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Il rivale del principe: Harmony Destiny
Il rivale del principe: Harmony Destiny
Il rivale del principe: Harmony Destiny
E-book178 pagine2 ore

Il rivale del principe: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

IL RITORNO DEI MONTORO - Chi salirà sul trono dell'isola di Alma? Dopo oltre mezzo secolo un Montoro sarà di nuovo re.

La delicata missione di Alex Ramon rischia di fallire. Convincere i Montoro ad abbandonare la loro vita lussuosa a Miami per rioccupare il trono sull'isola di Alma si rivela più difficile del previsto anche perché il suo fidato braccio destro, Maria Ferro, flirta in modo poco professionale con il futuro principe Gabriel. O almeno così la pensa Alex in preda a un'inaspettata gelosia. Ma il diplomatico, per quanto accorto nelle questioni politiche, non conosce il cuore di Maria e tanto meno sospetta che da anni lei nasconde una inconfessata passione... non certo per l'aristocratico playboy.



Miniserie "I Montoros" - Vol.1/6
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2016
ISBN9788858949320
Il rivale del principe: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Il rivale del principe - Janice Maynard

    successivo.

    1

    Alex fece una smorfia quando fitte dolorose gli trafissero le tempie. Benché l'emicrania fosse dovuta senza dubbio al jet-lag e alla mancanza di sonno nelle ultime due settimane, poteva essere attribuita anche allo stress. Al momento, la responsabile del suo stress si trovava sul lato opposto della stanza... una bionda alta in un aderente abito color acquamarina e scarpe dai tacchi micidiali.

    Maria Ferro. Ventisette anni. Capelli lisci e dritti color miele che, come una cascata di seta, le scendevano quasi fino alle natiche sode. Probabilmente, non avrebbe dovuto pensare alle sue natiche. Decisamente no. Tuttavia quella sera era difficile non notarle.

    Con riluttanza, distolse l'attenzione dalla sua collaboratrice e ispezionò la stanza. La festa stava avendo successo. La delegazione di uomini d'affari dell'isola di Alma, nazione europea, si mescolava con i vari membri della famiglia Montoro e tutti chiacchieravano animatamente.

    La sala da ballo era situata al pianterreno di uno dei più prestigiosi alberghi di Miami. Una parete di vetro incorniciava l'oceano. I lampadari facevano scintillare il pavimento di legno lucido. L'arredamento era sobrio, moderno e sofisticato, in sintonia con la facoltosa famiglia Montoro.

    Alex infilò un dito nel colletto della camicia e lo allentò. Era più che abituato a lussuosi eventi mondani, eppure in quel momento era tormentato dall'irrequietezza. In qualità di vice primo ministro per il commercio di Alma, aveva la responsabilità di convincere i Montoro a fare ritorno in patria e a riprendere il trono.

    Molto dipendeva da quella serata e dai giorni a venire.

    La soirée era solo l'inizio... un'occasione per presentare la delegazione e stabilire un contatto personale con la famiglia i cui antenati un tempo avevano governato Alma. Purtroppo, gli uomini e le donne della nuova generazione erano più interessati a concludere affari vantaggiosi e a condurre una movimentata vita mondana piuttosto che a riesumare radici regali.

    Nella sala riecheggiò una risata. Era evidente che Maria trovava divertente il suo bel compagno. Gabriel Montoro, secondogenito di Rafael III, incarnava il classico ragazzaccio... amante del divertimento, difficile da inquadrare, incurante dell'opinione di chiunque altro. Alex avrebbe voluto liquidarlo come un personaggio di scarso rilievo, ma, in realtà, Gabriel gestiva con sorprendente successo il settore sudamericano della Montoro Enterprises.

    Alex si stupiva che Maria, di solito così sensibile, non vedesse oltre la facciata di Gabriel. Forse era accecata dai suoi occhi verdi, dai capelli arruffati e dalla carnagione dorata. Alex non era geloso. Sarebbe stato assurdo. Lui e Maria non avevano altro che rapporti di lavoro, tuttavia, avendo una decina di anni più di lei, si sentiva protettivo nei suoi confronti.

    Maria aveva lavorato per la sua famiglia a Londra. Poi, quando ad Alma il potere politico era passato di mano e i Ramon avevano potuto fare ritorno in patria, era tornata anche lei, insieme con la madre. Alex aveva notato con soddisfazione che il talento e il duro lavoro le procuravano ottime opportunità. Adesso, come esperta di marketing e ottima PR, avrebbe giocato un ruolo fondamentale in quella nuova impresa.

    Alex ammirava e rispettava Maria. Era una donna troppo in gamba per lasciarsi abbindolare da un playboy stucchevole come Gabriel Montoro.

    Erano passati vari decenni da quando l'ultimo sovrano Montoro era stato deposto da un dittatore dopo la seconda guerra mondiale. Quattro generazioni più tardi la famiglia godeva i frutti di un impero commerciale che si estendeva su metà del pianeta.

    I Montoro erano leggendari a Miami per la loro ricchezza e il loro stile di vita. Solo il tempo avrebbe detto se il dovere e l'onore li avrebbero convinti a imboccare una strada diversa.

    Alex si fece largo lungo il perimetro della sala, fermandosi a chiacchierare con questa o quella persona. Nella sua stanza d'albergo possedeva dossier corposi su ciascuno dei personaggi chiave della rappresentazione in scena quella sera. Anche se aveva dato solo un'occhiata agli appunti prima di scendere, le informazioni erano immagazzinate nel suo cervello.

    Era così che lavorava. Preparandosi a ogni eventualità. Non commettendo errori.

    Raggiunse alla fine la piccola nicchia dove si trovavano Maria e Gabriel. Lei teneva in mano un bicchiere di vino, anche se non l'aveva vista bere più di qualche sorso. A quanto sembrava, Gabriel Montoro le stava fornendo aneddoti maligni sui vari partecipanti alla serata.

    Alex si piazzò di proposito al fianco di Maria e guardò Montoro con serietà.

    «Signor Montoro. Io sono Alex Ramon.»

    Gabriel annuì mentre si stringevano la mano. «Lo so. Mio padre ha un'ottima opinione di lei. Tuttavia, devo dirle che sta probabilmente sprecando il suo tempo. A nessuno di noi interessa fregiarsi di corone e troni e di un sistema antiquato che ha fatto il suo tempo.»

    Alex si passò una mano sul mento, augurandosi di disinnescare quel momento imbarazzante con l'ironia. «Perché non mi dice cosa pensa veramente

    Colto di sorpresa, Gabriel si strinse nelle spalle. «Non mi è chiaro cosa voi tutti speriate di guadagnare.»

    Maria lanciò un'occhiata ad Alex, come per ammonirlo a mostrare tatto. Alex, però, era irritato. «Ad Alma si stanno verificando cambiamenti importanti. Restaurare la monarchia è un'idea che riscuote largo consenso tra la popolazione. Il paese si è arricchito con le riserve di petrolio sottomarine, tuttavia abbiamo bisogno di stabilità. Un matrimonio regale ce la garantirebbe.»

    Il sorriso di Gabriel era sarcastico. «Che mentalità feudale, la vostra, signor Ramon.»

    «Non è un argomento sul quale scherzare. Sono in gioco le vite e il benessere di migliaia di persone. La storia della vostra famiglia fa parte integrante dell'identità di Alma.»

    Gabriel scosse la testa. «Ci hanno cacciato con solo i vestiti che indossavamo.»

    Alex ficcò le mani nelle tasche perché provava l'impulso folle di strozzarlo. «Non vi hanno scacciato» replicò con calma. «Lei non era nemmeno nato. E la gente non aveva voce in capitolo. Sa com'era Tantaberra. Prima avrebbe sparato e solo dopo avrebbe fatto le domande.»

    Gabriel fece spallucce. «Fa lo stesso. Il punto è, se state cercando di obbligare la mia famiglia e me ad affrontare un qualche obbligo, siete fuori rotta. Perché dovremmo voler tornare in un minuscolo gruppo di isole dimenticate dal tempo?»

    Maria intervenne, con la passione che le brillava negli occhi verde azzurro. «Alma è cambiata, signor Montoro. Abbiamo accesso a Internet a banda larga, televisione e radio via satellite e un'attività fiorente.»

    Gabriel non era convinto. «Tutte cose che trovo qui negli USA, e anche di più.»

    Alex giocò il suo atout. «Pensi a sua zia... sa cosa lei vuole...»

    Un lampo negli occhi dell'altro gli fece capire di aver finalmente segnato un punto. A settantatré anni, Isabella era la più anziana dei Montoro ancora in vita. Il suo più grande desiderio era che i nipoti tornassero in patria per l'onore di famiglia. Stava morendo... era all'ultimo stadio del Parkinson. Alex supponeva che tenesse duro solo per assistere al passaggio di potere.

    Gabriel finì di bere il suo champagne e afferrò un'altra flûte di cristallo dal vassoio di un cameriere di passaggio. «Zia Isabella vive nel passato. Non sempre otteniamo quello che vogliamo.»

    «Credo che quella sia una canzone» commentò Maria, sorridendo. Era chiaro che cercava di alleggerire l'atmosfera, ma Alex non era nello stato d'animo di farsi calmare. Gabriel Montoro gli dava sui nervi. Quel tipo era ricco, potente, di bell'aspetto e possedeva sex appeal. Correva voce che le donne non gli dessero tregua. Maria non era sicuramente così ingenua da lasciarsi abbindolare.

    Con sguardo truce, Gabriel bevve un sorso di champagne. «Per vostra fortuna, mio padre conserva tracce dei modi di un tempo. Forse è possibile convincerlo. Chi può dirlo?»

    Alex trasalì, come anche Maria, che posò per un attimo una mano sul braccio di Montoro, come per placarlo. «Credo che nessuno l'abbia informata» disse a voce bassa, «suo padre non può regnare.»

    «Perché no, diamine?»

    Era buffo che, pur insistendo che la sua famiglia non fosse interessata alla monarchia, Gabriel si arrabbiasse all'idea che il padre fosse ineleggibile.

    Alex respirò a fondo ed espirò. «Suo padre è divorziato. Il suo matrimonio non è stato annullato. Secondo la legge di Alma, è un fatto che lo interdice legalmente.»

    «Che razza di modo di gestire un paese. Dovreste essere maledettamente felici che io non sia in gara. Se un uomo del calibro di mio padre non compare nella rosa dei candidati, allora io sono fuori gioco.» Il sarcasmo era intriso di sdegno.

    «Non c'è niente di personale, signor Montoro. Stiamo solo cercando di seguire le tradizioni e le aspettative del nostro popolo.»

    Maria annuì. «Alex ha ragione, naturalmente. È una situazione che non ha precedenti. Cerchiamo di fare del nostro meglio perché funzioni.»

    «Nessuno di voi due è vissuto ad Alma fino a quando non hanno spodestato Tantaberra. Perché tutto questo interesse?»

    Alex rimase in silenzio, incapace di esprimere i sentimenti che gli ribollivano dentro. Per fortuna, Maria era più loquace. «Molto tempo fa, la famiglia di Alex ha subito lo stesso destino della sua, signor Montoro. Loro, tuttavia, si sono stabiliti a Londra e hanno ricostruito il patrimonio con il petrolio e i relativi derivati. Quando Tantaberra è stato finalmente spodestato, il padre di Alex ha deciso che tornare ad Alma fosse la cosa giusta da fare.»

    Gabriel scosse la testa, scolando il secondo bicchiere di champagne. «A quanto pare, sono circondato da fautori del dovere a scapito del piacere. Grazie al cielo, è una responsabilità che spetta a mio fratello. Non troverete mai un uomo più retto di lui. Comunque, resta da vedere se è interessato o no a una corona.»

    Alex prese Maria per il gomito. «Se vuole scusarci, signor Montoro, Maria e io dobbiamo mescolarci agli ospiti. Sono sicuro che ci incontreremo ancora.»

    Gabriel li fissò con un sorriso tra il contrito e il sarcastico. «Ne sono convinto. Fino a quando prevedete di restare a Miami?»

    «Un mese, più o meno. Abbiamo molto lavoro da fare. La richiesta ufficiale da parte di Alma alla famiglia Montoro sta per essere stilata.»

    «E io lavorerò ai comunicati stampa» intervenne Maria. «Vogliamo che sia tutto positivo e improntato all'ottimismo.»

    «E se la mia famiglia si rifiutasse?» Non c'era traccia di umorismo nello sguardo di Gabriel.

    Fu la volta di Alex di fare spallucce. «Se suo fratello acconsente, voi altri sarete liberi di fare le vostre scelte. Anche se, nell'interesse di una transizione senza scosse, il vostro sostegno significherebbe molto per lui.»

    «È un'impresa enorme, signor Montoro» disse Maria.

    «Le ho chiesto di chiamarmi Gabriel. E anche lei, Alex. Non sono tipo da fare complimenti.» Se cercava di stabilire un concetto, lo faceva in modo molto sottile.

    «D'accordo, Gabriel. Prendiamo molto seriamente il nostro incarico. Mi auguro che ci darà la possibilità di convincerla.»

    Lui ridacchiò. «Giusto.»

    Alex fu pervaso da un'ondata di sollievo davanti a una reazione così rilassata. Sarebbe stato controproducente inimicarsi un membro della famiglia reale fin dall'inizio. Un attimo prima, Gabriel era indispettito, adesso il suo tono e il suo atteggiamento si erano ammorbiditi.

    «Apprezzo che lei parli chiaro» dichiarò Alex, ritrovando la consueta diplomazia. «Non vedo l'ora di continuare la nostra conversazione.»

    Maria lasciò che Alex la trascinasse via da quel pessimo soggetto di Montoro ma, per una volta, non riusciva a capire il suo capo, che la condusse verso il buffet. «Hai mangiato qualcosa?» le chiese in tono burbero.

    Il suo stomaco reagì brontolando. «No. Ero troppo nervosa.»

    Alex le porse un piatto. «È da settimane che lavoriamo senza tregua. Credo che ci meritiamo una pausa.»

    Maria esaminò il sontuoso buffet. Vassoi d'argento traboccavano di ogni genere di pesce fresco, dal cocktail di gamberetti alle chele di granchio, alle ostriche. Non meno appetitose erano le insalate e i vari tipi di pane.

    Si riempì il piatto e seguì Alex fino a un tavolino per due. Si sedette, tirando l'orlo del vestito a un livello decente. Alex era di umore strano. In una tasca minuscola, Maria teneva un rossetto e un flaconcino di pillole. Ne versò due sul palmo e allungò la mano sul tavolo. «Vedo che l'emicrania ti sta uccidendo. Prendi queste.»

    Lui si accigliò, ma non protestò. Maria sapeva che gli uomini in generale, e quello in particolare, detestavano mostrare qualsiasi genere di debolezza. Il fatto che non rifiutasse le pillole era un segno del suo disagio.

    Mangiarono in silenzio per lunghi minuti. Maria non ne era infastidita. Era cresciuta senza fratelli o sorelle e si era trovata spesso a casa da sola quando sua madre era al lavoro.

    Quella sera, tuttavia, era conscia più

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