Vigilia d'amore (eLit): eLit
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Info su questo ebook
Sempre a un passo dall'ennesimo litigio, sempre a un passo dal bacio che entrambi sognano, non hanno idea di quale influenza magica possano avere l'albero e le luci colorate.
Carole Mortimer
Carole Mortimer is a USA Today Bestselling author. She is the recipient of the 2015 Romance Writers of Amercia Lifetime Achievement Award, and 2017 Romantic Times Career Achievement Award. In 2012 she was recognized by Queen Elizabeth II for her ‘outstanding service to literature’. To date she has written 240 books, in contemporary, paranormal and Regency romance, 198 with a traditional publisher and 42 as a #1 Bestselling indie author.
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Anteprima del libro
Vigilia d'amore (eLit) - Carole Mortimer
Immagine di copertina:
Dash_med / iStock / Getty Images Plus
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Claiming His Christmas Bride
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2004 Carole Mortimer
Traduzione di Cornelia Scotti
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-548-8
1
«Mi sembra un po’ presto per festeggiare, anche per te.»
Molly trasalì e si voltò di scatto al suono di quella voce sarcastica. Serrò le labbra per impedirsi di imprecare quando una goccia dello champagne che stava bevendo schizzò dal bicchiere e le scivolò sul polsino dell’abito che indossava.
Con espressione indignata si voltò verso la porta e puntò gli occhi sull’uomo che l’aveva appena offesa in quel modo.
Gideon Webber!
Molly scosse piano la testa. Chi altri, se non lui, avrebbe potuto scoprirla mentre beveva quell’unico bicchiere di champagne? Lui, che era la causa stessa di quella piccola trasgressione!
Gideon intanto continuava a fissarla con espressione di compatimento negli occhi di un blu unico. Erano del colore dei fiordalisi ed erano intensi come lei li ricordava dall’unica altra volta, tre anni prima, in cui si erano incontrati.
Anche allora l’aveva fissata con quella stessa aria di disdegno che non riusciva a nascondere. Che non voleva nascondere.
Molly si domandò come potesse trovare così attraente un uomo che la disprezzava tanto apertamente, eppure era così. Gideon Webber era uno degli esemplari maschili più belli che avesse mai incontrato, con quei suoi capelli biondi dai riflessi dorati, il naso arrogante e aristocratico, le labbra carnose, che non toglievano però determinazione al viso dalla forma leggermente squadrata.
In occasione della giornata importante aveva indossato un abito scuro molto elegante e una camicia bianca. Il candore del colletto, perfettamente stirato, contrastava con il colorito abbronzato del suo viso e a Molly si mozzò il fiato nell’osservarlo.
Se solo avesse saputo che uno dei padrini del piccolo Peter sarebbe stato lui, avrebbe trovato una scusa plausibile per rifiutare quell’invito.
«È solo la seconda volta che c’incontriamo e ogni volta hai un bicchiere in mano» notò lui.
«L’altra volta era Alka Seltzer» si difese Molly, non senza avergli lanciato un’occhiata risentita.
«Già» ammise lui con un sorrisino antipatico. «Se non sbaglio ti serviva per scacciare gli effetti di qualcosa di più... alcolico.»
Un lento sospiro le scivolò tra le labbra, mentre tentava di mantenere la calma. Inutile recriminare o fare scenate. Era innegabile che lui fosse una delle rare persone che l’avesse mai vista in pessimo stato a causa dell’alcol. Proprio lei, che per principio beveva solo nelle occasioni dove è d’obbligo brindare.
«Per l’amor del cielo» sbottò Molly. «Ho bevuto al massimo due sorsi di champagne. Tre con questo» aggiunse, dopo avere mandato giù un altro goccio.
Gideon piegò la testa da una parte e scrollò le spalle. «Se lo dici tu.»
Quell’odioso biondo, che sembrava uscito dalla copertina di una rivista per sole donne, stava insinuando che era un’alcolizzata! Molly si accorse di essere arrossita, e pensò con rabbia che quel colorito avrebbe fatto a pugni con il rosso tizianesco dei suoi capelli.
«Infatti, lo dico io» dichiarò, decisa a non difendersi. Gideon Webber poteva andare al diavolo, e con lui tutti i suoi preconcetti. «Non è ora di andare in chiesa?» domandò poi, decisa a distogliere l’attenzione da sé.
«Infatti, Crys mi ha mandato a cercarti» confermò lui.
Bell’amica, sussurrò lei sottovoce. D’altra parte, Crys non poteva sapere quanto il pensiero di incontrare Gideon l’avesse angosciata sin dal momento in cui aveva scoperto della sua presenza in quell’occasione. Posò il bicchiere sul tavolino.
«Io sono pronta» annunciò poi.
Lui fece un cenno con il braccio e le indicò la porta. «Dopo di te.»
Molly raddrizzò le spalle e gli passò davanti, terribilmente conscia dello sguardo di lui che la seguiva. Sapeva cosa avrebbe visto. Una ragazza di media statura, con capelli rossi dai riflessi dorati e con caldi occhi castani dove solitamente brillava un’allegra luce di amore per la vita. Un corpo ben fatto, fasciato in un elegante vestito attillato con un giacchino corto in vita, e un paio di gambe ben tornite messe in risalto dalle scarpe con il tacco alto che, ahimè, le davano già fastidio.
«Una cosa ancora» sussurrò Gideon mentre gli passava accanto.
Improvvisamente nervosa, lei alzò gli occhi su di lui. «Sì?» Temeva ciò che le avrebbe detto.
«Ti ha mai detto nessuno che le donne con i capelli rossi non dovrebbero indossare certe gradazioni di rosa?»
L’insulto andò a segno e Molly restò a boccheggiare per alcuni istanti, senza trovare la battuta giusta per replicare a tanta malignità.
Il taglio e lo stile di quel vestito le erano piaciuti dal primo momento che l’aveva visto, anche se si era subito sentita indecisa sul colore. Indossava spesso indumenti rosa, ma quella gradazione effettivamente sembrava non adattarsi bene al colore dei suoi capelli e al colorito della sua pelle. Era stata la commessa a insistere che le stava benissimo, forse per paura di perdere una vendita importante, e lei si era lasciata convincere.
Ovvio che un tipo come Gideon non si lasciasse sfuggire una simile occasione per affondare di più gli artigli. Se mai Molly avesse avuto qualche dubbio su ciò che pensava di lei, quel commento malizioso li fece svanire del tutto.
Lo fissò con espressione altezzosa. «Gli uomini che conosco sono troppo educati per fare commenti del genere» gli disse.
Lui ricambiò lo sguardo con un’espressione divertita. «È perché in realtà non si accorgono neppure di quello che indossano le donne che hanno accanto» dichiarò con prontezza.
Purtroppo aveva ragione, dovette ammettere Molly ripensando ad esempio al proprio patrigno. A meno di vedersi passare davanti la moglie, sapeva che non sarebbe stato in grado di descrivere, neppure sommariamente, l’abito che portava.
«Io...»
«Molly!» Dal fondo del corridoio, il grido di Crys interruppe la loro conversazione, cosa della quale Molly ringraziò silenziosamente l’amica. «Meno male che ho trovato tutti e due» aggiunse dopo aver notato la presenza di Gideon. «Iniziavamo a credere che foste scappati insieme, terrorizzati dalla responsabilità.»
Molly trattenne l’espressione sarcastica che le era salita alle labbra ed evitò di voltarsi verso Gideon. Era l’ultimo uomo al mondo col quale sarebbe scappata! Specie dopo il commento spiacevole sul colore del vestito. Non erano cose da dire a una ragazza, pensò con un sospiro.
Mentre seguiva Crys verso la porta d’entrata si rese conto che, per quanto le scocciasse ammetterlo, il giudizio negativo di Gideon l’aveva resa improvvisamente insicura e a disagio. Al punto che, se solo avesse avuto il tempo, sarebbe corsa a cambiarsi.Naturalmente l’idea non era attuabile. Cosa sarebbe accaduto se la madrina fosse arrivata in ritardo al battesimo del figlioccio?
Crys non l’avrebbe mai perdonata! Un’amicizia che durava dai tempi della scuola sarebbe andata in frantumi per colpa di un vestito, e a causa della malignità di Gideon Webber. Lui avrebbe gioito per essere riuscito a dividere ciò che nemmeno la vita aveva diviso.
Lei e Crys erano ancora amiche come i primi giorni e ciò nonostante tutte e due avessero vite dense di impegni. Crys, con la sua carriera di famosa cuoca all’apice del successo, proprietaria di un ristorante famoso e protagonista di un avviato programma televisivo, e Molly in quanto attrice impegnata in importanti ruoli, specie in teatro.
Da poco più di un anno, un legame ancora più solido le legava.
Quattro anni prima Crys si era sposata, ma l’unione era finita tragicamente in seguito alla morte per cancro del marito, dopo pochi mesi di matrimonio. Un paio di anni più tardi, con grande gioia di Molly, l’amica aveva conosciuto il suo fratellastro Sam. I due si erano innamorati e sposati. Tre mesi prima avevano avuto la gioia di mettere al mondo un bambino delizioso, Peter James, del quale era zia orgogliosa e al quale, di lì a poco, avrebbe dovuto fare da madrina.
Il suo grande cruccio in quel momento di gioia, era che l’altro padrino fosse Gideon Webber. L’uomo era il fratello del primo marito di Crys, al quale lei era rimasta legata anche dopo il secondo matrimonio. Un uomo che, sin dal loro primo, e ultimo incontro, aveva creato in Molly uno spiacevole senso di inadeguatezza.
Seppure controvoglia, Molly mise da parte le sue riserve e seguì l’amica fuori dalla grande villa. Salì sull’auto del patrigno che l’aspettava per accompagnarla in chiesa e tentò di rilassarsi ammirando il paesaggio della splendida campagna nella quale Sam e Crys avevano deciso di vivere.
«Matthew» esordì, mentre l’auto percorreva le strette stradine bordate di alte siepi, «di che colore è vestita oggi, la mamma?»
Il suo patrigno fissò la Jaguar verde che li precedeva. Era l’auto di Gideon, al quale la moglie aveva chiesto un passaggio fino alla chiesa.
«Che colore, eh? » bofonchiò tra sé. «Fammi pensare... direi che si tratta di qualcosa di azzurro. O forse verde. Sono indeciso.»
La domanda di Molly era puramente retorica. Sapeva perfettamente cosa avesse indossato sua madre, che aveva incontrato al suo arrivo, un’oretta prima. Era un bellissimo tailleur turchese, composto da una gonna e una giacca tre quarti. Era elegantissima e quel colore le donava particolarmente.
Un punto per Gideon, ammise a malincuore mentre tornava a concentrarsi sul paesaggio.
Come avrebbe voluto che quel giorno fosse già finito e che tutti gli ospiti se ne fossero già andati! La prospettiva della lunga vacanza natalizia in famiglia era l’unica consolazione per quella mattina iniziata davvero male, che forse le avrebbe riservato qualche altro insulto da parte di Gideon Webber.
La sola idea delle ore che l’aspettavano la riempiva di un’angoscia profonda.
«Vuoi un bicchiere di champagne?»
La frase combattiva che si era preparata le morì sulle labbra, quando vide che a parlare era stato David Strong, uno degli attori che recitavano nello sceneggiato televisivo ideato da suo fratello Sam. Lui era il terzo dei padrini di Peter.
David era sui quarant’anni, di una bellezza un po’ angolosa accentuata dai capelli scuri e dalla carnagione olivastra. Nel suo sguardo però brillava una luce gentile, in