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Un cottage nei boschi (eLit): eLit
Un cottage nei boschi (eLit): eLit
Un cottage nei boschi (eLit): eLit
E-book361 pagine5 ore

Un cottage nei boschi (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Carriage house 3

L'amicizia è importante per Kara Galway, come pure l'affetto per Henry e Lilian, i suoi figliocci. Quando i ragazzini affermano di essere seguiti da un uomo, Kara non esita a fuggire con loro attraverso vari stati. Forse i pericoli che i due dicono di correre non esistono, forse la loro è una strategia per attirare l'attenzione della madre, appena eletta governatrice del Connecticut. Ma se invece i vari incidenti fossero provocati a bella posta? Se la più intima amia di Kara rischiasse davvero la vita insieme ai figli adolescenti? Sam Temple, Texas Ranger, prende a cuore la situazione...

ROMANZO INEDITO
LinguaItaliano
Data di uscita28 set 2018
ISBN9788858990117
Un cottage nei boschi (eLit): eLit
Autore

Carla Neggers

Carla Neggers is the New York Times bestselling author of the Sharpe and Donovan series featuring Boston-based FBI agents Emma Sharpe and Colin Donovan and the Swift River Valley series set in small-town New England. With many bestsellers to her credit, Carla and her husband divide their time between their hilltop home in Vermont, their kids' places in Boston and various inns, hotels and hideaways on their travels, frequently to Ireland. Learn more at CarlaNeggers.com.

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    Anteprima del libro

    Un cottage nei boschi (eLit) - Carla Neggers

    successivo.

    Prologo

    Sono morto, pensò Big Mike Parisi mentre il suo corpo toccava l'acqua. Perché il governatore del Connecticut non sapeva nuotare, cosa di cui solo pochi intimi erano a conoscenza.

    Diede una panciata sulla superficie dell'acqua e poi affondò, urtando il fondo di piastrelle blu che rifletteva il cielo estivo. In qualche modo, scalciando, riuscì a riemergere e urlò: «Aiuto! Non so nuotare!».

    Ma nessuno sentì la sua voce, soffocata dall'allegro gorgoglio della fontana che ornava la piscina. Colpa sua, pensò. Era stato lui a rifiutare che gli agenti di scorta lo seguissero in giardino. Se mi punge un'ape urlo con quanto fiato ho in corpo, aveva detto. Che altro può succedermi?

    Non aveva considerato che qualcuno potesse tentare di ucciderlo, non nella bella villa che aveva affittato per l'estate a Bluefield. Tutti credevano che avesse scelto quella regione del Connecticut per essere vicino al vice governatore, Allyson Lourdes Stockwell, in modo da mettere a punto le future strategie di lavoro. In realtà Big Mike era preoccupato per lei, perché Allyson aveva una serie di gravi problemi da affrontare.

    Non gli era venuto in mente di preoccuparsi per se stesso.

    «Aiuto!» gridò di nuovo.

    Mentre scalciava e si agitava, vide il pettirosso che aveva cercato di salvare, bagnato fradicio e ormai in procinto di essere risucchiato dal filtro. Erano condannati, lui e l'uccellino: un piccolo ancora implume, probabilmente caduto dal nido e con una zampina spezzata.

    Sarebbe apparso come un incidente, pensò ancora. Michael Joseph Parisi è annegato oggi pomeriggio nella sua piscina, mentre cercava di salvare un pettirosso ferito...

    E avrebbe anche fatto la figura dell'idiota.

    Qualche bastardo omicida aveva gettato l'uccellino nell'acqua alta, ben sapendo che lui si sarebbe sporto per cercare di salvarlo. I pettirossi dal manto azzurro erano il suo hobby, la sua unica passione dopo la morte di sua moglie sei anni prima. Il suo interesse per i pettirossi e il suo proposito di ripopolare di nidi il Connecticut non erano un segreto per nessuno.

    Mentre lo era il fatto che non sapesse nuotare. Nessuno ci avrebbe creduto.

    Diavolo, chiunque sapeva nuotare!

    Quand'era bambino, sua madre lo aveva più volte buttato nel lago a tradimento, sperando che imparasse. Ma il sistema non aveva mai funzionato, e ogni volta suo fratello aveva dovuto ripescarlo. Chissà se il bastardo che aveva inscenato il falso incidente lo stava guardando mentre lui si dimenava inutilmente?

    In un accesso di rabbia impotente, Big Mike agitò i piedi cercando di raggiungere il bordo della piscina. Dannazione, era così vicino... perché diavolo non ci riusciva? Che faceva di sbagliato?

    Gli sembrava di sentire le urla di sua madre: Michael, non fare il pappamolla... nuota, santi numi!

    Oggigiorno una madre come Marianne Parisi sarebbe stata denunciata per abuso di minore; ma allora, benché matta come un cavallo, aveva agito in buonafede. Era morta d'infarto quando Big Mike aveva ventiquattro anni, ancora convinta che il figlio minore non avrebbe mai combinato un accidente.

    Povera mamma, pensò lui in un lampo. Poi l'acqua della piscina gli penetrò in bocca e nel naso, e gli occhi cominciarono a bruciargli. Mike tossì, ingollando grandi sorsate d'acqua. Non respiro più, ansimò.

    Chissà quante lacrime di coccodrillo sarebbero state versate al suo funerale. Allyson sarebbe stata un'ottima governatrice...

    Ma chi voleva prendere in giro? Allyson aveva un sacco di problemi, ed era proprio per aiutarla che lui era venuto in vacanza a Bluefield. Ed era per questo che adesso stava annegando.

    Assassinato.

    Gli avrebbero fatto l'autopsia, e avrebbero per forza scoperto che non aveva avuto un attacco di cuore, né aveva battuto la testa cadendo. Lo avevano fatto annegare, dannazione. Ma dall'autopsia non sarebbe risultato che qualcuno lo aveva spinto. Lui aveva sentito nettamente un oggetto appuntito nella schiena, forse un bastone o un ramo, e poi una spinta decisa. La piscina era circondata da uno steccato, ma una delle estremità confinava con il bosco: perciò era molto probabile che qualcuno si fosse appostato tra gli alberi e avesse aspettato di vederlo uscire. Poi aveva gettato il pettirosso nell'acqua, approfittando di un momento in cui lui gli voltava la schiena.

    Sarebbe stato meno complicato sparargli, ma allora la sua morte non sarebbe parsa un incidente casuale...

    Sempre più debole, Mike smise di agitarsi e di gridare. Dietro le sue palpebre chiuse sfilarono i visi delle persone care, morte o ancora viventi.

    Ormai non riusciva più a distinguere tra gli uni e gli altri, e anche i ricordi si affollavano confusi nella sua mente, in una ridda sempre più frenetica.

    Poi vide uno sciame di pettirossi che gli volavano intorno, con le penne azzurre iridescenti nel sole.

    Ah, Mike, stavi per farcela... che peccato...

    Ma ormai era tutto finito. Mike pregò come aveva imparato durante le lezioni di catechismo, anni e anni prima. Ave Maria piena di grazia, il Signore è con Te...

    Poi gli apparve sua madre, che lo guardava con affetto e un po' di tristezza, come se non lo aspettasse così presto. E accanto c'era sua moglie, con lo stesso sorriso raggiante che aveva trent'anni prima, il giorno del loro matrimonio.

    Le due donne gli tesero le mani, e Big Mike scoppiò a ridere e si incamminò verso di loro e i pettirossi, nella luce accecante.

    1

    Austin era nella morsa di un'ondata di caldo afoso, una caratteristica delle estati texane che Kara Galway aveva dimenticato negli anni trascorsi a nord. Nonostante l'aria condizionata, le pareva di sentire tutti i trentaquattro gradi segnati dal termometro. E attribuiva la sua nausea al caldo, e ai frutti di mare mangiati a pranzo.

    Non poteva essere per via di Sam Temple. Quella era una possibilità che si rifiutava di prendere in considerazione.

    Forse era solo stanca, pensò. Lavorava come una matta da un paio di settimane, da quand'era morto Big Mike; ma benché cercasse di seppellirsi nelle carte e nei documenti, i ricordi della loro amicizia continuavano a riaffiorare. Kara aveva conosciuto Mike Parisi tramite la sua amica Allyson Lourdes Stockwell, attuale governatrice del Connecticut. Allyson e Kara avevano frequentato insieme la facoltà di legge, e in seguito Allyson si era sposata e aveva avuto due figli. E poi, d'improvviso, il marito di Allyson era morto di cancro, lasciandola con i due bambini in tenera età.

    Henry e Lillian Stockwell avevano ormai dodici e undici anni, e dopo il funerale di Big Mike erano tornati nel Texas con Kara per passare una vacanza programmata da tempo in un campeggio nei pressi di Austin. I due ragazzini erano stati molto turbati dalla morte del loro grande amico Mike, e Allyson non aveva voluto traumatizzarli ancora di più annullando la vacanza.

    I due avevano già scritto un paio di cartoline a Kara, che era la loro madrina, lamentandosi del caldo, del cibo, degli insetti: ma senza mai nominare Big Mike.

    E anche Kara cercava di non pensare a lui, o al modo in cui era morto. La polizia del Connecticut e l'ufficio della procura distrettuale stavano conducendo un'indagine congiunta, ma questo non la riguardava. Adesso doveva concentrarsi su Henry e Lillian, che dopo il campeggio avrebbero passato qualche giorno con lei prima di tornare nel Connecticut per il resto dell'estate.

    La loro visita sarebbe stata una piacevole distrazione, e Kara li aspettava con ansia.

    George Carter si fermò sulla soglia del suo ufficio e la guardò in tralice. «Che ti succede? Sei pallida come uno straccio, stai male?»

    Kara alzò gli occhi dalla scrivania e fissò il suo capo. «A pranzo ho mangiato un paio di tacos ai frutti di mare, e temo che fossero cattivi.»

    «Non mi stupisce. I tacos ai frutti di mare non possono mai essere buoni» ribatté Carter.

    Sessantadue anni, brillante e determinato, fondatore dello studio legale Carter, Smith & Rodriguez, padre di tre figli e due volte nonno, George Carter era uno degli avvocati più conosciuti e stimati in città; ma non si poteva definire uno dei sostenitori di Kara. La cosa non era affatto personale: George aveva molta simpatia per lei, apprezzava la sua laurea a Yale e gli anni di lavoro in uno studio del Connecticut, e sapeva tutto della sua famiglia e di suo fratello, che era un Texas Ranger. I suoi dubbi erano di ordine professionale.

    Carter era un tipo rigido, che osservava scrupolosamente le regole, mentre Kara abbordava i problemi dall'esterno, li esaminava nel loro complesso e da ogni angolazione prima di decidere la strategia più adatta.

    Ma lui aveva acconsentito ad assumerla l'anno prima con un contratto annuale perché pensava che la sua abilità e i suoi ragionamenti così particolari potessero apportare un notevole vantaggio allo studio. Alla fine dell'anno di prova, se le cose tra loro avessero funzionato, Kara sarebbe diventata socia dello studio. Altrimenti avrebbe dovuto cercarsi un altro impiego.

    «Diavolo, qui dentro si gela!» esclamò Carter con un brivido esagerato. «Ho la pelle d'oca. A quanto hai messo l'aria condizionata?»

    «A ventiquattro gradi. Mi devo ancora riabituare all'agosto texano.»

    «Così sprechi elettricità. La bolletta arriverà alle stelle.»

    Kara guardò truce la sua faccia color ebano. Carter aveva indosso un abito formale completo di cravatta, mentre lei portava dei leggeri pantaloni di lino e una blusa senza maniche, e non aveva affatto freddo.

    Ma aveva lo stomaco in subbuglio, questo sì. Che stesse diventando allergica ai frutti di mare?

    Ripensò a Sam Temple, questa volta con un piccolo brivido. Era abituata agli uomini che l'amavano di lontano, romanticamente: ma Sam era tutto l'opposto. Era il tipo da approccio diretto, lui. Molto, molto personale. E indimenticabile. Kara cercò di respingere quel particolare ricordo in un angolino remoto della mente. Avere un fratello Texas Ranger era un conto, ma andare a letto con un Ranger era ben diverso. Chissà che avrebbe detto George Carter!

    Quest'ultimo la guardò scuotendo la testa brizzolata. «Una texana purosangue come te che fa tante storie per un po' di caldo.»

    «Sai, appena arrivata nel New England non riuscivo a capacitarmi del freddo e mi lamentavo di continuo, ma alla fine ci ho fatto l'abitudine. Adesso mi succede la stessa cosa con quest'afa.»

    «Sappi che l'ondata di caldo continuerà ancora per parecchio» la informò Carter.

    Anche lei aveva visto le previsioni a lungo termine nel notiziario del mattino. D'altra parte era agosto, che si aspettava?

    Scostò leggermente la sedia dalla scrivania. Il suo ufficio era piccolo e spartano, e lei non aveva aggiunto alcun tocco personale come se non fosse ancora sicura di rimanere.

    «Non sarai venuto da me solo per parlare del caldo» sorrise.

    «In effetti no.» George sospirò, evidentemente a disagio per quel che voleva dirle. «Hai avuto due settimane pesanti, Kara. E direi che hanno lasciato il segno. Perciò...»

    «Mike Parisi era un caro amico» tenne a precisare lei.

    Gli occhi neri di Carter la guardarono intenti. «Niente di più?»

    «No, niente di più.»

    Anche se Big Mike avrebbe voluto. Gliel'aveva confessato quando lei aveva deciso di tornare nel Texas. Era un po' innamorato di lei, aveva detto, e lo era fin da quando era rimasto vedovo. Ma aveva sempre taciuto per non rovinare la loro amicizia. Adesso che Kara stava per partire, voleva che lo sapesse; ma questo non doveva condizionarla in futuro. Se avesse incontrato un uomo in Texas, non doveva tirarsi indietro. La vita era troppo breve, e non bisognava mai lasciarsi sfuggire un'occasione di essere felici.

    A volte Kara si era domandata che sarebbe successo se avesse conosciuto prima i sentimenti di Big Mike. Ma sapeva bene che non avrebbe fatto alcuna differenza, perché lei non era innamorata di lui, e nemmeno lui l'amava davvero. Era solo una sorta di desiderio nostalgico dell'amore, niente di più.

    Kara lo rivide nel suo ufficio, con un sigaro spento in bocca, e sorrise. «Mi raccontava sempre delle terribili barzellette sui texani. Credeva che quaggiù fossimo tutti dei duri.»

    «Se non sbaglio anche la nuova governatrice, Allyson Stockwell, è tua amica.»

    Kara annuì. Il marito di Allyson, Lawrence, era morto dieci anni prima: e adesso Big Mike. Gli uomini più importanti della sua vita l'avevano lasciata troppo presto, povera Allyson. Non le restava che il fratellastro di Lawrence, Hatch Corrigan, che era un tipo assai diverso, privo del carisma e del magnetismo degli altri due.

    Allyson le aveva detto più volte che Hatch era un altro che l'amava di lontano e in silenzio, ma Kara non ci aveva mai creduto. E poi lo stesso Hatch aveva deciso di confessarglielo, proprio al funerale di Big Mike. Eravamo tutti e due innamorati di te e non abbiamo mai avuto il coraggio di dirtelo. Che stupidi, vero?

    Non c'era da stupirsi che avesse mal di stomaco, pensò lei cupa.

    «Sei preoccupata per lei?» domandò George Carter vedendo la sua espressione.

    «Non ti so dire. Ha solo trentasette anni, e si era lasciata convincere ad accettare l'incarico di vice governatore senza troppo entusiasmo. Ma è molto brava e attenta, e si dedica totalmente al suo lavoro...»

    Kara non finì la frase, perché stava ricordando la voce terrorizzata di Allyson la sera in cui era stata nominata governatrice, poco dopo la morte di Mike Parisi. Non sono pronta, Kara, le aveva detto al telefono. E temo che non lo sarò mai...

    Allyson l'aveva chiamata al cellulare per darle la terribile notizia, e l'aveva raggiunta proprio nel momento in cui Kara stava entrando nella galleria Dunning per l'inaugurazione della mostra di Gordon Temple. Temple era un famoso pittore cherokee, cresciuto in Oklahoma e residente nel New Mexico, ed era stato un grande successo per i proprietari della galleria riuscire ad assicurarsi le sue opere. Kevin ed Eva Dunning erano i genitori di Susanna, moglie del fratello di Kara, Jack.

    Il fatto che Gordon Temple e Sam Temple, amico di Jack e Texas Ranger a sua volta, avessero lo stesso cognome era una pura coincidenza. Così Sam aveva detto a Kara, ma lei non sapeva se credergli.

    Quella pazzesca serata con Sam era cominciata così...

    «Big Mike era un uomo straordinario, e non sarà facile seguire le sue orme» disse a Carter. «Ma la gente non deve sottovalutare Allyson. Una volta superato lo shock, sono sicura che sarà un'ottima governatrice.»

    Già, lo shock, pensò ancora. Era proprio alla notizia traumatica appena saputa che lei aveva attribuito il suo comportamento di quella sera.

    Dopo aver parlato con Allyson aveva spento il cellulare e l'aveva infilato nella borsa, per non sapere altro. Poi aveva afferrato al volo una coppa di champagne dal vassoio di un cameriere, e alzando gli occhi aveva visto Sam.

    Lo conosceva di vista avendolo incontrato un paio di volte a casa del fratello a San Antonio, e non era rimasta indifferente al fascino del bel sergente quanto Jack avrebbe voluto.

    Ma certo non aveva programmato di finirci a letto. Semplicemente, quando lui aveva suggerito di filarsela per andare a prendere un caffè, lei era affogata in quegli occhi neri così sexy e aveva accettato.

    Erano finiti a casa di lei, qualche isolato più avanti, e lui si era fermato tutta la notte e la mattina successiva.

    Dopo di che, Kara aveva perso i contatti con lui. Era partita nel pomeriggio per i funerali di Mike Parisi nel Connecticut, era stata interrogata dai detective, e una in particolare, Zoe West, le aveva chiesto informazioni sull'interesse di Mike per i pettirossi e sul numero di persone che secondo lei erano a conoscenza del fatto che non sapesse nuotare. Quando poi le aveva domandato dove fosse la notte della morte di Parisi, Kara si era vista costretta a darle nome e numero telefonico di Sam.

    «È stato di sicuro un incidente» disse come parlando tra sé. «La morte di Big Mike, intendo.»

    Carter parlò in tono insolitamente gentile. «Lo chiamavi davvero così?» domandò. Poi aggiunse brusco: «Comunque, voglio che tu ti prenda un giorno libero. Domani».

    «Perché? Ormai sono passate due settimane. C'è qualcosa che non va nel mio lavoro?»

    George si voltò a mezzo, pronto ad andarsene. «Hai fatto degli orari impossibili, perfino per un avvocato. Se vai avanti così finirai per crollare. Dammi retta, Kara, lo so per esperienza. Prenditi una pausa, d'accordo?»

    «Guarderò la mole di lavoro che ho e vedrò se posso permettermelo» concesse lei.

    Lui non insistette, almeno per il momento. E non appena se ne fu andato Kara prese il portacipria dalla borsa e si guardò allo specchio. Era un disastro. Pallida, quasi verdastra.

    Ecco perché George era tanto preoccupato.

    Dovevano essere stati i frutti di mare, di sicuro. Domani sarebbe stata in forma come al solito.

    E non aveva affatto le nausee mattutine.

    Richiuse il portacipria di scatto e lo cacciò nella borsa, cercando di ignorare il pacchetto che stava sul fondo. Aveva fatto una capatina in farmacia durante l'intervallo del pranzo, e aveva comprato due diversi test di gravidanza. Ma non era davvero il caso di drammatizzare, perché lei non era incinta. Erano passate solo due settimane dalla pazza serata con Sam Temple. Non poteva già avere le nausee!

    Tornando a casa quella sera avrebbe gettato i test di gravidanza nel primo bidone disponibile. Diamine, la sua era pura isteria. Aveva trentaquattro anni, non aveva mai avuto degli spaventi di quel genere, perché doveva cominciare proprio adesso?

    Naturalmente c'erano altre considerazioni da tenere presenti, tipo il fatto che anche lei doveva pur fare sesso di tanto in tanto. Ma non era certo tipo da avere relazioni rapide e folgoranti come quella con Sam. Non aveva relazioni, punto e basta.

    Spesso Big Mike l'aveva presa in giro sulla sua vita sentimentale, o sulla totale mancanza di una vita sentimentale. «Santi numi, Kara, che ti succede? Pratichi l'astinenza di proposito o è solo che non ti piacciono gli yankee? Allora vai a casa e prenditi un amante texano! Non sarà che hai paura degli uomini, eh?»

    Diavolo, se c'era qualcuno di cui avrebbe dovuto aver paura quello era il bruno, intenso, affascinante Sam Temple. Non c'era donna in tutto il Texas che non sentisse una scossa elettrica in sua presenza, o almeno così le aveva detto Jack in più di un'occasione. Tanto che Kara si era sentita in dovere di rassicurarlo giurando che non si sarebbe mai innamorata di un Texas Ranger, e men che meno di Sam Temple.

    «Ottimo» aveva detto Jack. «Ti prendo in parola.»

    E Kara aveva davvero avuto intenzione di mantenere la promessa; anche perché la limitata esperienza in fatto di relazioni sentimentali o sessuali le suscitava solo una disperata voglia di fuga.

    Ma due settimane prima non aveva dato retta ai suoi impulsi, ed era finita a letto proprio con Sam.

    Lo avrebbe rimpianto per il resto dei suoi giorni.

    Sam Temple stava tornando a San Antonio dopo due settimane di lavoro massacrante sulla frontiera con il Messico, quando controllò la segreteria telefonica di casa e scoprì che una detective di Bluefield, Connecticut, lo cercava da giorni. Mi richiami appena possibile, diceva l'ultimo messaggio. E aggiungeva nome e numero di telefono.

    Sam fermò la macchina nel parcheggio di una stazione di servizio e chiamò Zoe West al cellulare. Aveva saputo della morte di Mike Parisi pochi minuti dopo aver lasciato la casa, e il letto, di Kara Galway ad Austin. E si era domandato perché lei non gliene avesse parlato. Che lo sapesse non c'erano dubbi. I dettagli sulla notizia erano usciti su tutti i giornali. Non appena appresa la tragica notizia, Allyson Lourdes Stockwell ha telefonato alla sua migliore amica, l'avvocato Kara Galway, ad Austin.

    Sam aveva controllato i tempi ed era giunto alla conclusione che Kara avesse ricevuto la chiamata dell'amica nella galleria Dunning, pochi minuti prima di incontrarlo.

    Il che forse spiegava perché fosse andata a letto con lui. Era sconvolta, traumatizzata, fuori di sé per il dolore, e aveva cercato in tutti modi di dimenticare.

    Sam, invece, non aveva scuse. Aveva fatto l'amore con la sorella del suo migliore amico quasi senza rendersi conto che lei non aveva alcuna esperienza. Si era brevemente meravigliato vedendo che sussultava e si mordeva il labbro, e le aveva domandato se andava tutto bene, e lei aveva risposto: Oh, sì, certo, non fermarti, come se fosse abituata a portarsi a casa gli uomini per una ripassata veloce.

    E pur sapendo che mentiva, lui non si era fermato.

    Decisamente non aveva scuse.

    Nonostante l'aria condizionata della macchina, sentiva il calore di agosto salire dall'asfalto in onde tremule. Negli ultimi tre giorni aveva dormito sì e no otto ore. Aveva bisogno di una doccia, di una stanza buia e di un letto con le lenzuola pulite.

    E non aveva bisogno di Kara Galway, poco ma sicuro. Kara era una complicazione, e andare a letto con lei era stata una grossa stupidaggine. Ma lui non riusciva a rimpiangere un solo minuto di quell'esperienza.

    Zoe West rispose subito.

    «Detective West, sono Sam Temple. Ho ricevuto il suo messaggio e...»

    «Ah, sì, grazie. Volevo farle qualche domanda. Kara Galway dice che eravate insieme all'inaugurazione di una mostra in una galleria di Austin quando ha saputo della morte del governatore Parisi. E io sto controllando le sue dichiarazioni.»

    «Le ha parlato?»

    «Sì, brevemente.»

    Sam aggrottò la fronte.

    «Come mai questo controllo?»

    «Normale routine.»

    Sam ne dubitava. Non c'era niente di normale nella morte di un governatore, o nella telefonata di Zoe West. «L'indagine non è di competenza della polizia di stato?» domandò.

    «Sì, ma Big Mike è morto nella mia città. E io collaboro alle indagini.»

    In altre parole stava ficcando il naso, che alla polizia di stato piacesse o no. Sam non fece commenti. Aveva ancora il distintivo puntato sul taschino della camicia, si era appena tolto lo Stetson bianco d'ordinanza per deporlo sul sedile accanto. Aveva passato due settimane d'inferno in una zona arida e inospitale, con temperature sui quaranta gradi, a indagare su una serie di omicidi. E invece di riposarsi eccolo lì a parlare della morte di un tale che era annegato cercando di salvare un maledetto uccellino!

    «Sa a che ora è arrivata Kara Galway alla galleria?» domandò Zoe West. «Per caso l'ha vista?»

    «Io sono arrivato verso le sette, e lei c'era già.»

    «Da noi sarebbero le otto... Risulta che Parisi sia annegato intorno alle sette, ora locale.»

    Sam rivide in un lampo Kara nel suo tubino nero, con i capelli scuri raccolti all'indietro e fissati da un pettine di turchese, che più tardi lui le aveva sfilato per passare le dita tra le morbide ciocche scure. Ripetendosi che era meglio andarsene finché era in tempo. E restando nonostante tutto.

    «Lei è di San Antonio, vero?» domandò Zoe West.

    «Non vedo il nesso, detective.»

    Zoe fece una breve pausa, come se stesse riflettendo. «E San Antonio dista circa centosessanta chilometri da Austin.»

    «Sissignora.»

    «Cosa?»

    «Ho detto sissignora.»

    «Fa del sarcasmo, sergente Temple?»

    «Nossignora.»

    «La gente mi chiama signora solo quando vuol essere sarcastica.»

    Lui abbozzò un mezzo sorriso. «Va bene, detective. Non lo farò più.»

    «Questa cosa del signora è un'usanza del sud, vero?»

    Sam capì che diceva sul serio. «Mi piace pensare che sia una questione di buone maniere.»

    «Ah, sì. Certo. Bene, per tornare alla galleria... si trova ad Austin, a circa centosessanta chilometri da San Antonio, e d'estate osserva un orario ridotto perché i proprietari, Eva e Kevin Dunning, vanno in vacanza nella loro casa a Lake Champlain. Ma sono tornati in città due settimane fa, perché era il solo periodo in cui potevano avere le opere di Gordon Temple. Giusto, fin qui?»

    «Giusto» fece lui, attento a evitare ogni accenno di sarcasmo. Che Zoe West gli facesse pure le sue domande. Perché no? Magari avrebbe scoperto qualcosa su Kara e sulle ragioni del suo comportamento quella sera.

    «I Dunning sono i suoceri di un altro Texas Ranger, fratello di Kara Galway e suo superiore, vero? Tutte cose che si trovano facilmente su Internet. Ho anche letto qualche articolo sui fatti dell'inverno scorso sui monti Adirondack. In quell'occasione lei è stato ferito, no, sergente?»

    Dunque la detective West aveva fatto delle ricerche approfondite, pensò lui. In febbraio aveva partecipato a un'indagine che Jack stava conducendo, e che aveva finito per coinvolgere anche la moglie di Jack e le due figlie gemelle. Il tutto si era svolto in montagna, tra neve, ghiacci e freddo polare, e Sam aveva giurato che non si sarebbe mai più lamentato del caldo. E in effetti era anche stato ferito.

    Quella notte di due settimane prima, Kara aveva sfiorato con le dita la cicatrice sulla sua coscia.

    Maledizione.

    «Era solo un graffio superficiale.»

    «E adesso i Galway stanno bene?»

    «Sì, benissimo.»

    «Gordon Temple è un famoso pittore cherokee che adesso vive nel New Mexico» riprese lei. «Siete imparentati?»

    «Questo mi sembra irrilevante» replicò lui. Tuttavia ricordava bene di aver osservato Gordon Temple di lontano, notando i capelli neri striati di grigio, gli occhi scuri e la corporatura atletica così simile alla sua.

    Zoe West si concesse una piccola pausa. «Sicché lei era in quella galleria solo per amore dell'arte?» Adesso chi faceva del sarcasmo?

    Sam tacque e osservò un omone con le braccia coperte di tatuaggi che saliva su un grosso camion, portando un sacchetto di carta probabilmente colmo di sandwich.

    «D'accordo, il motivo per cui lei era ad Austin non c'entra affatto» concesse la detective. «La governatrice Stockwell ha telefonato alla signorina Galway poco dopo le sette, ora di Austin. Lei l'ha vista rispondere alla chiamata?»

    «L'ho vista metter via il cellulare dopo aver finito la conversazione. E circa venti minuti dopo siamo andati via insieme per andare a prendere un caffè.»

    Sam non si era avvicinato a Gordon Temple come aveva avuto intenzione di fare, non si era complimentato per i suoi dipinti, né gli aveva detto: Oh, a proposito, sono tuo figlio.

    Perdendo la pazienza, disse al telefono: «Senta, detective, lei sta andando un po' a tentoni e io non ho molto tempo...».

    «Va bene, veniamo al punto. Kara Galway è una delle poche persone al corrente del fatto che il governatore Parisi non sapeva nuotare. Gliel'avrà detto, vero?»

    Sam non rispose.

    «Già, immagino che non siano argomenti che si discutono bevendo un caffè. Ma vede, se qualcuno voleva disfarsi del governatore e ha gettato il pettirosso nella piscina a bella posta, sperando che lui cadesse in acqua o facendo in modo che cadesse... be', doveva per forza sapere che Parisi non sapeva nuotare.»

    «Un sistema complicato per uccidere qualcuno.»

    «Ma ha funzionato, no? Parisi è morto, e la sua morte ha tutta l'aria di essere un incidente casuale.»

    «Forse lo è.»

    «Mmh...» fece Zoe West. «Troppi incidenti da queste parti, per i miei gusti.»

    Sam si raddrizzò sul sedile. Nella voce della detective West c'era qualcosa di familiare, forse perché lui lavorava nello stesso campo. «Perché, ce n'è stato un altro?»

    «Non lo sa? Allyson Stockwell e i due figli sono stati coinvolti in un incidente durante la festa del Quattro di Luglio a casa della suocera di lei, qui a Bluefield. Qualcuno aveva lasciato una bomboletta di gas troppo vicina al falò, e quella è esplosa.»

    «Ci sono stati dei feriti?»

    «Non per l'esplosione. Un tale di

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