrio? Sapeva la risposta più ovvia. Kayla lavorava all’ospedale, e in particolare avrebbe sostituito in qualità di medico interino Liz Campbell, durante il suo congedo per maternità.

    Ma cosa l’aveva spinta ad andare lì, in quella cittadina di campagna, dov’era come un pesce fuor d’acqua?

    E adesso stava ritornando dopo un altro fine settimana nella grande città. Aveva forse preso una boccata di civilizzazione, qualcosa che l’aiutasse ad andare avanti durante il periodo da scontare nel purgatorio di campagna? Oppure aveva un uomo nascosto lì da qualche parte?

    Qualcuno felice di avere una relazione a distanza con lei?

    Qualcuno controllato e riservato come lei?

    Un’immagine affiorò alla sua mente. Mani maschili che non erano le sue che la toccavano, scorrendo su quella pelle perfetta e vellutata. Tom imprecò sottovoce.

    I muscoli del suo viso si contrassero e chiuse di colpo lo sportello. Sentì il morso della passione non corrisposta affondare i suoi denti. Stava diventando pazzo. Dopo essersi allacciato la cintura di sicurezza, fece per girare la chiave.

    Un tremendo fischio di freni attraversò l’aria, spazzando via la tranquillità di quella notte. Per una frazione di secondo, Tom si raggelò. Poi, con il cuore che gli batteva all’impazzata, si girò di scatto in direzione del punto da cui proveniva il rumore. In lontananza, una strana luce avanzava a gran velocità passando attraverso la vegetazione. Fasci di luce gialla giravano vorticosamente fuori controllo. Un attimo dopo, tutto ebbe fine con uno spaventoso schianto di metallo.

    Kayla!

    Tom si sentì in preda al panico. Mise subito in moto il veicolo e accelerò lungo la stradina sterrata fino all’incrocio, quindi girò il volante in direzione delle luci che adesso erano ferme.

    La piccola macchina rosa confetto occupava in diagonale il centro della strada. Sembrava tutta intera, ma forse il danno era dall’altro lato.

    Dal lato del guidatore.

    Tom era ancora troppo lontano per vedere chiaramente all’interno del veicolo, per vedere se c’era qualche movimento. Si sporse in avanti oltre il volante, come se ciò gli avrebbe permesso di scorgere qualcosa.

    Un momento dopo, la macchina della ragazza si mosse, e fece un’inversione a U.

    Kayla stava bene, la macchina era tutta intera.

    I fari della sua auto continuarono a muoversi, e Tom vide per la prima volta una berlina blu scuro con il cofano accartocciato contro il tronco di un eucalipto.

    La macchina di Kayla si fermò con i fari puntati sul punto in cui si trovava la berlina.

    Tom mise la macchina di traverso sulla strada per bloccare eventuali mezzi in arrivo, azionò le luci di emergenza lampeggianti e lasciò accesi i fari anteriori per fare ancora più luce. Kayla aprì lo sportello e si precipitò fuori. Tom diede uno strattone al freno a mano e imprecò quando la vide andare verso il luogo dell’incidente.

    Cosa aveva intenzione di fare quella donna? La scena doveva essere messa in sicurezza prima che potesse avvicinarsi. Non pioveva da settimane. Al momento il pericolo che scoppiasse un incendio era assai elevato. Tubo di scappamento caldo più erba alta. La ricetta perfetta per un disastro.

    Quando Tom spalancò lo sportello, l’urlo gutturale di un uomo gli riecheggiò nelle orecchie.

    «Aiuto! Qualcuno mi aiuti! Vi prego!»

    Estintore, coperta di lana e torcia alla mano, Tom corse davanti al cofano accartocciato. Un nauseabondo odore di vapori di benzina gli riempì i polmoni. Con la coda dell’occhio, Tom vide che Kayla stava aprendo lo sportello del lato del guidatore.

    «Va tutto bene, ci pensiamo noi» lo rassicurò Kayla, a voce abbastanza alta da superare i lamenti del malcapitato. La ragazza sembrava sicura di sé. «Come ti chiami?»

    «A... Andy.»

    Dell’erba carbonizzata iniziò a prendere fuoco e comparve una prima fiamma tra le foglie attorno al tronco dell’albero. Dei ramoscelli secchi scricchiolarono sotto gli stivali di Tom, mentre cercava di spegnere con i piedi l’incendio incipiente. Distese la coperta in maniera strategica per evitare che il combustibile prendesse fuoco.

    «Ciao, Andy. Io mi chiamo Kayla. Sono un dottore.»

    Prestando attenzione alla conversazione di Kayla, Tom illuminò con la torcia la cavità in cui si trovava il motore, sotto il cofano ammaccato. Non c’erano ancora né fumo né focolai evidenti, ma la situazione poteva cambiare in un istante.

    «Andrà tutto bene» continuò a tranquillizzarlo Kayla, con voce calma. «Adesso ci occuperemo noi di te.»

    Tom posò a terra l’estintore, poi si avvicinò a grandi passi dove Kayla era accovacciata, accanto allo sportello del guidatore. Aveva posizionato un collare cervicale attorno al collo della vittima dell’incidente, e stava puntando una piccola luce a forma di penna negli occhi dell’uomo.

    Tom si chinò accanto a lei. «Questo posto non è sicuro.»

    «Allora, la prego, sergente, lo metta in sicurezza.» Kayla si rivolse a lui in maniera gentile, ma distaccata. La sua concentrazione era tutta rivolta al paziente e non alzò nemmeno lo sguardo.

    Tom sorrise in maniera sardonica, mentre appoggiava una mano sullo sportello. Almeno lei sapeva chi fosse. «L’ho già fatto, dottore.»

    «Ottimo.» Quel complimento rivoltogli con una tale indifferenza gli diede quasi fastidio, mentre guardava Kayla sporgersi ancora di più in avanti e mettere le mani sotto ciascun lato dell’uomo di fronte a lei. «Provi dolore da qualche parte, Andy?»

    «Alla... caviglia.» Appena l’uomo farfugliò quelle parole, si sentì una tremenda puzza d’alcol, tanto che anche Tom riuscì a sentirla. Kayla non batté ciglio.

    «Okay, darò un’occhiata.»

    Tom strinse i denti quando tastando con le dita trovò le chiavi di accensione e verificò che il motore era spento. «Dobbiamo tirare Andy fuori di qui. Adesso. C’è...» La sua mente si annebbiò all’improvviso quando Kayla si spostò sulla destra e sfiorò con la spalla la pelle della parte interna del suo braccio. Lui sentì come una scarica elettrica lungo la schiena, tanto che si ritrovò ad armeggiare in maniera impacciata con le chiavi dell’auto, rischiando di farle cadere. Si sforzò di concentrarsi di nuovo. «Kayla, ci sono vapori di benzina, un tubo di scappamento surriscaldato, l’erba secca. Il pericolo di incendio è molto alto.»

    La ragazza gli rivolse uno sguardo e annuì. «Certo. Lo capisco. Dobbiamo spostarlo.»

    Invece di tornare indietro, come lui si aspettava, Kayla entrò ancora di più nell’auto. Tom strinse le labbra per trattenersi dal gridarle contro. Lei stava facendo il suo lavoro, e lo faceva bene, ma ciò non gli impediva di desiderare di portarla fuori da quella macchina e metterla al sicuro.

    «Andy, riesci a muovere entrambe le gambe?» La voce della ragazza non tradiva la benché minima preoccupazione.

    «No.» Quella risposta suonò più come un gemito. «Mi fanno male.»

    Quando Tom raggiunse a grandi

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