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Due idraulici
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Due idraulici
E-book118 pagine1 ora

Due idraulici

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Info su questo ebook

Liam e Pierce vivono in un paese devastato da una malattia misteriosa chiamata comunemente “la piaga”. Questa malattia trasforma le sue vittime in macchine della morte conosciute come “appestati”. Le autorità lottano ininterrottamente per impedire agli appestati di prendere d’assalto città, borghi e distretti.

Liam e Pierce sono due idraulici che vengono spediti quotidianamente nelle zone infette per mantenere operative le tubature e il sistema fognario al fine di preservare le ormai scarseggianti risorse nazionali. Trascorrere una tipica giornata a bordo del loro furgone significa trascorrere una giornata a scavare buche, sistemare tubi, saldare, prendere le misure una volta, prendere le misure una seconda volta, tagliare, sturare, affrontare appestati in situazioni raccapriccianti e raccontare storielle esplicite.

Per quanto un incarico possa essere orrido e raccapricciante, per i nostri idraulici è solo un’altra giornata di lavoro! “Due idraulici”, di genere commedia nera/horror, è un romanzo breve dell’autore de “La stanza verde”, “Honger”, “Creature notturne” e “What Price Gory”, acclamata raccolta di racconti horror “vecchia scuola”.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita26 mar 2021
ISBN9781071593783
Due idraulici

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    Anteprima del libro

    Due idraulici - Terry M. West

    Per tutti gli uomini della mia famiglia che hanno lavorato il ferro e scaldato le articolazioni: per il nonno, per zio Richard, per zio Jim e Tom Webb. Che possiate riposare in pace.

    E per Regina e Terrence, sempre.

    Se dovessi rinascere, farei l’idraulico.

    Albert Einstein

    INDICE

    1. Capitolo I

    2. Capitolo II

    3. Capitolo III

    4. Capitolo IV

    5. Capitolo V

    6. Capitolo VI

    1.

    ––––––––

    Venerdì 13 maggio

    6:45 del mattino

    Stai facendo di nuovo tardi a scuola, Simon, urlò Irene dalla cucina, sistemando dei libri di testo sul tavolo. Il marito, Liam, afferrò il cestino del pranzo e si mise a cercare le chiavi del suo furgone.

    Ma, ma’, studio a casa, si lamentò Simon dal bagno della sala.

    Sì, e io ti faccio da insegnante. E oggi ho anche altro da fare, non devo mica pensare solo a farti stare al passo con i compiti, disse Irene, montando una piccola lavagna portatile. Devo occuparmi delle mie piantine e dobbiamo andare al mercato. Oggi il furgone della carne è arrivato presto. Avranno già venduto tutto, ma ho convinto Florence a metterci da parte qualche taglio di spalla. Papà dovrà ripararle un rubinetto che perde, ma sono sicura che non gli dispiacerà.

    Per una bistecca le sistemerei ben più di un rubinetto, scherzò Liam, ammiccando con le sopracciglia.

    Irene lo colpì con uno strofinaccio e andò avanti con la sua to-do list. Poi dobbiamo andare alla fattoria di Colster Road per prendere un po’ di latte di pecora. L’ultima volta ho pagato in anticipo. Ecco la mia giornata. Per piacere, tesoro, non rendermi le cose ancora più difficili.

    Non posso rimanere a casa? protestò Simon da dietro la porta.

    Smettila di lamentarti, disse Liam ad alta voce. Aiuta tua madre. E ascolta quello che ti dice, va bene?

    Trovò le chiavi sul tavolino accanto al divano e le afferrò con una delle sue mani callose. Tua madre è la donna più intelligente che conosco. Può insegnarti molte cose, Simon. Più di quante potrei insegnartene io. Questo è sicuro.

    Ma tanto non importa, no? Con questa storia della fine del mondo, disse Simon. Che senso ha studiare con tutto quello che sta succedendo là fuori, tra piaga e appestati? Se diventi rosso, sei finito.

    Piaga era il nome comune della misteriosa malattia che trasformava le sue vittime – quelle che non morivano sul colpo – in feroci assassini. Il nome ufficiale era troppo lungo e difficile da pronunciare per chiunque, soprattutto per Liam che non riusciva a capire dove andassero le lettere. L’arrossamento, invece, non era altro che la condizione della pelle che colpiva gli appestati. Il tipo di dermatite che ricopriva quei poveri disgraziati. Sembravano la prole dimenticata del diavolo, delle robe rabbiose uscite direttamente dalle fosse infernali.

    Era trascorso un anno dall’inizio di quel bordello. Gli scienziati e i dottori non erano per nulla vicini alla scoperta di un vaccino. Le autorità non potevano fare altro che cercare di contenere i danni. La genesi oscura della malattia era un vero e proprio mistero che aveva fomentato i complottisti e i fanatici del sospetto, mentre il governo aveva preso una posizione piuttosto insolita nei confronti dei demoni prodotti dalla malattia. Per alcuni gli appestati erano palesemente materia morta richiamata direttamente dall’inferno. Altri invece sostenevano che c’era ancora speranza e che con la giusta cura sarebbero potuti tornare in sé. Il governo li aveva dichiarati ufficialmente non-morti, in termini vaghi, e propendere troppo per una delle due posizioni non era visto affatto di buon occhio. Specialmente se si trattava di qualcuno autorizzato ad attraversare le barricate, come Liam. La politica aveva bisogno di logiche flessibili per gestire la crisi.

    A Liam non importava minimamente. Gli appestati erano maledettamente pericolosi e per abbatterli occorreva un colpo sulla testa, ben assestato. Non c’erano altre strade. A chi importava se gli batteva il cuore o se erano ancora in grado di pensare?

    La maggior parte della gente sperava che la pandemia facesse il suo corso per poi sparire, ma Liam non riusciva a vedere un futuro al di là di essa. Secondo lui non ce ne sarebbe stato uno. Odiava sapere che suo figlio era intrappolato in una situazione come quella. In un mondo come quello.

    Non sarà sempre così, figlio mio, lo rassicurò Liam. In alcuni casi erano necessarie un po’ di promesse vuote. Le cose si sistemeranno e torneranno alla normalità in men che non si dica.

    Tuo padre ha ragione, aggiunse Irene. Devi essere pronto per quando il mondo recupererà il passo.

    Raggiunse Liam e gli mise in mano un vecchio volume di un’edizione tascabile. Liam guardò la copertina e vide un uomo e una donna molto affascinanti che si tenevano abbracciati. Indossavano abiti d’altri tempi. Come quelli che aveva visto alla Fiera del Rinascimento. Prima che arrivasse la piaga.

    Liam non riuscì a leggere né il titolo né il nome dell’autore. Era molto intelligente, ma era affetto da dislessia. Per quanto potesse provarci, non era in grado di decodificare la parola scritta. Per lui erano tutti scarabocchi tremolanti. Per ottenere il diploma da idraulico e la patente di guida aveva dovuto fare esami orali. I numeri li leggeva abbastanza bene, però, per cui riuscì a vedere il prezzo.

    Che cosa siamo ora, una biblioteca? chiese Liam.

    Irene sciolse i suoi capelli neri, che teneva legati in una coda, e ridiede loro un po’ di volume. Qua e là spuntava un po’ di grigio. Erano settimane che non li tingeva.

    Dallo a Pierce, disse. Sfilò il grembiule dal suo corpo paffuto, lo appallottolò e lo gettò nella cesta dei panni sporchi vicino alla lavanderia. Siamo arrivati al sesto libro della saga. C’è un panino anche per lui nel cestino. Sardine e cetrioli. Il suo preferito.

    Come mai lo vizi così tanto? Devo preoccuparmi, tesoro? scherzò Liam.

    Irene ridacchiò. Beh, è un bell’uomo, non trovi? E con il fisico di un atleta. Scommetto che è messo meglio di un–

    OK, può bastare, disse Liam con un sorrisetto obliquo. Continua a parlare così e io darò una chance alla signorina Florence.

    Bleah, protestò Simon a gran voce. Ha, tipo, ottant’anni.

    Pensi sempre male, sussurrò Irene a suo marito posandogli le mani sulle spalle. "Tratto bene Pierce solo perché lui è bravo a prendersi cura di te. A proposito, ricordagli di venire per il domenica, e per una bella chiacchierata sul libro. E porti a casa una pizza stasera? Da Ziggy, per favore. Quella dell’ultimo posto mi ha fatta scappare in bagno."

    Liam ridacchiò. Se non c’è troppo casino.

    Stai attento, amore, OK? chiese Irene. Oggi è venerdì 13.

    È tutto l’anno che è venerdì 13, rispose Liam cupo. Non sarà una misera data a spaventarmi.

    Irene si accigliò. Uhm.

    Gli fece piegare la testa verso il basso per piantargli le labbra sulla fronte, appena sotto il riporto di capelli pettinati in avanti. Poi gli sistemò i bottoni della tuta da lavoro, si bagnò la punta delle dita sulla lingua e gli lisciò i capelli sulla parte posteriore della testa. Torna a casa tutto intero o non tornare affatto. L’ultima cosa di cui ho bisogno è dovermi prendere cura di uno storpio o di un vegetale. Ti soffocherei con un cuscino, piuttosto. Alla prima occasione. Non avresti neanche il tempo di chiedere aiuto.

    Liam rise, strinse la moglie in un abbraccio da orso e le diede un bacio sul collo, nel punto che la faceva sempre impazzire. Lei ridacchiò e lo spinse via. Non iniziare cose che non puoi finire, caro, disse.

    Liam si voltò per andarsene.

    Ora dai, Simon, urlò Irene al figlio adolescente. La sua impazienza stava cominciando a farsi sentire. "Datti una mossa, figlio mio. E ricordati: se la pipì diventa tanta plin plin, sii civile e

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