Confessioni nel letto: Harmony Destiny
Di Leanne Banks
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Info su questo ebook
Leanne Banks
È una delle scrittrici più conosciute nel panorama degli autori dei romanzi d'amore, ne ha scritti più di quaranta. Durante tutta la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui quello del Romantic Times Career Achievement Awards nella categoria "Sensualità, amore e risate". I suoi libri sono molto apprezzati per le storie fortemente connotate dal punto di vista delle emozioni. I personaggi, poi, appaiono talmente reali, sfaccettati e calati nella realtà quotidiana che ogni lettore è in grado di ritrovarvi un po' di se stesso e della propria vita. Leanne è convinta che i lettori del genere rosa siano i migliori, perché hanno capito che l'amore è il miracolo più grande di tutti. Ed è questo che la spinge a scrivere a ritmo serrato prendendo spunto da tutto ciò che la circonda. Nonostante la grande popolarità, Leanne non ha mai voluto lasciare la sua amata Virginia dove vive con il marito e i due figli adolescenti. La scrittura non è la sua sola passione: il cioccolato, la musica e l'amore per l'avventura seguono a ruota rendendo la sua vita completa e appagata.
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Anteprima del libro
Confessioni nel letto - Leanne Banks
Wyoming.
1
Un fuoristrada nero. Era stato il suo primo acquisto, subito dopo aver posato piede sul suolo statunitense.
Quel senso di libertà che andava scoprendo di ora in ora si rivelava sempre più piacevole; tuttavia Michelina non poteva ignorare un pizzico d'ansia. Si trovava nel Wyoming, ma non sapeva esattamente dove.
La stradina era stretta, polverosa; serpeggiava addentrandosi nel buio sempre più fitto. Le indicazioni e i segnali scarseggiavano. Oltre a non sapere dove stesse andando, Michelina doveva lottare contro l'impulso di sterzare per procedere sulla sinistra.
Ma perché gli americani guidavano sul lato sbagliato della carreggiata?
Svoltò a una curva e i fari illuminarono una mucca ferma al centro della strada. Sterzò bruscamente per evitarla e urtò contro una recinzione di filo spinato, sfondandola. Non ebbe il tempo di riprendere il controllo dell'auto: davanti a lei apparve un casolare di legno. Pigiò sui freni, senza riuscire a controllare un urlo.
Troppo tardi. L'auto si schiantò contro la parete del fienile. L'ultima cosa che Michelina vide fu il volante contro il quale urtò il capo con violenza. Poi svenne.
«Corri, capo! La stalla... un grosso fuoristrada ci è finito dentro!» urlò Gary, piombando nell'ingresso della casa avvolta nel silenzio.
Jared disse addio alla serata tranquilla che si era augurato di poter trascorrere e abbassò il giornale. «Un fuoristrada, hai detto?»
Gary si fermò un istante per riprendere fiato. «Sì, capo: un macchinone enorme! È spuntato dal nulla ed è finito dritto dentro la stalla di Romeo.»
Jared si allarmò all'istante. Schizzò in piedi e corse alla porta. «Ci mancava anche questa...» Romeo era il suo pezzo da novanta, un toro da riproduzione che gli fruttava fior di quattrini a ogni monta. «Se è successo qualcosa a quella bestia, giuro che quello stupido idiota me la paga...»
Jared si mise al volante del suo fuoristrada imprecando tra i denti e maledicendo la propria sfortuna.
Aveva già il suo bel daffare per mandare avanti il più grosso ranch del Wyoming meridionale; ma ultimamente sembrava che capitassero tutte a lui. Il sindaco del paese aveva deciso di andarsene in pensione e si era trasferito in Florida, così Jared aveva accettato di sostituirlo finché la giunta municipale non avesse trovato un degno sostituto per la carica. Sua sorella e suo cognato erano ancora in convalescenza a seguito di un brutto incidente d'auto, perciò Jared ospitava a casa sua le due nipotine che gliene combinavano di tutti i colori.
E adesso, ci mancava anche questa...
Percorse a rotta di collo il sentiero sterrato, frenò di botto e scese dall'auto.
Nel buio della notte, udì il lamentoso mugghiare del toro. Lo giudicò un buon segno. «Almeno non è morto...» mugugnò rivolto a Gary. Entrarono insieme nella stalla.
Romeo batteva uno zoccolo per terra e agitava inquieto il grosso capo, in direzione del fuoristrada nero. Risollevato nel constatare che l'animale era apparentemente illeso, Jared marciò in direzione dell'auto, pronto a cantarne quattro all'imbecille responsabile di quel disastro.
«Ehi, amico!» urlò. «Comincia a chiamare la tua assicurazione, perché...» Si bloccò quando vide la sagoma accasciata sul volante. Aprì la portiera. «Ma che diavolo...?»
«Che c'è, signor McNeil?» Anche Gary si avvicinò. «Accidenti, ma... è una ragazza!»
Jared allungò una mano e scosse appena il guidatore. «Ehi!» La sentì lamentarsi. «È viva» disse, risollevato. «Signorina? Mi sente?»
«Chiamo un'ambulanza?» propose Gary.
«Diamole un minuto.»
Lei alzò pesantemente il capo. «Mon Dieu...»
Jared non poté non notare l'espressione dolorante di quel viso dai tratti finemente scolpiti. La carnagione era dorata, quasi vellutata. I capelli neri. Gli occhi si aprirono lentamente, fissandosi su di lui.
Erano di un grigio chiaro, quasi argenteo. Un colore intenso quanto insolito, che lo lasciò per un attimo senza fiato. Jared notò anche il resto.
La maglietta attillata della ragazza schiacciava seni minuscoli e lasciava scoperto l'ombelico sopra un paio di jeans a vita bassa che fasciavano fianchi arrotondati e un paio di gambe lunghissime.
Gli occhi erano leggermente a mandorla, scoprì. Sbatterono più volte, sotto un paio di ciglia folte e lunghe.
Il profumo che solleticò le narici di Jared sembrava francese. Costoso e inebriante, decise. E in quel preciso istante ebbe la sgradevole sensazione che quella donna gli avrebbe procurato altri guai. «Si sente bene?»
Lei annuì appena. «Sì. Ma la testa fa male da morire.»
Aveva parlato nella sua lingua, constatò Jared. Però con un forte accento britannico. E la erre arrotolata dei francesi. Le indicò un punto sulla fronte. «Mi sa che le spunterà un bel bernoccolo.»
Lei guardò al di là del parabrezza. «Che ho combinato? Ho danneggiato qualcosa?»
«Il toro non si è fatto niente. Ma mi ha buttato giù mezza stalla.»
«Veramente parlavo dei danni al fuoristrada.»
Jared aggrottò la fronte. «Non ho guardato. Ma quelli li paga l'assicurazione, no?» L'espressione persa che si vide rivolgere dalla ragazza gli fece temere il peggio, cioè che Occhi d'Argento non fosse assicurata. Nel qual caso, l'avrebbe mangiata viva. «Sono Jared McNeil, e per la cronaca lei si trova sulla mia proprietà. Il suo nome invece?»
«Mi...» cominciò lei. E si interruppe.
«Mi... cosa?»
«Mimi.»
«Mimi e basta?»
«Ehm... Deerman» inventò Michelina lì per lì. «Mimi Deerman. Sono davvero mortificata, mi creda. La prego di accettare le mie scuse.»
Francamente, Jared non sapeva che farsene delle sue scuse. «Più tardi contatteremo la sua assicurazione. Nel frattempo, vuole avvisare qualcuno? È di queste parti?» La vide scuotere il capo e provò quasi compassione per lei. «Vuole che la accompagni in ospedale?»
«No, no! Non è il caso» si affrettò a rispondere la giovane, come se l'idea la spaventasse. Cercò di uscire dall'abitacolo. «Ho solo bisogno di...» Si interruppe e il suo viso perse ogni traccia di colore.
Jared si sporse prontamente e la sorresse. «Sicura di non voler andare in ospedale?»
«Sicura. Forse... posso dormire qui in macchina.»
«Non può lasciarla dormire qui, capo» si intromise Gary. «È ferita, non vede?»
Jared sbuffò, frustrato. «Dormirà al ranch, nella camera degli ospiti. Per stanotte» aggiunse, perché fosse chiaro.
«Non so come ringraziarla per la sua cortesia. Le devo un favore» mormorò la ragazza, rivolgendogli uno sguardo che gli infiammò qualcosa dentro. D'altronde, Jared non sarebbe stato un uomo se non avesse immaginato, per un istante, i mille modi in cui una così bella ragazza avrebbe potuto dimostrargli la sua gratitudine. Al buio. In un letto, magari... Si schiarì la gola. «Si figuri. Domattina risolveremo la faccenda dell'assicurazione.»
Lei impallidì di nuovo e Jared dovette sollevarla di peso.
«Gary, chiudi alla meglio la stalla per stanotte. Sposta Romeo da qualche altra parte. Domani penseremo a un modo per sistemare questo disastro.» Mentre trasportava il morbido corpo curvilineo verso il proprio fuoristrada, Jared cercò di non respirare il profumo inebriante da cui era avvolto.
Una volta, tanto tempo prima, sua sorella aveva diagnosticato con accuratezza il suo problema con le donne. Secondo Gina, lui aveva una spiccata propensione a scegliersi sempre e solo quelle che potevano procurargli dei guai.
E Mimi Deerman sembrava proprio quel genere di ragazza. Bastava un'occhiata per capirlo.
Fu come se mille demoni scatenati le stessero urlando nelle orecchie. Michelina cercò di aprire gli occhi e venne abbagliata dalla luce che inondava la stanza. Il rumore assordante non faceva che peggiorare la fitta alla testa. Cercò di nasconderla sotto il cuscino...
La federa sembrava diversa. Meno liscia del solito. Sbirciò da sotto il cuscino. Non era a palazzo, ricordò. Si trovava nel Wyoming.
Una strana eccitazione mista a una certa apprensione le attanagliò lo stomaco mentre ricordava gli avvenimenti della sera prima. Il fuoristrada. Doveva farlo riparare per poter continuare a cercare Jacques. Si sollevò sul letto... e pensò all'uomo che le aveva offerto ospitalità in quel ranch.
Gentile, perché costretto dalle circostanze. Attraente, per quelle a cui piacciono i tipi determinati, sicuri di sé, inattaccabili. A lei no, per niente. Ce n'erano anche troppi nella sua famiglia.
La porta della stanza si spalancò e due bambine entrarono trotterellando, seguite a ruota da Jared McNeil.
«No, Katie! Lindsay!» Le afferrò per il colletto della camicia da notte. «Vi avevo detto...» Si interruppe vedendo Michelina seduta sul letto.
«Chi è quella?» chiese la bambina più grandicella. Doveva avere sì e no quattro anni.
«Ieri ha avuto... un guasto alla macchina e non sapeva dove andare a dormire. Ma oggi se ne va.»
Michelina non si era ancora svegliata del tutto. «Non si è trattato di un guasto: ho avuto un...»
«Si chiama Mimi Deerman» riprese Jared, interrompendola. E presentò le bambine. «Queste sono Katie e Lindsay, figlie di mia sorella. Stanno con me perché Gina e il marito sono ancora in convalescenza dopo...»
«Hanno fatto bum con la macchina» spiegò Katie, con le lacrime agli occhi.
Michelina comprese che Jared aveva semplificato le spiegazioni per non far rivivere alle bambine il trauma dell'incidente occorso ai genitori. E lo assecondò. «Ciao, io sono Mimi. E sono molto felice di fare la vostra conoscenza.»
«È carina.» Katie guardò suo zio. «Ma hai sentito come parla strano?»
Lui fece spallucce e spinse le bambine verso la porta. «Helen vi aspetta a tavola. La colazione è pronta. Andiamo, Leo» aggiunse, rivolto al grosso labrador che scodinzolava al suo fianco. Guardò di sfuggita Michelina. «Ci vediamo tra poco, per discutere dell'assicurazione.»
Michelina raggelò. Quale assicurazione? Dissimulò il panico dietro un sorriso. «Non c'è problema. Del resto, quanto potrà costare ricostruire la parete di una stalla?»
Trenta minuti più tardi, Michelina rischiava di cadere dal bracciolo della poltrona di pelle su cui si era seduta, nell'ufficio di Jared. «Mi sembra una cifra esagerata, andiamo.»
«È solo approssimativa. E non comprende le riparazioni al suo fuoristrada.»
«Quelle non mi spaventano. Ho solo rotto il parafanghi e ammaccato il cofano della macchina.»
«Sa quanto costa un'ora di manodopera in una carrozzeria come si deve?»
Lei aprì la bocca per protestare, ma venne anticipata dall'arrivo precipitoso delle nipoti di Jared. «Zio, corri! Helen è caduta e si è fatta male a una caviglia!»
«Helen...?» fece Michelina.
«Sarebbe la governante. Era già a letto quando lei è arrivata, ieri sera.» Jared fece per alzarsi. «Dov'è?»
«In cantina. Stava scendendo ed è caduta dalle scale...»
«Torno subito» disse Jared a Michelina. E borbottò tra sé e sé: «Quando si dice che i guai non vengono mai da soli...».
Uscì lasciando la sua ospite sola, a rimuginare su una